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Sardegna…tracce del passato

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1984 sono riprese le indagini quando, nel corso <strong>del</strong>la sistemazione <strong>del</strong> giardinetto <strong>del</strong>la chiesa di<br />

Santa Severa, la ruspa intercettò una grande tomba mediterranea a camera, costruita sul fondo di<br />

una fossa a 4 metri di profondità. Furono utilizzati grandi blocchi in arenaria perché il materiale<br />

litico non è presente a Santa Giusta, infatti il territorio è una piana alluvionale. É una tomba<br />

ricchissima, con oltre cento manufatti ceramici punici e di importazione, un piatto attico, gioielli,<br />

amuleti e strigi (strumenti in ferro ricurvi di tradizione greca utilizzati per detergere e cospargere<br />

d’olio gli atleti che partecipavano a giochi o frequentavano le palestre). Già qualche decennio fa fu<br />

trovata una tomba simile, dalla quale furono prelevati tanti materiali, in parte dispersi, ma quella<br />

tomba non è più stata rintracciata. Il pavimento è in lastre, i paramenti murari presentano <strong>del</strong>le<br />

nicchie e la copertura è costituita da 4 lastre poste di piatto. La tomba è stata in uso dal VII a.C.<br />

fino al IV d.C. ma alcuni studiosi ritengono che sia punica, visto che i materiali si datano<br />

prevalentemente dal V a.C. Il modulo d’accesso è scavato nel bancone alluvionale ma la forma<br />

<strong>del</strong>l’ingresso non è chiara perché la tomba risulta aperta più volte. Furono rinvenute <strong>del</strong>le pitture<br />

che purtroppo sono svanite poche ore dopo l’apertura a causa <strong>del</strong>la luce e <strong>del</strong>l’aria che hanno<br />

rovinato velocemente l’intonaco non più sigillato. Pare ci fosse la rappresentazione di un cane e di<br />

un simbolo astrale colorato di nero. Le deposizioni erano ad inumazione, ad eccezione di<br />

un’incinerazione deposta all’interno di un’urna cineraria romana.<br />

Nella stessa area, vicino alla chiesa, sono venute fuori tante tombe ma altre si trovano sotto le<br />

costruzioni attuali. La maggior parte sono mediterranee e romane perché probabilmente la<br />

necropoli punica è ubicata in un’altra zona. Le più antiche, <strong>del</strong> VII a.C., sono a fossa ad<br />

incinerazione secondaria con corredo formato da brocche panciute. Sono sempre coperte da lastre<br />

in arenaria sovrapposte. Il corredo è completato da brocche con orlo a fungo, coppe proto-corinzie,<br />

brocche trilobate, piatti, pentole ed elementi etruschi come i buccheri. In associazione ci sono<br />

oggetti d’ornamento e oggetti di importazione: anelli in argento, scarabei, amuleti e vaghi. A Santa<br />

Giusta è documentata anche l’incinerazione primaria, si nota dalla lunghezza e dalle tracce di<br />

bruciato, nonché dall’argilla <strong>del</strong>le pareti interne che risulta vetrificata dal calore. In due casi<br />

abbiamo tombe a cista litica con lastre poste a coltello, verticalmente. La maggior parte <strong>del</strong>le<br />

tombe sono <strong>del</strong> VI a.C. Le urne sono composte da vasi, a volte tagliati, con all’interno le ossa, il<br />

piatto e il pentolino. In qualche caso i sarcofagi punici sono andati a finire trasversalmente a<br />

precedenti tombe mediterranee, a dimostrazione <strong>del</strong>la frequentazione assidua <strong>del</strong>la zona. Le<br />

tombe puniche, quelle a partire dal V a.C., presentano prevalentemente dei sarcofagi. In un caso è<br />

stata rinvenuta una punta di lancia. Un grande sarcofago punico, lungo oltre due metri, è stato<br />

riutilizzato dai romani come luogo di incinerazione <strong>del</strong> defunto, si nota dalle bruciature laterali. I<br />

materiali presenti nel sarcofago sono stati spostati all’esterno per fare posto alle ossa <strong>del</strong> romano e<br />

al suo corredo.<br />

Ci sono anche tombe infantili ad enkitrismos con corredo di braccialetti e altri materiali.<br />

A Santa Giusta l’incinerazione è arrivata prima <strong>del</strong> resto <strong>del</strong>la Sardegna, con tracce risalenti al VI<br />

a.C., forse a segnalare che l’influenza cartaginese arrivò precocemente. Questa ipotesi è<br />

rafforzata dalla presenza, in una tomba <strong>del</strong> VI a.C., di un rasoio, strumento tipico dei cartaginesi<br />

non presente in ambito mediterraneo arcaico.<br />

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