Sardegna…tracce del passato

Sardegna…tracce del passato Sardegna…tracce del passato

urn.indipendentzia.com
from urn.indipendentzia.com More from this publisher
03.06.2013 Views

tre gole egizie ma ci manca la fase arcaica. Secondo Barreca il tempio punico avrebbe visto due fasi. Nella prima ci sarebbe stato un grande recinto quadrato con un edificio di culto di forma rettangolare che custodiva al centro una roccia sacra, citata in una iscrizione scoperta recentemente nell’area, circondata da un muretto di protezione. In prossimità della roccia sacra sono stati trovati resti di fuochi e resti ossei che dimostrano l’adozione di pratiche cultuali. Intorno al 300 a.C. l’area posteriore del tempio sarebbe stata suddivisa in due da un muretto e sarebbe stato cambiato l’ordine architettonico utilizzato, nel senso che l’ordine dorico delle colonne sarebbe stato sormontato da gole egizie. Questa ricostruzione di Barreca è dovuta al fatto che le gole egizie sono state ritrovate riutilizzate nel tempio romano. Bernardini capovolge completamente le ipotesi di Barreca: in un articolo divulgativo sostiene che il recinto non è punico, perché è impiantato sopra strati di deposito romano, e che l’altare in realtà è la copertura di una sepoltura, invisibile perché posizionata sotto la struttura. Inoltre sostiene che il tempio punico si trova sotto quello romano ma per verificare questa ipotesi si dovrebbe smontare tutto per cercarlo. Ci sono alcune iscrizioni che si riferiscono al tempio punico, come ad esempio la scritta Sid Addir Bab, e si è ipotizzato che il culto fosse svolto non solo da semplici fedeli ma da funzionari, come se si trattasse del tempio ufficiale di Cartagine, una sede centrale presso la quale arrivavano fedeli e funzionari da tutte le città puniche. Gli amuleti ritrovati costituiscono un problema per la ricostruzione storica di Antas perché nel mondo punico gli amuleti sono caratteristici dell’ambito funerario. Erano oggetti della vita quotidiana che venivano deposti insieme al defunto. Solo a Kition (Cipro) abbiamo un tempio nel quale sono stati ritrovati amuleti. Fra gli altri oggetti rinvenuti ci sono dei piccoli giavellotti in bronzo, una testina maschile in osso, teste in marmo di produzione greca, numerose monete, caducei in bronzo, amuleti, oggetti in oro e altri manufatti che dimostrano un livello di benessere molto alto dei fedeli che frequentavano questo tempio. Le tracce di fuoco dimostrano che la struttura fu distrutta brutalmente e anche gli oggetti votivi furono frantumati intenzionalmente. Dopo la fase punica c’è un reimpianto del tempio in età augustea, lo dimostrano alcune terrecotte architettoniche, come i gocciolatoi a testa di leone, che ci fanno capire che il tempio fu ricostruito nel I a.C. Una moneta che riporta l’immagine e la dizione del “Sardus Pater” dell’epoca di Azio Balbo, parente di Augusto, che fu pretore di Augusto in Sardegna nel 59 a.C. venne battuta al conio fra il 39 e il 19 a.C., quindi il vecchio tempio del Sid Addir Bab fu trasformato in tempio del Sardus Pater. Un’ultima trasformazione è del 213 d.C. sotto Caracalla quando il tempio, come indica chiaramente l’iscrizione nell’epistilio, venne restaurato e sistemato dall’imperatore Caracalla. Ricapitolando si potrebbe dire che in età nuragica c’era un culto riferito a Sid Addir Bab, ripreso in età punica e poi trasformato in Sardus Pater in età romana. Manca completamente la fase mediterranea fra l’VIII e l’inizio del V a.C. Finora il tempio di Antas è l’unico tempio dedicato a Sid in tutto il Mediterraneo. Chi è Sid? Si tratta di una divinità secondaria. Nel mondo semitico sono noti molti nomi teofori, cioè che contengono all’interno il nome della divinità. Ad esempio Amilcare significa Ab Melqart, 264

servo di Melqart. Anche i nomi ebraici che finiscono in “Ele” come Gabriele, Emanuele, Raffaele, Michele hanno la radice che significa Dio. La divinità Sid, che significa potente, è a volte associata con Tanìt e altre volte con Melqart, ma ad Antas è da sola. Un altro significato di Sid è “cacciare”, e in questo caso i giavellotti in bronzo possono essere ben inseriti in un culto al Dio della caccia. Secondo il Garbini Sid avrebbe il significato di “fondatore”. Chi è Bab? Pare si riferisca ad una divinità nuragica, Babbai, che indicherebbe un’assimilazione ad una divinità paterna. In semitico padre si dice Ab, così come ipotizzato da Ferron il quale afferma che Babai sarebbe da riferire appunto alla radice semitica Ab La distruzione del tempio ha creato problemi fra studiosi. C’è chi parla dei romani o chi dice siano stati i mercenari di Cartagine in occasione della rivolta del 241 a.C. L’esercito cartaginese era composto da mercenari e, poiché Cartagine non rispettò i patti monetari, si ribellarono molti dei componenti delle varie truppe dislocate nell’isola: iberici, sardi, siciliani, italici, libici e balearici chiamarono in aiuto Roma e determinarono la perdita della Sardegna da parte di Cartagine. Il tempio di Antas era strategico ed era simbolo della potenza di Cartagine sull’isola perché questa aveva bisogno di due cose fondamentali dalle colonie per affermare la supremazia e per tenere in armi l’esercito: i metalli e le risorse agricole (orzo e grano). Il fatto che Cartagine avesse costruito un tempio per il culto ufficiale proprio ad Antas dimostra che le risorse minerarie recitarono un ruolo importante. In sostanza i mercenari distrussero il tempio perché era il simbolo della potenza cartaginese e vollero cancellarne il ricordo. Cagliari Gli scavi dal dopoguerra a oggi hanno modificato radicalmente la visione della città di Cagliari. L’insediamento arcaico si posiziona nell’area della città-mercato di Sant’Avendrace e S. Gilla e della vicina centrale elettrica, nella piana compresa fra lo stagno e la zona di Tuvixeddu. Ai bordi di questo piccolo promontorio si situava il porto, oggi completamente coperto dai fanghi derivanti dal disinquinamento di S. Gilla. Il porto era lagunare, quello attuale è romano. Un primo insediamento mediterraneo era ubicato a Sa Illetta, nella collinetta attualmente occupata da Tiscali, ma non sono mai stati pubblicati scavi. È probabile che qui fosse presente un villaggio nuragico, come farebbe pensare qualche frammento ceramico del Ferro. Quindi anche per Cagliari, come abbiamo riscontrato in altri luoghi, il primo insediamento arcaico, fine VIII a.C. avviene, in un ambito nuragico. Non sappiamo ancora quando si passa alla vera e propria struttura urbana, ma l’ampiezza e la qualità della necropoli di Tuvixeddu-Tuvumannu, fanno pensare che già alla fine del VI a.C., l’insediamento abbia acquisito lo status urbano. Anche se è molto probabile che si debba risalire ancora nel tempo. Purtroppo la città moderna occulta molto. Il promontorio della città mercato-centrale elettrica doveva ospitare il tempio di Melqart, attestato da un’iscrizione e da una statua di Bes, oggi al Museo; Bes è normalmente associato a Melqart. L’abitato è stato rinvenuto nelle vie contigue, Brenta, Po, Simeto ecc. I limiti erano dati dal tophet, 265

servo di Melqart. Anche i nomi ebraici che finiscono in “Ele” come Gabriele, Emanuele, Raffaele,<br />

Michele hanno la radice che significa Dio. La divinità Sid, che significa potente, è a volte associata<br />

con Tanìt e altre volte con Melqart, ma ad Antas è da sola. Un altro significato di Sid è “cacciare”, e<br />

in questo caso i giavellotti in bronzo possono essere ben inseriti in un culto al Dio <strong>del</strong>la caccia.<br />

Secondo il Garbini Sid avrebbe il significato di “fondatore”.<br />

Chi è Bab? Pare si riferisca ad una divinità nuragica, Babbai, che indicherebbe un’assimilazione ad<br />

una divinità paterna. In semitico padre si dice Ab, così come ipotizzato da Ferron il quale afferma<br />

che Babai sarebbe da riferire appunto alla radice semitica Ab<br />

La distruzione <strong>del</strong> tempio ha creato problemi fra studiosi. C’è chi parla dei romani o chi dice siano<br />

stati i mercenari di Cartagine in occasione <strong>del</strong>la rivolta <strong>del</strong> 241 a.C. L’esercito cartaginese era<br />

composto da mercenari e, poiché Cartagine non rispettò i patti monetari, si ribellarono molti dei<br />

componenti <strong>del</strong>le varie truppe dislocate nell’isola: iberici, sardi, siciliani, italici, libici e balearici<br />

chiamarono in aiuto Roma e determinarono la perdita <strong>del</strong>la Sardegna da parte di Cartagine.<br />

Il tempio di Antas era strategico ed era simbolo <strong>del</strong>la potenza di Cartagine sull’isola perché questa<br />

aveva bisogno di due cose fondamentali dalle colonie per affermare la supremazia e per tenere in<br />

armi l’esercito: i metalli e le risorse agricole (orzo e grano). Il fatto che Cartagine avesse costruito<br />

un tempio per il culto ufficiale proprio ad Antas dimostra che le risorse minerarie recitarono un<br />

ruolo importante. In sostanza i mercenari distrussero il tempio perché era il simbolo <strong>del</strong>la potenza<br />

cartaginese e vollero cancellarne il ricordo.<br />

Cagliari<br />

Gli scavi dal dopoguerra a oggi hanno modificato radicalmente la visione <strong>del</strong>la città di Cagliari.<br />

L’insediamento arcaico si posiziona nell’area <strong>del</strong>la città-mercato di Sant’Avendrace e S. Gilla e<br />

<strong>del</strong>la vicina centrale elettrica, nella piana compresa fra lo stagno e la zona di Tuvixeddu. Ai bordi di<br />

questo piccolo promontorio si situava il porto, oggi completamente coperto dai fanghi derivanti dal<br />

disinquinamento di S. Gilla. Il porto era lagunare, quello attuale è romano. Un primo insediamento<br />

mediterraneo era ubicato a Sa Illetta, nella collinetta attualmente occupata da Tiscali, ma non sono<br />

mai stati pubblicati scavi. È probabile che qui fosse presente un villaggio nuragico, come farebbe<br />

pensare qualche frammento ceramico <strong>del</strong> Ferro. Quindi anche per Cagliari, come abbiamo<br />

riscontrato in altri luoghi, il primo insediamento arcaico, fine VIII a.C. avviene, in un ambito<br />

nuragico.<br />

Non sappiamo ancora quando si passa alla vera e propria struttura urbana, ma l’ampiezza e la<br />

qualità <strong>del</strong>la necropoli di Tuvixeddu-Tuvumannu, fanno pensare che già alla fine <strong>del</strong> VI a.C.,<br />

l’insediamento abbia acquisito lo status urbano. Anche se è molto probabile che si debba risalire<br />

ancora nel tempo. Purtroppo la città moderna occulta molto.<br />

Il promontorio <strong>del</strong>la città mercato-centrale elettrica doveva ospitare il tempio di Melqart, attestato<br />

da un’iscrizione e da una statua di Bes, oggi al Museo; Bes è normalmente associato a Melqart.<br />

L’abitato è stato rinvenuto nelle vie contigue, Brenta, Po, Simeto ecc. I limiti erano dati dal tophet,<br />

265

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!