Sardegna…tracce del passato

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03.06.2013 Views

cattedrale, governata dai “padri bianchi” e Delacr era uno di questi. La Tunisia era colonia francese e l’archeologia era indirizzata soprattutto dal governo francese, per cui gli italiani non parteciparono agli scavi; solo intorno al 1970 qualche missione si è occupata di scavi negli strati romani. Purtroppo i metodi di scavo erano poco sofisticati e per portare alla luce i sarcofagi si sbancavano i fianchi delle colline, determinando la distruzione di molte tombe; abbiamo recuperato molti materiali ma si è persa completamente la possibilità di ricostruire i contesti perché sono stati smontati tutti gli ambienti che portavano all’imbocco della camera. Se la tomba si trovava a 5 metri di profondità si procedeva allo smontaggio di tutto ciò che si trovava sopra. Fig. 73 Cartagine, la Byrsa Oggi l’area è urbanizzata ed è difficile vedere tombe, tranne che nella zona della Byrsa. Altro studioso importante è Paul Gockler, francese, che scavò moltissimo ma morì prima di riuscire a pubblicare i ritrovamenti. Ci restano i suoi appunti di scavo del 1915 nei quali si notano disegni, corredi, maschere, gioielli, bottoni, amuleti e tanti altri dettagli che purtroppo non è possibile riconoscere con certezza proprio a causa della mancata pubblicazione di un testo che riordinasse gli appunti. In origine le tombe della Byrsa si trovavano sul piano di calpestio ma lo spianamento fatto dai romani le ha coperte con tonnellate di terra e oggi le troviamo in profondità. Gli scavi del 1900 erano eseguiti a trincea con la terra disposta nei fianchi. Uno dei tipi più antichi è la tomba a fossa, scavata nel terreno. Mentre in tutto l’Occidente in età arcaica e fino al VI a.C. il rituale di sepoltura è l’incinerazione, a Cartagine fin dalle prime attestazioni funerarie vediamo il prevalere dell’inumazione. Non sappiamo ancora il motivo di questa particolarità. Forse l’influenza dell’elemento indigeno, che praticava appunto l’inumazione, spiega questa caratteristica, ma i libici deponevano i defunti in posizione fetale e ricoperti con ocra rossa mentre le tombe cartaginesi mostrano scheletri generalmente in posizione supina con le braccia lungo i fianchi o sul petto. Tra le tombe più antiche troviamo anche qualche incinerazione secondaria accompagnata dal corredo, forse si tratta di individui ancora legati alla tradizione della 218

madre patria. Troviamo in queste tombe oggetti di gusto orientale e perfino degli avori. La copertura delle tombe è realizzata con lastre giustapposte, a schiena d’asino. Fig. 74 Stele con simboli: falce lunare, disco solare, Tanìt, idolo a bottiglia, trono Un altro tipo di sepoltura diffuso è quello della tomba a camera. Non sono come quelle di Ibiza, scavate nella roccia, ma simili alle spagnole, costruite al fondo di una grande fossa, soprattutto le più antiche. Dal V a.C. invece vengono direttamente scavate nella roccia anche a Cartagine. Le più profonde raggiungono i 30 metri. Sono simili a quelle di Cagliari e prevedono un pozzo verticale con imbocco di forma rettangolare. Sulle pareti lunghe, nei bordi, ci sono delle sporgenze laterali (riseghe) e specie di gradini (pedarole) che consentivano la discesa agli addetti all’inumazione. La bara era invece calata con delle funi. Alla base c’era la camera con la deposizione. Non sappiamo bene a cosa servissero le riseghe dei pozzi perché le tombe venivano riempite e le sporgenze non hanno una funzione pratica. Nei casi più semplici ad ogni pozzo corrisponde una camera, ma a volte abbiamo più camere sovrapposte, aperte nel lato breve del pozzo, che era rettangolare. All’interno possiamo trovare sarcofagi monolitici in marmo con copertura a lastre o a cassone con tetto spiovente di tipo greco. Sopra le tombe venivano messe delle lastre a schiena d’asino per reggere la forte spinta provocata dalla terra di riempimento. A volte il soffitto era realizzato in legno pregiato ma nulla si è conservato. Un altro tipo è la tomba a cassone, costituita da blocchi in pietra e lastre poste a coltello a formare il cassone. Anche queste sono al fondo di grandi fosse e ospitavano inumazioni. In alcune tombe tarde troviamo dei sarcofagi di tipo greco, con cassone parallelepipedo e coperchio a doppio spiovente conformato come un timpano, come il frontone del tempio greco. 219

cattedrale, governata dai “padri bianchi” e Delacr era uno di questi. La Tunisia era colonia francese<br />

e l’archeologia era indirizzata soprattutto dal governo francese, per cui gli italiani non<br />

parteciparono agli scavi; solo intorno al 1970 qualche missione si è occupata di scavi negli strati<br />

romani. Purtroppo i metodi di scavo erano poco sofisticati e per portare alla luce i sarcofagi si<br />

sbancavano i fianchi <strong>del</strong>le colline, determinando la distruzione di molte tombe; abbiamo recuperato<br />

molti materiali ma si è persa completamente la possibilità di ricostruire i contesti perché sono stati<br />

smontati tutti gli ambienti che portavano all’imbocco <strong>del</strong>la camera. Se la tomba si trovava a 5 metri<br />

di profondità si procedeva allo smontaggio di tutto ciò che si trovava sopra.<br />

Fig. 73 Cartagine, la Byrsa<br />

Oggi l’area è urbanizzata ed è difficile vedere tombe, tranne che nella zona <strong>del</strong>la Byrsa. Altro<br />

studioso importante è Paul Gockler, francese, che scavò moltissimo ma morì prima di riuscire a<br />

pubblicare i ritrovamenti. Ci restano i suoi appunti di scavo <strong>del</strong> 1915 nei quali si notano disegni,<br />

corredi, maschere, gioielli, bottoni, amuleti e tanti altri dettagli che purtroppo non è possibile<br />

riconoscere con certezza proprio a causa <strong>del</strong>la mancata pubblicazione di un testo che riordinasse<br />

gli appunti. In origine le tombe <strong>del</strong>la Byrsa si trovavano sul piano di calpestio ma lo spianamento<br />

fatto dai romani le ha coperte con tonnellate di terra e oggi le troviamo in profondità. Gli scavi <strong>del</strong><br />

1900 erano eseguiti a trincea con la terra disposta nei fianchi.<br />

Uno dei tipi più antichi è la tomba a fossa, scavata nel terreno. Mentre in tutto l’Occidente in età<br />

arcaica e fino al VI a.C. il rituale di sepoltura è l’incinerazione, a Cartagine fin dalle prime<br />

attestazioni funerarie vediamo il prevalere <strong>del</strong>l’inumazione. Non sappiamo ancora il motivo di<br />

questa particolarità. Forse l’influenza <strong>del</strong>l’elemento indigeno, che praticava appunto l’inumazione,<br />

spiega questa caratteristica, ma i libici deponevano i defunti in posizione fetale e ricoperti con ocra<br />

rossa mentre le tombe cartaginesi mostrano scheletri generalmente in posizione supina con le<br />

braccia lungo i fianchi o sul petto. Tra le tombe più antiche troviamo anche qualche incinerazione<br />

secondaria accompagnata dal corredo, forse si tratta di individui ancora legati alla tradizione <strong>del</strong>la<br />

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