Sardegna…tracce del passato
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Villasimius<br />
Fig. 88 Neapolis<br />
Uno dei primi luoghi sardi interessati dalla presenza levantina è Cuccureddu di Villasimius, ubicato<br />
presso il Capo Carbonara. Gli scavi hanno portato alla luce una struttura che si trova sulla sommità<br />
di una <strong>del</strong>le tre colline che si affacciano sulla costa di Villasimius. Alla base <strong>del</strong>le colline ci sono<br />
tracce di insediamento tardo punico <strong>del</strong> IV-III a.C. Alle pendici <strong>del</strong> colle ci sono alcuni muri, forse<br />
difensivi (mai scavati) e due scalinate che conducono alla sommità. Nella struttura principale<br />
<strong>del</strong>l’edificio sono stati svuotati 5 ambienti arcaici che si sono conservati perché erano stati ricoperti<br />
di terra in età romano-repubblicana per costruire un tempio in mattoni crudi, poi crollato sigillando<br />
tutto. Sono 4 piccoli ambienti contigui e uno sfalsato, <strong>del</strong>imitati da muri rettilinei, intonacati con<br />
argilla, con alla base uno zoccolo in pietrame squadrato e cementato con malta di fango. L’alzato<br />
in mattoni crudi si è sciolto con le intemperie e ha riempito gli ambienti. I pavimenti sono in terra<br />
battuta e le coperture sono in travi lignee ricoperte da canne e rivestite in argilla cruda pressata<br />
che si è cotta durante un incendio. Tutti i materiali sono esposti al museo di Villasimius. La<br />
frequentazione è dal 650 a.C. al 540 a.C. anno <strong>del</strong>la distruzione <strong>del</strong>la struttura, non più reinsediata<br />
fino al II a.C.<br />
Il sito è stato interpretato come tempio dedicato ad Astarte perché nei vani ci sono molti unguentari<br />
e portaprofumi, <strong>del</strong> tipo di quelli utilizzati nei templi dove si svolgeva la prostituzione sacra,<br />
un’attività che riconduce a questa Dea cipriota. Nel mito di fondazione di Cartagine abbiamo scritto<br />
<strong>del</strong>la leggendaria Elissa che a Cipro imbarcò le sacerdotesse per portarle a Cartagine. C’è anche<br />
un procione configurato a “fallo”, esposto al museo di Villasimius. Vicino all’edificio ci sarebbero<br />
state le abitazioni dei sacerdoti ma non vi sono tracce visibili. Altra testimonianza sulla sacralità <strong>del</strong><br />
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