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Sardegna…tracce del passato

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e quindi troviamo l’abitato arcaico sulla costa e la città ellenistica sul promontorio di Monte<br />

Catalfano. La necropoli si trova a metà strada fra i due centri.<br />

Per evitare incomprensioni dobbiamo dettagliare la differenza fra due parole: ellenico è un termine<br />

culturale che corrisponde a “greco” ed ellenistico è un termine cronologico che indica quella fase<br />

che segue la morte di Alessandro Magno, dal 330 a.C.<br />

La Solunto ellenistica, cioè quella nuova sul promontorio, è una città che a prima vista<br />

sembrerebbe di impianto greco, con un tessuto urbano costituito da strade parallele e<br />

perpendicolari che formano un reticolo che <strong>del</strong>imita degli isolati regolari. Lo schema prevede una<br />

diversa destinazione per le varie aree, con edifici pubblici (Agorà, teatro, odeon e ginnasio) in<br />

periferia, plateie (strade larghe principali) con edifici commerciali, abitazioni ai lati <strong>del</strong>la plateia e<br />

stenopòi (strade strette non percorribili da carri) che intersecano le plateie con gradini che<br />

recuperano il dislivello <strong>del</strong> promontorio. Le case sono di tipo greco e si articolano attorno ad una<br />

corte centrale su cui si aprono i diversi ambienti. L’area in forte pendenza consente il passaggio<br />

dal tetto di una casa al pavimento di quella posta più in alto. Lo schema costruttivo è mantenuto<br />

anche in età romana quando viene impiantato un peristilio (colonnato) in parte coperto. Anche a<br />

Solunto, quindi, i punici subirono una fortissima influenza dal mondo culturale greco, tanto che nel<br />

momento in cui si sono trovati a costruire da zero una nuova città hanno deciso di adottare uno<br />

schema greco. Ci sono tre edifici di culto. Il più noto si affaccia sulla plateia principale ed è<br />

denominato “area sacra con altare a tre betili”. Davanti è composto da tre vani non comunicanti fra<br />

loro, e l’altare in pietra è intonacato. É caratterizzato da tre elementi betilici e conserva su un lato<br />

una vasca e <strong>del</strong>le canalette. Si è ipotizzato che in quest’area si effettuassero dei sacrifici animali,<br />

sono infatti stati trovati resti bovini e ovini bruciati.<br />

Un'altra struttura importante è quella denominata “edificio di culto a due navate”, che presenta due<br />

ambienti affiancati non comunicanti che presentano sul lato di fondo un bancone-altare circondato<br />

da gradini. Nell’Ottocento venne rinvenuta una statua di Zeus e si è pensato che provenisse da<br />

una <strong>del</strong>le due stanze di questo tempio mentre nell’altra ci sarebbe stata la paredra femminile, ma<br />

non abbiamo modo di documentarlo. Si è pensato all’ascendenza punica proprio per la presenza di<br />

un culto a due divinità affiancate: Baal-Ammon e Tanìt. Anche l’archeologo Tusa ha ipotizzato che<br />

la statua di Zeus, individuata nel 1800 e conservata a Palermo, provenga da questo sito.<br />

L’ultimo tempio è il cosiddetto “edificio a forma di labirinto”. Benché all’interno non siano stati<br />

individuati dei materiali di chiara matrice cultuale, Tusa ha ipotizzato che sia un tempio per la<br />

pianta molto articolata, con nicchie e altri elementi.<br />

In località Sola di San Cristoforo, in prossimità <strong>del</strong> promontorio, c’è un’area artigianale che ha<br />

restituito dei forni: uno piccolo ad omega, le cui strutture si datano nell’ambito <strong>del</strong> V a.C. ma<br />

impiantata in una zona frequentata già dal VI a.C. perché negli strati sotto il forno sono stati scavati<br />

materiali etruschi e greci datati appunto al VI a.C. Questo forno è costituito da un vano bilobato<br />

diviso da un muretto centrale e a lato c’è il vano di attizzaggio, funzionale al funzionamento <strong>del</strong>la<br />

camera di combustione.<br />

A Sòlanto, vicino alla costa, è stata individuata un’altra fornace arcaica e a pochi metri vi era una<br />

tomba a forno, <strong>del</strong>l’inizio <strong>del</strong> secondo Millennio a.C., svuotata in età ellenistica e riempita con<br />

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