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Sardegna…tracce del passato

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A Lilibeo abbiamo anche attestazioni di cippi funerari. Un cippo antropoide rinvenuto all’interno di<br />

una tomba a fossa <strong>del</strong> IV a.C. presenta un corpo rozzo e il volto in cui sono tratteggiati i segni<br />

anatomici. Abbiamo anche 15 stele ad edicola di provenienza sconosciuta che mostrano la<br />

persistenza di simboli punici pur essendo di età più tarda. Sono cippi di tipo greco riferiti ad età<br />

repubblicana e imperiale. Al centro <strong>del</strong>la nicchia vi è la rappresentazione <strong>del</strong> defunto sdraiato<br />

circondato da una serie di oggetti e personaggi legati alla sua vita. Tutto intorno ci sono elementi<br />

decorativi simbolici: vegetali, Tanìt, caducei, altari brucia profumo, iscrizioni, melegrane, tutto<br />

intonacato e dipinto.<br />

Possiamo ipotizzare un tophet per il ritrovamento di stele nella zona “Timpòne di S.Antonio”. Sono<br />

simili a quelle cartaginesi di Tanìt 3, con sommità triangolare e acroteri. Le incisioni riportano una<br />

falce lunare, un altare con tre bètili, un sacerdote davanti ad un incensiere (caratteristico orientale<br />

a corolle rovesciate), un simbolo di Tanìt con le braccia alzate e la solita dedica a Baal-Ammon<br />

“perché ha ascoltato la sua voce e lo benedica”. Il tipo di stele più numeroso è quello a edicola di<br />

tipo classico con all’interno personaggi femminili abbigliati alla maniera greca, con le mani rivolte in<br />

alto a compiere dei riti davanti all’incensiere. Sono datate IV-III a.C. Altre 6 stele si riferiscono ad<br />

un tophet, ma a Lilibeo non è ancora stato trovato e pensiamo possa essere anche a Mozia. Una<br />

di esse è piatta, lavorata ad incisione, con sommità a timpano e acroteri laterali, con una cornice<br />

suddivisa su due piani: al piano inferiore c’è l’iscrizione e a quello superiore c’è la<br />

rappresentazione figurata. L’iscrizione recita: “Al Signore Baal Ammon dedica di…figlio di…figlio<br />

di…perché ha ascoltato la sua voce”. Nella parte superiore abbiamo i soliti personaggi con la<br />

mano alzata in segno di saluto. Nelle stele con schema greco abbiamo l’edicola, non più<br />

egittizzante, con personaggi vestiti alla greca e con in mano oggetti per il rituale davanti a<br />

caduceo, brucia profumo e Tanìt.<br />

Nel mare è stato rinvenuto il relitto di una nave lunga 34 m, larga 5 m, con una stazza di 120<br />

tonnellate, impiegata nella II guerra punica all’inizio <strong>del</strong> III a.C., con una sola fila di rematori. É una<br />

nave punica (visibile al Baglio Anselmi a Mozia) in quanto sono impresse nel legname <strong>del</strong>le lettere<br />

puniche che servivano per l’assemblaggio dei vari pezzi che venivano realizzati separatamente.<br />

Non conteneva armamenti ma solo resti di alimenti conservati per l’equipaggio (uccelli, bovini,<br />

ovini, cavalli, daini, suini e caprini), resti vegetali (mandorle, olive e noci), contenitori di vino e resti<br />

di hashish, una sostanza molto diffusa anche a quei tempi.<br />

Palermo<br />

Come ci dice Tucidide è una <strong>del</strong>le prima fondazioni mediterranee in Sicilia, insieme a Mozia e<br />

Solunto. La città antica si trova sotto quella attuale e abbiamo il solito problema degli scarsi indizi<br />

<strong>del</strong>la storia passata. Dal VII a.C. fino ad oggi vi è la sovrapposizione continua degli strati. La città<br />

punica è nota solo dalle fortificazioni e dalle sepolture. L’area di quella antica corrisponde<br />

all’attuale nucleo medievale (mura bizantine, arabe e normanne) denominato “Cassaro”. La cinta<br />

muraria di questo quartiere ha 9 porte di età medievale e si trova ad una certa distanza dal mare,<br />

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