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Sardegna…tracce del passato

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un bancone) che viene separato dal tophet, e vengono edificate le fortificazioni. Gli scavi hanno<br />

portato alla luce un capitello dorico e si è ipotizzato che il saccello potesse essere stato realizzato<br />

con una architettura mista: struttura greca con capitelli dorici e copertura piana a lastre. Nel 397<br />

a.C. il saccello venne smontato e parte <strong>del</strong>la struttura fu utilizzata come favissa. Gli strati<br />

successivi sono sfalsati rispetto ai primi e abbiamo il quarto strato (fine VI a.C.) che si trova allo<br />

stesso livello <strong>del</strong> settimo (nonostante sia affiancato) a causa <strong>del</strong> declivio <strong>del</strong>l’area verso il mare. Gli<br />

strati seguenti (inizio V a.C.) vedono il riutilizzo <strong>del</strong>le stele per aumentare l’altezza <strong>del</strong> muro di<br />

contenimento ma le urne rimangono in posizione originaria. Dallo strato secondo (fine V a.C.)<br />

abbiamo la scomparsa <strong>del</strong>le stele. Lo strato primo vede migliaia di urne e il tophet continua dopo la<br />

distruzione <strong>del</strong>la città avvenuta all’inizio <strong>del</strong> IV a.C.<br />

Lilibeo<br />

I moziesi nel 397 a.C. si trasferirono di fronte, sul Capo Boero e impiantarono una città,<br />

denominata Lilibeo, oggi Marsala. C’è una poderosa cinta muraria che circonda la città: resistette<br />

all’attacco di Pirro nel 276 a.C. e all’attacco romano successivo. É una città fortificata che non<br />

venne mai conquistata. Furono i cartaginesi nel 241 a.C. a cederla ai romani quando la guerra fu<br />

persa. Oggi rimangono le fortificazioni, la necropoli e qualche traccia <strong>del</strong> porto.<br />

Il porto era strutturato in due settori: uno esterno con moli lignei e uno interno, più protetto e dotato<br />

di fondale molto basso che solo gli esperti marinai <strong>del</strong> luogo potevano raggiungere, infatti sul fondo<br />

<strong>del</strong>lo stagno era stato scavato un canale che consentiva solo a chi lo conosceva di giungere al<br />

porto interno senza arenarsi.<br />

Le fortificazioni erano trapezoidali e correvano in modo rettilineo su tre lati, mentre sul lato a mare<br />

seguivano l’andamento <strong>del</strong>la costa. Sono ben visibili: nell’area di porta Trapani ci sono mura<br />

possenti a doppio paramento parallelo, spesse 6 metri, costituite da blocchi squadrati messi in<br />

opera a secco resistenti sia agli arieti che ai minatori, i guerrieri che realizzavano gallerie sotto le<br />

mura per farle crollare dalle fondamenta. Erano mura resistenti e si economizzò sulla manodopera<br />

perché solo i paramenti esterni erano lavorati: ciò che non era a vista veniva riempito con pietrame<br />

e materiale di risulta. A distanza regolare vi erano torri quadrangolari aggettanti, vicine alle porte e<br />

alle postierle. Un fossato d’acqua largo 28 metri e posto a 30 metri di distanza dalle mura<br />

costituiva un’ulteriore barriera per gli eventuali invasori. Evitava che i minatori e gli arieti potessero<br />

giungere sotto le fortificazioni.<br />

In tempo di pace c’erano ponti mobili, posti su sostegni, e in caso di guerra varie gallerie<br />

consentivano ai soldati a cavallo di effettuare attacchi a sorpresa. Anche a Lilibeo c’è la presenza<br />

di un merlo a coronatura <strong>del</strong>la cinta. Non abbiamo tracce di abitato <strong>del</strong>la Lilibeo punica, sono state<br />

ritrovate solo quelle di età romana e offrono pochissimi dati perché la città antica si trova sotto la<br />

Marsala moderna. Sono documentati ambienti che mostrano l’utilizzo di tecniche che<br />

caratterizzano l’architettura punica: pavimenti in cocciopisto e muri a telaio, quelli tipici <strong>del</strong>le unità<br />

abitative. Anche i romani accolsero la tecnica <strong>del</strong> muro a telaio, con pilastri costruiti con blocchi di<br />

pietra posti a distanza regolare che sostenevano l’architettura. Fra i pilastri si inserivano paramenti<br />

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