Sardegna…tracce del passato

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03.06.2013 Views

appresentazione della necropoli con la collina di Gieben-Mleja così come si presentava sopra la necropoli: un’area curata, con una serie di strutture simili a cappelle di famiglia, legate ai sepolti. A volte sul prospetto dell’ingresso troviamo delle iscrizioni sul defunto, come a Tharros. La Sicilia Fig. 79 Gieben-Mleja, la tomba 5 dipinta L’isola è importante per tutta l’area centro mediterranea, sia dal punto di vista politico che da quello culturale. A differenza della Sardegna c’è la presenza dell’elemento greco. Vi è anche una componente indigena dell’interno, a sua volta distinta in tre gruppi etnici che continuano a svilupparsi dopo l’arrivo dei coloni greci e fenici, avvenuto nell’VIII a.C.: gli Elimi ad ovest, i Sicani al centro e i Siculi ad est. Secondo Tucidide i primi a giungere furono i fenici di Tiro che con l’arrivo dei greci si ritirarono nella costa occidentale alleandosi con gli elimi e dando vita alle tre città principali: Mozia-Lilibeo, Palermo e Solunto. L’incontro fra le genti fu importante sia per la crescita delle rispettive culture, sia per l’aspetto militare. Ogni popolo possiede proprie convinzioni religiose e divinità e l’influenza fu forte. Le città si svilupparono in maniera diversa rispetto alla situazione africana e sarda. Abbiamo poche città, tutte sulle coste, ed un entroterra controllato dagli Elimi che comunque mantennero buoni rapporti con i fenici fino al 241 a.C., quando la Sicilia passò sotto il controllo romano. Oltre le città principali, altri centri di cultura mediterranea sono Selinunte, colonia greca che ha subito 150 anni di controllo cartaginese, Erice, centro indigeno, Monte Adranone e Pizzo Cannìta dove sono stati ritrovati due sarcofagi antropoidi, influenzati dal mondo greco. Dal V a.C. le città ebbero un rapporto conflittuale con le città rivali greche, soprattutto Siracusa. 230

Mozia Fig. 80 Mozia, muro di cinta É la città che ha restituito le tracce più antiche. Si trova sull’isolotto di San Pantaleo, localizzato nello stagno di Marsala, ed è separata dalla costa da uno specchio d’acqua molto basso, circa 1.5 m, che consentiva una buona difesa da eventuali attacchi navali esterni, offrendo allo stesso tempo ai residenti la possibilità di rifornirsi velocemente di ciò che serviva per la vita quotidiana. Quindi un’isola protetta dai bassi fondali e vicinissima alla costa. Fu scavata agli inizi del Novecento ma è ancora indagata e ospita i vigneti dai quali si produce il Marsala, il famoso vino liquoroso siciliano. Il sistema fortificato circondava l’intera isola ed era stato impiantato intorno al 550 a.C. e visto che i rapporti fra levantini e indigeni sono sempre pacifici, non troviamo strutture fortificate antecedenti questo periodo. Chi riusciva a raggiungere l’isola, con difficoltà visti i bassi fondali, era controllato ed eventualmente attaccato dall’interno delle fortificazioni. Ci sono quattro porte nei quattro punti cardinali, ma quella a est non è stata ancora individuata. Il centro venne distrutto nel 397 a.C. da Dionigi di Siracusa e gli abitanti si spostarono nella costa fondando la città di Lilibeo. Le fortificazioni vivono 4 fasi costruttive e sono state scavate soprattutto a nord dell’isola. 231

appresentazione <strong>del</strong>la necropoli con la collina di Gieben-Mleja così come si presentava sopra la<br />

necropoli: un’area curata, con una serie di strutture simili a cappelle di famiglia, legate ai sepolti. A<br />

volte sul prospetto <strong>del</strong>l’ingresso troviamo <strong>del</strong>le iscrizioni sul defunto, come a Tharros.<br />

La Sicilia<br />

Fig. 79 Gieben-Mleja, la tomba 5 dipinta<br />

L’isola è importante per tutta l’area centro mediterranea, sia dal punto di vista politico che da quello<br />

culturale. A differenza <strong>del</strong>la Sardegna c’è la presenza <strong>del</strong>l’elemento greco. Vi è anche una<br />

componente indigena <strong>del</strong>l’interno, a sua volta distinta in tre gruppi etnici che continuano a<br />

svilupparsi dopo l’arrivo dei coloni greci e fenici, avvenuto nell’VIII a.C.: gli Elimi ad ovest, i Sicani<br />

al centro e i Siculi ad est.<br />

Secondo Tucidide i primi a giungere furono i fenici di Tiro che con l’arrivo dei greci si ritirarono nella<br />

costa occidentale alleandosi con gli elimi e dando vita alle tre città principali: Mozia-Lilibeo,<br />

Palermo e Solunto. L’incontro fra le genti fu importante sia per la crescita <strong>del</strong>le rispettive culture,<br />

sia per l’aspetto militare. Ogni popolo possiede proprie convinzioni religiose e divinità e l’influenza<br />

fu forte. Le città si svilupparono in maniera diversa rispetto alla situazione africana e sarda.<br />

Abbiamo poche città, tutte sulle coste, ed un entroterra controllato dagli Elimi che comunque<br />

mantennero buoni rapporti con i fenici fino al 241 a.C., quando la Sicilia passò sotto il controllo<br />

romano.<br />

Oltre le città principali, altri centri di cultura mediterranea sono Selinunte, colonia greca che ha<br />

subito 150 anni di controllo cartaginese, Erice, centro indigeno, Monte Adranone e Pizzo Cannìta<br />

dove sono stati ritrovati due sarcofagi antropoidi, influenzati dal mondo greco. Dal V a.C. le città<br />

ebbero un rapporto conflittuale con le città rivali greche, soprattutto Siracusa.<br />

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