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Sardegna…tracce del passato

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ambienti. Sul fondo ci sono due basamenti con edicole e in alcuni ambienti si notano residui di<br />

produzione coroplastica: manufatti di argilla, un forno, una vasca di decantazione e un tornio.<br />

Fig. 78 Kerkouane<br />

La produzione degli ex-voto era, quindi, interna al santuario e acquistabile in loco, pertanto i fe<strong>del</strong>i<br />

non dovevano portarla con loro. Le due necropoli importanti di Kerkouane sono: Giebel-Mleja e<br />

Areg el-Gazuan. Le due varianti funerarie sono a dromos e a pozzo. Il dromos consente una<br />

discesa graduale verso la tomba e naturalmente la presenza di un tipo esclude l’altro. Tuvixeddu,<br />

Cartagine, Lilibeo, Monte Luna e Villamar hanno moduli a pozzo con riseghe e pedarole. Quelli a<br />

dromos sono a Solunto, Monte Sirai, Sant’Antioco e Tharros. Non sappiamo perché gli abitanti dei<br />

siti preferissero uno o l’altro tipo, inoltre le tombe a dromos, stranamente, non sono documentate<br />

a Cartagine. Nel dromos si può verificare che i gradini occupino tutto il lato <strong>del</strong> dromos nella parte<br />

breve, oppure entrambi, ma non quello lungo. All’interno <strong>del</strong>la camera, a volte, ci sono dei banconi<br />

con strutture idonee a ospitare sarcofagi oppure fosse scavate nel pavimento con inumati in<br />

posizione supina o fetale con intorno il corredo funerario. Le interferenze religiose fra indigeni e<br />

cartaginesi, quindi, non impedivano il normale svolgersi <strong>del</strong>la vita. L’archeologia documenta anche<br />

un sarcofago ligneo con una rappresentazione femminile sul coperchio, come a Santa Monica: la<br />

dama di Kerkouàn. La documentazione di Giebel-Mleja è ricca di pitture funerarie, realizzate in<br />

ocra rossa nelle pareti <strong>del</strong>la fossa, stranamente non documentata a Cartagine. A Cagliari abbiamo<br />

tombe a fossa come a Cartagine e pitture funerarie come a Giebel-Mleja. In Tunisia abbiamo <strong>del</strong>le<br />

specie di domus de janas chiamate Hanùt (o hanuanèt), contemporanee alle tombe puniche. Sono<br />

ipogeiche ma si possono aprire sul piano roccioso o nella parete. Le hanuanèt presentano pitture<br />

ricchissime con figure di caccia e animali, riportati ad una influenza punica, ma non sappiamo se i<br />

libici dipingono quando i punici avevano già eseguito le loro opere subendone il fascino o avvenne<br />

il contrario. Il fregio a losanga <strong>del</strong>la tomba 5 di Giebel-Mleja è libico, lo troviamo infatti anche nella<br />

ceramica berbera. Nella parete di fondo è rappresentata la città dei morti e in una nicchia c’è Tanìt.<br />

Sui due lati c’è un mausoleo con un altare e un gallo, forse rappresentazione allegorica <strong>del</strong><br />

defunto, che è in viaggio verso la città dei morti. Ē un’ipotesi di Fantar ma qualcuno pensa ad una<br />

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