Da lunedì a Bari il supermagistrato che indagherà sugli ... - Il Resto

“Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, S1/MT ”
Anno II | Numero 44 | 09 ottobre 2010 www.ilrestoweb.it
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ISSN 2038-0208
0 0
9 772038 020008
1,00 euro
L'INFORMAZIONE SUL TERRITORIO
Matera Il Pdl alla ricerca dell'unità perduta Altamura Al Comune tanto rumore per nulla
Gravina Case Bianche: sì alla riperimetrazione Santeramo Caso Matera: un giallo le dimissioni
>La nostra inchiesta
SCUOLA tra emergenze
didattiche, strutturali
e tanta buona volontà
Arriva
l'Antimafia
Da lunedì a Bari il supermagistrato che
indagherà sugli ultimi fatti altamurani
In Basilicata si riapre Toghe Lucane e vengono fuori
altre gravi omissioni nell’indagine sul caso Claps
OGNI SABATO IN EDICOLA
>Discarica
Gravina
Ecco i
documenti
esclusivi
con il sì della
giunta Barbi

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“Poste Italiane s.p.a. – Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, S1/MT ”
Anno II | Numero 44 | 09 ottobre 2010 www.ilrestoweb.it
ISSN 2038-0208
0 0 0 4 4
9 772038 020008
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L'INFORMAZIONE SUL TERRITORIO
Matera Il Pdl alla ricerca dell'unità perduta Altamura Al Comune tanto rumore per nulla
Gravina Case Bianche: sì alla riperimetrazione Santeramo Caso Matera: un giallo le dimissioni
>La nostra inchi ta
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OGNI SABATO IN EDICOLA
>Discarica
Gravina
Ecco i
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con il sì della
giunta Barbi
Arriva
l'Antimafi a
Da lunedì a Bari il supermagistrato che
indagherà sugli ultimi fatti altamurani
In Basilicata si riapre Toghe Lucane e vengono fuori
altre gravi omissioni nell’indagine sul caso Claps
DIRETTORE
RESPONSABILE
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EDITORIALE
Nino GRILLI
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IN QUESTO NUMERO
HANNO COLLABORATO
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Gianni SCALERA
Isabella MASELLI
Giuseppe BALENA
Franco DIMAGGIO
Roberto TRAETTA
Vito LAPOLLA
Roberta CALÒ
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Antonella TESTINI
Carmine GRILLO
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Paolo TESTA
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Il Resto settimanale
testata registrata
al tribunale di Matera
al n.5 del 2009
Numero chiuso in redazione
il 6 ottobre 2010 alle ore 23.21
Guardiamo da lontano
l’effetto che fa
C
’è un filo sottile che in
questo momento lega i
centri del nostro territorio.
Un filo dipanatosi da una
matassa intricata che contiene
al suo interno tante verità
o tante bugie. Siamo in un
territorio dove mafia, politica e
imprenditoria vanno a braccetto
oppure siamo vittime di un
enorme equivoco? A questo
punto, o bianco o nero. Non ci
possono essere mezze verità.
Negli ultimi anni vicende tristi
di cronaca hanno interessato
la Basilicata trasformandosi
in veri e propri gialli. Si sono
raccolte prove per dimostrare
l’intreccio tra certi ambienti
criminali, certa politica e
perfino certa magistratura.
Poi si sono spezzettate quelle
prove in mille frammenti e il
castello è cascato giù. Eppure
la vicenda non è ancora chiusa
e scopriremo solo col tempo
se quel castello era fatto di
sommario
09 ottobre 2010 | n.44
13
18
24
carta o di cemento armato.
Negli ultimi anni altre vicende
sono accadute anche ad
Altamura e Gravina. Si parla
di tangenti, di commistioni
tra alcuni ambienti politici
e criminali, di pressioni per
ottenere questo o quell’altro
posto. Il tutto è stato riassunto
da i magistrati nella parola
“mafia”…un parola che
nessuno vuole pronunciare
ma che dobbiamo iniziare a
prendere in considerazione se
la Procura di Bari ha deciso di
chiedere aiuto alla direzione
nazionale. Il supermagistrato
arriva lunedì proprio dopo
i fatti di Altamura.
I gravi indizi di reato che
hanno interessato la Basilicata
sono sbarcati anche dall’altra
parte del confine regionale.
Oppure ci sono sempre stati
se è vero come è vero che si
indaga da anni sull’attività
amministrativa altamurana,
8 attualità
Il caso Basilicata tra misteri
e presunti flop
10 La Procura: «Ad Altamura
intreccio tra mafia, affari e
politica»
12 Il caso Altamura: non c’è
mafia senza politica
13 «La nostra criminalità è
l’omertà»
15 in primo piano
Istruzione un sistema al
collasso
16 Una scuola all’insegna di
formazione e innovazione
18 «La scuola va rispettata non
strumentalizzata da partiti
e sindacati»
20 A Gravina un cantiere
sempre aperto
22 politica
Tanto rumore per nulla
24 Enzo Colonna: «Il
comportamento
di Stacca è sconcertante»
26 Il Pdl materano alla
editoriale
[di Saverio Ricci]
come si è a conoscenza da anni
di fatti che hanno interessato
quella gravinese. Ora c’è
un pool che cercherà di fare
chiarezza e l’impressione
è che in molti non stiano
dormendo sonni tranquilli.
Eppure l’attuale maggioranza
altamurana è stata capace
di fare una piroetta su se
stessa per poi rimettere ogni
burattino al proprio posto e
guardare da lontano l’effetto
che fa. Se il distretto del salotto
è in crisi, le poltrone vanno
sempre di moda. E una specie
di super-attak riesce a tenere
incollati anche i fondoschiena
più restii (se ce ne fossero).
Ci vogliono far credere che
è stato tutto un equivoco.
Lo speriamo anche noi, in
fondo. Ma siamo quasi certi
di essere smentiti dai fatti che
accadranno a breve, se l’intuito
giornalistico e qualche voce di
corridoio non ci ingannano. «
ricerca dell’unità perduta
E di un’identità mai avuta…
28 «Matera capitale
europea della cultura?
Percorso difficile ma non
impossibile»
34 Case Bianche: sì alla
riperimetrazione
36 Discarica di Gravina: ecco i
documenti
38 Il giallo delle dimissioni
40 sociale
42 Strade urbane o piste da rally?
44 La Asl assicura attenzione
per l’ospedale di Gravina
49 Una nuova Ant ad Altamura
51 cronaca
Processo Zizzari al via
53 cultura e spettacoli
Le lotte agrarie di mezzo
secolo fa
57 sport
Matera, ora si cerca la prima
vittoria esterna
58 Domar Volley Altamura: al via
la stagione
| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
5

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Attualità
La nuova udienza su Toghe Lucane è slittata al prossimo 5 novembre. Restano
senza soluzione le vicende Claps e fidanzatini di Policoro
Il caso Basilicata tra misteri
e presunti flop
[di Nino Grilli]
8 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
► I guai giudiziari della Basilicata
continuano. In un clima
sempre più teso, sollecitato persino
a livello nazionale dal premier
Berlusconi che ora vuole
mettere sotto inchiesta i magistrati,
le vicende prettamente
lucane non riescono a trovare
una chiara soluzione. Da definire
se l’inerzia possa essere
attribuita agli accusatori o agli
accusati o se non a magistrati
solerti o a magistrati indolenti
e, a volte, persino presunti corrotti.
Rimane in sospeso la vicenda
Elisa Claps per cui non è
stato sufficiente ritrovare i poveri
resti ed una serie innumerevole
di reperti per giungere
a una decisione. Anzi dagli inquirenti
viene ora proposto un
nuovo accertamento, perché i
rilievi finora effettuati sarebbero
ancora incompleti ed insufficienti.
E si rimane sul cosiddetto
incidente probatorio e
con i periti di parte che continuano
a scontrarsi tra loro. La
soluzione del caso, che a parere
della famiglia Claps potrebbe
emergere vincendo lo
sbarramento di omertà che
esisterebbe nella città di Potenza,
appare ancora lontana.
Rimane sospesa anche la vicenda
dei fidanzatini di Policoro.
Da una parte il Gip che
chiede al Pm di decidere in merito
alla riesumazione dei cadaveri
per giungere ad una più
congrua decisione, dall'altra
quella di esaminare elementi
probatori che finora, a onor del
vero, rimandano a seri dubbi
circa le circostanze in cui il tragico
episodio si è verificato. Ed
anche da questa parte la soluzione
del caso appare ancora
allontanarsi. Due episodi tra-
gici con vittime reali che continuano
a gridare verità e giustizia.
Non ha provocato la morte
di nessuno, se non probabilmente
della legalità, invece,
la vicenda giudiziaria legata
all'inchiesta "Toghe lucane".
Solo lunedì scorso (4 ottobre,
ndr) si è tenuta presso il Tribunale
di Catanzaro l'udienza
per esaminare il ricorso presentato
dalle cosiddette "parti
offese" avverso la richiesta di
archiviazione dell’inchiesta a
suo tempo avviata dall’allora
sostituto procuratore della
Repubblica di Catanzaro Luigi
de Magistris in merito ad
un presunto comitato d’affari
operante in Basilicata e di
cui avrebbero fatto parte, secondo
l’ipotesi investigativa,
magistrati, politici, imprenditori
e funzionari pubblici. Tra
le parti offese citate nel procedimento,
Giuseppe Galante,
già procuratore della Repubblica
di Potenza, Alberto Iannuzzi,
già Gip al Tribunale di
Potenza, Michele Zito e Nicola
Piccenna. L’inchiesta riguardava
33 indagati che nell’avviso
di conclusione indagini
contestava loro, a vario titolo,
reati tra i quali l’associazione
per delinquere, truffe, corruzione
in atti giudiziari, corruzione,
rivelazione segreti
di ufficio, abuso d’ufficio, minacce
a pubblico ufficiale, ed
altro. Il Pm Vincenzo Capomolla,
erede del fascicolo, nel
luglio 2009 presentò, in effetti,
una richiesta di archiviazione.
Successivamente,
però, è stata presentata l’opposizione
all’archiviazione nei
confronti di 30 degli originari
33 indagati. Tra i nomi compa-
Elisa Claps
iono quelli di diversi magistrati
e politici, tra cui Vincenzo Tufano,
ex-procuratore generale
presso la Corte d’Appello di Potenza;
Gaetano Bonomi, sostituto
procuratore generale
presso la stessa Corte; Felicia
Genovese, già sostituto procuratore
presso la Dda di Potenza,
ora giudice al Tribunale
di Roma a seguito di una decisione
del Csm emessa per
via dell’inchiesta; Giuseppe
Chieco, ex-procuratore della
Repubblica di Matera; Iside
Granese, già presidente del
Tribunale di Matera; Emilio
Nicola Buccico, avvocato, già
componente del Csm; Filippo
Bubbico, senatore, già sottosegretario
allo Sviluppo Economico
con il Governo Prodi
ed ex-presidente della Regione
Basilicata; Vito De Filippo, attuale
presidente della giunta
regionale della Basilicata. Nei
giorni scorsi sulla validità o
meno dell'indagine uno de-

gli indagati (l’ex-procuratore
Vincenzo Tufano, ndr) ha dichiarato
apertamente, in una
pubblica occasione, che l'inchiesta
altro non sarebbe che
un singolare flop. In verità, la
vicenda giudiziaria è da ritenere
tutt'altro che conclusa.
Per l’esattezza nell’aula del
giudice per le indagini preliminari
di Catanzaro, Maria Rosaria
Di Girolamo, l’udienza
relativa all’opposizione presentata
contro la richiesta di
archiviazione è slittata ancora
una volta. Se ne riparlerà il
prossimo 5 novembre, causa
Un’altra
incongruenza
del caso Claps
Quel Dna
mai
esaminato…
[di G.G.]
difetti di notifiche nella fissazione
dell’udienza ad alcuni
indagati e difensori. Normale
prassi, si direbbe anche se tra
gli enunciati “difetti” causa del
rinvio appaiono situazioni singolari,
come quella di una notifica
“mancata” ad uno degli
indagati perché pur avendo
l’ufficiale giudiziario incaricato
della notifica rintracciato
via ed indirizzo esatto non
avrebbe trovato sul citofono
del portone il nome del destinatario.
Saranno piccoli escamotage
per cercare di evitare
di affrontare concretamente
Il caso Claps resta ancora
lontano da ogni soluzione.
E a leggere le ultime novità
sembra quasi che, negli
anni, non si abbia avuto
voglia di cercare davvero una
soluzione. Sono quattro gli
approfondimenti geneticoforensi
che i pubblici ministeri
di Salerno, titolari dell’inchiesta
sull’omicidio della studentessa
potentina dopo che il caso è
stato tolto a Matera, chiedono
che siano svolti da un nuovo
Attualità
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il problema? Sarà il timore
che venga fuori qualche scomoda
verità? Sarà la presenza
nell’inchiesta di nomi considerati
eccellenti o insospettabili?
A rendere difficoltosa la
conclusione della vicenda giudiziaria
intervengono fattori
sollecitati in qualche insolita
maniera, al limite della legalità,
dagli accusati o da magistrati
indolenti o addirittura
presumibilmente corrotti? Interrogativi
ancora senza risposta,
perché sull’inchiesta denominata
“Toghe lucane” il
sipario non è ancora calato! ■
consulente. In particolare
bisognerà comparare il
Dna ritrovato sul luogo del
delitto con quello dell’unico
indagato Danilo Restivo.
La notizia delle ultime ore ha
infatti dello sconvolgente: sul
corpo di Elisa c’era del Dna
estraneo alla ragazza che
non è mai stato analizzato.
Lo conferma lo stesso legale
della famiglia Claps, Giuliana
Scarpetta, commentando
la richiesta di un nuovo
Trattative Riservate • Massima Discrezione •Valutazioni a domicilio
incidente probatorio.
E’ stato invece analizzato dai
periti il Dna presente su un
materasso che niente aveva
a che vedere con la scena del
delitto. Quello presente su
capelli, pube, slip, sul reggiseno,
jeans e maglietta non è mai
stato analizzato perchè ritenuto
insufficiente. Vedremo se
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| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
9

Attualità
Lo scomunicato
La terza dentizione
di Salvatore U. Digennaro
La terza dentizione vien
dopo la caduta dell’ultimo
dente del giudizio, ti serra
le gengive e il corpo tutto,
ti colpisce giusto un attimo
prima della maturità, se ne
frega dei tuoi capelli bianchi
che spuntano, e delle rughe
più o meno d’espressione. Ti
fa intravedere nello specchio
il fanciullino pascoliano che
ha paura del dentista.
E’ rara e rarefatta,la terza
dentizione. Avviene che non te
l’aspetti. E’ una macchina di un
tempo e la macchina del tempo.
Senti il cuore rivelatore di Allan
Poe nella tua stanza, nella tua
cassa di risonanza e lo ricordi come
appena letto. Supera persino la
colite di corsa nella turca e il nervo
sciatico a pezzetti, ti fa guardare
con disprezzo le ingiunzioni e le
simildentizioni, riesci anche a
perdonar le defezioni e ti emozioni.
Non te l’aspetti, è un non so che di
tango valzer e mazurca. E’ subito
a letto nella tua stanza, è stare
a testa bassa, è perdonanza, è
il poster di nascosto di Marilyn
Monroe, è tutto a tempo e
adesso il tempo, non serve più
che ci rifletti: è il materializzarsi
atavico di un’emozione.
E’ orgoglio dell’artista d’odor
freudiano, consapevolezza di non
essere poi vecchio, è proiezione, è
desiderio di fughe. Son matite che
si spuntano, nessuna oscenità...è
il colpo di pennello su una rima,
lo smettere ogni lutto, ogni
pregiudizio, è invito alla
caduta, l’ultima occasione.
La terza dentizione. «
10 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
I magistrati avrebbero già in mano molte carte importanti
Per questo hanno chiesto la collaborazione della Dna
La Procura di Bari
«Ad Altamura intreccio tra
mafia, affari e politica»
[di Isabella Maselli]
► Arriverà lunedì il magistrato della
Procura nazionale Antimafia, Roberto
Pennisi, che affiancherà la Pm
barese Desirèe Digeronimo nelle indagini
sull’omicidio del 44enne Bartolomeo
Dambrosio, il presunto boss
di Altamura ucciso il 6 settembre
scorso nelle campagne alla periferia
della città. “La Procura - è scritto
in una nota - intende fare piena luce
non solo sull’ultimo fatto di sangue,
ma su tutto l’intreccio mafioso-affaristico-politico
che ha caratterizzato
negli ultimi anni la vita della città
murgiana”. Non c’è dubbio infatti
che i magistrati siano in possesso di
intercettazioni in grado di ricostruire
buona parte di queste commistioni
e che solo una parte, quelle relative
all’inchiesta Vi.Ri., siano state strategicamente
messe in circolazione.
Le altre sono secretate perché l’investigazione
sta continuando e circola
voce che a breve saranno ascoltate
alcune persone informate sui fatti. E’
dai tempi dell’operazione Speranza,
nel 1995, che un esperto antimafia
della procura nazionale viene applicato
alla Distrettuale barese.
E’ stato proprio il procuratore capo di
Bari, Antonio Laudati, a rivolgersi al
procuratore nazionale antimafia Piero
Grasso, “perchè la Procura di Bari -
è scritto nella nota - non fosse lasciata
sola a fronteggiare una emergenza
criminalità con le poche forze a disposizione.
Un primo risultato - si ricorda
nella nota - era stato ottenuto con
il sottosegretario all’Interno, Alfredo
Mantovano, che anche sull’omicidio
di Altamura (dopo quello di Bitonto)
aveva inviato a Bari gli specialisti del
crimine (Ros, Scico e Sco) ad affiancare
gli investigatori locali”.
L’attenzione che il procuratore nazionale
della Dna Grasso sta riservando
all’escalation della criminalità organizzata
nel distretto giudiziario di
Bari, dimostra che delitto strategico
sia quello di Dambrosio. Il territo-
rio di Altamura è oggetto di numerosi
interessi economici da anni, almeno
dall’omicidio di Raffaele Scalera
nel 2005. Il fascicolo d’indagine della
Dda comprende una serie di episodi
criminosi utili a ricostruire l’evoluzione
delle organizzazioni mafiose
nella zona.
Sono in corso, inoltre, indagini patrimoniali
per risalire al movente del
delitto. Ancora da chiarire il ruolo di
Giovanni Loiudice, ex boss della città
e padre di uno dei due presunti
killer di Dambrosio, fermati in un
bed&breakfast a Taviano, nel Leccese.
Di Loiudice nelle ultime settimane
si sarebbero perse le tracce. Il terzo
uomo individuato dalla Procura starebbe
collaborando con gli inquirenti.
Dagli accertamenti non risulterebbe
materialmente coinvolto nell’agguato,
anche se le armi, due pistole e un
fucile, non sono ancora state trovate.
“Per far fronte all’attacco sferrato dalla
criminalità organizzata nel barese
- è scritto ancora nella nota della
Procura - abbiamo utilizzato il massimo
che il nostro ordinamento ci consente.
Poter contare su investigatori
di primo piano e di un esperto magistrato
che da anni combatte la mafia
in Italia a indagare su Altamura,
in modo continuato e continuativo,
non può che costituire uno stimolo
maggiore e una risposta concreta dello
Stato al grido di allarme lanciato
dal territorio”. Anche alla luce, ci sarebbe
da aggiungere, della gambizzazione
avvenuta il 30 settembre scorso
ai danni di un gommista della città. ■
Gianfranco Traetta

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Attualità
Il caso Altamura: non c’è mafia
senza il sostegno della politica
[di Angela Colonna]
ALTAMURA - “Reagire all’omertà, difendere
il bene comune”: è lo slogan
dell’incontro organizzato dal “Circolo
delle formiche” e dal meetup “Il Grillaio”.
Un’iniziativa volta a smuovere
le coscienze dei cittadini altamurani
spesso dormienti sugli allori anche
quando si respira l’urgenza della legalità
e dell’ordine. A moderare l’incontro
il giornalista Giuliano Foschini
che ha definito la nostra città “strana
e velenosa, a suo modo trasparente”
perché è facile sapere i fatti che
si susseguono nel paese, ma è difficile
raccontarli data la complessità del
loro intrecciarsi. Una prima domanda
che necessita di chiarezza, secondo
Foschini, riguarda l’esistenza della
mafia ad Altamura. A confermarne
la risposta l’articolo 416bis del codice
penale che definisce l’associazione
a delinquere di stampo mafioso con
la finalità del controllo del territorio
Tra dati e realtà
Nebbia
sull’isola
felice
[di Angela Colonna]
12 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
Dibattito sulla legalità dopo gli ultimi avvenimenti
e della politica. Quindi, continua Foschini,
“laddove c’è la mafia, se mafia
è, ci deve essere la politica, perché la
politica permette il controllo del territorio
tale da intervenire nelle decisioni
della cosa pubblica. E le ultime indagini
hanno raccontato che il tessuto
politico di questa città è inficiato
da associazioni criminali”. Un tessuto
politico che non ha né colori né bandiere
e che non si risolve nelle singole
figure di sindaco, assessori o consiglieri,
ma che vuole includere semplicemente
coloro che si occupano della
cosa pubblica.
Ospite della serata don Luigi Merola
(presidente della Fondazione di recupero
minorile “A’ Voce d’è Creature”
Onlus – Napoli), prete anti-camorra.
A seguire l’intervento di Alessio Dipalo,
giornalista e “voce” di Radio Regio
Altamura, presente all’incontro per testimoniare
la necessità di combattere
l’omertà in tutte le sue forme. Esempio
di voce alta del nostro paese, Dipalo
ha raccontato episodi di notevole rilevanza,
un modo autentico di “rompere
il muro di silenzio e di smascherare la
condotta omertosa che ha caratterizzato
la città e soprattutto la sua classe
dirigente, politici, professionisti,
imprenditori e buona parte della gente
comune”. Ha denunciato la parentopoli
altamurana, la scorretta con-
ALTAMURA - Proviamo ad
estraniarci dalla nostra realtà
cittadina, fingendo di non
essere parte integrante del
paese e diamo uno sguardo
agli ultimi sconvolgenti
avvenimenti di cronaca.
A seguito della morte di
Bartolomeo Dambrosio,
noto boss di Altamura,
crudelmente ucciso lo scorso
6 settembre, sono cadute
dal cielo come fulmini
notizie sempre più numerose
riguardanti la criminalità,
sono state delineate
figure di “uomini cerniera”
tra la mala e la pubblica
amministrazione, ripescati
gli episodi di delinquenza
degli anni passati, notificati
casi di corruzione, malaffare,
estorsioni. I nostri figli
nell’arco di un paio di
duzione di concorsi pubblici, vicende
giudiziarie assessorili di abusi edilizi,
condanne di concussione, violente
aggressioni subite sulla propria pelle,
casi di lupara bianca, reati e pressioni
mafiose ai danni di commercianti
e violenze e abusi sessuali consumati
da alte figure istituzionali di controllo.
Un grido difficile da ignorare.
Di fronte alle dichiarazioni che rappresentanti
della nostra amministrazione
comunale hanno rilasciato in
seguito alla morte del boss Bartolomeo
Dambrosio, don Luigi Merola si
è detto non meravigliato degli appellativi
associati al criminale, in quanto
anche a Forcella e a Napoli accade
che persone mafiose siano beatificate
per alcune loro azioni, come pagare
le bollette e fare la spesa ai poveri, ma
ciò che ha colpito il prete è il giro delle
istituzioni che accerchiavano Bartolomeo
Dambrosio. La Chiesa è rigida
a tal riguardo, il diritto canonico
vieta i funerali di chi si è macchiato
di colpe gravi. La Chiesa ufficiale non
è omertosa, condanna la mafia e si
propone come luce. Solo condividendo
un cammino e unendo le nostre
forze possiamo gettar le basi di quella
che potremmo definire, sull’esempio
del procuratore Laudati, antimafia
sociale, un passo decisivo per raggiungere
la legalità. ■
settimane hanno conosciuto
i termini sprezzanti che
definiscono la nostra città,
da anni sotto la dipendenza
della mafia, quella dei colletti
bianchi. E abbiamo sentito
il rumore assordante degli
elicotteri dei carabinieri,
le fastidiose sirene delle
loro auto, proprio come in
un film. Si parla di più, si
chiacchiera davanti ai bar

Don Luigi Merola
parroco anti-camorra
racconta la sua
esperienza
«La nostra
criminalità
è l’omertà»
[di Gianni Scalera]
ALTAMURA - Ha parlato di legalità
e di lotta alla camorra, e con
tono forte ha concluso “Io mi definisco
il pazzo della democrazia”.
Protagonista dell’incontro-seminario
sulla legalità è stato don
Luigi Merola, definito il prete anti-camorra,
il sacerdote che nulla
teme ma che tanto predica in
fatti e parole. Ordinato sacerdo-
o all’uscita della scuola, le
notizie vengono apprese per
passaparola. “Ieri hanno
rubato un’auto dall’interno
di un garage”, “colpi di
pistola contro un’auto”
,“hanno rapinato un camion,
sparito il carico”. E il tema
dominante è immutato da
circa un mese. Poi i dati
ufficiali. Le ultime rapine
in Altamura risalgono allo
scorso gennaio, quando
sono stati colpiti un negozio
cinese in via Santeramo e il
supermercato “Eurospin”
della stessa zona. I furti
registrati quest’anno sono
circa 800, in netto calo
rispetto ai 1.500 denunciati
nel 2009. Gli arresti
sono aumentati, un
aggiornamento di agosto ci
rivela 178 fermi. Una decina
te nel 1997 diviene nel 2000 parroco
nel difficile quartiere di Forcella
a Napoli. “Appena arrivato
mi sono reso conto che il quartiere
era stato abbandonato sia
dallo Stato che dalla Chiesa stessa.
Sono stato persino perquisito,
mi hanno messo le mani addosso
scambiandomi per uno dei
clan avversari. E con questo gesto
mi hanno portato sin dal primo
giorno a reagire. C’erano anche
le telecamere dei boss, quindi
ho dovuto rivolgermi alle forze
dell’ordine, ho fatto delle denunce:
controllavano tutto e tutti”.
Gli anni trascorsi come parroco
nel quartiere di Forcella sono stati
segnati da eventi tragici come la
morte di Annalisa Durante colpita
accidentalmente da un agguato
di camorra. “Non c’era nemmeno
la scuola – spiega do Luigi
- i ragazzi dovevano andare a un
istituto lontano e i genitori non li
portavano. Solo nel 2004, quando
è morta Annalisa Durante è
stata edificata nel cuore di Napoli
una scuola che porta il suo
nome. Unica colpa della ragazza
era di essersi trovata nel luogo
sbagliato al momento sbagliato”.
“Dobbiamo fare buon uso dei giovani”
è lo slogan che don Luigi ha
ripetuto più volte nel corso degli
ultimi anni. Di qui l’idea della
fondazione “A’voce d’e creature”
dedicata ai ragazzi a rischio e in
particolare a quelli che si sono allontanati
dalla scuola: “Abbiamo
attività di recupero, corsi di reinserimento
nel mondo del lavoro
per far sì che i talenti che questi
giovani hanno dentro possano
tirarli fuori. Ho fatto in modo
di far capire a questi ragazzi che
il boss o va in carcere e ci re-
i sequestri di armi. Circa
5.900 i servizi effettuati dalla
Compagnia dei carabinieri
di Altamura. Un’attività
antidroga notevolmente
operativa sul territorio che
setaccia la zona e parte dai
giovanissimi spacciatori. Ma
forse Altamura è davvero
un’isola felice? E i distratti
cittadini non se ne sono
accorti! O dobbiamo dedurre
Attualità
sta o viene ammazzato. Se diffondiamo
questo concetto nelle
scuole, nelle famiglie e in chiesa
avremo un esercito di giovani
che non penseranno a diventare
un delinquente nella loro vita. La
nostra criminalità è l’omertà. Più
noi ci facciamo i fatti nostri più
loro sono forti. Ho dovuto alzare
la voce per far capire che è necessario
mettere insieme le istituzioni:
sia la scuola che la politica
come servizio. In sette anni,
da quando sono stato parroco a
Forcella, è successa una rivoluzione:
ho subito anche un attentato
che mi ha obbligato ad allontanarmi”.
Don Luigi , infatti,
nel giugno del 2007 sposta il suo
impegno a Roma come dirigente
dell’Ufficio III della Direzione per
lo studente presso il Miur divenendo,
in seguito, col nuovo ministro
Gelmini, promotore di legalità.
“La legalità è ordine – racconta
- non un’imposizione della
legge. Ordine nella nostra vita. Se
inizia l’ordine dentro di noi possiamo
avere dei risultati. Siamo
partiti dalla cultura poiché abbiamo
bisogno di un esercito di
insegnanti e di educatori. I genitori
devono tornare a fare i genitori.
I ragazzi devono essere strappati
dalla strada, quella strada
che può mietere vittime perché
non sanno cosa fare, oggi l’ignoranza
è come una malattia, dove
c è più ignoranza, più vige la camorra.
La mafiosità è in ognuno
di noi nel momento in cui non abbiamo
un punto di riferimento”.
Dal 1° settembre 2010 don Luigi
Merola è parroco della chiesa di
San Borromeo alle Brecce e cappellano
della stazione ferroviaria
di Napoli Centrale. ■
che manca il coraggio
della denuncia? Che è
aumentata la sfiducia nelle
forze dell’ordine? Ci siamo
estraniati per un po’, per
vedere le cose dall’alto,
ma è un lusso, quello del
distacco, che non possiamo
permetterci. Noi viviamo il
paese, respiriamo quest’aria
infetta e non possiamo
credere alle favole. «
| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
13

Dibattito ad Altamura con
l’ex ministro Fioroni nella
festa del Pd
Istruzione
un sistema
al collasso
[di Antonella Terranova]
ALTAMURA - “Il territorio: la nostra
risorsa”, è stato il tema centrale della
festa del Pd altamurano. E il segretario
del circolo, Michele Cornacchia,
ha fatto appello alle tante risorse
del Mezzogiorno, che non siano
tasselli mancanti ma perfettamente
a incastro tra di loro, sino ad eccellere
ognuno nella propria fattispecie.
Al centro del dibattito legalità,
sanità e istruzione. Proprio in nome
dell’istruzione, poi, Valentino Piglionica
del Pd giovanile, ha aperto nel
monastero del Soccorso un incontro-dibattito
sulla riforma Gelmini.
Presenti Beppe Fioroni, già ministro
della Pubblica Istruzione, Gaetano
Piepoli, docente di diritto Privato
dell’Università degli studi di Bari
e Tommaso Cardano, dirigente scolastico.
Ad aprire le danze proprio il
dirigente del V circolo San Francesco
che dà ragione al coordinatore del dibattito
nell’ammettere che la riforma
Gelmini tutto sta portando fuorchè
“lauti guadagni” e si riferisce non al
lato economico ma a quello professionale
e umano. “Le due emergenze
didattiche – dice – sono la grammatica
e la geometria, sostituite da
progetti, non sempre validi e spesso
ridondanti solo a parole e poco
nei fatti. Ma il vero problema – aggiunge
- è che moti docenti-professori
dovrebbero cambiare mestiere”. Fa
paura sentire che il 63% degli alunni
dell’ultima maturità non sa parlare
italiano e che un altrettanto 58%
non sa produrre testi in lingua coerente.
Ma fa altrettanta paura avere
nelle scuole italiane docenti “che
non si sentono più italiani” e continuano
a stare seduti dietro la loro
cattedra “spolverata a lustrino” rassicurati
solo dal fatto di avere un posto
statale con stipendio fisso.
A tal proposito, a maggior ragione,
l’onorevole Fioroni interviene dicendo
che tre sarebbero la cose da approvare
per far sì che l’istruzione italiana
esca da questa situazione di
stasi ormai permanente e riemerga
in superficie.
1. Docenti non sempre validi?
“Riqualifichiamoli, facciamo in
modo che si aggiornino – suggerisce
– e, se necessario, facciamoli di
nuovo studiare”;
2. Come esiste il concetto di merito
per gli studenti, bello sarebbe
recuperare un egual concetto di
merito anche per i docenti visto che,
In primo piano
se manca l’incentivo, difficilmente
si recupera la professionalità;
3. Perché non ipotizzare un percorso
di carriera del docente? Non è
giusto che accanto alla figura del dirigente-preside
non ci sia alcun altro,
se non “docenti maggiordomo”.
Insomma, tre proposte-obiettivi
d’oro che forse ridonerebbero un po’
di colorito alla nostra pallida istruzione.
A soffrirne, purtroppo, anche
il sistema universitario, con i suoi
esami e concorsi truccati, con i suoi
posti (già pochi) assegnati non “per
titoli e per meriti” ma per incontri tete-a-tete
col professore e con la ricerca
che non va avanti perché i ricercatori
fanno lezione al posto del professore
ordinario che, nel frattempo,
è impegnato in un caffè con la sua
laurenda modello. E l’unica conseguenza
è che, almeno all’università
di Bari, le lezioni cominceranno a
fine novembre, ovvero quasi un trimestre
dopo, visto che i ricercatori
stanno gridando “basta!”.
“La radiografia fatta dal Censis al sistema
scolastico italiano all’indomani
dei moti del Sessantotto sembra
scritta oggi – commenta il docente
Piepoli - e questo vuol dire solo una
cosa: siamo investiti dal regresso,
non dal progresso; siamo divisi tra
il gigantismo e la mediocrità”. Il deficit
culturale del Belpaese è un grosso
problema, ma non va da sé; il deficit
culturale italiano è una delle tante
debolezze del sistema Italia. E ora ne
stiamo facendo le spese, ma le vere
vittime sono e saranno i precari. ■
| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
15

In primo piano
Una scuola all’insegna
di formazione e innovazione
Il Liceo
“Federico II
di Svevia”
di Altamura
nelle “mani”
della
professoressa
Giovanna
Cancellara
16 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
[di Roberto Traetta]
ALTAMURA - Negli ultimi anni, si è assistito
ad un valzer di dirigenze scolastiche
in vari istituti della città: alcuni dirigenti
hanno cambiato poltrona, spostandosi
da un edificio all’altro; altri invece sono
usciti di scena permettendo a nuove leve
di afferrare le redini di una scuola. E’ il
caso della professoressa Giovanna Cancellara,
nata a Bari, che dal primo settembre
2010 è il nuovo dirigente scolastico
del liceo scientifico e linguistico “Federico
II di Svevia”. Laureata con 110 e
lode in lettere moderne presso l’Università
di Bari, ha alle spalle 25 anni di insegnamento
nelle scuole secondarie superiori
e, sebbene molto giovane, un solido
curriculum segnato da collaborazioni
con l’Ateneo barese. Rassicurante, energica
e, soprattutto, attenta alle dinamiche
sociali ed educative, la Cancellara dimostra
di avere le idee chiare su quello
che sarà il suo percorso professionale a
capo di una scuola complessa e articolata
come un liceo.
Qual è il suo stato d’animo nel ricoprire un
ruolo così delicato e al tempo stesso impegnativo?
Appena arrivata, mi sono ripromessa di
aprire una nuova pagina evitando i confronti
con chi mi ha preceduto perché si
rischierebbe di rimanere imprigionati nel
passato. La dirigenza Tragni ha lasciato
aspetti positivi che considero punti di forza
per poter procedere. Dal primo settembre
si è aperto un nuovo capitolo all’insegna
del mio stile di direzione.
Come è stata accolta dal corpo docente?
Ho trovato gente disponibile a lavorare e
a discutere. Ogni relazione si coltiva in
base alla comunicazione, che non può
crescere dall’oggi al domani; la comunicazione
è anche conoscenza. Tuttavia, un
mese mi sembra poco per fare bilanci. La
relazione va ancora approfondita.
Riesce a comunicare direttamente con i ragazzi
senza la mediazione dei professori?
Il rischio era proprio quello di non riuscire
a comunicare con i giovani. Li ho incontrati
il primo giorno di scuola presso
l’auditorium; ho voluto approcciarmi a

della scuola, i veri attori. Di tanto in tanto
mi faccio vedere per i corridoi, anche
se il mio ruolo è considerato poliziesco.
Beh, non dà l’idea di essere un tiranno,
anzi…
Non è tra le mie aspirazioni esserlo. E’ necessario
invece rispettarsi a vicenda. Se
si osservano delle regole, si sta meglio.
Imporre non è nel mio stile. Sono propensa
a comunicare e a chiarire le motivazioni
di un comportamento. Amo confrontarmi
con tutti.
A proposito di docenti: ho già sentito commenti
favorevoli sul suo modo di fare. E’ un
bel risultato, non crede?
Beh, forse perché amo proporre e non imporre.
Nel momento in cui si nega qualcosa
e non si spiegano le motivazioni del
diniego, nell’altro nasce una chiusura.
Quindi spiego sempre le motivazioni delle
mie scelte. Questo costa più fatica; mentre
dire “no”, è molto più facile. Nel momento
in cui ci si confronta, possono nascere
contrapposizioni; ma anche nella
contrapposizione si cresce. Comunque,
cercherò di essere autorevole anziché autoritaria.
Ma credo che ci vorrà tempo.
Lei ha insegnato per tanti anni: che cosa significa
essere un educatore nella scuola oggi?
Oggi i ragazzi interagiscono con tante
agenzie formative, ma la scuola è la più
importante. La scuola ha tra le sue finalità
quella di istruire, ma anche quella di
formare l’uomo, il cittadino. Insomma, lo
scolaro di oggi dovrà essere un uomo capace
di intervenire nelle situazioni. L’insegnante
deve sapersi relazionare con i
Gianfranco Traetta loro perché credo che siano i protagonisti
giovani, deve farli crescere perché imparino
a vivere in società; deve stabilire un
contatto e, al di là delle nozioni, deve saper
comunicare. I giovani vanno stimolati
continuamente e il docente deve apprendere
nuove strategie di insegnamento.
Ecco perché punto molto alla formazione
dei docenti. L’innovazione aiuta a relazionarsi
meglio con i ragazzi e permette
di cogliere i nuovi bisogni dell’utenza.
Il docente deve sviluppare una mentalità
aperta all’innovazione e al rinnovamento.
Quindi , un liceo che punta alla didattica e
alla comunicazione. E poi?
Sostenere idee del passato come l’apertura
all’Europa in termini di intercultura.
Questa “eredità” va promossa e innovata
sulla base della mia impronta personale.
La ripetitività non è il mio obiettivo.
A proposito di obiettivi: qual è il futuro del
liceo?
Sono previsti progetti che puntano al
consolidamento delle competenze di base
per la lingua italiana e per la matematica.
Sono programmati un progetto per la
formazione dei docenti sulle tecnologie
didattiche, e uno contro la dispersione
scolastica e in favore del successo scolastico
attraverso strategie didattiche. Si è
stabilito anche di puntare sui gemellaggi
e sugli scambi europei. A proposito di
giornali, penso che proseguirà l’esperienza
di “Defrit”. Sono in programma miglioramenti
strutturali: nuove aule dedicate
al disegno e alle proiezioni, e la riorganizzazione
di vecchi ambienti per predisporre
una biblioteca. Siamo comunque
in fase di progettazione. ■
Giovanna Cancellara
In primo piano
Ambiente
Ecologia
Energia
Rifiuti
Movimento Terra
Uffici Piazza San Lorenzo
Altamura (Ba) Tel. 080 3163103
www.nuovaecologicasud.com www.seleneitalia.it
| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
17

In primo piano
Le opinioni di Giuseppe De Rosa, preside del Liceo Classico di Matera
«La scuola va rispettata
non strumentalizzata
da partiti e sindacati»
[di Luigi Mazzoccoli]
MATERA - L’avevamo incontrato
quasi un anno fa, pochi
mesi dopo il suo insediamento
alla presidenza del Liceo Classico
“Emanuele Duni” di Matera.
Giuseppe De Rosa ci ha accolto
di nuovo nel suo ufficio qualche
giorno fa, compiaciuto nel
condividere con noi i progressi
che l’istituto ha conseguito
nell’anno trascorso sia in termini
strutturali (sono state rimesse
completamente a nuovo
le adiacenze dell’edificio, grazie
alla pronta risposta del Comune
ad una sua sollecitazione,
ndr) che, soprattutto, didattici.
In effetti c’è un’atmosfera serena
e intensa ad un tempo, ideale
per un luogo di educazione e
cultura. Eppure i media nazionali
in queste settimane rimandano
l’immagine di una scuola
in subbuglio, quasi allo sbando
e a rischio collasso per gli effetti
della riforma Gelmini.
Preside De Rosa, il nuovo anno
scolastico è iniziato da ormai un
mese. È il primo dall’entrata in vigore
della riforma: com’è andata?
Benissimo, la situazione è assolutamente
tranquilla, studenti
e insegnanti stanno lavorando
nel modo migliore. Del resto abbiamo
fatto un’intensa attività
di “prevenzione”, con incontri
collettivi e individuali con i genitori,
a cui abbiamo illustrato
nei dettagli i programmi, le
metodologie didattiche e anche
il nuovo modello organizzativo.
E c’è ovviamente un dialogo costante
anche con i docenti.
A quanto dice quindi, la famigerata
riforma Gelmini non sarebbe
così “devastante”.
Assolutamente no. In fondo si
18 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
tratta di una riforma ordinamentale
che del resto recepisce
la raccomandazione approvata
da Parlamento e Consiglio
Europeo a dicembre 2006 sulle
competenze chiave per l’apprendimento
permanente: la
scuola dell’obbligo deve fornire
agli studenti abilità e conoscenze
necessarie per la realizzazione
e la crescita personale,
la cittadinanza attiva, l’integrazione
e la capacità di inserimento
professionale. Del resto
già il precedente governo, col
ministro Fioroni, aveva avviato
un percorso in questa direzione.
Ma la riforma è costata tanto in
termini di occupazione.
Non è esattamente così. In passato
la scuola si era “allargata”
troppo, anche per l’ingerenza
interessata di partiti e sindacati,
che l’hanno strumentalizzata
a loro uso e consumo promuovendo
un’eccessiva proliferazione
delle cattedre. In alcuni istituti
si erano raggiunte addirittura
le 44 ore settimanali, grazie
alla loro riduzione a 45 minuti
l’una: impossibile in questo
modo assicurare la qualità
dell’attività didattica. La scuola
merita invece le giuste attenzioni
e soprattutto grande rispetto
per il ruolo fondamentale che
ha. Con la riforma si è ritornati
alle 36 ore di durata effettiva
di 60 minuti, con la perdita
di qualche cattedra. Ma gran
parte della riduzione del personale
scolastico è conseguente ai
25.000 pensionamenti e al calo
demografico che ha determinato
una forte diminuzione nelle
iscrizioni.
Ma qual è lo stato generale di sa-
Giuseppe De Rosa, preside del Liceo
Classico “Emanuele Duni” di Matera
lute della scuola italiana? È vero che
la classe docente non è all’altezza e
i ragazzi ne escono sono sempre più
ignoranti?
Non si può negare una notevole
perdita di qualità. Il ’68 ha
abolito la meritocrazia e ancora
adesso ne paghiamo le conseguenze:
quel movimento fu promosso
dall’estrema sinistra ma
poi ha fatto comodo a tutti. Ora
urge invece il ritorno alla meritocrazia,
ad una scuola selettiva
e davvero formativa. Lo studio
non dev’essere noioso e pesante
ma interessante e stimolante,
comunque comporta impegno
e fatica: questo dev’essere
ben chiaro ai ragazzi ad anche
ai loro genitori.
Si correrebbe però il rischio di lasciarsi
dietro “morti e feriti”: i ragazzi
con delle difficoltà potrebbero
avere grossi problemi.
Questo rischio non esiste. Intanto
la meritocrazia è alla base
di ogni democrazia, non è né di
destra né di sinistra né di centro;
ma deve avere come presupposto
imprescindibile le pari opportunità.
E la riforma sembra
ispirata proprio a questi principi:
intanto gli insegnanti dovranno
avere la laurea quinquennale
e frequentare poi
un anno obbligatorio di tirocinio,
mentre negli ultimi decenni
tanti sono entrati nella scuola
senza neanche fare il concor-

«Va recuperato
il suo ruolo
fondamentale di
educatrice: la
riforma Gelmini è
un primo passo in
tal senso»
so; e poi con l’obbligo scolastico
esteso a 16 anni ci sarà il tempo
sufficiente per dare a tutti i
ragazzi, anche i più difficili e i
meno dotati, la formazione migliore.
Purchè la scuola torni a
garantire qualità ed efficienza.
Sembra invece che stia seguendo
la deriva intrapresa dall’intera società
attuale.
È vero, ma questo ne aumenta le
responsabilità: in un momento
così difficile proprio l’istituzione
scolastica può dare un importante
contributo ad invertire
la tendenza. Del resto non può
permettersi di sbagliare, ma bisogna
averne fiducia e non denigrarla
continuamente. Solo così
potrà di nuovo essere “luogo di
incontro e integrazione” come
l’ha definita di recente il Presidente
Napolitano. E credo che
con la riforma Gelmini il governo
ci stia provando. ■
In primo piano
Lo scultore giapponese Kengiro Azuma, protagonista
della mostra nei Sassi, in alcune scuole della città
Gli studenti materani
incontrano l’arte
[di Lu. Ma.]
MATERA - L’hanno accolto come
un nonno un po’ particolare, con
quella strana capigliatura canuta
e fluente, gli occhi a mandorla,
la statura ridotta e una lingua
incomprensibile. Ma anche
e soprattutto una vitalità che
inganna i suoi 84 anni suonati.
Del resto Kengiro Azuma viene
da molto lontano, addirittura
dal Giappone. Ma dal giugno
scorso è di casa a Matera,
dove le sue sculture hanno trovato
una splendida ambientazione
nelle chiese rupestri di Madonna
delle Virtù e S.Nicola dei Greci,
per la ventiquattresima edizione
delle Grandi Mostre nei Sassi
organizzata dal circolo culturale
La Scaletta. In questi mesi ha
incontrato tanta gente in città e
ora che la sua esperienza materana
sta per concludersi (la mostra
chiude proprio questa domenica,
10 ottobre, ndr) si è voluto
confrontare anche con i più piccoli.
E così nei giorni scorsi ha
trascorso qualche ora alla scuola
dell’infanzia “Padre Giovanni
Minozzi”, dove è stato accolto
dall’entusiasmo genuino dei ventotto
piccoli scolari della sezione
B. Che erano stati avviati all’arte
nei mesi scorsi dalle maestre Teresa
Dimatteo e Elena Carbone,
con la visita alla “Goccia” esposta
in piazza Pascoli. I bimbi avevano
poi tentato di riprodurla con disegni
e piccole sculture in argilla,
che hanno mostrato con orgoglio
allo scultore giapponese, letteralmente
sommerso dall’affetto
dei suoi nuovi “nipotini”. Tante le
domande e le curiosità di questi
ultimi: dal perché la “Goccia” è
così grande, a come è stata portata
a Matera, al materiale con
cui è stata realizzata. Azuma li ha
infine salutati esortandoli a non
aver paura, ma “a provare a realizzare
qualcosa: gli errori servono
perché solo sbagliando si può
imparare”. Successivamente ha
incontrato i ragazzi del Liceo Artistico
“Carlo Levi”, che hanno colto
l’importante occasione per tentare
di carpire i segreti di un’arte
che per molti di loro è solo un
sogno, ma che magari per qualcuno
potrebbe diventare realtà. ■
Kengiro Azuma circondato dai bimbi della scuola per l’infanzia “G.Minozzi” di Matera
| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
19

In primo piano
A Gravina un cantiere
sempre aperto
[di Antonella Testini]
GRAVINA - Meno di tre settimane
dall’avvio del nuovo anno scolastico
e già gli effetti della riforma
Gelmini sono arrivati ad animare
le aule. Con la riduzione
del corpo docente, maestri e professori
devono gestire classi con
25 alunni nonostante la riduzione
dell’orario scolastico e dei
programmi di insegnamento. Se
a questo aggiungiamo la riduzione
anche dei docenti di sostegno,
che solo in rarissimi casi hanno
conservato un rapporto uno a uno
con l’alunno disabile, non è difficile
immaginare quando sia difficoltoso
e a volte deprimente lavorare
nella scuola italiana.
A Gravina, lo scorso anno scolastico
si era aperto con la protesta
di alcuni presidi e genitori che denunciavano
lo stato di degrado in
cui versavano alcuni plessi, tanto
da costringere molte famiglie a
eseguire di propria mano i lavori
di manutenzione. Quest’anno invece
l’assessore comunale ai Lavori
Pubblici non si è fatto cogliere
impreparato e alcuni giorni prima
dell’inizio dell’anno scolastico ha
disposto interventi di pulizia e disinfestazione
in tutte le scuole comunali
compresi gli istituti superiori
e contestualmente ha indetto
una gara pubblica, impegnando
25mila euro, per l’esecuzione di
alcuni lavori di manutenzione e
consolidamento.
Inoltre sono stati disposti anche
lavori di adeguamento alle norme
di sicurezza della scuola materna
Gianni Rodari che, costruita negli
anni ’70, non era mai stata interessata
da interventi di manutenzione.
I lavori saranno eseguiti entro
90 giorni da una ditta andriese
che si è aggiudicata l’appalto presentando
un preventivo di spesa
di circa 197mila euro. Nel progetto
approvato dalla giunta comunale,
sono previsti interventi
di consolidamento delle strutture
murarie e dei servizi per rendere
la scuola più sicura e acces-
20 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
sibile anche ai disabili, oltre alla
sostituzione degli infissi esistenti
con quelli rispondenti alle norme
antincendio e antinfortunistica.
Se una situazione si è risolta,
un’altra desta qualche preoccupazione.
Parliamo, infatti, della
scuola media Eustacchio Montemurro,
che la passata amministrazione
aveva ristrutturato e
ampliato di quasi il doppio delle
cubature originarie, dispondendo
anche la chiusura di una strada
pubblica al fine di dotare l’istituto
di palestre e laboratori. I lavori
erano costati quasi un milione
e mezzo di euro ma ora rischiano
di essere vanificati dalle piogge
dei mesi scorsi poiché le strutture
murarie cominciano a dare segni
di cedimento, mostrano profonde
crepe sui muri perimetrali e
sul muro di cinta della scuola. Al
momento la situazione non desta
particolare preoccupazione e il dirigente
dell’ufficio tecnico conferma
che non ci sono rischi per l’incolumità
degli studenti ma è già a
lavoro una commissione di esperti
per “approntare nel più breve
tempo possibile degli interventi
per migliorare il drenaggio delle
acque presenti nel suolo sottostante
l’istituto” . In definitiva,
dopo anni di incuria, sembra che
davvero sia arrivato il tempo di
rendere più sicure ed efficienti
le scuole comunali. Intanto non
si hanno più notizie del progetto
provinciale per la realizzazione
dell’istituto professionale previsto
in zona Pip. Nei mesi scorsi
il consiglio comunale aveva definitivamente
approvato la cessione
delle aree pubbliche alla Provincia
ma da allora nulla è stato
fatto. Intanto i ragazzi del professionale
continuano a frequentare
le lezioni presso il centro giovanile
Benedetto XIII con notevoli disagi
per studenti, professori, genitori e
soprattutto per le casse comunali
che annualmente versano alla
Chiesa molte migliaia di euro. ■
Lavori di
ristrutturazione
negli istituti
in attesa del
professionale

I fatti nostri | Politica
Rientrate le dimissioni di Stacca, nulla è cambiato
Tanto rumore per nulla
[di Paolo Testa]
Una farsa nella farsa l’autosospensione
di Nico Dambrosio
ALTAMURA - Come anticipato nel
precedente numero, è stata trovata,
forse, la soluzione che dovrebbe
porre fine a questa stagione politico-teatrale
iniziata dopo il caso
Dambrosio. Autosospensione dal
partito e fuoriuscita dalla maggioranza
per il presidente del consiglio
comunale, che però resta incollato
alla sua poltrona. Cambiando l’ordine
degli addendi, il risultato non è
cambiato. Ci sarebbe da dire: tanto
rumore per nulla. E’ mutata la forma,
ma la sostanza è rimasta sempre
la stessa: almeno per adesso
tutti agli stessi posti di combattimento.
Qualcuno, maliziosamente,
sostiene si tratti di un escamotage
studiato a tavolino per far calmare
le agitatissime e incontrollabili
acque municipali, che rischiano di
mandare in letargo una maggioranza
che, solo qualche mese fa, ha ottenuto
il 67% delle preferenze. Una
fattispecie di commedia all’italiana
terminata con un vogliamoci bene
e con la richiesta liturgica del perdono.
I politici a volte dimenticano
che la gente, che vale molto più di
un voto, incassa in silenzio e poi risponde
al momento opportuno con
la giusta forza. Stando ad alcune
voci di ultimi sondaggi, la popolarità
di questa maggioranza parrebbe
in vistoso calo. Sembrerebbe che
il gradimento degli attuali amministratori
s’attesti intorno al 50%.
Dati che vanno presi con le molle,
a cui va dato il giusto peso, ma indicativi
di un malumore che inizia
a infastidire quella gente disperata
che non riesce ad arrivare a fine
mese. Questa percentuale acquisirebbe
maggior valore se comparata
a uno scenario che presenta una
minoranza numericamente risicata
22 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
e inconsistente. Questa situazione
ha, inoltre, evidenziato come l’etica
pubblica, di chi ricopra un ruolo
pubblico, sia in fase di estinzione.
Qualche tempo fa situazioni politiche
imbarazzanti avrebbero portato
alle dimissioni di qualcuno. Oggi,
invece, sembra che in politica sia
sparita la distinzione tra ciò che è
buono e ciò che non lo è. Si tende
sempre a giustificare il male minore
che, pur essendo tale, rappresenta
qualcosa che non è buono di per sé.
E’ giunto, allora, il momento di invertire
la rotta e di dare dei segnali
di cambiamento. La politica deve
diventare credibile soprattutto agli
occhi delle nuove generazioni, che
hanno serie difficoltà a far propri
concetti universali quali: bene comune,
perequazione, rispetto delle
cose pubbliche. A maggior ragione
gli amministratori della cosa pubblica
hanno il diritto di prendere le
dovute distanze da qualsiasi forma
d’ambiguità che generi e degeneri
Gianfranco Traetta
nel sospetto. La politica, in fondo,
è lo specchio di una società che inizia
a credere che tutto sia un grande
fratello, ossia un modo semplice e
rapido per far tanti soldi e senza lavorare.
Ritornando all’ultimo consiglio
comunale, qualcuno ha assunto
il ruolo di buon samaritano. Non è
possibile che ci sia ancora chi chiede
in politica che vanga praticato il
perdono cristiano. Non mescoliamo
e confondiamo ciò che è sacro da ciò
che non lo è. Il perdono richiede il riconoscimento
di una colpa. In questa
vicenda nessuno ha riconosciuto
di aver errato. Perché chiedere il
perdono se la colpa non è stata commessa?
Volendo terminare con toni
più leggeri, va ricordato che gli ultimi
due mandati si sono contraddistinti
per la cattiva sorte, chiamiamola
così, del presidente del consiglio
comunale. Nel primo, l’allora
presidente Nicola Laterza, il più suffragato
di quella tornata, dovette dimettersi
per altre questioni; in questa
Nico Dambrosio, il più votato,
sta avendo più di qualche difficoltà.
Si dice: non c’è due senza tre. Noi
ve l’abbiamo detto. Non sarà vero,
ma quasi quasi ci credo. ■

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I fatti nostri | Politica
[di Giuseppe Proggi]
ALTAMURA – A Enzo Colonna, rappresentante
delle opposizioni, abbiamo
chiesto un parere sulle ultime
vicende politiche altamurane.
Come valuta il ritiro delle dimissioni
di Stacca?
Sconcertanti. Ha ritirato le dimissioni
come se nulla fosse accaduto,
dopo l’allarme criminalità lanciato
dai vertici investigativi nazionali,
dopo le beatificazioni di criminali,
dopo la divulgazione di intercettazioni
telefoniche in cui si parla di
mazzette e bustarelle, dopo le finte
o mancate dimissioni di suoi collaboratori.
Alla gravità di questo momento
della vita cittadina la maggioranza
risponde con un chiaro
messaggio: andiamo avanti, mettiamoci
una pietra sopra e, soprattutto,
definiamo i nuovi assetti di
potere. Vediamo come dividerci i
posti a disposizione o che si libereranno
come quello del presidente
del consiglio ove decidesse un domani
di rassegnare le dimissioni.
Nelle ultime settimane, insomma,
abbiamo scherzato. Era tutto uno
scherzo e non ce ne siamo accorti.
Questo è il messaggio altamente diseducativo
e deviante che viene dai
vertici del potere cittadino. Un messaggio
che avvilisce il decoro delle
istituzioni e mortifica il buonsenso
delle persone comuni.
In un comunicato diffuso dal suo
movimento parla di un’ennesima transazione
pro Tradeco. Cosa sarebbe
successo?
Il 7 settembre l’amministrazione
Stacca ha deliberato, in via definitiva,
di chiudere con una transazione
il contenzioso avviato dalla
Tradeco contro il Comune in meri-
24 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
Enzo Colonna
«Il comportamento
di Stacca è sconcertante»
Il consigliere d’opposizione all’attacco: «Era tutto uno
scherzo e non ce ne siamo accorti…»
to alla quantificazione dei costi per
il trasporto fuori bacino dei rifiuti
indifferenziati. Viene riconosciuto,
a partire dal 2008, dalla data di
chiusura della discarica di Altamura,
oltre un milione di euro all’anno.
Somme che si aggiungono ai costi
del servizio di raccolta e smaltimento
dei rifiuti pari a circa 7 milioni
di euro e a quelli di biostabilizzazione
che il sindaco ha deciso di assumersi
con l’ordinanza n. 52 del 30
aprile 2010. Tutto questo, mentre
la percentuale già bassa di raccolta
differenziata è in ulteriore diminuzione,
appena l’8% nel 2010 e, per
questo, la città paga 400mila euro
di ecotassa regionale. Invece di intraprendere
la strada, come da anni
consigliamo e chiediamo, dello scioglimento
del contratto capestro che
lega da oltre otto anni la città alla
Tradeco, ecco arrivare l’ennesimo
esborso a danno degli altamurani.
In diverse occasioni avete lanciato
delle sfide per ricreare un clima di legalità
ad Altamura. Ma non si poteva
prevenire?
C’è strage di uomini dove si è già
consumata strage di legalità e di verità.
Altamura vive da tempo momenti
difficilissimi. Da anni, singoli
cittadini, associazioni e movimenti
invitavano l’amministrazione comunale
a non sottovalutare i chiari
segnali di pericolo che si coglievano:
denunce di estorsioni e usura,
casi di lupara bianca, aggressioni
a giornalisti, intimidazione a dirigenti
comunali. Invece, da parte
del sindaco e di molti esponenti di
maggioranza, siamo stati costretti
a sentire il solito ritornello che dipingeva
Altamura come un’isola fe-
lice. Ci sono voluti gli ultimi eclatanti
fatti di sangue per far aprire
gli occhi. Intanto dobbiamo prendere
tutti atto che la Procura di Bari
e la Direzione Nazionale Antimafia,
nelle loro relazioni e nei loro comunicati,
da almeno un paio d’anni segnalano
la presenza ad Altamura di
un preoccupante “intreccio mafioso-affaristico-politico”
su cui sono
in corso delicate indagini. Abbiamo,
inoltre, sottolineato in queste settimane
come sia indispensabile dedicare
maggiori energie repressive
ad intercettare il flusso straripante
del denaro frutto di attività criminali,
colpendo patrimoni e realtà economiche
create e cresciute all’ombra
della criminalità.
Come andrà a finire la questione
Nico Dambrosio?
Non ho idea. E’ tutta nelle mani del
sindaco e della sua maggioranza.
Noi, con tutta l’opposizione, abbiamo
fatto la nostra parte: abbiamo
presentato una mozione di sfiducia
sottoscritta dai nove consiglieri di
opposizione. Un numero, però, non
sufficiente per metterla in discussione
ed in votazione, perché il regolamento
comunale, che disciplina
i lavori del consiglio, richiede la
sottoscrizione di almeno un terzo
dei consiglieri, ossia undici, come
pure richiede che la sfiducia al presidente
del consiglio, per determinare
l’allontanamento dalla carica,
deve essere approvata dai due
terzi dei consiglieri, cioè ventuno.
Numeri che ha solo la maggioranza
di centrodestra. L’abbiamo messa
a disposizione del sindaco e della
maggioranza chiedendo loro di firmarla.
Sinora non l’hanno fatto. ■

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I fatti nostri | Politica
Il Pdl materano alla
ricerca dell’unità perduta
E di un’identità mai avuta…
[di Luigi Mazzoccoli]
MATERA - Si erano riuniti
l’ultima volta in assemblea lo
scorso 4 giugno. E li abbiamo
ritrovati nello stesso luogo di
allora qualche giorno fa. Giovedì
scorso infatti si è tenuta
all’Hotel San Domenico di Matera
l’assemblea del coordinamento
provinciale del Pdl materano.
Allora il partito aveva
appena incassato l’ennesima
batosta elettorale in città,
con il candidato sindaco Saverio
Acito che con il 14,6 %
non sfiorava neppure il ballottaggio
e la lista che si fermava
addirittura al 12,4%. Insomma
un Pdl che aveva fatto
il vuoto dentro e intorno a
sé. Lo stesso desolante vuoto
della sala del San Domenico
in quell’occasione: presenti
solo pochi dirigenti e militanti,
qualche consigliere comunale,
i giornalisti e pochi altri.
Stavolta invece la sala è gremita,
eppure al tavolo dei relatori
MEDIAVISIONI
Se il cinema
diventa "micro"
[di Alessandro Sessa]
26 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
ci sono sempre gli stessi: il segretario
regionale Cosimo Latronico,
il suo vice Giuseppe
Labriola, il coordinatore cittadino
Nicola Rocco, i consiglieri
regionali Romeo Sarra e Mario
Venezia ed ovviamente Nicola
Buccico, che non ricopre
più alcuna carica istituzionale
né ha ruoli nel partito, ma ne
è indiscutibilmente il capo carismatico.
Ha un’espressione
cupa l’ex sindaco, quasi sdegnata.
Ma è solo un’impressione:
Venezia gli passa un foglio,
lui per leggerlo sfodera gli occhiali,
che mai aveva indossato
prima in pubblico e che
sembrano rischiarargli non
solo la vista ma anche l’umore:
ora infatti sorride. “Siamo
da troppo tempo all’opposizione
in questa regione – attacca
intanto Latronico – ma noi
non ci accontentiamo di vivere
di rendita elettoralistica. Noi
stiamo dalla parte della gente e
Tra l’inizio e la prima
metà degli anni ’90 il
cinema italiano si trovò in
un contesto e in una fase
industriale in cui le sale
delle città erano strozzate
da un progressivo calo
degli incassi e da costi
infrastrutturali e di locazione
sempre meno sostenibili.
Le sale bingo prendevano
il posto di tanti cinema del
centro mentre scomparivano
definitivamente le piccole
sale di provincia. Nel
contempo si assisteva
alla nascita di un nuovo
modello fruitivo basato
sulla concentrazione degli
schermi nei mastodontici
multiplex collocati nelle
periferie e a ridosso dei grossi
centri commerciali. La sala
cinematografica perdeva
così, dopo circa un secolo,
il suo ruolo di accentratore
sociale della comunità.Dal
2006 qualcosa si muove
in direzione opposta, si
chiama Microcinema ed è un
consorzio tra distributori e
proprietari di sale che offrono,
Il senatore Cosimo Latronico (al centro),
segretario provinciale di Matera del Pdl
Nei giorni scorsi
in città
il coordinamento
provinciale
del partito
in un mercato sempre più
oligopolista e protezionista,
un’alternativa al cinema
delle grandi major.Il primo
passo che Microcinema
ha fatto è stato quello di
recuperare, ove possibile, le
sale abbandonate, secondo
la convinzione che esiste
un mondo del cinema nel
nostro paese che non è
fatto solo di grandi schermi
e grandi nomi, ma anche
di realtà importanti, di
diverse dimensioni, radicate
sul territorio, con una loro

siamo disposti a dare il nostro
contributo concreto alla maggioranza
di governo per risolvere
le questioni”. Ma intanto
“il partito è dormiente – accusa
Sarra, promotore dell’incontro
– occorre rimuovere la cenere
per far ardere di nuovo il fuoco
che cova sotto. Ma è necessario
rinnovare le cariche del
partito, solo così si promuoverà
nuovamente la partecipazione”.
In effetti “i dirigenti
sono stati nominati dall’alto,
la base ha sempre contato
poco”, conferma Labriola. Che
poi però devia su tematiche di
tradizione e con un proprio
successo e riconoscimento
sociale e culturale: dalla
piccola sala parrocchiale ai
cinema storici cittadini.Il
nuovo sistema si presenta
all’avanguardia anche sotto
il punto di vista tecnologico:
tutte le sale dispongono di
proiettore digitale, i film
sono fisicamente stoccati
nel datacenter centrale sito
a Torino il quale mette a
disposizione, on-demand,
una folta library di titoli che
possono essere ordinati e
attualità nazionale: “Fini faccia
il professore a casa sua: io
sono stato il primo a mandarlo
a quel paese, in tempi non
sospetti: successe a Nova Siri
qualche anno fa. Noi non volevamo
entrare nel Pdl, ma poi
ci convinsero in un incontro a
Roma nella sala Tatarella di
Montecitorio. Quello che ci ha
fatto Fini è grave: ha tradito
gli ideali che abbiamo coltivato
con passione e grandi sacrifici
sin da ragazzini. Ma attenzione,
se il Pdl ora si trasforma
nuovamente e solo in Forza
Italia, io non ci sto. La politica
del partito deve cambiare
e subito, soprattutto nella nostra
regione: non si può più attendere.
Noi avremmo già potuto
essere al governo in Lucania,
è solo colpa nostra se
non ci siamo riusciti”. Prende
poi la parola Venezia, che lascia
chiaramente intendere il
suo risentimento per il mancato
sostegno del partito nella
sua recente campagna contro
gli sprechi e per la trasparenza
nelle assunzioni in Regione:
“Sono stato in piazza a Matera,
Montescaglioso e Miglionico,
c’erano con me dei ragazzi
ma nessun dirigente”. Poi va
via, come già preannunciato,
per un impegno già preso da
tempo. Si perde così la risposta
che Buccico indirettamente
gli indirizza: “Le iniziative
vanno concordate e veicolate
attraverso il partito – dice infatti
- altrimenti sono destinate
a fallire. Il Pdl materano deve
ricevuti dalle sale che ne
fanno richiesta attraverso
un collegamento satellitare.
Il catalogo è curato in modo
tale da essere alternativo
alle proposte del mercato.
Microcinema offre finalmente
spazio a tante produzioni,
italiane e non, che avrebbero
poche possibilità di
poter essere distribuite e
mantenendo un occhio di
riguardo nei confronti del
cinema europeo. Una precisa
scelta nata dalla volontà di
dare visibilità a quelle opere
ripristinare il collegamento col
territorio e mantenerlo costantemente:
occorre un compromesso
virtuoso tra la tradizionale
strutturazione per sezioni
e i nuovi strumenti di comunicazione
e reclutamento. Possiamo
e dobbiamo riprendere
in mano le sorti di Matera –
continua – che ormai sta morendo
mentre nel Pd si consumano
gli ultimi fuochi di una
spietata lotta tribale. Noi dobbiamo
essere il cuneo che scardina
questo sistema perverso,
ma non possiamo attendere
le prossime elezioni, dobbiamo
essere presenti e aggressivi
sul territorio con azioni concrete
e immediate”. Poi attacca
Fini: “Ho condiviso in questi
mesi alcune sue prese di posizione,
ma è davvero inconcepibile
che promuova operazioni
come quella fatta in Sicilia
dove Fli ora sostiene il governatore
Lombardo insieme alle
sinistre”. Chiude così il suo
intervento e la sala si svuota
per una buona metà. Ma stavolta
l’accattivante eloquenza
dell’ex sindaco è quasi sembrato
accademica, comunque
priva della passione cui lui
aveva abituato le platee. Forse
è stanco o non ci crede più.
Del resto si ha netta l’impressione
di un partito profondamente
lacerato al suo interno,
nonostante (o forse per) la sua
scarsa consistenza elettorale.
E sempre in cerca di un’identità
che da queste parti non ha
mai avuto… ■
d’autore che, pur avendo
un proprio pubblico e una
propria nicchia di mercato,
sono spesso penalizzate dalle
regole e dai meccanismi della
distribuzione mainstream.
Forte delle sue 66 sale sparse
per il territorio italiano
(in Puglia ce ne sono 5:
Taranto, Mola, Santo Spirito,
Conversano e Lecce),
Microcinema cerca di imporre
un nuovo modello di business
in un settore atavicamente
in crisi, coprendo le falle
lasciate scoperte dal sistema
Politica | I fatti nostri
tradizionale attraverso una
programmazione alternativa
che, oltre alle evidenti
motivazioni di profitto
commerciale, possa restituire
un centro di socializzazione
alle comunità rimaste orfane
delle loro sale di proiezione.
Gli stessi antichi cinema di
provincia che coinvolgevano e
miscelavano tra loro tutti gli
strati della società cittadina,
che, almeno una volta alla
settimana, sceglievano di
vivere il rituale del cinema
a “dimensione umana”. «
| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
27

I fatti nostri | Politica
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28 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
Gianfranco Traetta
L’assessore Bergantino sui progetti in vista
del traguardo del 2019
«Matera capitale
europea della cultura?
Percorso difficile ma
non impossibile»
[di Nino Grilli]
MATERA - La città di Matera aspira
a diventare capitale europea della
cultura nel 2019. Si è inserita nel ristretto
lotto di pretendenti per questo
prestigioso titolo. Il Comune di
Matera, intanto, sembra aver risolto
le beghe interne alla maggioranza
che ne hanno ritardato l'entrata
a regime della nuova amministrazione
locale, legata essenzialmente
alla spartizione tra le varie anime
del centrosinistra desiderose,
ognuna per proprio conto, di ottenere
incarichi e "poltrone" nella gestione
politico-amministrativa della
città dei Sassi. Le diatribe interne
hanno in un certo qual modo penalizzato
gli intenti annunciati nell'occasione
della campagna elettorale
che ha portato al governo cittadino
il centrosinistra, pur tra non poche
difficoltà. Inoltre la città di Matera
si è vista costretta a pagare l'inconsistenza
della precedente amministrazione,
a guida del centrodestra
che, nel corso del suo mandato, durato
due anni e mezzo, non è stata
in grado di progettare alcunché per
Gianfranco Traetta
avviare un processo di crescita della
città. Ora le nuove speranze dei
cittadini materani sono affidate a
una nuova squadra di governo che,
nel frattempo, ha allungato per circa
altri sei mesi il periodo di inattività
del governo cittadino. Iniziative
di rilievo nulle, fossilizzate sulla nomina
contrastata, per motivi squisitamente
politici, del presidente
del consiglio comunale. Cornelio
Bergantino nell'ultimo rimpasto
della squadra di governo cittadino
ha avuto la delega al Turismo, promozione
turistica e marketing territoriale;
Piot; Università; cultura;
sistema culturale e museale; rapporti
con le associazioni culturali.
Appare scontato che cultura e turismo
siano legati tra loro. Come intende
il Comune perseguire l’ambito
traguardo nell’anno 2019?
L’amministrazione deve cercare
di perseguire gli obiettivi prefissati
utilizzando sinergie provenienti
dai diversi settori. Non si esclude
nemmeno il privato. Negli investimenti
di tipo culturale risiedono,→
(continua a pag.33)

Certificato n.ro 00205/107

Intervista al presidente di Fidindustria
Puglia, Vitopaolo Nitti
Vitopaolo Nitti
Prima di tutto spieghiamo cos’è Fidindustria.
E’ un consorzio di garanzia collettiva
fidi, tra le imprese industriali della
provincia di Bari. E’ nato con lo
scopo di favorire le piccole e medie
imprese nell’accesso al credito bancario
convenzionato e di fornire assistenza
nelle problematiche finanziarie.
Aiutiamo le aziende a consolidare
il debito attraverso un attento checkup.
Valutiamo insieme un piano di
rientro a medio-lungo termine e garantiamo
noi l’80% del finanziamento
concesso. Abbiamo 1.950 soci e un
monte garanzie prestate per 48 milioni,
con finanziamenti erogati per ol-
Fidindustria Puglia agevola l'accesso
al credito bancario delle
piccole e medie imprese associate
attraverso la prestazione di idonee
garanzie. Il confidi è risultato assegnatario
di contributi stanziati dalla
Regione Puglia per la dotazione di
fondi rischi diretti al rafforzamento
patrimoniale dei consorzi fidi pugliesi,
finalizzati alla concessione di
garanzie per operazioni di credito
attivate da PMI socie. (P.O. Fondo
europeo di sviluppo regionale
tre 100 milioni.
Avete limiti territoriali? Possono rivolgersi
a voi anche aziende di un’altra regione?
Non abbiamo alcun vincolo di territorio
e di settori produttivi anche se abbiamo
interesse a favorire lo sviluppo
e la crescita delle aziende pugliesi
e dei territori limitrofi in particolare
della vicina Basilicata.
Che ruolo ha avuto Fidindustria in questo
momento di crisi?
Un ruolo fondamentale, direi sociale
più che finanziario. Le banche hanno
scaricato buona parte del loro rischio
sui Confidi che sono stati decisivi
per tenere in vita molte aziende.
2007/2013 Asse VI Linea di intervento
6.1 - Azione 6.1.6)
Obiettivo dell'azione è promuovere
lo sviluppo delle PMI con sede
legale in Puglia e appartenenti ai
settori Industria, Commercio, Artigianato,
Turismo e Servizi nelle
operazioni di:
• Capitalizzazione aziendale;
• Riequilibrio finanziario;
• Investimenti in attivi materiali e
immateriali.

Certo, un ruolo importante lo devono
svolgere anche gli enti locali.
A proposito di enti locali. La Regione
Puglia è stata attenta?
Devo dire che è stata la prima in Italia
a stanziare fondi per i Confidi con
un bando che ha fatto scuola, perché
preso a modello anche da altre
Regioni. Bisogna però capire che non
si deve solo tamponare l’emergenza:
il sostegno dev’essere continuo e non
può essere interrotto nel tempo. Il nostro
è l’unico strumento in questo momento
in grado di conciliare le esigenze
delle banche e quelle delle imprese.
Solo in questo modo si può permettere
di superare la diffidenza degli investitori
istituzionali verso imprese
di piccole dimensioni e scarsamente
strutturate, ma con grandi idee e forti
prospettive di sviluppo.
Ci faccia l’esempio di un bando al quale
possono attingere le imprese in questo
momento.
La linea d’intervento 6.1, azione 6.1.6.
del Po Fesr Puglia 2007-2013: garantisce
finanziamenti alle imprese fino
ad un importo massimo di 1,5 milioni
di euro con garanzia fino all’80%
per capitalizzazione aziendale, riequilibrio
finanziario, investimenti in attivi
materiali e immateriali.
E un prodotto che presenterete a
breve?
Abbiamo raggiunto recentemente un
accordo con Deutsche Bank per liquidità
di cassa: finanziamo fino a
50mila euro con tasso fisso al 4% con
un notebook in omaggio all’azienda.
A Bari siete presenti nella sede di Confindustria
e avete una serie di altri uffici
sul territorio regionale. Ora avete scelto
anche Altamura, perché?
Perché questo è un territorio importante
dal punto di vista economico: la
Murgia, ma anche la vicina provincia
di Matera, rappresentano un’area interessante
per molti settori produttivi.
Per questo abbiamo deciso di firmare
questa convenzione con un importante
studio commerciale del dott. Giuseppe
Proggi di Altamura. Una professionista
preparato che saprà rispondere
alle richieste di molte aziende.
Lei è ogni giorno a contatto con il
mondo economico. La crisi è davvero passata?
Si intravede un barlume di luce ma la
situazione non è ancora tranquilla. ■
Giuseppe Proggi
Fidindustria Puglia
garantisce finanziamenti
alle imprese per un importo
massimo di 1.500.000 euro
(750.000 euro per le imprese
appartenenti al settore
dei trasporti) con
garanzie fino all'80% del
prestito concesso all'impresa.
Partire dal nulla e diventare, grazie alla
tenaciaeallaserietà,unprofessionista
apprezzato. Quando la gavetta paga. É
l’esempio di Giuseppe Proggi, giovane
commercialista altamurano, titolare
dello Studio Proggi srl. Una carriera
contrassegnata dal successo che lo ha
portato, in pochi anni, ad essere uno
tra i più qualificati ed esperti nel settore
fiscale e finanziario. Quando il lavoro
paziente e la formazione permanente
premiano e diventano opportunità di
crescita. Iscritto all’albo dei ragionieri
commercialisti e periti aziendali di Bari dal
2000. Per molti anni ha collaborato presso
uno studio di dottori commercialisti in
Altamura occupandosi in particolare di
consulenza fiscale, tributaria, finanziaria
e del lavoro. Responsabile fiscale per la
Confesercenti della provincia di Bari. Il
suo curriculum si è impreziosito di ulteriori
esperienze a partire dalle consulenze
e attestazioni SOA, per finire con la
nomina di referente del consorzio fidi
di Fidindustria che da qualche giorno
ha la sua sede in via Monterosa, 25.
Fidindustria Puglia nasce per agevolare
l’accesso al credito bancario delle piccole
e medie imprese associate attraverso
la prestazione di idonee garanzie. Una
boccata di ossigeno in un periodo in
cui l’economia locale e non deve fare
i conti con la crisi internazionale. «
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→ infatti, diverse opportunità in
grado di proporre e organizzare
eventi di grande interesse.
Il progetto del 2019 è senza dubbio
ambizioso, ma l’amministrazione
affronta questa impresa affidandosi a
quali risorse?
Risorse di tipo culturale non mancano
in questo contesto. Particolare
importanza riveste l'impegno
del mondo giovanile che propone
anche iniziative personali di approfondimento
professionale. Del resto
la città di Matera può contare
anzitutto sulla sua storia millenaria,
che induce a puntare su futuri
progetti in cui siano impegnate l’industria
culturale e quella editoriale
che fanno ben sperare per l’immediato
futuro.
Per entrare più nel concreto dei programmi
futuri, quali sono gli aspetti
determinanti per incentivare questo
tipo di progettualità?
Credo sia determinante chiamare
all'impegno coloro che desiderano
intervenire sui settori della produzione
classica, sull'agricoltura, sulle
fondazioni bancarie che desiderino
affrontare un impegno comune
e condiviso. L'Università è tra i soggetti
che condividono il progetto,
però c'è bisogno di rendere evidenti
gli investimenti ed il valore aggiunto
che vogliamo dare con l’aspira-
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zione a diventare capitale
europea della cultura
nel 2019.
Da questo discorso
non possiamo escludere
l'aspetto turistico
che punta molto sulla
presenza dei Sassi, patrimonio
mondiale
dell'umanità che, in fin
dei conti, sono il punto di attrazione
per questa città.
Bisogna dire che molto è stato fatto
negli ultimi tempi per migliorare
l’accoglienza, con la realizzazione
di nuove strutture anche di buon
livello che hanno ampliato la disponibilità
di posti. Sono sorti nuovi
hotel, bed & breakfast che consentono
di ospitare fino a circa tremila
persone, aumentando così le possibilità
per i turisti-visitatori di godere
dell’immenso scenario offerto
dagli antichi rioni materani.
Ma è sufficiente limitare gli interventi
solo nell'ambito del centro antico?
Come si ripercuote questo impegno
anche nell'economia complessiva
della città?
L’indotto prodotto con questi investimenti,
sul piano turistico, in fin
dei conti, in parte riesce a compensare
la crisi esistente nel settore
classico della produzione.
Una situazione che viene avvalo-
Cornelio Bergantino
Politica | I fatti nostri
rata anche dal passaparola
di un'accoglienza
di qualità che appare
del tutto migliorata.
E', insomma, un circolo
virtuoso che occorre
ampliare per consentire
di fare reddito
a chi risente della crisi
produttiva, magari
consentendo loro di riconvertire
le loro attività, in funzione della
nuove esigenze che provengono
dal territorio.
Quali sono gli strumenti che al momento
attuale, sul piano politico e sociale
possono contribuire ad elevare il
livello di investimenti nel settore culturale
e turistico?
Sono legati a un’operazione di
stretto rapporto con le opportunità
offerte dai Piot - Progetti integrati
dell’offerta turistica - che l’Ente
Regione mette a disposizione e l’Apt
-Azienda di promozione turistica -
per quanto riguarda il marketing.
La capacità di far conoscere questa
città nell'ambito del territorio è la
scommessa che stiamo affrontando
e i prossimi impegni che ci siamo
proposti renderanno ancor più
evidenti gli obiettivi che l'amministrazione
si è proposta di raggiungere
con questa nuova gestione politico-amministrativa
della città. ■
COSTRUZIONI E
IMPIANTISTICA
CIVILE E
INDUSTRIALE
| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
33

Gianfranco Traetta
I fatti nostri | Politica
GRAVINA - Il problema di questa
città è la politica che ti dice, come
fosse una cosa normale, “non approvare
quella pratica” o al contrario
“fai questo favore al mio amico”.
Per qualcuno le affermazioni appena
riportate sono chiacchiere da
bar dello sport, ma probabilmente
la questione cambia se tutti sapessero
che abbiamo riportato lo stralcio
di una conversazione tra due dirigenti
del Comune di Gravina. Per
fortuna all’ultimo consiglio comunale
la politica ha deciso di mettere
da parte i contrasti e i presunti
favori per risolvere in totale accordo
l’annosa questione delle Case Bian-
L’assessore
chiarisce le sue
competenze
Capone
accusa
Dibattista
si difende
[di Antonella Testini]
GRAVINA – Non è certo un
mistero che non scorra buon
sangue tra l’assessore allo
Sviluppo Economico Aldo
Dibattista e il presidente della
Confcommercio locale Michele
Capone. Pochi giorni fa Capone
34 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
è tornato all’attacco accusando
l’assessore di aver autorizzato
l’abbattimento di “ costosi
impianti pubblicitari arrecando
danni al sistema imprenditoriale
di decine di migliaia di euro
senza affrontare il problema
alla radice approvando il piano
degli impianti pubblicitari”.
Ovviamente non si è fatta
attendere la replica di
quest’ultimo che non ha perso
occasione per ricordare al
vecchio alleato di coalizione
che “sono io l’assessore” .
Dibattista, che pochi giorni fa è
stato vittima di un’aggressione,
alimentata a suo dire, dalle
continue critiche che molti
muovono contro di lui, dimostra
tutto il suo rammarico e sostiene
di essere vittima di un complotto
Via libera dal consiglio comunale. Debutta l’assessore
Ostuni, assenti i tre del Gruppo della Libertà
Case Bianche: sì alla
riperimetrazione
[di Antonella Testini]
che costruite da una società che,
nel frattempo, ha chiuso i battenti.
Su proposta dell’assessore Lorusso,
l’assise ha votato la proposta di
riperimetrazione dell’area dividendo
il comparto C3 in altre piccole
aree che eviterebbero così sia l’abbattimento
degli 84 appartamenti
come paventato qualche mese fa,
sia il pagamento di una ammenda
da parte del Comune. Durante
il dibattito tutti i consiglieri hanno
evitato di dilungarsi in inutili polemiche
sulla responsabilità politica
delle passate amministrazioni auspicando
tra l’altro di arrivare nel
più breve tempo possibile alla definizione
del nuovo piano regolatore
che dovrebbe sbloccare le nuove
aree di espansione, le così dette
C3, e offrire nuovi suoli da cementificare.
Delusione da parte di coloro che si
aspettavano un consiglio comunale
infuocato e che invece si è svolto
in un clima quasi clericale dove
l’unica stonatura è stata l’esagera-
preparato da Capone e da Gianni
Matera, candidato alle scorse
elezioni nelle liste di Gravina
Sviluppo, il movimento politico
creato dallo stesso Capone.
L’assessore sostiene che i due
si divertano ad ordire complotti
contro di lui: “Prima Gianni
Matera denuncia l’abusivismo
dei cartelloni pubblicitari e
chiede che vengano rimossi.
Una volta divelti, Capone
urla allo scandalo. Inoltre –
continua - mi chiedo come possa
rappresentare le istituzioni
una persona che giustifica
l’abusivismo come ha fatto in
questo caso Capone?” . Tuttavia
Dibattista sottolinea che forse
ci sono stati degli errori nella
tempestività dell’intervento
messo a punto dal vice sindaco e
ta euforia del presidente del consiglio
zittito solo da un perentorio
“presidente lei è proprio maleducato”
da parte del consigliere Valente
che invano cercava da alcuni
minuti di farsi ascoltare. In definitiva
un’adunanza accademica che
ha visto finalmente l’assessore Marilisa
Ostuni debuttare tra i banchi
della giunta ma ha anche registrato
l’insolita assenza dei tre consiglieri
del Gruppo della Libertà.
Un consiglio che era cominciato con
le accuse del consigliere Vendola:
aveva incolpato gli assessori di elargire
favori. Ovviamente nessuna risposta
dai banchi della maggioranza.
Infine l’intera assise ha espresso
attraverso le parole dei sindaco la
piena solidarietà all’assessore allo
sviluppo economico Aldo Dibattista
che pochi giorni fa è stato vittima di
un’aggressione da parte di un concittadino
che, non si capisce bene
per quali motivazioni, riteneva Dibattista
responsabile delle proprie
disavventure economiche. ■
dell’assessore ai Lavori Pubblici
e che probabilmente sarebbe
stato opportuno innanzitutto
regolamentare l’affissione della
cartellonistica pubblicitaria
per evitare inutili polemiche.
Insomma un confronto che
sembra essere il frutto di
vecchi rancori. Ma in nome
del “c’eravamo tanto amati”
Dibattista auspica che Capone
possa ricredersi e tornare a
collaborare con l’assessorato. «

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I fatti nostri | Politica
Dopo le intercettazioni sulla presunta richiesta di una tangente, la prova che
l’amministrazione non poteva non sapere
Discarica di Gravina: ecco i documenti
[di Antonella Testini]
Torniamo a occuparci della discarica
di Gravina. Nello scorso numero
avevamo illustrato le tappe salienti
del progetto Tradeco, dalla richiesta
del maggio 1996 inoltrata dal gruppo
Columella al Comune di Gravina, fino
al decreto n.215 del novembre 2001 con
il quale il commissario per l’emergenza
rifiuti,inottemperanzaalpianodigestione
approvato pochi mesi prima, dava il
definitivo via libera alla realizzazione della
discarica di rifiuti speciali, non pericolosi,
in contrada Grottamarallo. Nel decreto,
l’allora presidente della Regione Fitto,
pur sottolineando che “l’approvazione
dei progetti da parte del commissario
delegato sostituisce ad ogni effetto
pareri, autorizzazioni e concessioni degli
organi regionali, provinciali e comunali”
acquisisceagliattiancheiparerifavorevoli
delcomitatotecnicoprovinciale,dellaAslil
cui documento porta la firma di Francesco
Popolizio, padre dell’allora sindaco di
Altamura, oltre alla determinazione del
dirigentedelsettoreEcologiadellaRegione
nella quale si dichiara la compatibilità
ambientale per la realizzazione della
discarica.
Passano pochi giorni e ovviamente
la notizia rimbalza su tutti i giornali
creando incredulità e allarmismo tra i
cittadini gravinesi che immediatamente
si organizzano in un comitato, guidato
dalla Pro Loco e tra gli altri, dall’attuale
assessore comunale Aldo Dibattista, per
dire no alla discarica.
Come spesso accade, si fanno
immediatamente avanti anche i partiti
politici che affiancano il comitato nella
protesta ma la situazione appare da
subito poco chiara. L’amministrazione
in carica accusa la Regione ma
l’opposizione di centrodestra si scaglia
contro Barbi:“Sapeva tutto e ha taciuto
volutamente” accusandolo di non aver
appositamente convocato un consiglio
comunale in cui avrebbe immediatamente
postofineallaquestione.Vienedenunciata
anche l’esistenza di una nota del Comune
inviataallaRegione,conlaqualesiesprime
parere favorevole alla discarica. Intanto
il sindaco Barbi si difende scaricando
tutte le responsabilità sul commissario
36 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
La lettera di Mita
straordinario checonilsuo provvedimento
non avrebbe tenuto conto né dell’effettiva
necessità di questa discarica né tanto
meno dei rischi sulla salute dei cittadini
curandosi solo di tutelare “gli interessi
dell’imprenditore che ha messo a
disposizione anche una sua cava oramai
dismessa”.Inoltreilsindacoasuadiscolpa
ricorda che in una conferenza di servizi
del luglio 2000 avrebbe comunicato al
prefetto, allora delegato per l’emergenza
rifiuti, che la Regione, nel dare il via libera,
si sarebbe basata su pareri espressi da
due delibere di giunta comunale risalenti
all’85 e all’87 riguardo ad una discarica di
rifiuti solidi urbani e non di rifiuti speciali e
comunque in una zona differente da quella
del progetto Tradeco.
La polemica infiamma mentre la verità si
allontana con la sparizione del fascicolo
sulla discarica dagli uffici comunali, atti
che come dichiarò Barbi nel consiglio del
gennaio 2002 confermerebbero la totale
estraneitàdellagiuntasull’interafaccenda
e dimostrerebbero che l’istruttoria si
baserebbe su atti falsi e inesistenti.
Un mese dopo un nuovo consiglio
comunale delibera il definitivo e unanime
no alla discarica ma l’opposizione chiede
contestualmente le dimissioni del sindaco
quantomenoper“nonaversaputotutelare
gli interessi della città”.
Intanto, a seguito della denuncia del primo
cittadino,lamagistraturaapreunfascicolo
contro ignoti per indagare sulla sparizione
dei documenti ipotizzando i reati di falso
materiale e ideologico; ma i colpi di scena
non sono finiti. All’interno del partito dei
Ds si accendono vecchi veleni e il fuoco
amico mira dritto al sindaco prima con
le dichiarazioni di Sante Giordano, che
accusa maggioranza e opposizione di
essere stati sin dal principio a conoscenza
del progetto della discarica, poi con le
rivelazioni di Grazia D’Erario. Ed è proprio
durante un comizio dell’opposizione che la
consigliera regionale del partito di Barbi,
sale sul palco con documenti esclusivi e
accusa facendo nomi e cognomi. D’Erario
racconta di come l’allora assessore Giove,
il vice sindaco Calculli e lo stesso Barbi
avrebbero preparato il terreno per la
realizzazione della discarica in contrada
Grottamarallo. Il suo racconto si perde in
una serie di “sentito dire” a proposito di
una cena a casa di un noto imprenditore
gravinese cui avrebbero preso parte alcuni
esponenti della giunta e durante la quale
sarebbe stata promessa, o addirittura
elargita, una tangente. Insinuazioni a cui
fa eco anche Sante Stefanelli, all’epoca dei
fatti presidente del consiglio, che aveva
già denunciato una gestione allegra delle
cassecomunaliecheunavoltaerasbottato
La seduta di giunta

urlando al sindaco: “Stai amministrando
come un mafioso”. Accuse pesanti ma
difficilidasosteneredifrontealmagistrato
Roberto Rossi che dispose il sequestro
delle registrazioni con le dichiarazioni
della D’Erario e di tutti i documenti sulla
discarica dalla sede della Tradeco e dalle
società satellite, la Tradeco servizi, la Vi.Ri
s.r.l. e la Sud Espanso. Il sindaco Barbi
oramai posto sotto assedio si difese dal
palco: “Questa non è politica, è squallore”.
Fece votare la mozione di espulsione dai
Ds della “compagna di merenda di Mita”
come lui stesso la definì, dichiarandola tra
l’altro “instabile psicologicamente”.
Intanto fuori dalla polemica politica una
città intera si mobilitava e un serpentone
di 10mila cittadini sfilava per le strade
La delibera di giunta che diede parere favorevole
con un coro unanime: “ No alla discarica”.
L’imponente manifestazione costrinse
Fitto ad inviare un fax presso l’ufficio
comunale: “Qualora l’amministrazione
confermi l’erroneità della nota n.
18961 dell’agosto 1999, che si ribadisce
ha costituito uno degli elementi che
hanno concorso alla definizione della
procura di compatibilità ambientale, si
provvederà all’annullamento del decreto
commissariale”. Nella stessa mattinata
l’intera giunta Barbi revocava la nota
n. 18961 firmata da Onofrio Mita che nel
frattempo aveva rimpiazzato Calculli alla
carica di vice sindaco. Fitto, entro poche
ore, ritirava il decreto n.215 mettendo
la parola fine alla realizzazione della
discarica.
Politica | I fatti nostri
A noi attualmente è dato sapere che
quei documenti di cui Barbi aveva
denunciato la scomparsa non sono andati
completamente perduti e almeno quelli in
nostro possesso dimostrerebbero che il
sindaco aveva presieduto sia alla giunta
del 2 luglio 1996 con la quale si deliberava
“parere favorevole alla richiesta formulata
dalla Tradeco in merito alla localizzazione
di una discarica di rifiuti speciali” che
quella del 17 luglio seguente che revoca la
precedente. Inoltre nell’ottobre del 2000
Barbi sarebbe stato il destinatario di una
lettera regolarmente protocollata dagli
ufficicomunaliescrittadall’amministratore
della Tradeco Vincenzo Moramarco, che
ricordava al sindaco di inviare un parere
in merito al progetto “di cui avete avuto
contezza in sede di conferenza di servizi”.
Insomma secondo i documenti a nostra
diposizione il sindaco e l’intera giunta
erano perfettamente informati di quanto
stava accadendo.
All’epoca il sindaco aveva scaricato tutte
le colpe su Mita come confermato anche
recentemente dal consigliere Moretti in
un servizio di poche settimane fa ma ci
chiediamo: in nome di quale mandato
Mita aveva agito da solo e soprattutto
con quella nota quali interessi era stato
chiamato a difendere? «
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| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
37

I fatti nostri | Politica
Il sindaco Lillo nega il caso-Matera. Nel frattempo tutto sarebbe rientrato
Il giallo delle dimissioni
[di Vito Silletti]
SANTERAMO - La sonnolenta
vita politica santermana ha subìto
uno scossone dalle inattese
dimissioni dell’assessore Filomena
Matera, addetta alle Politiche
Sociali.
L’argomento non era nell’ordine
del giorno del 2 ottobre scorso ma
ha animato l’apertura dell’assise
comunale. Il consiglio ha avuto
inizio con un’ora ed un quarto
di ritardo e la presenza di soli
13 consiglieri su 21 (appena 3
di minoranza).
Il sindaco, giocando d’anticipo,
ha subito affrontato l’argomento
affermando che “non risultano
protocollate alcune dimissioni”.
E che il problema è stato ingigantito
dalla stampa e dai mezzi
di comunicazione, aggiungendo
che l’assessore godeva e gode
della sua totale fiducia e di quella
dell’intera maggioranza e che il
rapporto non è affatto incrinato.
Il primo cittadino infine ha concluso
che non c’è alcuna novità
e che ci sono tutti i margini per
il recupero.
Tra l’altro una frase in chiusura
della lettera di dimissioni faceva
intendere la non irrevocabilità:
38 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
“Spero che, con questa mia sofferta
decisione, lei con tutta l’amministrazione
riesca a trovare un
momento di giusta riflessione”.
Ed è infatti notizia dell’ultima ora
una probabile marcia indietro da
parte della Matera. Ma in cambio
di cosa? Anche su questo circolano
voci non proprio cristalline.
Sulle gravi inadempienze e irresponsabilitàdell’amministrazione
hanno insistito in consiglio a
turno i tre consiglieri di opposizione
chiedendo che il sindaco
esplicitasse quali fossero le mancanze
nelle quali era incorso. Il
sindaco ha tergiversato e non ha
risposto. Nel frattempo il caso dimissioni
diventava sempre più
un giallo: il protocollo era chiaramente
un alibi nel momento in
cui la Matera affermava di avere
consegnato la lettera direttamente
nelle mani di Lillo.
Il Pd locale ha visto in questo avvenimento
una delle comiche finali
dell’assessorato, perché la
Matera è seguita in due anni ad
altrettanti assessori: Giancarlo
Cardinale e Nicola Barberio. “La
Matera doveva essere la soluzione
al pessimo funzionamento dei
Servizi Sociali – dicono gli espo-
nenti di opposizione - era stata
scelta come figura tecnica e
pertanto non espressione collegata
a parti politiche. Dopo aver
smembrato l’ufficio, cambiando
il dirigente, disponendo dei dipendenti
comunali a suo piacimento,
con spirito ‘manageriale’,
scappa con la coda tra le gambe
motivando tale scelta con scuse
incomprensibili”. E si apprende
anche dell’allontanamento di un
dirigente che ha dato vita a un
contenzioso. Si parla di querele
e denunce tra assistenti sociali e
dipendenti, di contrasti e disordini
negli uffici comunali.
Viene rimproverato, poi, all’assessore
Matera l’aver introdotto
nuovi criteri di valutazione per
accedere all’assistenza sociale.
Criteri non accettati e contrastati
da una buona parte degli
utenti.
Al momento in cui scriviamo il
giallo resta. Ma una cosa è certa:
se l’assessore tornerà al suo
posto sarà stata accontentata in
qualche sua richiesta. E il sindaco
farebbe bene a spiegarlo ai
cittadini visto che la rappresentanza
delle opposizioni in aula è
stata così misera. ■

Grafica e concept Gianfranco Traetta
L'importanza di avere fondamenta solide
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70022 Altamura (Ba)
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via dei Fiordalisi km 0,800
70126 Modugno (Ba)

I fatti nostri | Sociale
In piazza Ascanio Persio a Matera
Ma i Vigili Urbani guardano e passano…
Un comodo parcheggio
tra pesce frutta e verdura
[di Luigi Mazzoccoli]
MATERA - È un luogo storico della
città, frequentato quotidianamente
da una ricca e variopinta umanità:
voci inconfondibili, odori tipici, colori
e suoni che creano tra le bancarelle
di frutta e verdura, ortaggi e
pesce un’atmosfera unica, familiare
…“la chiozz”, la piazza, come gli
anziani definiscono in dialetto l’area
mercato di Via Ascanio Persio. Che
tuttavia da qualche lustro è interessata
con cadenze più o meno regolari
a lavori di riqualificazione. O meglio,
riparazione…Gli ultimi risalgono
al maggio dello scorso anno. Ma
lo sono stati solo in ordine di tempo:
presto infatti ne potrebbero servire
altri. Allora fu interessata solo
la rampa d’accesso alla piazza, che
dovrebbe essere utilizzata esclusivamente
dai commercianti per le
operazioni di carico e scarico delle
merci. L’area era stata invece completamente
riqualificata nella seconda
metà degli anni ’90, ma solo
40 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
pochi anni dopo la pavimentazione
cominciava già a venir via: magari
il lavoro non era stato fatto “a regola
d’arte” e poi, soprattutto, dopo la
chiusura la vivacità di colori e suoni
e la fragranza degli odori lascia il posto
allo squallore delle lamiere e al
fetore degli scarichi: la piazza si trasforma
in un vero e proprio parcheggio
(nella foto). Del resto è ampio, in
pieno centro e nessuno si è mai sognato
di far rispettare il relativo divieto,
che è addirittura di circolazione!
Tanto poi ci pensa il Comune a
riparare i danni. Nel 2006 vengono
infatti stanziati altri 300mila euro e
la piazza viene rimessa a nuovo ancora
una volta: completamente rifatta
la pavimentazione e realizzati
i nuovi box del pesce dove prima
i poveri commercianti se la passavano
davvero male. Insomma, piazza
nuova ma…malcostume vecchio!
Quello dei cittadini incivili che continuano
con disinvoltura a passare,
ripassare, parcheggiare e…scassare;
e quello della Polizia Municipale,
i cui agenti spesso passano da quelle
parti e magari, costretti a tapparsi
il naso per non lasciarsi confondere
dagli odori che vi promanano,
per non sbagliare…si tappano anche
gli occhi! Che però tengono bene
aperti nella stessa Via Ascanio Persio
che costeggia la piazza e nelle
adiacenti Via La Vista, Via Torraca
e Via Cappelluti, dove invece imperversano
(giustamente, certo) senza
pietà. E intanto la piazza continua a
rompersi e le sue condizioni igienico-sanitarie
ad essere compromesse
dalla presenza ingombrante e inquinante
(e vietata, è bene ribadirlo)
delle macchine. A quando allora
il prossimo rattoppo, sempre ovviamente
con i soldi dei cittadini? E soprattutto,
quando si riuscirà finalmente
a far rispettare le regole, anche
solo le più elementari, in questa
città? ■

di
*
tesori
di
basilicata
*
tesori
Tesori
basilicata
basilicata * tesori di basilicata * tesori di basilicata * tesori
di Basilicata
di

I fatti nostri | Sociale
ALTAMURA - Se da un lato si cerca
di incrementare la sicurezza sulle
strade fuori dai centri urbani, talvolta
non ci si preoccupa abbastanza
di rendere più sicuro il traffico tra
le abitazioni, in città; si ha bisogno
di quella sicurezza più attiva in favore
di pedoni, di ciclisti. Spesso si
dimentica che la strada è uno spazio
sociale, prima che un percorso,
e il sistema per renderla più vivibile
è semplicemente quello di condurre
i veicoli a bassa velocità. Evidentemente
parecchi automobilisti
altamurani non hanno ancora colto
l’importanza della moderazione al
volante nelle aree cosiddette urbane.
C’è una strada che non pochi
guidatori hanno trasformato in una
sorta di circuito automobilistico di
rally perché la percorrono effettuando
pericolose sgommate.
Il luogo in questione si può raggiungere
imboccando via Zandonai
(e proseguendo per un breve tratto
di via Salvo D’Acquisto) dall’arteria
principale che è via Madonna della
Croce. Teatro della manifestazione
di stupidità al volante è il percorso
che parte da via Paolo VI e prosegue
su via Giovanni Paolo I; in pratica
sono le due strade che scorrono
lungo il lato posteriore della scuola
di primo grado “Madre Teresa di
Calcutta” (ex Minniti) e che giungono
a un incrocio su via Parisi, nei
pressi del Polivalente.
42 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
Strade urbane
o piste da rally?
[di Roberto Traetta]
Questo fenomeno si verifica perché
la strada è molto larga e in alcune
ore della giornata non è molto trafficata.
La segnalazione di queste bravate
ci è arrivata da alcuni cittadini
che risiedono in quella zona e che
spesso sono spettatori di questi episodi.
Purtroppo i residenti non gradiscono
certi spettacoli e sperano
che abbiano presto una conclusione.
Si pensa soprattutto alla sicurezza
di anziani e di bambini, ma anche
alla incolumità degli automobilisti
“tranquilli” che percorrono quel
tratto. Le sgommate folli avvengono
per lo più nelle ore serali, sul tardi:
gli spericolati automobilisti, quando
sono nel segmento più lungo del
“circuito automobilistico” (che è via
Paolo VI), spingono sui pedali, in un
gioco perverso di pigia-pigia tra frizione
e acceleratore, per poi svoltare
l’angolo a sinistra con una sterzata
secca (immettendosi quindi su
via Giovanni Paolo I) e finalmente
sgommare, facendo sbandare l’auto
Altamura e la viabilità: i cittadini
chiedono più sicurezza
Gianfranco Traetta
Scuola Madre Teresa
di Calcutta (ex Minniti)
in un piccolo testa-coda. Chi è alla
guida, sembra davvero incosciente
(questo è un eufemismo) e incurante
non solo dei pedoni che possono
transitare sul marciapiede, ma soprattutto
delle vetture che possono
sopraggiungere nel senso contrario
di marcia, rischiando così pericolose
collisioni. Ma le conseguenze non
si limitano solo a questo. Pare siano
stati tamponati veicoli parcheggiati
lungo il tragitto. E’ facile che durante
queste manovre qualche guidatore
perda il controllo dell’auto e
vada a schiantarsi su altre auto e
sui cancelli delle case. Addirittura
gli abitanti delle villette a schiera
di via Giovanni Paolo I sostengono
che qualche auto impazzita sia andata
a finire quasi nei loro giardini.
Ma qual è l’identikit di questo o di
questi guidatori senza paura? “Sono
perlopiù giovani, forse neo-patentati;
si tratta di ragazzi che stanno scoprendo
il piacere della guida spericolata
e che si divertono a maltrattare
le auto” – ha affermato un
abitante del quartiere. “Se fossero
adulti, sarebbe vergognoso; in ogni
caso, giovani o vecchi, il pericolo c’è
e le auto che rumoreggiano su questa
strada sono delle mine vaganti”
– ha tagliato corto una signora
aggiungendo che “se fossero adulti,
comunque non mi meraviglierei”.
“Questa estate il rumore delle ruote
sull’asfalto mi ha svegliato più volte
nel cuore delle notte nell’arco di
pochi giorni”- ci ha confidato un ragazzo
di 24 anni.
A questo punto, parte il refrain, la
solita domanda: che fare in questi
casi? Affrontare gli imbecilli per la
strada, fermarli e fargli capire che
stanno facendo un gioco dannoso
per sé e per gli altri? No, sarebbe una
perdita di tempo. E allora si chiede
a gran voce l’intervento di qualche
pattuglia di vigili urbani per sorvegliare
ogni tanto la zona. Anche questa
richiesta è una perdita di tempo?
Forse, ma almeno è un tentativo.
Tanto chiedere non costa nulla. ■

Comune
di Altamura

I fatti nostri | Sociale
La Asl assicura attenzione
per l’ospedale di Gravina
Stacca
scrive alla
Regione
ALTAMURA – Nei giorni
scorsi il sindaco di
Altamura, Mario Stacca, ha
trasmesso un telegramma
al direttore generale della
Asl di Bari, al presidente
della giunta regionale Nichi
Vendola e all’assessore
alla Salute Tommaso
Fiore in merito ai servizi
di assistenza domiciliare
(programmata o integrata)
e ai servizi erogati dal
presidio ospedaliero locale.
Il sindaco ha chiesto “un
incontro urgente” alla luce
“di carenze e disservizi e
carenze assistenziali di
base fra cui Adi-Adp non
più tollerabili ai danni
della popolazione oltre
ai gravi disagi da voi
conosciuti che si verificano
giornalmente presso il
presidio ospedaliero”. «
44 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
[di G.G.]
► Ospedale di Gravina.
Qualcosa si muove. Nei
giorni scorsi presso la sede
della Asl di Bari, si è tenuto
un incontro tra il direttore
generale della Asl Nicola
Pansini, il presidente
del comitato pro-ospedale
di Gravina, Franco Nacucchi,
e il consigliere comunale
Salvatore Buonamassa.
Il dottor Pansini,
preso atto dell’interruzione
dei vari servizi ambulatoriali
di Cardiologia,
Neurologia, etc. e delle varie
segnalazioni di gravi
disservizi, ha ritenuto opportuno
porre alcuni elementi
di chiarezza:
1. per le prestazioni
specialistiche di Neurologia,
precedentemente assicurate
a Gravina dalla
dottoressa Raguso, l’Asl
aveva già adottato i formali
provvedimenti per il conferimento
di incarico con
due specialisti, dei quali
uno per il Comune di Altamura
e l’altro per quello
di Gravina, che sarebbe
afferito alle competenze
distrettuali della dirigente
dottoressa Lucia Laddaga
Pansini, Nacucchi e Buonamassa
e sarebbe stato allocato
nella struttura dell’attuale
presidio ospedaliero.
Tale incarico, conferito
per 10 ore settimanali,
avrebbe avuto decorrenza
dal 02.08.2010, in applicazione
della delibera
n.1458 del 28.7 u.s. Purtroppo
lo specialista incaricato
non ha preso servizio
e si è dimesso. Sono
già in essere le procedure
per il conferimento dell’incarico
ad un altro specialista.
L’incarico rappresenta
un potenziamento
dell’esistente, atteso che
presso il Poliambulatorio
distrettuale è presente e
operativo da anni un ambulatorio
di Neurologia
per 14 ore settimanali. Il
potenziamento che si sta
predisponendo è frutto
della sensibilità e dell’attenzione
alle problematiche
dei cittadini da parte
della Asl.
2. Con riferimento alle
prestazioni di Cardiologia
non è condivisibile l’affermazione
di “soluzione
pasticciata” atteso che lo
specialista territoriale, at-
tualmente presente, è persona
professionalmente
qualificata, con esperienza
pluriennale . Ricopre
un incarico per 38 ore
settimanali, assicurando
la presenza tutte le mattine
e due pomeriggi. Al
fine di organizzare il servizio
e non creare disagi
all’utenza deve necessariamente,
come è stato
fatto, essere fatta una pianificazione
e programmazione
delle attività commisurate
alle ore di servizio
ed alle prestazioni erogate.
Nondimeno lo specialista
assicura le consulenze
presso il reparto di Medicina
e interviene, pur non
rientrando tra i suoi compiti,
presso il Pronto Soccorso,
per eventuali urgenze,
in attesa che arrivi
lo specialista reperibile da
Altamura.
Il presidente Nacucchi ha
ribadito al dottor Pansini
che presso l’ospedale di
Gravina a fine luglio 2010
i vari servizi ambulatoriali
funzionavano nel migliore
dei modi, la Cardiologia
con la dottoressa Fortunato,
la Neurologia con la
dottoressa Raguso, l’Ostetricia
con il dottor Laddaga
e altri servizi che sono stati
trasferiti presso la sede
ospedaliera di Altamura.
“Si auspica un impegno
– spiega Nacucchi - da
parte dei vari responsabili
della Asl a non trascurare
i servizi ospedalieri previsti
a Gravina, confidando
quanto prima nell’apertura
del nuovo ospedale della
Murgia che si spera, fra
l’altro, che venga intitolato
a Papa Benedetto XIII
e non a qualche politico”.
Buonamassa si è impegnato
a organizzare con il
sindaco di Gravina Divella
un gruppo di lavoro per
seguire con continuità e
con la massima attenzione
i problemi della sanità
gravinese, sia per la risoluzione
dei vari disservizi
che per l’apertura del
nuovo ospedale. ■

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I fatti nostri | Sociale
I disagi della stazione di Ferrandina Scalo, passaggio obbligato verso la capitale
Non aprite quei bagni…
[di Giuseppe Balena]
FERRANDINA - “Non aprite quei bagni”
non è il titolo del remake parodia
di un famoso film horror. Non è
finzione cinematografica, purtroppo
è la realtà. E’ la triste realtà che vivono
quotidianamente i viaggiatori
che passano per la stazione ferroviaria
di Ferrandina Scalo in provincia
di Matera. Nell’hinterland materano,
infatti, la stazione di Ferrandina
insieme con quella di Metaponto
rappresentano punti di passaggio
obbligati per i viaggiatori della zona
diretti per esempio verso la capitale.
Lo scalo ferroviario di Ferrandina
è il punto d’accesso più vicino per
un materano che volesse utilizzare
il treno per le medie e lunghe percorrenze
dato che la città dei Sassi
è l’unico capoluogo di provincia senza
una stazione delle Ferrovie dello
Stato. Matera, infatti, non ha il binario
a scartamento ordinario, ma
solo quello a scartamento ridotto
che conduce a Bari. Uno snodo importante,
quindi, per le persone in
arrivo e in partenza, anche se la riduzione
dei treni in transito ha concentrato
la presenza dei viaggiatori
solo ed esclusivamente in certe fasce
46 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
orarie. Di sera, in particolare, quando
non passano i treni la location,
per restare nella termologia cinematografica,
non è delle migliori. Soprattutto
d’inverno sembra di stare
su un set cinematografico da film
dell’orrore. La stazione è in aperta
campagna, distante dal centro abitato.
Alcune zone dello scalo sono
al buio. Che succede se all’improvviso
un viaggiatore avesse la necessità
di espletare un impellente bisogno
fisiologico? In un qualsiasi film
che si rispetti, sia esso del genere
horror o comico, una stazione, anche
la più sperduta, è dotata di bagni
pubblici. La realtà cinematografica
è un conto, la realtà è ben altra
cosa. La realtà certe volte supera la
finzione, anche se dovrebbe essere
il contrario. In verità i bagni pubblici
ci sono e dall’esterno sembrano
pure nuovi dato che sono stati rifatti
in occasione della recente risistemazione
dello scalo. Peccato che siano
ermeticamente chiusi. Niente bisogni
impellenti, dunque, altrimenti
per i viaggiatori in transito dalla stazione
di Ferrandina non resta che
accomodarsi nella vicina macchia.
L’unica nota positiva è la presenza
da qualche anno di un gruppo di giovani
di una cooperativa ferrandinese
che gestisce il bar e la biglietteria
della stazione. L’unico punto di riferimento
per i viaggiatori. Più volte
nel corso di questi mesi la cooperativa
ha fatto richiesta alla direzione
delle Ferrovie dello Stato per
la gestione dei bagni esistenti senza
ulteriori costi aggiuntivi. Quello
dei servizi igienici, però, non è l’unico
problema. Quando piove, infatti,
il piazzale antistante la stazione
si allaga sistematicamente. Anche
questo fa parte della location. Questi
problemi diventerebbero non di
poco conto se lo scalo ferroviario fosse
finalmente collegato, dopo anni
d’attesa, al tratto di ferrovia realizzato
tra Matera e Ferrandina, mai
entrato in esercizio, esattamente
come la stazione che sorge in contrada
La Martella a Matera. Consultando
l’elenco telefonico si scopre
poi che la stazione di Ferrandina
non è presente. Nessun numero
di telefono. Allora il dubbio che sia
effettivamente un set cinematografico
permanente viene veramente. ■

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I fatti nostri | Sociale
Il “De Nora” di Altamura vince il premio “Cultura Giovani Europei 2010”
La cultura scolastica incontra quella
alimentare
[di Roberta Calò]
► La sesta edizione del concorso
internazionale Food4U si è conclusa
anche quest’anno annoverando
tra i suoi vincitori l’istituto
di istruzione secondaria superiore
“Michele De Nora” di Altamura
il quale si è aggiudicato il
premio “Cultura Giovani Europei
2010”. Il presidente della Provincia
di Bari Francesco Schittulli
ha incontrato i finalisti presso il
palazzo dell’ente.
Il concorso ha coinvolto scuole di
ben sedici paesi della Comunità
Europea ponendosi come obiettivo
la valorizzazione del cibo buono
e sano. Un’esperienza fondamentale
in tempi come quelli
correnti in cui aumenta giornalmente
il tasso di obesità soprattutto
tra i più giovani. L’iniziativa
ha offerto a una rappresentanza
di ragazzi delle scuole aderenti
la possibilità di confrontarsi con
cucine, abitudini, usi e costumi
diversi dai propri, ampliando i
loro orizzonti sociali e culturali.
La partecipazione al concorso
prevedeva la messa in opera di
uno spot corredato di storyboard
e backstage avente come oggetto,
appunto, la corretta alimen-
48 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
tazione.
I ragazzi dell’istituto di Altamura
hanno fornito il loro contributo
con uno spot intitolato “The
weight of food”; il video, girato
in un supermercato, ha coinvolto
studenti, anche diversamente
abili, dai 16 ai 19 anni di varie
classi.
In occasione dell’incontro con
il presidente Schittulli i ragazzi
hanno manifestato tutto il loro
entusiasmo nello sperimentare
forme di apprendimento e di crescita
diverse dalle standardizzate
lezioni in aula. Infatti, hanno alternato
convention con studenti
stranieri a giornate di grande impegno,
con spostamenti in aereo
e momenti di goliardia. Tali circostanze
hanno peraltro favorito
la crescita, per gli studenti, di un
rapporto più umano e più scambievolmente
ricettivo con il corpo
docenti spogliatosi delle tradizionali
e canoniche vesti istituzionali.
Lo stesso preside dell’Istituto,
Giuseppe Achille, ha manifestato
il suo pieno compiacimento circa
i risultati umani e scolastici raggiunti
in modo così piacevolmen-
te inaspettato.
Che ruolo hanno queste iniziative
nella crescita degli studenti?
Importante perché li mettono a
confronto con una realtà giovanile
che non è solo quella italiana.
Per esempio quando sono tornati
mi hanno detto “preside abbiamo
capito che l’inglese ci serve”.
Già questo è un successo.
Questa esperienza è servita ad
avvicinare ragazzi e professori in un
rapporto extrascolastico?
Certamente, questa iniziative o
iniziative simili, servono anche
a questo.
Quanto è importante il buon cibo
per i ragazzi di oggi?
Importantissimo. Bisogna educarli
alla dieta mediterranea. Abbiamo
avuto perfino il riconoscimento
dell’Unesco come bene immateriale
dell’umanità.
Il presidente Schittulli, affiancato
da quello della Provincia
dell’Aquila e da altri rappresentanti
politici locali, ha consegnato
al preside dell’Istituto De Nora
e ai professori presenti attestati
e riconoscimenti. Rivolgendosi
ai ragazzi, invece, ha dichiara-

to: “Mi dovete perdonare se non
ho approfondito le vostre capacità
perché le cose positive, le cose
belle bisogna farle emergere; per
me questa notizia è stato motivo
di grande orgoglio”. Il presidente
ha approfittato dell’occasione
per comunicare che è stata appaltata
la costruzione della nuova
scuola ad Altamura e che entro
24 mesi gli studenti potranno
trasferirsi nelle nuove aule.
Ha inoltre anticipato l’intenzione
futura di promuovere altre ini-
Intervista
al nuovo
responsabile
locale, il
professor
Montemurno
ALTAMURA - A circa due
anni di distanza dalla
sua chiusura riapre ad
Altamura l’Ant (Associazione
nazionale tumori)
con una veste rinnovata
e nuovi volontari e collaboratori.
La fondazione, avente la
sede principale a Bologna,
è operativa dal 1978
ed è la sola che, affrontando
le esigenze fisiche
e morali dei sofferenti di
tumore, si propone di assicurare
assistenza presso
l’abitazione degli stessi
accanto ai loro familiari.
Oggi inoltre sono attivi
importanti progetti di prevenzione,
formazione, ricerca.
L’Odo, ospedale
domiciliare oncologico,
assicura prestazioni allo
stesso livello di quelle di
un reparto ospedaliero
tradizionale. Inoltre, tra le
ultime novità, la fondazione
ha aperto in molte città
negozi della solidarietà
detti “cantucci” presso
i quali é possibile effettuare
shopping solidale.
Abbiamo incontrato il
professor Renzo Montemurno,
scrittore ed ex
docente di sociologia giuridica
presso la Lum, de-
legato del gruppo Ant di
Altamura.
Come è nata l’idea di ricostituire
questa associazione?
Un giorno ho ricevuto una
telefonata da parte di un
amico il quale mi ha portato
a conoscenza della
necessità di avere un
delegato che prendesse a
cuore questo gruppo poiché
il precedente aveva
consegnato le dimissioni.
Purtroppo è da due
anni che Altamura, paese
ormai in crescita, non
ha una delegazione Ant.
Molta gente ha chiamato
Bari perché aveva bisogno.
Motivo in più per
accettare.
Perché Ant?
Perché mandiamo medici
e infermieri a casa
dell’ammalato terminale
e lo aiutiamo medicalmente
e spiritualmente.
L’aiuto è fornito anche nei
confronti dei familiari ad
alcuni psicologi. Il medico
ha anche la cura di un
territorio più ampio che
comprende oltre Altamura,
Santeramo e Gravina.
Cosa si propone di fare
l’Ant di Altamura?
Il gruppo è formato pres-
Sociale | I fatti nostri
Una nuova Ant ad Altamura
[di Gianni Scalera]
ziative per i giovani: al momento
c’è in cantiere una mostra avente
come tema centrale la vita di
Anna Frank che verrà illustrata
da una docente olandese affinché
questo sia un “segno d’arricchimento
culturale e di uguaglianza”,
ha concluso Schittulli.
L’incontro si è chiuso con il taglio
di una torta preparata da Angelo
Acquaviva, professore di servizi e
pratiche operative di cucina, con
ingredienti rigorosamente genuini
e locali. ■
soché da volontari oltre
che da specialisti. I primi
si occupano di trovare
fondi. Il denaro raccolto
servirà poi a pagare
medici e infermieri che
sono gli unici a percepire
compensi. Ciascun medico
dovrebbe percepire circa
50mila euro all’anno.
Quest’anno c’è stato il
5xmille, particolarmente
generoso. Inoltre è partita
la campagna di prevenzione
come quella riguardante
il tumore al seno
attraverso un bus che, girando
per l’Italia, concede
la possibilità di effettuare
test con a bordo i macchinari
necessari. Riteniamo
che a breve farà sosta anche
in città.
In quanti siete attualmente?
Una decina tra volontari
e specialisti. Ma ne cerchiano
sempre di nuovi.
Ci incontriamo una volta
ogni 15 giorni in modo informale
per discutere con
chiunque voglia darci un
sostegno e decidere sul
da farsi. Per sostenere il
mese della prevenzione la
delegazione Ant sosterrà
l’iniziativa della vendita di
ciclamini porta a porta. ■
| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
49

I fatti nostri | Ambiente
Fotovoltaico: nuovo conto energia
stessa convenienza
Il Ceo di Saem
Francesco Maggi
«Il provvedimento
è migliore di quanto
ci aspettassimo»
50 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
[di Vito Lapolla]
► L’energia dal sole continua
a essere un business in espansione
anche dopo le nuove regole
che stanno disciplinando il
settore in seguito al boom degli
ultimi anni. E’ diventato infatti
realtà il nuovo conto energia: lo
schema entrerà in vigore il primo
gennaio 2011 sino a tutto il 2013
e regolerà gli incentivi al fotovoltaico
per gli impianti entrati in
attività in quel triennio.
Accolto favorevolmente dalle associazioni
del settore, lo schema
conferma una tariffa incentivante
fissa e garantita per 20 anni
sull’energia prodotta a partire
dall’entrata in esercizio dell’impianto,
anche se prevede una riduzione
delle tariffe. Diminuiranno,
infatti, del 18% per gli
impianti entrati in esercizio nel
2011 (con una gradualità del 6%
ogni quadrimestre) e per quelli
che entreranno in esercizio nel
2012 e nel 2013 saranno poi ridotte
ulteriormente del 6% ogni
anno.
L’obiettivo è quello di superare la
logica degli incentivi per un investimento
che resta comunque
conveniente anche per impianti
di piccole taglie. Infatti, anche se
l’incentivo sarà minore, negli ultimi
tempi si sono notevolmente
ridotti i prezzi di messa in opera
degli stessi impianti. Quindi
la convenienza resta, anche perché
resta intatta la possibilità di
vendere completamente l’energia
prodotta o utilizzarla per il consumo
interno sia in caso di prodotti
domestici che industriali.
“Il nuovo conto energia è migliore
di quanto ci aspettassimo e di
quanto si vociferava alla vigilia
– spiega il Ceo dell’azienda altamurana
Saem Francesco Maggi
- l’idea di ridurre gradualmente
le tariffe ogni quattro mesi è sicuramente
positiva anche se sarebbe
stata migliore una riduzione
semestrale. Tale decurtazione
permetterà di ridurre eventuali
contraccolpi. In ottica dello sviluppo
aziendale e della programmazione
dei lavori, queste tariffe
rendono ancora conveniente realizzare
un impianto fotovoltaico
considerata la riduzione dei
costi della realizzazione dell’impianto
stesso”.
Certo, c’è comunque la necessità
che l’installazione venga fatta da
tecnici preparati che consegnino
il cosiddetto impianto ‘chiavi in
mano’. E’ il metodo utilizzato proprio
dalla Saem, azienda leader
nel Sud Italia, che segue il cliente
sin dall’avvio dell’iter burocratico
per arrivare alla posa in opera
dei pannelli. Una garanzia di
risparmio ed efficienza. ■

► Un delitto senza un apparente
movente. Un ragazzo in
cella da più di un anno con
l’accusa terribile di aver ucciso
un uomo. Del resto quel corpo
senza vita era stato trovato nella
sua casa di campagna e tracce
di sangue della vittima nella sua
auto.
Ma tutto è ancora da dimostrare.
E’ cominciato il 30 settembre
scorso davanti ai giudici della
Corte d’Assise di Bari (presidente
Clelia Galantino) il processo
di primo grado per l’omicidio di
Salvatore Zizzari, il 74enne ucciso
il 6 luglio 2009 nelle campagne
alla periferia di Altamura.
In aula l’unico imputato, l’autotrasportatore
26enne Donato
Squicciarino, accusato di omici-
Cronaca | I fatti nostri
Il 74enne ucciso nelle campagne di Altamura
Processo Zizzari al via
[di Isabella Maselli]
dio volontario con l’aggravante
della crudeltà. La vittima fu trovata
con il cranio fracassato da
una mazza da baseball compatibile,
secondo il medico legale che
effettuò l’autopsia, con le lesioni
rinvenute sul cadavere. Secondo
la ricostruzione degli investigatori
Zizzari sarebbe stato ucciso
in un luogo diverso dal ritrovamento
e portato sul posto con
l’auto del 26enne, nella quale furono
trovate tracce di sangue riconducibili
alla vittima.
Ci sarebbero inoltre negli atti
d’indagine a carico dell’imputato
alcune intercettazioni telefoniche
in cui il ragazzo chiede di
cancellare tracce pericolose, in
particolare una macchina fotografica.
Nella prossima udienza
del 2 novembre sarà chiamato
a testimoniare il 29enne Paolo
Carlucci, imputato per favoreggiamento
personale nell’omicidio
ma a processo con rito ab-
Salvatore Michele Zizzari
breviato. Parti civili nel procedimento
i figli e la moglie della
vittima. In apertura d’udienza
i difensori dell’imputato, gli avvocati
Iannone e Aliani, hanno
presentato una prima eccezione,
rigettata dalla Corte, sull’invalidità
del giudizio immediato,
ritenendo che fosse stato chiesto
oltre il termine di 180 giorni
previsto dal codice di procedura
penale. ■
Ma per l’inchiesta del 2006 Columella
è stato assolto…
ALTAMURA - E’ certamente una
deformazione professionale di noi
giornalisti quella che ci spinge a
fare titoli a intera pagina quando
qualcuno viene indagato per qualunque
reato e a relegare in uno
spazio dieci volte inferiore l’eventuale
assoluzione dello stesso. Ma
si sa, a volte si viene tentati dal tentativo
di vendere qualche copia in
più e il titolone sparato in copertina
spesso raggiunge questo obiettivo.
Tuttavia è una logica sbagliata
che non ci appartiene. Per
questo vogliamo chiarire alcuni
passaggi di un articolo pubblicato
recentemente dal nostro giornale
e da altri organi d’informazione.
Parliamo della condanna pecuniaria
(la pena è stata sospesa) per
una vecchia vicenda di lottizzazioni
abusive ad Altamura del patron
della Tradeco Carlo Dante Columella.
Nel nostro articolo, come in
altri dello stesso tenore, si ricordava
l’arresto avvenuto nel 2006,
con imputazioni ben più gravi, dello
stesso Columella (relative alla
gestione della discarica di Canosa).
A onor di cronaca dobbiamo
però precisare che l’imprenditore,
circa due anni fa, è stato completamente
assolto da tali imputazioni,
insieme ad altri amministratori e
tecnici della società, perché il fatto
non sussiste e per non aver commesso
il fatto. La precisazione ci
giunge dalla stessa società Tradeco.
E’ un chiarimento importante
che dovevamo fare per non omologarci
a certa informazione distratta
a pretestuosa. ■
| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
51

Le lotte agrarie di mezzo secolo fa
[di Rocco Zagaria]
MATERA - Il volume di
narrativa “Un bicchierino
di chartreuse verte” (pubblicato
da Albatros Il Filo-
Roma) è assai stimolante:
contribuisce a offrire una
cognizione illuminante della
realtà umana e sociale
dei paeselli lucani di circa
mezzo secolo fa. Quel periodo
è affrescato con pennellate
possibili solo a chi
l’ha vissuto in prima persona,
come l’autore Domenico
Sciandivasci, che ne ha
sperimentato i problemi e
i sogni, le speranze e i disagi.
La comunità rappresentata
quella di Ferrandina,
uno dei centri “delle
lotte che sfociarono nell’occupazione
delle terre dei
grandi latifondisti agricoli,
lotte costellate di sangue e
morti” e “spinsero lo Stato
all’approvazione della legge
stralcio di riforma agraria
che si pensava dovesse
risolvere i tanti problemi
del mondo agricolo del Meridione
del Paese”. Di fatto
la disoccupazione e la povertà
furono solo in modesta
parte alleviate e “il vuoto
e la noia restarono compagni
di viaggio per tanti
giovani durante le lunghe
passeggiate quotidiane”. In
Domenico Sciandivasci, “Un bicchierino
di chartreuse verte”
alternativa trascorrevano
il tempo giocando a carte
(specializzati nel terziglio,
di cui Sciandivasci è maestro)
e chiacchierando di
ragazze adocchiate. In siffatte
condizioni era difficile
sfuggire ad una concezione
fatalisticamente scetticheggiante
della vita in
genere e dell’amore in specie.
“L’amore non esiste:
il rapporto tra un uomo e
una donna è semplicemente
attrazione fisica”. Queste
parole sono messe in bocca
al protagonista del libro,
Vito che, come l’ha icasticamente
raffigurato l’insigne
pubblicista Rosalba
Demetrio nella sua magistrale
presentazione del libro
di fronte ad un uditorio
qualificato (presente, tra
gli altri, il vicepresidente del
consiglio regionale Antonio
Visceglia) “appare un giovane
bello, aitante, intelligente,
curioso, coinvolgente,
dinamico, per certi versi
trasgressivo…di brande capacità
deduttive”. I genitori
di Vito cercarono di procurargli
un futuro di laureato,
ma lui interruppe gli studi
per seguire una vicenda
amorosa. Tuttavia applicò
le sue brillanti qualità nel
potenziare e modernizzare
l’industria olearia paterna,
finché la morte lo colse
prematuramente. Vito
simboleggia tanta gioventù
lucana tipica dei paeselli
dell’interno. Sciandivasci
ne descrive atti e pensieri a
tutto tondo, trasfondendo
nella narrazione anche le
sue note doti di pittore e di
scultore. Come ha rilevato
giustamente la Demetrio,
“molti sono i temi presenti
nel testo: amore, amicizia,
lavoro, conflitto di classe. Il
registro stilistico è sempre
attento, una scrittura fluida
ed elegante, una notevole
capacità descrittiva di
ambienti ed emozioni, con
efficace intreccio di realtà
sociale e mondo interiore”.
Non di rado poi l’esposizione
attinge l’afflato della poesia,
come quando, ad esem-
Cultura e spettacoli
pio, descrive il lido di Metaponto
di allora “splendido
per le suggestioni antiche
della Magna Grecia, dove il
tempo sembra rallentare il
suo inesorabile incedere”.
Ma forse l’estro dell’autore
dà sprizzate particolarmente
fascinose nel porre
l’attenzione sugli occhi dei
soggetti narrati: ora accesi
e febbrili, ora brillanti di
lucida frenesia, ora bagnati
e sognanti, ora roteanti,
ora donanti sguardi intensi
e profondi. Per i temi affrontati
Sciandivasci può
ritenersi un erede del verismo
(resta legato al Verga
peculiarmente nel modo
di rappresentare la tragedia
del vaccaio Giuà), ma per
le caratteristiche stilistiche
se ne distacca assumendo
una prosa originale e spesso
avvincente. È vivamente
auspicabile quindi che
Sciandivasci offra altri frutti
letterari del suo ingegno,
reso nobile de una precedente
benemerita attività di
educatore e dirigente scolastico,
arricchito da notevoli
esperienze politiche, mantenuto
ora vitale e fecondo
dall’impegno nelle creazioni
di arte figurative. ■
| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
53

Cultura e spettacoli
Lucanino e la sua “pittura senza tempo”
Tra messaggi e valori universali
[di Carmine Grillo]
► Se è vero che “il futuro
appartiene a quelli che credono
nella bellezza dei sogni”,
altrettanto l’arte del
Lucanino lascia sognare.
E, soprattutto, contemplare
il bello. Ammirare
un figurativo pregno di
segni e “camminare” con
l’arte. In un viaggio pittorico
tra testimonianze
visive, sentimenti, colori
che (per qualche critico)
sembrano sgorgare direttamente
dalle vene del
pittore, unicità matericocromatica
propria dell’artista.
Il Lucanino, Antonio
Zambrella classe ‘34,
nativo di Bernalda (Matera),
vive ed opera da ol-
54 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
tre cinquant’anni a Bologna
con lo studio in via
San Felice. Dinamismo, è
la parola d’ordine di questo
maestro apprezzato
dal pubblico e dai critici
anche d’Oltralpe… e d’oltreoceano.
E’ prossima,
tra l’altro, la sua presenza
espositiva ad una rassegna
d’arte a Parigi. Il Lucanino
non dimentica la
terra d’origine, la Lucania:
toponimo, parte integrante
del nome d’arte assegnatogli
dagli estimatori
sin dai primissimi tempi
del suo approdo a Bologna.
La sua è una “pittura
senza tempo”, i caldi colori
del Sud, la semplicità
delle ‘essenze’ della pro-
pria terra, l’espressività
tutta mediterranea, il sud
di un Sud (che appartiene
a tutti) è tutto un intreccio
di vitalità di cromie.
E’ propriamente “Movimento
di colori” nel tempo
e nello spazio dell’artista.
E del suo pensiero creativo.
E del suo genuino essere
di uomo. E della sua
arte - olio e tecnica mista
su tele, carta e supporti
vari - che volge sempre
verso l’orizzonte della
positività. Con messaggi
e valori universali. In un
continuum di operatività
che vede il pittore e
scultore Lucanino, anche
durante un momento
di tranquillità nella sua
Bernalda, riportare qualche
segno grafico su un
libretto artistico. E’ propriamente
“il riposo del…
pittore” della Magna Grecia
forte di un estro coronato
dalla personalissima
tavolozza caratterizzata,
nel lungo percorso espositivo,
dai vari periodi cromatici.
Dal verde al rosso
al blu… Le raffigurazioni
delle tele parlano a tutti
e donano un senso di serenità,
dolce riflessione,
scampoli di amarcord con
“Frammenti” della terra
natìa in cui ognuno si ritrova
e si specchia. Come
pure forti sono gli elementi
della natura, della
storia e della mitologia
greca: terra mare e cielo
del sud e varie espressioni
della vita quotidiana. Con
un occhio ai paesaggi ric-
chi dei tanti segni autoctoni,
ai ritratti, ai sentimenti
umani. Ed ai volti
ed alle espressioni al femminile.
Figure pudiche,
nel contempo sensuali e
di efficace comunicazione
visiva. A volte v’è la percezione
di una bellezza
surreale. Lucanino riesce
a leggere e, soprattutto,
a fare leggere all’osservatore
una realtà pittorica
ove la stessa luminosità
del dipinto presiede
a tutto. Ove tutto è un libro
aperto… alla lettura,
alla spiritualità. A compenetrare
nelle icone sacre,
da San Pio da Pietrelcina
alle varie rappresentazioni
del Cristo, del Volto
di Gesù, della Madonna.
Le titolazioni delle rassegne
sono di già un biglietto
da visita che coinvolge
il cultore-visitatore.
Quest’ultimo, ne viene avviluppato
tra “Frammenti
della terra natìa” con una
“Donna senza tempo”, nel
“Camminare con l’arte”,
“Quando il sole accarezza
la terra”, “Quando
la vita nasce dall’arte”, tra
“I colori della primavera”,
con “I legami della vita”,
“L’anima nella materia”,
“La vita nel tempo”…
con “Un lontano sorriso”.
Tutto “Il colore della Lucania”
apre un nuovo filone
pittorico espressione
di un fantastico collage
del lungo percorso figurativo,
che crea “la grande
attesa”. La nuova mostra.
■

La più vecchia chiesa della Puglia
Antiche tracce cristiane
a Santeramo
[di Vito Silletti]
SANTERAMO - Riportare alla
luce un complesso antico è sempre
un fatto emozionante. Come
lo è riscoprire nelle campagne di
Santeramo una chiesa rupestre
ha affascinato studiosi di archeologia
cristiana quali sono i professori
Roberto Caprara, Franco
Dell’Aquila, Domenico Caragnano
e l’architetto Giuseppe Fiorentino.
Tutto nasce allorché lo speleologo
Antonio Laselva analizza
una serie di fotografie aree e incrociando
le foto d’epoca della
chiesa e i dati posseduti, riesce
a individuare il sito dove l’antica
chiesa era ubicata. Si tratta
di un ipogeo nascosto da vegetazione
spontanea e al quale non
erano state mai dedicate attenzioni
da parte del proprietario del
fondo.
L’esistenza di questo complesso
era stata avvertita da don Ignazio
Fraccalvieri studioso delle
emergenze eremitiche nella zona
di Santeramo e la presenza bi-
zantina nei secoli IX-XII. Aveva
segnalato il complesso di queste
grotte più di quarant’anni fa nei
suoi studi.
Da allora, come succede spesso
per le emergenze storiche, le
sollecitazioni vennero trascurate,
passò il tempo e se ne perse
la memoria.
Così è accaduto per questa chiesa
rupestre di S.Angelo alla Morsara.
Pertanto bisogna essere grati
all’équipe di studiosi che,
nell’ambito di un programma di
revisione del patrimonio rupestre
della Puglia e del Materano,
ha riscoperto l’antico ipogeo. La
sua peculiarità è la chiesa scavata
nel banco calcarenitico che
presenta numerosi elementi archeologici
e architettonici che
consentirebbero di datarla non
oltre il V secolo dopo Cristo. Si
tratterebbe della più antica di
tutta la Puglia e del Materano.
Alla difficoltà di individuare il
sito hanno prestato il loro appor-
Cultura e spettacoli
to il sindaco di Santeramo Vito
Lillo, il comandante Mario Santoro
della Polizia Municipale e la
grande disponibilità del proprietario
del fondo.
Durante il sopralluogo l’architetto
Fiorentino e il prof. Dell’Aquila
hanno effettuato un completo
rilievo dell’ipogeo e si sono impegnati
a presentare al più presto
alla comunità scientifica le prime
note sulla importante scoperta.
Sant’Angelo è il vero protettore
di questo gruppo di studiosi,
ma anche un protettore, oltre a
Sant’Erasmo, delle nostre terre
perché nel segno dell’Arcangelo
si stanno affrontando anche gli
studi sul Santuario oltre Montefreddo.
Dice il prof. Dell’Aquila: “La recente
scoperta va a confermare la
presenza a Santeramo e nell’Alta
Murgia di centri di culto cristiani,
oltre ad aprire nuovi scenari
di studio e di indagine sulle origini
e la diffusione del cristianesimo
in queste terre”. ■
| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
55

MATERA - La settimana scorsa
avevamo invocato la legge
dei grandi numeri: negli ultimi
10 anni il Matera non aveva
mai vinto nelle cinque gare (non
tre, come erroneamente riportato,
ndr) giocate contro il Brindisi
al XXI Settembre, conseguendo
quattro pareggi e una sconfitta.
E soprattutto avevamo auspicato
che la squadra esprimesse le
sue grandi potenzialità, mettendo
in campo determinazione, velocità
e geometrie…Gli auspici si
sono realizzati: il Matera ha letteralmente
schiantato la capolista,
che alla fine non ci ha capito
più niente ed è stato travolto
dal ritmo forsennato dei ragazzi
di Cadregari. Il tecnico di Crema
a fine partita non ha nascosto
la sua soddisfazione, invitando
però tutti alla calma: “In fondo
non abbiamo fatto niente di speciale
– ha detto – è stata una bella
vittoria contro una grande squadra,
ma dobbiamo ancora lavorare
molto: il campionato è appena
iniziato e l’obiettivo di una tranquilla
permanenza in II Divisione
è ancora lontano”. Ed ha ragione.
Soprattutto fa bene a smorzare
sul nascere i facili entusiasmi:
le insidie legate alla giovane
età dei suoi ragazzi e a una piazza
esigente e affamata di vittorie
Luigi Mininni, voce
storica dello sport
locale, chiarisce
alcuni aspetti dopo
le recenti polemiche
Stadio di
Altamura
chi ha diritto
a usarlo?
potrebbero intralciare il grande
lavoro che sta facendo sin dal ritiro
di fine luglio in Umbria. Ma
Cadregari sa bene che la vittoria
contro il Brindisi, senz’altro la
squadra più forte del girone, non
è stata casuale. Purchè la squadra
si mantenga umile e continui
a lavorare con grande impegno
e determinazione. Come in
effetti ha fatto in questi giorni per
preparare la difficile trasferta di
questa domenica a Vibo Valentia.
Curiosamente la Vibonese ha la
peggior difesa e il miglior attacco
del girone, con 9 reti subite
e 8 segnate (ma 4 tutte insieme
domenica scorsa). Del resto tra i
suoi attaccanti ci sono gli esperti
Roberto Pasca (che ha segnato
3 reti finora) e Simone Grillo
(2 reti), entrambi con una lunga
esperienza in serie C; guida la
difesa invece il 35enne Giuseppe
Geraldi, una vita tra C1 e C2
e anche una stagione in serie B
col Crotone nel 2001. Una partita
difficile insomma, da cui però
il Matera potrebbe tornare con la
prima vittoria esterna di questo
campionato. Per poi recarsi a Taranto
mercoledì 13 per il 1° turno
della fase finale della Coppa Italia
di Lega Pro: sarà gara unica
con eventuali tempi supplementari
e calci di rigore. ■
[di Giuseppe Proggi]
ALTAMURA - Luigi Mininni
giornalista, collaboratore
della Gazzetta dello sport
dal 1996. Voce storica dello
sport altamurano come
radiocronista e telecronista.
A lui abbiamo chiesto di
far chiarezza su alcune
polemiche che circolano in
questi giorni sull’utilizzo
dello stadio comunale anche
perché, secondo le verifiche
che abbiamo effettuato
in questi giorni, tutte le
squadre che giocano ad
Altamura hanno radici che
provengono da fuori città..
Quante sono le squadre
altamurane di calcio?
Escludendo quelle che
giocano in terza categoria,
due e mezzo: due perchè
c’è il Real Altamura in
Promozione e la Puglia Sport
in Prima Categoria. Il mezzo
è riferito a una squadra in
itinere: la Fortis Murgia.
Perché in itinere?
È una squadra nata lo scorso
anno dalla fusione di due
società lucane. Ha sempre
avuto proprietari altamurani
e, aldilà delle dichiarazioni
ufficiali, sono convinto che i
proprietari farebbero di tutto
Sport
A Vibo Valentia per provarci
dopo lo splendido successo
sulla capolista Brindisi
Matera, ora si
cerca la prima
vittoria esterna
[di Luigi Mazzoccoli]
La squadra corre sotto la gradinata per festeggiare
la vittoria col Brindisi (foto da www.fcmatera.it)
per trasferirsi ad Altamura.
Chi ha regalato il nostro
stadio ad una squadra di Irsina
qual è la Fortis Murgia?
Ho seguito la presentazione
ufficiale della Fortis e i
proprietari, sin dall’inizio,
si sono dichiarati squadra
dell’intero comprensorio
murgiano. Credo che,
dare ad una squadra del
comprensorio la possibilità
di giocare nella capitale della
Murgia sia una manovra
moralmente legittima.
Secondo lei da chi è arrivato
il via libera per la
messa a disposione dello
stadio?
Per quel che è dato di
sapere l’unico ente titolato
a dare la disponibilità, è il
Comune, perché proprietario
della struttura. «
| iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
57

Sport
La squadra ai
nastri di partenza del
campionato di B2
[di M.C].
Domar Volley Altamura
ALTAMURA - Manca poco all’inizio
di una nuova avventura
per la Domar Volley Altamura,
squadra che milita nel campionato
di pallavolo maschile serie
B2. Già lo scorso anno la società
aveva sfiorato la promozione facendosi
beffare al fotofinish dalla
vicina squadra materana. E’
fissato per il 17 ottobre l’appuntamento
al PalaBaldassarra per
la prima di campionato che vedrà
impegnata la Domar contro
la squadra del Galatone. Molte
Tanti successi
al circuito
Puglia-Basilicata
Badminton
Santeramo
sugli scudi
[di Vito Silletti]
58 | iL RESTO settimanale | 09 ottobre 2010
Domar Volley Altamura
al via la stagione
SANTERAMO - Il badminton
santermano non si smentisce
e continua mietere successi.
Alla prima tappa del circuito
individuale serie (Puglia-
Basilicata), oltre alla
Polisportiva Santeramo,
hanno preso parte altri club:
il Badminton Club Molfetta,
l’Asd La Fonte di Acquaviva,
la Polisportiva Città2Mari-
Taranto, la Sparrows
Badminton Club-Bari. Nelle
gare disputate i santermani
hanno maramaldeggiato
sia nel settore maschile
le nuove presenze in una squadra
con molti giovani: il laterale
Pietro Schettini, il giovanissimo
libero Danilo Rinaldi, due
nuovi centrali quali Daniele Magni
classe ’83 soprannominato
“il gigante” data l’altezza superiore
a 2 metri e il barese doc
Lorenzo De Tellis volto già conosciuto
alla squadra murgiana
che spesso lo aveva ritrovato
dall’altra parte della rete; ritorna
anche dopo un periodo di
assenza il palleggiatore Massi-
sia nel settore femminile
della serie D.
In quello maschile Domenico
Porfido ha conquistato il
primo posto, seguito da
Antony Ferrulli. Chiudono
al terzo posto, a pari
merito Matteo Stano e
Giuseppe Lassandro.
Nel settore femminile ha
trionfato Maria Gemma
Porfido. Al secondo posto
si è piazzata Marzia
Porfido. Hanno chiuso il
podio Rossella Perniola e
Anelia Hristova (Sparrows
mo Chierico.
Volto nuovo anche l’opposto Arber
Troka al quale spetta l’arduo
compito di far dimenticare
ai tifosi altamurani Paolo Mastropasqua,
passato all’Alessano
che milita nello stesso girone
dell’Altamura.
Riconfermati invece il primo e
il secondo allenatre: Danilo Paglialunga
e Salvatore Cappiello.
Sono rimasti ad Altamura anche
lo schiacciatore Giuseppe
Sette, il martello-ricettore Giuseppe
Maiullari, il libero Giovanni
Giove, il centrale Francesco
Cataldi e il regista della
squadra Domenico Francois
Zonno.
Mister Danilo Paglialunga ha
già potuto tastare lo stato dei
suoi ragazzi grazie al torneo di
Triggiano che ha visto impegnate
la squadra locale, la Domar
Volley Altamura, la Materdomini
Castellana e il Martina. La
squadra altamurana si è aggiudicata
il primo posto portando
a casa un nuovo trofeo. E’ visionabile
da quest’anno il nuovo
sito della Domar Volley Altamura
all’indirizzo www.pallavolomurgiasport.it
. ■
Badminton Club), unica
giocatrice non santermana.
Tra i quattro arbitri
che hanno controllato
la regolarità della
manifestazione c’è stato
anche il santermano
Roccangelo Bitetti. «

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