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AIC, 1988 - AIC Associazione Italiana Autori della Fotografia ...

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<strong>AIC</strong><br />

questo contatto. Che fare per<br />

non veder soccombere<br />

l'immagine del nostro cinema?<br />

I teorici <strong>della</strong> finanza, tutti<br />

affascinati dall'"homo<br />

economicus", sorridono quando<br />

sentono parlare di difesa<br />

culturale.<br />

Non sanno che cultura ed<br />

economia si "supportano"<br />

vicendevolmente e che perfino<br />

la sovrapposizione di una lingua<br />

all'altra ha dei precisi obiettivi di<br />

profitto.<br />

Per difendere il nostro cinema<br />

dobbiamo innanzitutto<br />

potenziare la macchina<br />

produttiva, specie in vista del<br />

"Contare sulle proprie forze" di Mario Bernardo<br />

futuro che ci attende. Bisogna<br />

elevare la qualità e la<br />

competitività dei nostri prodotti,<br />

ma prima bisogna mettere ordine<br />

nei sistemi di produzione,<br />

eliminando dalla concorrenza<br />

coloro che si sono dimostrati<br />

incapaci di utilizzare a nostro<br />

vantaggio l'enorme potenziale<br />

culturale del nostro paese.<br />

Bisogna creare uno staff<br />

produttivo efficiente, schivo del<br />

denaro per il denaro, non<br />

limitato dall'avidità ma<br />

nemmeno dedito alle avventure<br />

sconsiderate.<br />

Bisogna osservare attentamente<br />

le cinematografie più potenti:<br />

non copiarle, per carità, o subire<br />

il loro imperialismo culturale.<br />

Potenziare per ciò al massimo i<br />

nostri mezzi tecnici, spingendo<br />

sempre più la confezione di film<br />

verso spettacoli degni di questo<br />

nome.<br />

In questo sforzo evitare le<br />

imprese troppo sperimentali,<br />

come ha fatto qualche ente per<br />

il passato, perché il più delle<br />

volte essere sono prive di futuro<br />

e di remunerazione.<br />

Per ciò attrezzarsi di tutti i mezzi<br />

tecnici moderni, sia per le riprese<br />

standard, che per il grande<br />

schermo 65 o 70 mm.: dalle<br />

macchine da presa alle<br />

stampatrici, e, perché no?, alle<br />

sale e agli accessori di<br />

postproduzione. Sviluppare<br />

attrezzature per effetti speciali<br />

che, se assemblate con<br />

l'oculatezza che ci appartiene,<br />

non si rivelano né costose, né di<br />

difficile uso, ma ci rendono<br />

autonomi da interventi esterni.<br />

Infine creare le premesse perché<br />

i finanziamenti siano veramente<br />

diretti alla produzione di<br />

materiale filmico e non vadano<br />

dispersi in più o meno<br />

burocratici meandri.<br />

Dovremo soprattutto creare<br />

personale nostro, culturalmente<br />

preparato e bene addestrato,<br />

disponibile ad agire in piena<br />

libertà di idee.<br />

Bisogna infine vincere quelle<br />

resistenze che hanno creato<br />

l'attuale stagnazione delle nostre<br />

strutture e l'esodo di elementi<br />

tecnici e artistici tra i migliori<br />

del mondo.<br />

La causa principale di tale<br />

riflusso non va ricercata soltanto<br />

nel meccanismo economico del<br />

passato (che in effetti ha<br />

funzionato per molti anni<br />

facendo raggiungere al nostro<br />

cinema vette mai prima segnate)<br />

né in fatalità ineluttabili, ma<br />

nella perdita di quel sentimento<br />

comune di partecipazione, di<br />

quella sensazione precisa di<br />

essere i veri padroni <strong>della</strong><br />

produzione e <strong>della</strong> reale forza<br />

insita nelle nostre strutture<br />

culturali.<br />

Sfortunatamente questo vale<br />

anche per altri settori <strong>della</strong><br />

nostra economia.<br />

Oggi si sono rozzamente<br />

cancellati questi grandi ideali,<br />

cercando di legare a carri alieni<br />

le nostre idee e le nostre<br />

aspirazioni. Invece i grandi ideali<br />

trasmettono ai popoli un'energia<br />

inimmaginabile che innaba i tassi<br />

di sviluppo più di qualsiasi<br />

alchimia politica o<br />

economico-finanziaria. Senza<br />

ideali tutto isterilisce e rovina, e<br />

i capitali si dissolvono come<br />

rivoli sulla sabbia.<br />

Acting with admirable initiative, the<br />

new Italian Cinema Management has<br />

allotted a considerable sum to the<br />

re-structuring of our cinema in honour<br />

of the "new" Europe. At the same<br />

time, a commission has been set up,<br />

headed by the engineer, Dr. Libero<br />

Innamorati, to establish the standards<br />

which are to govern said re-structuring,<br />

in consideration of the municipal<br />

standards shortly to be established.<br />

Unfortunately, standards governing<br />

the shooting, editing, printing etc., all<br />

those stages prior to the showing of a<br />

film, were excluded from the agenda.<br />

Which, briefly, is like seeking to obtain<br />

pure water at the "mostra", without<br />

paying due attention to the<br />

maintenance of the acqueduct, or the<br />

source.<br />

If it can be said that the theatres<br />

themselves are responsible for bringing<br />

in the public, it can also be argued<br />

that if these theatres show lousy films<br />

the public aren't going to go near<br />

them.<br />

It will be said, too, that there are the<br />

foreign films, always well-made and<br />

ever more present on our screens, but<br />

the State can hardly be expected to<br />

dedicate their energies to these, when<br />

its aim is to defend and augment the<br />

culture and prestige of the Italian<br />

people.<br />

At a meeting of cinema professionals,

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