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AIC, 1988 - AIC Associazione Italiana Autori della Fotografia ...

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<strong>AIC</strong><br />

Penso che l'OSCAR come<br />

premio non sia poi tanto male.<br />

La gente del Cinema vede il film<br />

e ti vota: sono i competenti che<br />

giudicano. Il sistema mi piace.<br />

Adesso poi avrò modo di<br />

confermarlo quando anch'io<br />

voterò per i premi Oscar.<br />

Come tutti i premi prestigiosi ci<br />

possono forse essere collegati<br />

interessi economici. In questo<br />

caso però ho l'impressione che<br />

coincidano anche con quelli dei<br />

lavoratori, perché a votare è una<br />

specie di grande sindacato delle<br />

categorie.<br />

"L'ultimo imperatore" potrà<br />

piacere o non piacere, ma è<br />

indiscutibile che sia improntato<br />

ad una grande qualità. Sì, tu<br />

puoi dire che del film in se stesso<br />

non te ne importa nulla, ma non<br />

puoi negare che nei suoi vari<br />

risvolti sia impostato ai più alti<br />

livelli di professionalità. In esso<br />

tutti noi abbiamo dato il<br />

massimo. E lo si vede, perché il<br />

film lo dimostra. In questo senso<br />

il premio è un fatto politico:<br />

perché rivela la politica dei<br />

lavoratori, la volontà di coloro<br />

che fanno veramente il cinema.<br />

Non è soltanto un obiettivo<br />

economico di sfruttamento.<br />

Poiché non so quanto interessi<br />

propagandare un film del genere,<br />

che non è un "Rambo" che ha<br />

invece registrato un enorme<br />

successo di botteghino. Non so<br />

quanto guadagnerà il nostro film,<br />

però ha vinto quale affermazione<br />

di un cinema che ci siamo ormai<br />

dimenticati. E uno dei gravi<br />

problemi attuali è proprio che<br />

abbiamo scordato cosa sia il vero<br />

cinema.<br />

Quando ho cominciato io, il<br />

cinema era come una favola, un<br />

sogno. Il sogno di fare il vero<br />

cinema, di raccontare delle storie<br />

per immagini, di girare d.elle<br />

scene, di dire qualcosa, di<br />

inventare delle situazioni, di<br />

come creare nuove immagini.<br />

Questo succede a tutti i livelli,<br />

dalla sarta alla costumista, dalla<br />

scenografia alla luce, alla regia,<br />

all'attore... In tutti è presente la<br />

preoccupazione per l'immagine.<br />

Questo è l'aspetto più<br />

affascinante del lavoro<br />

cinematografico, aspetto che<br />

converge nel montaggio, poiché<br />

è proprio in quel momento<br />

realizzativo che si conclude la<br />

costruzione dell'immagine. A<br />

quel punto veramente i<br />

fotogrammi uno dopo l'altro<br />

prendono significato.<br />

Quanto al rapporto<br />

Oscar come difesa<br />

Gabriella Cristiani con Liliana Cavani<br />

montaggio-fotografia penso sia<br />

determinante il taglio <strong>della</strong> luce,<br />

fondamentale per dare i rilievi e<br />

la profondità, per creare delle<br />

emozioni. Quando devi dar vita<br />

al montaggio e scopri una luce<br />

impostata in una certa maniera,<br />

quand'anche la macchina da<br />

presa si muova, guarda caso... e<br />

devi tagliare... in certo modo ti<br />

spiace.<br />

Per esempio quando io devo fare<br />

un taglio nell'inquadratura, la<br />

cosa che più mi preoccupa è la<br />

fotografia a fotogramma fermo.<br />

Così esamino il primo ed ultimo<br />

fotogramma <strong>della</strong> scena da fermi,<br />

e li seleziono se sono<br />

caratterizzati da una bella<br />

fotografia, se la costruzione<br />

scenografica è appropriata, se<br />

insomma si ispirano a<br />

un'immagine di bellezza. Poiché<br />

sono convinta che dal primo<br />

fotogramma <strong>della</strong> sequenza fino<br />

allo stacco, l'occhio sia preso<br />

dalla bellezza in assoluto. Lo<br />

spettatore non nota i particolari,<br />

in quanto l'immagine è in<br />

movimento, ma li intuisce e ne<br />

riceve emozione; non credo<br />

esista altro più emozionante <strong>della</strong><br />

GABRIELLA CRISTIANI<br />

bellezza.<br />

E questa bellezza va esaltata,<br />

curando la fotografia in sede di<br />

montaggio, ma anche in<br />

precedenza, curando la fotografia<br />

dell'inquadratura.<br />

Indubbiamente il mio modo di<br />

impostare i problemi è frutto di<br />

esperienze fin da quando ho<br />

iniziato a fare questo mestiere.<br />

Molto ho imparato lavorando<br />

con Kim, il mio primo maestro.<br />

Cultura che ho elaborato a mio<br />

modo e secondo il mio<br />

temperamento. Non è che io<br />

rifaccia quanto faceva lui, anche<br />

perché cambiando persona<br />

cambia anche il modo di pensare<br />

e di agire. Ciascuno ha un<br />

proprio carattere, una propria<br />

personalità. Già quando facevo<br />

l'assistente a Kim potevo<br />

discutere con lui le soluzioni di<br />

montaggio, poiché tra noi<br />

esisteva una dialettica<br />

meravigliosa.<br />

Anche in seguito, lavorando<br />

indipendenti, ci scambiavamo le<br />

esperienze. Esisteva un reciproco<br />

continuo arricchimento di idee;<br />

idee che, per mio conto, per il<br />

montaggio derivavo dalle<br />

tecniche dei fumetti.<br />

Un giorno parlai a Kim di questo<br />

mio modo di vedere il<br />

montaggio, e sul momento mi<br />

diede torto: — No, no, insisteva,<br />

ma cosa dici, dai! — Poi l'ho<br />

convinto a vedere la dinamica<br />

dei fumetti come la si poteva<br />

applicare al film. Più tardi, un<br />

giorno, lo sentii affermare a delle<br />

persone: "...perché la dinamica<br />

del fumetto può essere applicata<br />

al montaggio, all'immagine in<br />

movimento!".<br />

Anche lui accettava quella mia<br />

vecchia idea di gioventù.<br />

Evidentemente aveva riflettuto<br />

su quanto gli avevo prospettato,<br />

poiché nel suo lavoro egli<br />

applicava quell'accorgimento<br />

meccanicamente, e in tal modo<br />

eseguiva gli attacchi di<br />

montaggio. Egli puntava sempre<br />

sull'emozione, sul movimento.<br />

Quel modo di lavorare era il suo<br />

paradiso. Il suo montaggio<br />

respingeva sempre le soluzioni<br />

piatte, applicando proprio la<br />

dinamica del fumetto. Ma non se<br />

n'era mai accorto. Puntare su di<br />

un'immagine forte,<br />

contrapponendola ad una calma,<br />

piana.<br />

Imparare da lui è stato una<br />

grande scuola. Il suo esempio mi<br />

ha indirizzato a un rigore anche<br />

con me stessa che forse mai avrei<br />

reperito in una normale scuola di<br />

cinema. Per questo sono<br />

convinta che la collaborazione<br />

con lui sia stata la migliore delle<br />

scuole.<br />

Ed oggi sono Oscar per il<br />

montaggio. Ciononostante sono<br />

convinta che l'unico vantaggio<br />

che mi dà questo riconoscimento<br />

internazionale è la possibilità di<br />

poter sostenere liberamente le<br />

idee sul cinema che ho assimilato<br />

da Kim, da Giulio, da Bernardo,<br />

da Vittorio Storaro. Allo scopo<br />

di poter fare del cinema di<br />

qualità. Finalmente potermi<br />

battere con maggior certezza di<br />

successo. Poter fare quanto<br />

credo per il meglio: ciò che<br />

piace, o che credo sia opportuno<br />

per migliorare lo spettacolo<br />

cinematografico, realizzare ciò<br />

per cui mi sono sempre battuta.<br />

Prova ne sia, che ho solo cercato<br />

di collaborare a film di qualità,<br />

magari poveri. Ho sempre fatto<br />

film guadagnando pochissimo.<br />

Mai mi sono mercificata, e non<br />

certo per snobismo. Non mi sono<br />

mai buttata sui film commerciali,<br />

coi quali forse avrei potuto fare<br />

più facili guadagni alla fine<br />

infischiandomene di quel che

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