03.06.2013 Views

AIC, 1988 - AIC Associazione Italiana Autori della Fotografia ...

AIC, 1988 - AIC Associazione Italiana Autori della Fotografia ...

AIC, 1988 - AIC Associazione Italiana Autori della Fotografia ...

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

48<br />

<strong>AIC</strong><br />

Nella realtà i rapporti tra le luci,<br />

ombre, colori e forme sòno<br />

transitori, casuali e illusori.<br />

E sostanzialmente il direttore<br />

<strong>della</strong> fotografia che<br />

"ragionando" la luce, i<br />

chiaroscuri, la composizione e i<br />

colori dà vita ad una<br />

trasfigurazione che trasferisce<br />

qualsiasi scena in una<br />

verosimiglianza di sogno, in<br />

quell'insieme d'apparenze, di<br />

sensi, di significati e di fantasmi<br />

eh e il cinema.<br />

Il nostro modo di pensare e di<br />

comportarci si orienterà secondo<br />

la natura delle immagini che<br />

vede più spesso.<br />

Infatti è dalla persuasione,<br />

dall'indottrinamento e dalla<br />

ammonizione di queste che<br />

l'anima prende il suo colore.<br />

Alcune modificazioni formali e<br />

sostanziali sono subentrate nella<br />

"lettura" del film e delle sue<br />

immagini quando la loro<br />

fruizione avviene tramite il<br />

medium televisore per il quale,<br />

peraltro, non erano stati<br />

progettati né tantomeno ideati.<br />

E bene menzionare cosa si<br />

intende per "immagine<br />

cinematografica": certo non solo<br />

il quadro isolato sullo schermo,<br />

bensì il complesso audiovisivo<br />

che dà vita nella nostra psiche<br />

ad una "impressione di realtà" su<br />

una parete immersa nel buio in<br />

virtù di una proiezione luminosa.<br />

Nel 1989 verrà attivato anche il<br />

satellite Olympus, il servizio<br />

italiano di diffusione diretta via<br />

satellite, che consentirà di ~<br />

raggiungere ogni singolo<br />

spettatore presente in un<br />

"bacino d'utenza"<br />

abbondantemente<br />

sovranazionale.<br />

Questi "ipermercati" delle<br />

immagini, realtà spesso più<br />

transnazionali che, illudendoci<br />

d'avvicinarci al resto del mondo<br />

psicologicamente da esso ce ne<br />

disimpegnano, in cui il<br />

predominio delle grandi<br />

multinazionali e l'aggressività<br />

americano-giapponese hanno la<br />

supremazia, la logica omologata<br />

<strong>della</strong> conquista del consenso di<br />

sterminate platee demolisce<br />

identità, tradizioni e linguaggi.<br />

LTMMAGINEDELNOSTROSECOLO<br />

Immagine e realtà<br />

Il nostro cinema, alla stregua<br />

d'attività indotta, è condizionato<br />

da una domanda di "merce"<br />

prodotta quasi esclusivamente<br />

per i consumi televisivi.<br />

Se queste condizioni dovessero<br />

procrastinarsi senza avergli prima<br />

riconosciuto, per la sua stessa<br />

sopravvivenza, anche il "profitto<br />

sociale" e consentito di<br />

riqualificarne il ruolo di moderna<br />

grande matrice di cultura, non<br />

sarà difficile prevedere che dalla<br />

generazione dei prodotti "seriali"<br />

si passerà ben presto alla<br />

degenerazione <strong>della</strong> "serialità"<br />

dei prodotti.<br />

La sorte <strong>della</strong> fotografia<br />

cinematografica è accomunata<br />

inscindibilmente a quella<br />

dell'intera opera, infatti la<br />

fermezza con cui noi operatori<br />

difendiamo la qualità del nostro<br />

prodotto e la nostra stessa<br />

identità di autori, tende anche a<br />

non far divenire più angusti gli<br />

spazi per nuove idee e più fragili i<br />

margini per l'arbitrio artistico e<br />

culturale esercitati sul film dal<br />

box-office, dal noleggio e<br />

dall'esercizio prima, e<br />

dall'audience, Auditel e indici<br />

d'ascolto adesso.<br />

L'obiettivo di conservare<br />

comunque la peculiarità<br />

dell'immagine cinematografica,<br />

consolidatasi nell'immaginario<br />

collettivo soprattutto attraverso<br />

le originali modalità <strong>della</strong><br />

fruizione, trova piena accoglienza<br />

nell'ideologia dell'<strong>Associazione</strong><br />

degli autori <strong>della</strong> fotografia<br />

(<strong>AIC</strong>) mirante, altresì, alla tutela<br />

di chi ha il diritto di fruire<br />

pienamente dell'opera<br />

cinematografica medesima.<br />

Una considerazione, riguardante<br />

ancora il nostro specifico, va<br />

fatta rispetto alla diffusione<br />

promiscua di prodotti eterogenei<br />

erogati dalla tv: le immagini<br />

cinematografiche, formalmente<br />

tendenti all'"espressione",<br />

miscelate a quelle <strong>della</strong><br />

pubblicità, informazione,<br />

spettacoli e quiz,<br />

prevalentemente tendenti alla<br />

"comunicazione" o<br />

"intrattenimento", perdono il<br />

loro precedente carattere di<br />

"riferimento".<br />

RENATO TAFURI<br />

L'assimilazione che ne consegue,<br />

una volta caduto il confronto, la<br />

provocazione e la stimolazione,<br />

tenderà a conformarne gli stili e<br />

a confonderne i linguaggi.<br />

D'altronde le immagini, come<br />

siamo educati ad osservare al<br />

cinema, si fondono in un unico<br />

insieme figurativo del film.<br />

Anche la loro impaginazione,<br />

ovvero l'ordine e le modalità con<br />

cui si costituiscono, riveste una<br />

particolare importanza.<br />

Non esiste una qualità assoluta<br />

di luce e colore né una misura<br />

assoluta di grandezza e di forma<br />

poiché ogni unità visiva acquista<br />

il suo originale modo d'apparire<br />

attraverso un'interrelazione<br />

dinamica con tutto ciò che la<br />

circonda, la segue o la precede.<br />

Ciò che un'immagine mostra,<br />

spesso, sottintende più di quanto<br />

da essa viene escluso.<br />

Ancora questa continuità di<br />

discorso, tra lo schermo e il buio<br />

che lo afferma, mal si concilia<br />

con la visione televisiva che<br />

viene a partecipare ad un<br />

universo privato attraversato da<br />

fortuiti e indipendenti eventi<br />

quotidiani.<br />

La pur semplice rivelazione di<br />

uno solo degli elementi "reali",<br />

con cui conviviamo<br />

quotidianamente, sospende e<br />

fuorvia le correlazioni spaziali e<br />

temporali durante il loro<br />

"ragionato" comporsi all'interno<br />

del "discorso" delle immagini del<br />

film.<br />

La facoltà di poter disporre di un<br />

ordine d'esperienze reali, vanifica<br />

la liturgia dell'ascolto, priva le<br />

immagini anche <strong>della</strong> loro<br />

attitudine a sollecitare lo<br />

spettatore all'astrazione e al<br />

transfert.<br />

Più grave ci sembra il pericolo<br />

legato ad un'influenza esercitata<br />

dalla televisione sul film sul<br />

piano stesso <strong>della</strong> sua "scrittura".<br />

Col passare del tempo<br />

quest'influsso è fautore di un<br />

comportamento regressivo del<br />

linguaggio filmico e di un suo<br />

scadimento da arte poetica a<br />

gergo.<br />

Noi direttori <strong>della</strong> fotografia ci<br />

adoperiamo, rivendicandone la<br />

centralità, per la tutela e la<br />

sopravvivenza <strong>della</strong> sala di<br />

proiezione cinematografica come<br />

unico ed inimitabile luogo<br />

deputato per la piena fruizione<br />

dell'opera cinematografica nella<br />

quale trova la più naturale<br />

collocazione l'espressione del<br />

nostro immaginario e la nostra<br />

identità professionale medesima.<br />

Nel ripensamento in atto del<br />

ruolo del cinema in rapporto alla<br />

società che l'ha, nel bene e nel<br />

male, sopravanzato è doveroso<br />

per il direttore <strong>della</strong> fotografia<br />

trovare una propria collocazione<br />

più consapevole.<br />

Il cinema, anche a causa <strong>della</strong><br />

sua spiccata autonomia<br />

culturale, è considerato<br />

indisciplinato e non più<br />

affidabile come mezzo per<br />

procurare il consenso e attribuire<br />

"status".<br />

I "centri di potere", per<br />

soddisfare differenti profitti<br />

economico-politici, si rivologono<br />

oggi unicamente alla potenza<br />

sociale e ideologica di "altre"<br />

immagini la cui intransigente<br />

componente simbolica<br />

attraversa, condiziona e nutre la<br />

realtà sociale stessa.<br />

La ratifica, posto che ce ne fosse<br />

ancora bisogno, di quest'opzione<br />

l'avremo nella primavera dell'89<br />

quando, anche con un poco di<br />

disagio e diffidenza, ci<br />

affacceremo dalla "finestra sul<br />

futuro delle video-meraviglie",<br />

come viene definito senza alcuna<br />

reticenza dal suo promotore: il<br />

.Comune di Milano.<br />

Ancora il ministero del Turismo<br />

e Spettacolo, la Rai, la<br />

Confcommercio e l'Ente<br />

Gestione Cinema, oltre la<br />

municipalità milanese stessa,<br />

sono impegnati<br />

nell'organizzazione dell'iniziativa<br />

che, relegando a margine<br />

l'interesse per il cinema e in<br />

sintonia con le aspirazioni delle<br />

forze politiche che la tutelano,<br />

pone al centro del proprio<br />

programma il tema <strong>della</strong><br />

promozione delle nuove<br />

tecnologie in rapporto alla<br />

crescita quantitativa e<br />

qualitativa dell'industria

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!