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AIC, 1988 - AIC Associazione Italiana Autori della Fotografia ...

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34 LTMMAGINEDELNOSTROSECOLO<br />

<strong>AIC</strong><br />

Canaletto, Van Loo, ecc.) e<br />

infine costituì la base per la<br />

nascita e il progresso dell'arte<br />

fotografica.<br />

Sinora abbiamo omesso di<br />

parlare dell'introduzione <strong>della</strong><br />

luce e dei colori nelle immagini.<br />

Anzitutto, per rifarci ancora al<br />

racconto di Plinio, dobbiamo<br />

domandarci: chiaroscuro e colore<br />

erano compatibili con i<br />

"contorni"? Nel campo delle<br />

immagini artificiali la risposta<br />

evidentemente è no. Tuttavia<br />

nel campo delle immagini<br />

"naturali", cioè di quelle<br />

percepite dal sistema<br />

occhio-cervello, non può essere<br />

proprio un no anche se non può<br />

essere nemmeno un semplice si.<br />

Infatti l'immagine naturale non è<br />

solo l'immagine retinica, ma il<br />

complesso risultato percettivo di<br />

dati tattili, cinetici e<br />

cromoluministici coordinati dal<br />

cervello. Perciò il segno di<br />

contorno su una superficie piana<br />

può delimitare per così dire<br />

geometricamente un volume,<br />

ma, in un disegno estraneo a<br />

esigenze matematiche, può<br />

giungere anche a un<br />

compromesso, indicando anche<br />

un'ombra e, in qualche caso,<br />

persino una diversa tonalità di<br />

luce-colore. Tuttavia alla fine dei<br />

conti una immagine artificiale<br />

del tutto cromoluministica non<br />

può conciliarsi in nessun modo<br />

con tratti di contorno veri e<br />

propri, che possono essere solo<br />

suggeriti nei punti di massimo<br />

gradiente. Insomma un pittore<br />

che voglia ottenere immagini che<br />

assomiglino a quelle naturali può<br />

solo tracciare i contorni a mo' di<br />

falsariga, ma poi deve farli sparire<br />

sotto le modulazioni<br />

cromoluministiche.<br />

Tutto ciò fu certo un problema<br />

tormentoso per gli antichi Greci.<br />

Essi, come denuncia la storia<br />

<strong>della</strong> loro grande pittura<br />

vascolare, solo molto tardi<br />

riuscirono a piegare il disegno dei<br />

contorni a inflessioni<br />

luministiche e riuscirono a<br />

fondere i colori con la luce e la<br />

forma solo in età di naturalismo<br />

tardo antico, come testimoniano<br />

gli straordinari dipinti parietali e<br />

i mosaici di Stabia, Ercolano e<br />

Pompei, nonché i mosaici di<br />

Piazza Armerina e quelli<br />

dell'Ippodromo di<br />

Costantinopoli.<br />

Toccò a Leonardo teorizzare e<br />

sperimentare la completa fusione<br />

tra indicazioni volumetriche ed<br />

effetti cromo-luministici,<br />

aggiungendo alla "prospettiva<br />

lineare" (da considerare soltanto<br />

un telaio spaziale da obliterare<br />

dopo l'uso) la prospettiva "di<br />

colore" e la "prospettiva di<br />

spedizione", cioè,<br />

rispettivamente, l'attenuarsi dei<br />

colori e lo sfumare dei contorni<br />

apparenti in relazione alla<br />

distanza.<br />

Ma Leonardo ricercò (e in parte<br />

sperimentò) anche le leggi che<br />

regolano la fotometria e la<br />

formazione delle ombre e delle<br />

penombre distinguendo per la<br />

prima volta le sorgenti luminose<br />

tra puntiformi ed estese.<br />

Contemporaneamente instaurò<br />

un metodo di analisi delle luci<br />

provenienti da più sorgenti di<br />

diversa colorazione, scoprendo in<br />

pratica le loro mescolanze<br />

additive. Il grande pittore che<br />

capì e utilizzò più e meglio di<br />

ogni altro gli insegnamenti di<br />

Leonardo fu non Michelangelo,<br />

come qualcuno pensa, ma<br />

Raffaello, soprattutto nella<br />

Scuola d'Atene.<br />

È inutile qui esporre quanto e<br />

come nei secoli successivi i<br />

pittori variarono e aggiornarono<br />

le "immagini artificiali"<br />

raggiunte nel primo<br />

Cinquecento. Dal punto di vista<br />

strettamente ottico la tecnica<br />

fotografica, prima in bianco e<br />

nero e poi a colori, deve essere<br />

considerata la vera erede<br />

dell'intera tecnologia<br />

dell'immagine, cui la<br />

cinematografia ha aggiunto il<br />

movimento. I migliori<br />

fotogrammi attuali non hanno<br />

niente da invidiare (s'intende<br />

limitatamente al punto di vista<br />

cromo-luministico) alla sapienza<br />

tecnica dei grandi maestri <strong>della</strong><br />

pittura.<br />

L'immagine fotochimica,<br />

soprattutto quella<br />

cinematografica, aveva appena<br />

cominciato a diffondersi e a<br />

perfezionarsi che dovette<br />

misurarsi con nuovi rivali. Il<br />

principale fra questi fu<br />

l'immagine elettronica, di cui<br />

potremo parlare qui solo per<br />

sommarissimi capi.<br />

Imprenditori e tecnologi si<br />

misero subito in movimento non<br />

appena intravidero la possibilità<br />

di trasmettere immagini<br />

dovunque con velocità elettriche<br />

evitando le lungaggini dei<br />

procedimenti di sviluppo,<br />

stampa, ecc. A tale scopo si<br />

intraprese un sofferto cammino,<br />

che durò più di settant'anni.<br />

Verso il 1873 si riuscirono a<br />

rendere operativi i primi<br />

dispositivi capaci di convertire i<br />

segnali luminosi in segnali<br />

elettrici e viceversa. Alle cellule<br />

fotoelettroniche si aggiunsero<br />

quelle fotoconduttrici, quelle<br />

fotovoltaiche e infine la cellula<br />

di Kerr, che fu determinante<br />

nell'accoppiare la colonna sonora<br />

alla pellicola cinematografica.<br />

Intanto si studiava il modo di<br />

scomporre e ricomporre un<br />

sistema cromoluministico<br />

apparentemente continuo<br />

(immagine reale) in tanti punti<br />

luminosi discreti. Ciò si tentò<br />

dapprima con mezzi meccanici<br />

(dischi di Nipkov), poi con mezzi<br />

elettronici.<br />

La possibilità di manipolare le<br />

immagini elettroniche<br />

scomponendole, bloccandole,<br />

riducendole, ingrandendole,<br />

sovrapponendole,<br />

differenziandone la luminosità e<br />

la crominanza, ecc. non solo<br />

diede luogo a importanti risultati<br />

"creativi" (offerti al pubblico per<br />

la prima volta in modo<br />

sistematici a Kassel, nei<br />

Documenta del 1973), ma anche<br />

si combinò con un nuovo<br />

contesto tecnologico.<br />

Tale contesto era stato<br />

determinato fondamentalmente<br />

dalla gara per la conquista (non<br />

solo scientifica) dello spazio, che,<br />

fin dall'inizio, impose l'esigenza<br />

di captare immagini e<br />

trasmetterle alla Terra da<br />

distanze cosmiche. Si giunse così<br />

molto presto a dover risolvere il<br />

problema di come eliminare dalle<br />

trasmissioni i "rumori di fondo",<br />

che risultavano fortemente<br />

accresciuti nelle grandi distanze<br />

dal conseguente allungamento<br />

dei tempi di viaggio delle onde<br />

elettromagnetiche, per cui le<br />

immagini trasmesse dalle<br />

telecamere diventavano tutte<br />

praticamente "in differita".La<br />

strategia vincente fu, nei primi<br />

anni 60, quella di scomporre<br />

punto per punto ogni immagine;<br />

dare a ogni punto un "nome"<br />

matematico (coordinate e<br />

valore); "differire" la<br />

trasmissione dei dati relativi a<br />

ogni punto quanto bastava per<br />

assicurarne l'esatta ricostruzione<br />

e ricollocazione nella matrice<br />

all'arrivo dei dati sulla Terra.<br />

Su questo obiettivo si<br />

unificarono le forze congiunte<br />

<strong>della</strong> missilistica, dell'astronomia,<br />

dell'astrofisica e<br />

dell'astronautica, dell'ottica,<br />

dell'elettronica e<br />

dell'informatica,- ecc. ecc. dando<br />

luogo a una nuova immagine,<br />

quella che tutti oggi conosciamo<br />

come "immagine numerica" (o,<br />

anche, "digitalizzata").<br />

La ricaduta ovvia fu ben presto,<br />

nel campo degli elaboratori, non<br />

solo la messa a punto di mezzi di<br />

acquisizione, trattamento e<br />

visualizzazione delle immagini<br />

utilizzabili su scala domestica<br />

(telecamere e scansori con<br />

convertitori AD e calcolatori di<br />

capacità adeguata, nastri e dischi<br />

idonei, plotter e videotubi), ma<br />

anche lo sviluppo di codici e<br />

"linguaggi" capaci di scomporre<br />

e ricomporre tutti i dati di ogni<br />

immagine e di trasformarli a<br />

piacere e in modo reversibile con<br />

opportuni algoritmi.<br />

Negli stessi anni le possibilità di<br />

analisi e trasformazione delle<br />

immagini numeriche hanno<br />

cominciato a essere saggiate da<br />

ualche studioso e storico<br />

Gell'arte allo scopo di indagare la<br />

struttura più intima delle<br />

figurazioni piane oggettuali,<br />

considerate, anche queste, come<br />

altrettante fasi di trasformazioni<br />

di immagini reali.<br />

Da quanto già detto, se si<br />

tolgono le immagini dei<br />

videogiochi (la cui popolarità è<br />

ormai altissima, ma la cui<br />

capacità di informazione si limita<br />

al confronto tra il giocatore e le<br />

regole del "game" che ha scelto),<br />

l'immagine numerica è nata e<br />

rimane, a livello videografico<br />

interattivo, uno strumento<br />

sostanzialmente scientifico e<br />

tecnologico, da un lato, e<br />

artistico-creativo, dall'altro<br />

(attraverso le immagini di sintesi,<br />

anche collaborando, magari per<br />

poche decine di minuti, a<br />

qualche film di fantascienza o<br />

alle sigle delle emissioni<br />

televisive).<br />

Quale il futuro delle varie<br />

tecnologie d'immagine che<br />

abbiamo variamente definito?<br />

Anzitutto è da ridimensionare<br />

l'idea che l'avvento di nuove<br />

forme soppianti, quanto meno di<br />

colpo, tutte le precedenti. La<br />

pittura non è stata soppiantata<br />

dal trionfo <strong>della</strong> fotografia, ma,<br />

caso mai, spinta a definire meglio<br />

la propria identità, né la<br />

fotografia è sttata soppiantata<br />

dal cinema, né questo a sua volta<br />

dalla televisione, né lo sarà<br />

almeno finché l'immagine<br />

chimica potrà conservare le<br />

prerogative dell'alta definizione.<br />

E invece verosimile che per<br />

molto tempo ancora tutte queste<br />

tecnologie d'immagine

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