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AIC, 1988 - AIC Associazione Italiana Autori della Fotografia ...

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<strong>AIC</strong><br />

conoscenza stessa, non dovevano<br />

mai colpire direttamente il suo<br />

corpo; solo produrre, accanto ad<br />

un debole cosciente, un labile<br />

inconscio: un Imperatore senza<br />

ombra.<br />

Tornai a Roma, in una delle<br />

programmate pause di<br />

lavorazione, carico di questo<br />

concetto che mi ronzava<br />

perennemente nel capo e che<br />

non vedevo l'ora di presentare a<br />

Bertolucci. Ricordo ancora<br />

molto bene la sua figura, seduta<br />

sul divano di casa mia, che<br />

meditava su quella piccola figura<br />

che non lasciava ombra,<br />

costretta a vivere solo tra<br />

porzioni dello spettro cromatico,<br />

in modo non equilibrato per<br />

l'assenza di colori a lui proibiti, e<br />

l'idea sembrava affascinarlo.<br />

Mi pregò comunque, prima di<br />

approfondire questo concetto<br />

iniziale, di conoscere più a fondo<br />

la Cina: la sua cultura, le sue<br />

tradizioni, la sua lingua, così<br />

diverse da ogni nostra<br />

occidentale abitudine di vedere,<br />

di sentire, di immaginare.<br />

Ma ormai il seme continuava il<br />

suo crescere, anche senza una<br />

mia espressa volontà; giorno<br />

dopo giorno, sempre più la<br />

struttura fotografica del Film mi<br />

si andava delineando in mente.<br />

Fu durante l'ultimo periodo<br />

russo, in una delle varie visite<br />

nei tanti musei, che venni<br />

attratto dal particolare tipo di<br />

iconografia degli anni 1945-65,<br />

in special modo quella di<br />

Alexander Deineka, in cui le<br />

tonalità cromatiche sono<br />

desaturate in una serie di<br />

tonalità di grigi, evidenziati<br />

ancor più da piccole porzioni<br />

fortemente dipinte, nei tre colori<br />

primari rosso, verde, blu. Una<br />

qualità figurativa che mi<br />

sembrava particolarmente<br />

ispiratrice, per rappresentare in<br />

modo stimolante, quella porzione<br />

<strong>della</strong> vita di Pu Yi, vissuta alla<br />

ricerca di se stesso, nel carcere di<br />

rieducazione mentale. Non a<br />

caso proprio in quel periodo<br />

storico la Cina fu molto<br />

influenzata culturalmente dalla<br />

Russia.<br />

Sempre più, così, si distendeva<br />

avanti ai miei occhi la struttura<br />

fotografica che più mi sembrava<br />

idonea per scrivere con la luce la<br />

storia de L'Ultimo Imperatore.<br />

Una composizione figurativa che<br />

iniziando il suo viaggio<br />

dall'oscurità, dalle buie tonalità<br />

dell'inconscio, tramite la<br />

memoria, ci conduceva tra gli<br />

squarci colorati dei ricordi, in un<br />

rivivere parallelamente<br />

sentimenti, emozioni, colori, verso<br />

la illuminazione di una nuova<br />

vita, un progredire tra:<br />

Nero: simbolo di precoscienza,<br />

quando lo spazio buio<br />

dell'inconscio collettivo di una<br />

sala cinematografica, viene<br />

squarciato da<br />

Rosso, simbolo di nascita,<br />

quando in una notte<br />

fiammeggiante, Pu Yi subisce lo<br />

stacco ombelicale dalla propria<br />

madre, per divenire Imperatore.<br />

Arancio, simbolo di crescita,<br />

quando fra le mura <strong>della</strong> Città<br />

Proibita, vive una nuova entità<br />

familiare.<br />

Giallo, simbolo di coscienza,<br />

quando avanti alle cinque razze<br />

<strong>della</strong> Terra, viene incoronato<br />

Signore dalle diecimila vite.<br />

Grigio, simbolo di attesa,<br />

quando in uno spazio di una vera<br />

prigione, inizia il viaggio di<br />

ispezione in se stesso.<br />

Verde, simbolo di rinascita,<br />

quando inizia il processo di<br />

conoscenza, con l'insegnamento,<br />

con l'espiazione.<br />

Azzurro, simbolo di libertà,<br />

quando finalmente fuori dalle<br />

mura <strong>della</strong> sua infanzia,<br />

illusoriamente crede di vivere<br />

una sua libera scelta<br />

intellettuale.<br />

Indaco, simbolo di potenza,<br />

quando tentando di rivivere,<br />

questa volta con consapevolezza,<br />

l'antico gioco dell'Imperatore,<br />

decide la sua volontaria partenza<br />

per la Manciuria.<br />

Violetto, simbolo di trapasso,<br />

quando riconoscendo le sue<br />

colpe nelle immagini di<br />

repertorio proiettate, riversa<br />

tutto su se stesso.<br />

Bianco, simbolo di equilibrio,<br />

quando riceve dalle mani del suo<br />

Direttore, il rilascio dalla<br />

prigione come Uomo Libero,<br />

essendo riuscito a sommare in sé<br />

stesso: tutti i sentimenti del suo<br />

essere-, tutte le emozioni del suo<br />

vivere, tutti i colori <strong>della</strong> sua<br />

passata esistenza.<br />

Un viaggio, quindi, parallelo tra<br />

le varie età dell'uomo e le età dei<br />

colori, che Pu Yi è costretto a<br />

percorrere per poter riemergere<br />

in una luce più matura del suo<br />

essere.<br />

Un viaggio cromatico condotto<br />

sulle onde di un viaggio<br />

luminoso, iniziato in una forzata<br />

penombra tra le mura <strong>della</strong> Città<br />

Proibita, ove nel tentativo di<br />

proteggerlo, gli veniva negata<br />

quella luce diretta, che<br />

paragonabile alla conoscenza, lo<br />

lasciava vivere in un limbo di<br />

ignoranza. Viaggio verso<br />

l'illuminazione, quando con il<br />

nuovo tutore riceve un nuovo<br />

bagno di sapere, un nuovo bagno<br />

di luce. Una sapienza che<br />

conseguentemente lo riempie di<br />

interrogativi, di inconsce<br />

domande non risolte, di ombre.<br />

Ombra, che sempre più<br />

prepotentemente si alza, in<br />

duello contro l'energia genitrice,<br />

a visualizzare le illusioni, i falsi<br />

poteri dell'Impero del<br />

Manciukuò.<br />

Una ombra e una luce, che<br />

troveranno una loro armonia, un<br />

loro giusto equilibrio, con la<br />

maturità raggiunta nell'ultima<br />

fase di vita, dell'uomo Pu Yi.<br />

In realtà, ancor prima <strong>della</strong> mia<br />

prima visita in terra cinese, mi si<br />

era delineata la completa<br />

struttura fotografica del film,<br />

come un bisogno individuale di<br />

partorirla. In realtà un periodo<br />

personale di vita espressiva si<br />

andava a completare; una fase<br />

consapevole di un viaggio<br />

all'interno <strong>della</strong> luce, nello<br />

spettro cromatico stesso, iniziato<br />

con la simbologia dei colori nel<br />

film "La Luna", proseguito con<br />

la fisiologia dei colori nel film<br />

"Un sogno lungo un giorno",<br />

completato con le età dei colori<br />

nel film "L'Ultimo Imperatore".<br />

Coraggio, ora che la struttura<br />

era stata pensata, andava<br />

mostrata, sorretta, difesa, sino<br />

alla sua completa realizzazione.<br />

Un viaggio appena al suo inizio,<br />

ma con l'entusiasmo <strong>della</strong><br />

scoperta, la concentrazione del<br />

bisogno di esprimersi, la<br />

testardaggine di riuscire a<br />

realizzare i propri principi morali<br />

ed ideologici, potevo sperare di<br />

avere energie necessarie per<br />

intraprenderlo.<br />

Tirai il fiato, tesi i muscoli, mi<br />

concentrai per l'incontro<br />

fondamentale con Bertolucci,<br />

dovevo assolutamente convicerlo<br />

in modo completo. Ero così certo<br />

<strong>della</strong> esattezza di questa visione<br />

fotografica, tanto da avere il<br />

timore che se non fossi riuscito<br />

nell'intento, avrei dovuto<br />

abbandonare il progetto; poiché<br />

assolutamente non riuscivo ad<br />

immaginare la possibilità di<br />

visualizzare l'Imperatore in altro<br />

modo. Almeno era impossibile in<br />

quel momento per me.<br />

Bertolucci, un po' timidamente,<br />

ne fu entusiasta.<br />

2) LA REALIZZAZIONE:<br />

fu, rammento, nel Maggio dell'86<br />

la mia prima partenza per la<br />

lontana, vasta, antica Cina ed<br />

avvenne in uno stato veramente<br />

emozionale; oltre a tutte le<br />

differenze riguardanti la terra, la<br />

cultura, la lingua, che mi<br />

apprestavo a toccare con gli<br />

occhi, la vera eccitazione era nel<br />

constatare quanto tutte queste<br />

nuove emozioni avrebbero<br />

influenzato la mia fantasia visiva,<br />

rispetto a tutto ciò che<br />

riguardava l'ideazione fotografica<br />

del film.<br />

Il periodo di scoperta, durante<br />

questa fase di sopralluoghi<br />

guidata da Bertolucci, tra alte<br />

mura, lunghi viali, vaste corti e<br />

sontuosi interni <strong>della</strong> Città<br />

Proibita, mi riempì tanti punti di<br />

domande, di interrogativi, su<br />

come la Cina degli anni '80 si<br />

sovrapponeva alla propria<br />

immagine antica; ma soprattutto<br />

mi confermò, mi consolidò, mi<br />

coadiuvò, l'ideazione teorica<br />

fotografica che avevo fatto a<br />

tavolino, basandomi su principi e<br />

bisogni personali, su una logica

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