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sommario - Provincia Tridentina - Pcn.net

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306.<br />

NdF 199<br />

- che viene guarito da Gesù perché si fida di lui e si affida a lui,<br />

- che, infine – ritrovata la vista – comincia a seguire Gesù.<br />

Questa è la storia di ognuno di noi, di ogni cristiano e di ogni chiamato: finché<br />

non incontriamo Gesù e non ci affidiamo a lui siamo ai margini della vita vera, siamo<br />

ciechi che non sanno dove andare, siamo persone che non conoscono il senso e la<br />

bellezza della vita!<br />

Ma se ci fidiamo di Gesù e ci affidiamo a lui, allora i nostri occhi si aprono, la<br />

nostra vista si rischiara e possiamo cominciare anche noi a seguirlo. Perché è lui,<br />

Gesù, l’unica via capace di portarci a una vita piena, eterna ed eternamente beata.<br />

Carissimo Michele, a tua volta, nel corso della vita incontrerai molte persone<br />

sedute ai margini della strada, che non sanno qual è il senso della loro esistenza, tristi<br />

e rinchiuse in se stesse, prigioniere della propria fragilità. Tu testimonia loro con<br />

semplicità che, fidandosi di Gesù, possono ritrovare la vista; che seguendolo possono<br />

trovare la via, il senso vero della vita.<br />

Che cosa ci suggerisce ancora la parola di Dio per guidarci dentro il mistero<br />

della vocazione? Nella prima lettura il profeta Isaia ci ha raccontato la propria<br />

vocazione; il brano della Lettera agli Ebrei ci parlava della chiamata del Sommo<br />

Sacerdote per farci capire il senso dell’incarnazione del Cristo.<br />

Sono brani che ci aiutano a mettere in chiaro di chi è l’iniziativa, dentro la nostra<br />

vita, l’iniziativa è di Dio: “Nessuno si attribuisce questo onore se non chi è chiamato<br />

da Dio!” diceva con forza la lettera agli Ebrei.<br />

In un tempo come il nostro, nel quale sembra che il grande protagonista di tutto<br />

sia l’IO, la Parola di Dio ci ricorda che l’unico vero protagonista è DIO! È lui a<br />

prendere l’iniziativa!<br />

Non dimenticarlo mai, carissimo Michele! E sentiti interiormente consolato per<br />

il fatto che l’iniziativa è di Dio, che il protagonista è lui. Perché se il protagonista è<br />

l’io, allora non possiamo fare altro che sentirci schiacciati dalla nostra fragilità e<br />

dalla fragilità del mondo in cui viviamo, proprio come Isaia, che grida: “Ohimè sono<br />

perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle<br />

labbra impure io abito”.<br />

Ma se il protagonista è Dio, se l’iniziativa è sua allora sarà lui stesso a prendere<br />

dal braciere incandescente dello Spirito santo il fuoco necessario per purificare la<br />

nostra esistenza e renderci capaci di rispondere anche in mondo come il nostro.<br />

Se il protagonista è Dio, lui potrà volgere a fin di bene perfino la nostra<br />

debolezza, per renderci sensibili alla debolezza dei nostri fratelli e far sperimentare<br />

loro la sua grazia e la sua misericordia.<br />

Se l’iniziativa è di Dio questo non significa che la nostra risposta non abbia<br />

alcun peso o alcun valore! La celebrazione che stiamo vivendo è ricca di parole e di<br />

segni che si intrecciano e si spiegano a vicenda.<br />

Poco fa, durante l’appello il diacono ti ha chiamato per nome – carissimo<br />

Michele – e tu hai risposto “Eccomi!”<br />

Nel brano di Isaia abbiamo sentito Dio stesso porre la domanda: “Chi manderò e<br />

chi andrà per noi?” e la risposta di Isaia è stata: “Eccomi, manda me!”<br />

“Eccomi” è la risposta di Maria all’angelo Gabriele.<br />

“Eccomi” è la risposta di Cristo al Padre nel momento dell’incarnazione!

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