sommario - Provincia Tridentina - Pcn.net
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274. 4. Oltre alla complessità della struttura, ci si rende conto che i costi di manutenzione e di gestione sono assai elevati, ma non si sente di dare soluzioni, limitandosi a formulare qualche obiettivo a breve e a lungo termine: * continuare l’accoglienza temporanea nello studentato * valorizzare in futuro Villa Madruzzo per una piccola fraternità * difficoltà di convivenza con altri enti. 5. Proposta di un frate di utilizzare lo studentato per studenti universitari: non ci sono però richieste concrete 6. L’Anffas ha chiesto un piccolo spazio nell’orto e nell’oratorio NdF 199 • In sintesi: la Fraternità chiede per il momento di non fare interventi e solo in media prospettiva suggerisce di tenere la casa della Curia per una piccola fraternità e trovare un ente interessato a utilizzare il resto del convento. Dal dialogo col Definitorio emerge: - conservare la biblioteca e valutare di quanto spazio ha ancora bisogno; - lo studentato serva di accoglienza per i frati di passaggio, per i missionari, per iniziative di formazione, per gruppi; - una mappatura degli spazi per valutare i costi del tutto - restare come piccola fraternità con sede in infermeria, per il servizio della biblioteca e della chiesa, valorizzando il convento di Pergine per incontri e altro; - cercare in città una casa, abbandonando tutto il complesso, per una presenza significativa nel capoluogo. INTERROGATIVI 1) Prova a collocare il complesso Trento entro il disegno della futura nostra presenza sul territorio trentino e la necessità di ridimensionare case e attività in prospettiva non più di Provincia tridentina ma di entità Nord Italia. Il trasferimento della Curia provinciale quali conseguenze porterà per le strutture attuali? Quali attività di ambito territoriale dovranno sussistere e trovare spazi adeguati? 2) Complesso assai difficile da gestire per le varie entità o opere presenti attualmente. Ma in futuro quali opere potranno restare? In quali spazi? 3) Attualmente diventa sempre più problematica la gestione economica del complesso. Il futuro con la diminuzione dei frati diventerà ancora più difficile provvedere al complesso e alla sua conservazione con personale laico, visti gli attuali costi e criteri di gestione. Quali soluzioni suggerisci? 4) Quale futuro uso potrà avere la chiesa, partendo dall’attuale frequenza dei fedeli assai limitata e in continua diminuzione? 5) Il problema parcheggio si farà sentire con eventuali cessioni di parte del complesso?
6) In prospettiva: una fraternità in villa Madruzzo? In infermeria? In città, in luogo significativo pastoralmente? O quali altre proposte? 275. 7) La gestione biblioteca fino a quando sarà possibile da parte nostra? Quali altre soluzioni possiamo pensare: mettersi in rete col Polo biblioteche e affidare la gestione all’Ente pubblico o a laici, visto l’interesse locale verso questo capitale culturale; alienazione o comodato? Quale sarà la sua caratteristica: prevalentemente di conservazione, con acquisti limitati a settori specifici e francescanamente significativi? 8) Nel frattempo: evitare ogni forma di locazione. Consentire l’uso gratuito di ambienti a entità socio assistenziali per tempi ben determinati e senza l’onere di spese di adeguamento. Es: uso dello studentato per gruppi, corsi di esercizi, ospitalità missionari… Locali ex oratorio: uso in comodato gratuito a tempo limitato es. Anffas come l’estate scorsa… Sintesi dei lavori dei gruppi Gruppo 1, verbale (fr. Paolo Moser) Si riconosce la problematicità del momento in cui si trovano le nostre province in ragione del numero e dell’età dei frati che le compongono. Questo momento, tuttavia, non è riconosciuto solamente come un tempo difficile, ma anche come un tempo provvidenziale a noi dato, in cui prendere delle decisioni profetiche di rinnovamento, scelte che dovranno considerare, inoltre, il cammino interprovinciale e le scelte fatte in tale ambito. Come criterio generale ispiratore per le future scelte ci si trova concordi nel dover privilegiare la vita delle fraternità rispetto alle funzioni specifiche che queste possono avere o al luogo che esse possono occupare. Si ritiene fondamentale che la vita delle fraternità sia dignitosa e significativa, che sia a misura d’uomo (di frate) e possibilmente autosufficiente, ovvero che non abbia bisogno di ricorrere a personale esterno. Si pensa ad una fraternità in cui tutti i frati possono essere accolti come membri di una famiglia e in cui gli anziani possano dare la loro preziosa testimonianza di vita. Premesso che le scelte che in futuro si prenderanno non riguarderanno solamente le due fraternità di Trento e Pergine, ma soprattutto la vita della provincia stessa, si propone: 1. Tra Trento e Pergine si è unanimi nel ritenere di dover privilegiare la fraternità di Pergine, in virtù dell’inserimento di questa nel territorio, per lo spazio delle relazioni che essa offre, per la sua maggiore funzionalità e agibilità rispetto a Trento. Inoltre, in base al criterio generale sopra esposto, si propone di studiare la possibilità di realizzare una fraternità più familiare, dal forte progetto interno e aperta alle richieste esterne. NdF 199
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• In sintesi: la Fraternità chiede per il momento di non fare interventi e<br />
solo in media prospettiva suggerisce di tenere la casa della Curia per<br />
una piccola fraternità e trovare un ente interessato a utilizzare il resto<br />
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Dal dialogo col Definitorio emerge:<br />
- conservare la biblioteca e valutare di quanto spazio ha ancora bisogno;<br />
- lo studentato serva di accoglienza per i frati di passaggio, per i<br />
missionari, per iniziative di formazione, per gruppi;<br />
- una mappatura degli spazi per valutare i costi del tutto<br />
- restare come piccola fraternità con sede in infermeria, per il servizio<br />
della biblioteca e della chiesa, valorizzando il convento di Pergine per<br />
incontri e altro;<br />
- cercare in città una casa, abbandonando tutto il complesso, per una<br />
presenza significativa nel capoluogo.<br />
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1) Prova a collocare il complesso Trento entro il disegno della futura nostra<br />
presenza sul territorio trentino e la necessità di ridimensionare case e<br />
attività in prospettiva non più di <strong>Provincia</strong> tridentina ma di entità Nord<br />
Italia.<br />
Il trasferimento della Curia provinciale quali conseguenze porterà per le<br />
strutture attuali? Quali attività di ambito territoriale dovranno sussistere e<br />
trovare spazi adeguati?<br />
2) Complesso assai difficile da gestire per le varie entità o opere presenti<br />
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Ma in futuro quali opere potranno restare? In quali spazi?<br />
3) Attualmente diventa sempre più problematica la gestione economica del<br />
complesso. Il futuro con la diminuzione dei frati diventerà ancora più<br />
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laico, visti gli attuali costi e criteri di gestione. Quali soluzioni suggerisci?<br />
4) Quale futuro uso potrà avere la chiesa, partendo dall’attuale frequenza dei<br />
fedeli assai limitata e in continua diminuzione?<br />
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