Lezione_7_3_13
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Multiculturalità e<br />
apprendimento linguistico (M-Z)<br />
Vitale Giuseppina<br />
vitaleg@unior.it<br />
<strong>Lezione</strong> 7/3/2012
Sintesi<br />
• Input linguistico: definizione e caratteristiche<br />
• Il concetto di “interlingua”
Conoscere una lingua?<br />
• Possedere una competenza linguisticocomunicativa
L’input linguistico<br />
• Definizione<br />
▫ Input > intake > output<br />
• Caratteristiche che permettono di rendere<br />
l’input comprensibile:<br />
1. Contestualizzazione extralinguistica<br />
2. Strutturazione linguistica<br />
3. Modificabilità<br />
4. Negoziabilità
L’input linguistico: contestualizzazione<br />
COORDINATE SOCIOLINGUISTICHE:<br />
Ambiente culturale e coordinate spazio-temporali<br />
Partecipanti dell’interazione<br />
Lo scopo e l’argomento dello scambio comunicativo<br />
Incostante l’importanza del contesto<br />
Nel processo di apprendimento linguistico, l’input<br />
più facilmente decifrabile è quello in cui è maggiore<br />
l’informazione extralinguistica (contesto) = processo<br />
di compensazione<br />
Se il contesto rende ovvio quello che viene detto,<br />
l’apprendente ha maggior opportunità di concentrarsi<br />
sulla forma
L’input linguistico: strutturato<br />
• Le lingue sono organizzate in strutture (frasi e<br />
sintagmi piuttosto che parole) in parte universali<br />
e in parte specifiche di singole lingue<br />
• Tutte le lingue del mondo, pur nella loro<br />
diversità strutturale, obbediscono a dei principi<br />
universali. Tali principi sono definiti universali<br />
linguistici.<br />
• Gli universali linguistici sono le proprietà<br />
ricorrenti nelle lingue del mondo sebbene non<br />
siano riscontrabili in tutte le lingue.
Universali linguistici e input<br />
comprensibile (1)<br />
• Tra gli universali linguistici particolarmente utili<br />
alla decifrazione dell’input (Klein, 1986:4):<br />
▫ Un enunciato è scomponibile in parole, le parole in<br />
sillabe, e le sillabe in fonemi<br />
▫ I fonemi sono divisi in consonanti e vocali<br />
▫ Le sillabe tendono ad avere un nucleo vocalico, che è<br />
affiancato da consonanti<br />
▫ Vocali e consonanti tendono ad alternarsi nella sillaba,<br />
per cui i nessi consonantici tendono a marcare i<br />
confini sillabici<br />
▫ Una pausa di solito ricorre al confine di parola (ma<br />
non tutti i confini di parola sono indicati da una pausa)
Universali linguistici e input<br />
comprensibile (2)<br />
▫ Ci sono parole che hanno un significato<br />
prevalentemente grammaticale (le parole di<br />
funzione: in, e, il, se), e parole che hanno un<br />
significato prevalentemente lessicale (le parole di<br />
contenuto: pipa, ritirare, piacevole, trenta)<br />
▫ Le parole di funzione tendono a essere più corte<br />
(tipicamente monosillabiche), ricorrono con<br />
maggiore frequenza, e di solito sono meno<br />
accentate delle parole di contenuto<br />
▫ La regola generale è: una parola, un significato
• Aiutano a decifrare l’input altre proprietà che<br />
evidenziano specifiche parti dell’enunciato:<br />
▫ La frequenza con cui alcune parole ricorrono<br />
nell’enunciato<br />
▫ La posizione che occupano nell’enunciato<br />
▫ La struttura prosodica dell’enunciato (accento, ritmo)<br />
• Aiutano più direttamente a decifrare l’input:<br />
▫ le proprietà specifiche della L1<br />
▫ le conoscenze parziali della L2<br />
▫ le conoscenze di altre L2
L’input linguistico: modificabilità<br />
• Foreigner talk (Ferguson, 1971)<br />
▫ Definizione<br />
▫ Caratteristiche<br />
Eloquio più enfatico e rallentato;<br />
Utilizzo di vocaboli più brevi, comuni e dal significato generale;<br />
Prevalenza della paratassi sull’ipotassi;<br />
Uso di concetti basilari rispetto a quelli più complessi.<br />
• Teacher talk (Henzl, 1972; H.D. Brown, 1994)<br />
▫ Definizione<br />
▫ Caratteristiche<br />
i) mai sgrammaticato<br />
ii) è meno calibrato grossolanamente sui bisogni linguistici<br />
degli allievi
L’input linguistico: negoziabilità<br />
• Compare quando tutti gli elementi precedenti<br />
non permettono ancora la comprensione e allora<br />
parlante nativo e apprendente decidono di<br />
negoziare l’input durante la conversazione.<br />
▫ Ripetizioni<br />
▫ Riformulazioni<br />
▫ Scomposizioni (es. segmentare enunciati troppo<br />
lunghi)
Il concetto di interlingua (1)<br />
• Anni ‘50 – Ipotesi comportamentista (Bloomfield:<br />
1933; Skinner: 1957)<br />
▫ ANALISI CONTRASTIVA<br />
• Anni ‘60-70<br />
▫ ANALISI DEGLI ERRORI<br />
▫ The significance of learners’ errors ( Corder, 1967) –<br />
considerazione dell’errore come indizio di un sistema<br />
linguistico in formazione.<br />
• Selinker (1972): formula la definizione di<br />
interlingua come sistema linguistico variabile nel<br />
tempo, più che di un sistema di arrivo
Interlingua<br />
• L’interlingua è la lingua degli apprendenti, intesa come:<br />
▫ Sistema-competenza (ciò che l’apprendente sa, langue)<br />
▫ Effettiva esecuzione individuale (ciò che l’apprendente usa,<br />
parole)<br />
• È un sistema<br />
• È dinamica<br />
• Si sviluppa in una serie di stadi generalmente comuni<br />
agli apprendenti, ma caratterizzati da variabilità interna<br />
• È influenzata dalla L1
Interlingua e L2<br />
• L’interlingua è una lingua naturale, dotata di<br />
coerenza interna e carattere indipendente<br />
• Non va sempre rapportata alla L2 ma deve<br />
essere analizzata in se stessa
Costanti e variabili dell’interlingua<br />
• L’IL presenta delle tappe evolutive comuni a<br />
tutti gli apprendenti (elemento costante)<br />
• Il risultato o la velocità d'apprendimento<br />
(elementi variabili), in quanto dati soggettivi, le<br />
devianze linguistico-culturali nella produzione<br />
degli apprendenti si possono considerare come<br />
segnali di una competenza provvisoria, in fieri.