Scarica l'estratto - Università degli Studi di Salerno
Scarica l'estratto - Università degli Studi di Salerno
Scarica l'estratto - Università degli Studi di Salerno
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
irregolarissimo rettangolo settentrionale, una piccola porzione della provincia <strong>di</strong> Caserta: la separazione è assicurata<br />
da una linea molto più spessa <strong>di</strong> quella che è usata per in<strong>di</strong>care il perimetro dei comuni. Emblematico il<br />
fatto che l’estensione dei comuni costieri bonificati, proprio per il ridotto valore del suolo che hanno conservato<br />
per tutti i secoli me<strong>di</strong>evali e moderni, rimane molto maggiore <strong>di</strong> quelli interni.<br />
Fa un certo effetto emozionale (a chi ha sensibilità culturale e senso delle proprie ra<strong>di</strong>ci) riscontrare inoltre<br />
come il fenomeno della centuriazione romana, già riscontrabile nella <strong>di</strong>visione ancora attuale delle particelle<br />
agrarie <strong>di</strong> forma quadrangolare e nella pianta a scacchiera <strong>di</strong> molti centri, trova un riflesso anche nelle sagome<br />
geometricamente rettilinee <strong>di</strong> alcuni comuni della provincia <strong>di</strong> Caserta (Trentola Ducenta, S. Marcellino, Aversa,<br />
Teverola, ecc.) e nel dettaglio a scalini (<strong>di</strong>segno detto “a greca”, tipico delle orlature ricamate <strong>di</strong> tovaglie,<br />
lenzuola e simili) <strong>di</strong> altri comuni della parte settentrionale della provincia <strong>di</strong> Napoli (Casandrino, Grumo Nevano,<br />
Arzano, ecc.).<br />
Un tipo adattamento del confine municipale ai fatti fisici è il caso del cratere <strong>degli</strong> Astroni, rientrante nel<br />
comune <strong>di</strong> Pozzuoli, mentre è evidente l’andamento “a spicchio” dei perimetri comunali ritagliati sulla groppa<br />
del Vesuvio, in relazione al fatto che nel passato ogni comunità organizzata amministrativamente cercava <strong>di</strong><br />
assicurarsi contemporaneamente fette <strong>di</strong> pianura, collina e montagna, onde assicurarsi la sopravvivenza sfruttando<br />
e integrando le potenzialità produttive delle tre fasce (integrazione verticale delle attività, tipica del<br />
vecchio mondo me<strong>di</strong>terraneo). Si riscontrano in questo Foglio anche tre casi <strong>di</strong> isole amministrative comunali,<br />
la prima relativa al comune <strong>di</strong> Villaricca (ex Panicuocolo), che è quasi più estesa dello stesso comune <strong>di</strong> appartenenza,<br />
le altre due pertinenti rispettivamente ai comuni <strong>di</strong> Portici e Pomigliano d’Arco.<br />
La copertura toponimica<br />
Per concludere, si farà un cenno anche alla toponomastica, per mostrare come essa rifletta fedelmente presenze<br />
storiche, usi del suolo, oggetti e fenomeni geografici, sia fisici che antropici, una <strong>di</strong>mostrazione che<br />
sarebbe molto più completa e persuasiva se si avesse qui più spazio a <strong>di</strong>sposizione e si conoscessero tutti i<br />
toponimi riscontrabili in altre carte <strong>di</strong> maggiore dettaglio e <strong>di</strong> altre epoche, a parte quelli rilevabili in tante fonti<br />
non cartografiche. Pur costituendo una piccola percentuale <strong>di</strong> tutti i toponimi che nel lungo passato sono stati<br />
impressi sul terreno per designarne le particolarità, quelli leggibili nel Foglio danno comunque una idea verisimile<br />
delle stratificazioni dell’occupazione umana nei secoli e dei caratteri della così particolare geografia fisica,<br />
oltre che del meccanismo psicologico che genera il toponimo (si è già illustrata prima la <strong>di</strong>fferenza tra alcuni<br />
toponimi del Vesuvio).<br />
Lasciando da parte la spiegazione <strong>di</strong> circa 60 toponimi designanti i comuni principali rappresentati completamente<br />
o in parte nella loro estensione all’interno del Foglio, che da sola avrebbe un grande interesse geografico,<br />
storico e linguistico, si preferisce fermare l’attenzione sul grande intervento mo<strong>di</strong>ficatore costituito dalla bonifica<br />
idraulica e dalla successiva riforma agraria, è fortemente esemplificato in molti toponimi visibili nel lato Nord est<br />
ed Ovest del Foglio. E così si trovano: Mezze quote, V.gio agricolo, Pineta Castel Volturno, Idrov.a, Foce Regi<br />
Lagni, Mad.na del Pantano, che non hanno bisogno <strong>di</strong> commento. Abbondano poi le masserie, cui viene attribuito<br />
<strong>di</strong> solito il cognome della famiglia (Mass.a Chianese, Mass.a Vargas) o viene aggiunto un aggettivo (Mass. grande,<br />
Mass.a bianca) o un sostantivo riferito a caratteri del luogo (Mass.a Tufo, Mass.a Cavone, Mass.a Salice).<br />
Insieme alle masserie ci sono le vecchie se<strong>di</strong>, denominate col primo termine <strong>di</strong> casa o torre, che vuol <strong>di</strong>re<br />
casa fortificata (Case Cappabianca = vecchio nucleo che denota la presenza <strong>di</strong> un casato; T.re Paesano), oppure<br />
casini <strong>di</strong> campagna <strong>di</strong> un nobile o ricco borghese che aveva <strong>di</strong> solito il palazzo in città (Cas.° Ischitella, con<br />
riferimento a una piccola isola fluviale, che non a caso si trova nei pressi <strong>di</strong> una costruzione da attribuire alla<br />
famiglia reale (la Favorita), data la sua vicinanza alla Mass.a del Re (ma questo toponimo può anche riferirsi a<br />
un cognome Del Re, in<strong>di</strong>pendentemente dall’attinenza altolocata).<br />
Si noterà che in quest’area delle masserie, case, torri e casini mancano veri e propri inse<strong>di</strong>amenti compatti,<br />
che invece sono <strong>di</strong>slocati a circa una decina <strong>di</strong> km dalla costa, proprio perché per molti secoli l’impaludamento<br />
li ha respinti verso l’interno. Fanno eccezione qualche villa sulle rive del Lago Patria (V.la De Blasio), alcuni<br />
inse<strong>di</strong>amenti balneari ed i villaggi malfamati che hanno deturpato la costa a partire dagli anni ’60 postbellici,<br />
essendo frutto <strong>di</strong> una feroce speculazione e<strong>di</strong>lizia (il famigerato Villaggio Coppola, il Villaggio Marina<br />
d’Ischitella), alla quale si è posto parziale riparo solo negli ultimi anni, con l’abbattimento <strong>di</strong> “grattacieli” e<br />
perfino strutture portuali contro legge.<br />
262