Scarica l'estratto - Università degli Studi di Salerno
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tazione e/o colture, fino ai semplici inse<strong>di</strong>amenti, alla rete <strong>di</strong> comunicazione ed altro. Sarà evidente allora come<br />
tali confini si appoggiano <strong>di</strong> volta in volta ai più vari accidenti naturali e antropici: <strong>di</strong> tipo idrografico (linee <strong>di</strong><br />
impluvio, filoni della corrente <strong>di</strong> corsi d’acqua perenni, rive <strong>di</strong> laghi, orli <strong>di</strong> antiche palu<strong>di</strong> bonificate, coste<br />
marine, ecc.); <strong>di</strong> tipo orografico (spartiacque, linee <strong>di</strong> cresta, sproni, cigli <strong>di</strong> ripiani, ripe fluviali a picco, frane,<br />
conoi<strong>di</strong> <strong>di</strong> deiezione, margini <strong>di</strong> boschi, ecc.); <strong>di</strong> tipo antropico (sentieri, mulattiere, strade, ferrovie, tramvie,<br />
ponti, canali, limiti <strong>di</strong> proprietà, ecc.).<br />
Cercando una spiegazione, dopo un ragionamento attivato con esprit de finesse aggiunto all’esprit de<br />
géométrie, apparirà il perché certe unità amministrative sono molto estese ed altre, invece, assai minuscole,<br />
perché certi perimetri sono rettilinei (se impostati ad esempio su strade o canali <strong>di</strong> bonifica), altri tortuosissimi<br />
(appoggiati su meandri fluviali), altri “a greca” (sulla rete della millenaria centuriazione romana).<br />
Il paesaggio politico-amministrativo comporta infine, quando lo si legga con attenzione, alcuni vantaggi<br />
cognitivi in fase <strong>di</strong>dattica. Per fare <strong>degli</strong> esempi, la mente dei <strong>di</strong>scenti può con profitto esercitarsi nella rilevazione<br />
del salto <strong>di</strong> scala, osservando lo stesso comune (e, con maggiore applicazione, gli oggetti – variabili <strong>di</strong> numero<br />
in ragione della scala – in esso “contenuti”) in rappresentazioni topografiche al 200.000, al 100.000, al 50.000,<br />
al 25.000 e fino alle scale catastali <strong>di</strong> grande dettaglio: e capire il salto <strong>di</strong> scala in Geografia non è cosa da poco,<br />
giacché fra l’altro certi fenomeni sono percepibili e comprensibili ad una scala e nient’affatto a un’altra. Ancora:<br />
l’osservazione della rete amministrativa renderà meno ostico l’appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> parecchi simboli cartografici,<br />
sì da rivelarsi un ottimo aperitivo per la decifrazione della carta topografica. Seguendo cioè gli studenti, con<br />
l’occhio e con il <strong>di</strong>to, le linee amministrative, impatteranno via via i simboli dei fatti geografici sui quali quelle<br />
linee sono impostate, imparando a riconoscerli quasi senza accorgersene (quin<strong>di</strong> senza sforzo), giovandosi cioè<br />
– attraverso un esercizio motivato e motivante – <strong>degli</strong> effetti positivi <strong>di</strong> quello che i <strong>di</strong>datti chiamano “appren<strong>di</strong>mento<br />
nascosto”.<br />
A conclusione del nostro <strong>di</strong>scorso, inteso a fornire alcune chiavi interpretative del contenuto <strong>di</strong> una carta<br />
topografica, ossia dei simboli espressivi del paesaggio visibile e delle sottostanti e invisibili strutture socioeconomico-culturali,<br />
il lettore avrà compreso che tale lettura interpretativa non è affatto facile. La <strong>di</strong>fficoltà<br />
consiste sia nel fatto che dell’intero paesaggio visibile il cartografo in generale ritrae solo alcuni aspetti selezionati<br />
per i suoi scopi (si ricor<strong>di</strong> quanto <strong>di</strong>cevamo all’inizio <strong>di</strong> questo volume: la carta non va confusa con la<br />
realtà), sia nella necessità che, per risalire alle informazioni latenti sotto la corteccia del rappresentato, il lettore<br />
possegga, in generale, un minimo <strong>di</strong> preparazione geografica che abiliti a riconoscere nei simboli la realtà<br />
palpitante e non li consideri una fredda graficizzazione, ed in particolare conosca un po’ a priori e un po’ a<br />
posteriori (cioè informandosi sui testi, sulle statistiche e con la ricerca sul posto) l’area rappresentata.<br />
Il problema principale non è quin<strong>di</strong> quello <strong>di</strong> memorizzare e riconoscere i tanti simboli presenti in carta,<br />
comprendendo a quali fatti reali essi si riferiscano, anche se questa operazione analitica è inelu<strong>di</strong>bile e richiede<br />
un certo sforzo applicativo (v. figg. 121-132); più complicato, una volta compiuto l’elenco delle presenze, è<br />
riflettere sulla loro rispettiva ricorsività e capire quali sono quelle che per quantità e qualità costituiscono la<br />
tipologia geografica dell’area. Fin qui siamo ancora in una fase <strong>di</strong> interpretazione statica, non <strong>di</strong>namica e <strong>di</strong><br />
flusso. A quest’ultima si può arrivare mettendo in relazione i principali oggetti e fenomeni visibili, sia fisici che<br />
antropici, per comprendere come si coagulano nella unità organica del paesaggio visibile.<br />
La spiegazione più profonda si potrà a questo punto tentare dopo aver fatto una ricerca specifica sull’area<br />
rappresentata, attraverso molte altre fonti non cartografiche. Si capiranno allora tutte le variabili, naturali e<br />
umane, visibili e invisibili del sistema territoriale, nel suo funzionamento interno e nei suoi rapporti relazionali<br />
con l’esterno più o meno lontano. Si tratta dunque <strong>di</strong> una sintesi finale cui si può giungere con molto stu<strong>di</strong>o e<br />
applicazione. Un fatto importante è capire se il brano <strong>di</strong> territorio rappresentato, dal punto <strong>di</strong> vista statico ed<br />
esteriore (paesaggio visibile) e da quello <strong>di</strong>namico e relazionale (sistema territoriale) è scin<strong>di</strong>bile in più parti<br />
<strong>di</strong>fferenziate oppure (cosa più probabile) fa parte <strong>di</strong> tipi <strong>di</strong> paesaggi e <strong>di</strong> sistemi più ampi. In quest’ultimo caso<br />
sarà utile, prima <strong>di</strong> scendere all’estrema analisi della tavoletta, consultare una carta <strong>di</strong> scala minore (quadrante<br />
o foglio) in cui quella tavoletta rientra.<br />
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