Scarica l'estratto - Università degli Studi di Salerno
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e <strong>di</strong> altri caratteri del terreno: quel che manca può essere ricostruito con la personale ricerca su opportune fonti.<br />
Quanto all’inse<strong>di</strong>amento in senso stretto, l’attenzione sarà primariamente de<strong>di</strong>cata a verificarne le forme<br />
sparse (singole <strong>di</strong>more o piccoli nuclei o casali), quelle accentrate e compatte, in relazione alle forme del<br />
terreno (altimetria ed esposizione), alla idrografia (presenza <strong>di</strong> corsi d’acqua o <strong>di</strong> sorgenti), alla costa marina o<br />
lacuale, a massicci interventi bonificatori e <strong>di</strong> riforma agraria (canali, parcellizzazione agraria), alle vicende<br />
storiche complessive, alle arterie <strong>di</strong> comunicazione (strade, ferrovie, idrovie). Anche la posizione dei centri e la<br />
relativa pianta contiene messaggi decifrabili: centri <strong>di</strong> strada hanno case allungate ai margini delle stesse; centri<br />
<strong>di</strong> crocicchio, <strong>di</strong> ponte o <strong>di</strong> guado si ammassano <strong>di</strong> solito attorno a quei punti; centri <strong>di</strong> dorsale, <strong>di</strong> sperone, <strong>di</strong><br />
poggio, <strong>di</strong> pen<strong>di</strong>o richiamano particolari vicende storiche, situazioni protratte <strong>di</strong> pericolo, necessità <strong>di</strong> stabilità<br />
fisica del sito o <strong>di</strong> sua <strong>di</strong>fficile accessibilità: una classificazione solo formale <strong>di</strong> essi non basta pertanto a definirne<br />
il carattere senza lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> vicende politiche, demografiche, economiche e culturali che li hanno plasmati<br />
nei secoli fino a dar loro una particolare identità.<br />
Le se<strong>di</strong> umane non sono solo ad uso abitative, per cui si farà attenzione a rilevare in tavoletta la <strong>di</strong>stribuzione<br />
<strong>di</strong> costruzioni industriali antiche e recenti, <strong>di</strong> miniere, <strong>di</strong> oleodotti e metanodotti, <strong>di</strong> antichi molini o gualchiere.<br />
Il <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong>venta più complesso ovviamente nel caso <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> e me<strong>di</strong>e città, che sono ambienti fortemente<br />
artificiali, comprensibili solo attraverso l’indagine storica, ma comunque tenendo conto delle caratteristiche del<br />
sito originario (stretto, largo, piano, collinare, con assenza o presenza <strong>di</strong> fiumi o sorgenti, con una particolare<br />
esposizione, ecc.), dei suoi collegamenti con l’esterno e del suo or<strong>di</strong>to stradale interno, della sua struttura<br />
sociale e <strong>di</strong> tanti altri elementi e fattori particolari, tra cui la pianificazione urbana.<br />
Il tipo <strong>di</strong> pianta, se a scacchiera, può derivare dalla centuriazione romana o da interventi molto più recenti,<br />
se irregolare, tortuosa e protetta da mura, richiamerà una fondazione me<strong>di</strong>oevale, magari su nuclei <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti<br />
più antichi, anche preromani; così la <strong>di</strong>visione in quartieri può derivare dalle corporazioni artigianali, e via<br />
enumerando. Anche le <strong>di</strong>rettrici <strong>di</strong> espansione dell’abitato e delle attività ci richiama la storia della città, i suoi<br />
legami col territorio circostante, i vincoli o le facilitazioni offerti dai fatti naturali e antropici. Troppe sono le<br />
casistiche particolari per poter dare delle in<strong>di</strong>cazioni interpretative valide in generale, ma la presenza <strong>di</strong> simboli<br />
riferentisi a opere pubbliche, quali se<strong>di</strong> <strong>di</strong> culto, cimiteri, spazi ver<strong>di</strong>, impianti sportivi e turistici, aree <strong>di</strong> servizio,<br />
aeroporti, strade principali e autostrade, riflette certamente l’espansione e le funzioni delle città (economiche,<br />
politiche, <strong>di</strong> vita sociale e culturale, ecc.) nelle varie epoche storiche.<br />
Contrariamente a quanto alcuni autori sostengono, i simboli della vita politico-amministrativa sono tutt’altro<br />
che irrilevanti nel decifrazione del territorio. Degli e<strong>di</strong>fici o complessi monumentali pubblici (con annessi<br />
parchi, aree ver<strong>di</strong>, ecc.), espressione del potere laico od ecclesiastico si è già accennato parlando della Geografia<br />
delle se<strong>di</strong>; va aggiunto che essi, essendo spesso dei manufatti <strong>di</strong> prestigio, portatori <strong>di</strong> stili architettonicoscultorei<br />
e <strong>di</strong> strutture funzionali legati a un certo assetto della società, rientrano anche nella Geografia dei fatti<br />
culturali, il cui significato e il cui valore vanno apprezzati non tanto nell’attenzione singola (che in tavoletta si<br />
traduce tutto sommato nella pianta) quanto nel complesso dell’or<strong>di</strong>to urbano (si pensi all’urbanistica barocca o<br />
fascista a Roma).<br />
Volendo limitarsi ai confini statali, regionali, provinciali, circondariali e comunali, che nelle carte topografiche<br />
vengono resi con precisi e <strong>di</strong>versificati simboli, il loro <strong>di</strong>ramarsi sul territorio crea un “paesaggio amministrativo”<br />
che non è visibile ad occhio nudo (ecco il vantaggio della rappresentazione cartografica), ma si fa ben<br />
“sentire” nella vita dei citta<strong>di</strong>ni, per la incidenza che hanno i poteri giuris<strong>di</strong>zionali ed economici connessi<br />
appunto a tali ritagli istituzionali (ci sono vantaggi e svantaggi nel far parte <strong>di</strong> una unità amministrativa o <strong>di</strong><br />
un’altra, in relazione certe scelte inse<strong>di</strong>ative ed economico-fiscali, alla vita culturale, insomma allo sviluppo<br />
territoriale spontaneo o pianificato nel suo complesso; abitare presso un confine <strong>di</strong> Stato o all’interno <strong>di</strong> un’“isola<br />
amministrativa” è <strong>di</strong>verso che starne molto lontani, ecc.). All’interpretazione quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> un assetto territoriale<br />
può concorrere il sapere, attraverso i limiti amministrativi, entro quale giuris<strong>di</strong>zione dei citati enti ci si trova: è<br />
un peccato, peraltro, che altri perimetri o bacini <strong>di</strong> utenza <strong>di</strong> enti territoriali, per evitare l’appesantimento del<br />
<strong>di</strong>segno, non siano presenti. Mi riferisco ai limiti delle circoscrizioni religiose (<strong>di</strong>ocesi, vicarie foranee, parrocchie),<br />
civili (limiti della struttura giu<strong>di</strong>ziaria, del lavoro-previdenza sociale-sanità, finanziaria, elettorale, dei<br />
servizi pubblici), militari (carabinieri, guar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> finanza, corpo forestale, vigili del fuoco).<br />
Ci sono poi altri aspetti importanti della maglia amministrativa, espressivi del rapporto società-natura, assai<br />
evidenti quando si ba<strong>di</strong> a forma, ampiezza, andamento perimetrale <strong>di</strong> comuni, circondari, province, regioni e<br />
stati, correlando queste evidenze alla posizione nel loro ambito dei capoluoghi, dei centri principali e <strong>degli</strong><br />
oggetti geografici più <strong>di</strong>stintivi del paesaggio, dalla geomorfologia, idrografia continentale, mare, tipi <strong>di</strong> vege-<br />
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