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Scarica l'estratto - Università degli Studi di Salerno

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Essendo la Terra un corpo tri<strong>di</strong>mensionale, esiste una terza coor<strong>di</strong>nata <strong>di</strong> un punto, l’altitu<strong>di</strong>ne, che in teoria<br />

è la <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quel punto dal centro del pianeta, ma in pratica viene calcolata in rapporto al livello me<strong>di</strong>o del<br />

mare e si può anche chiamare quota.<br />

La conoscenza della posizione non deve essere <strong>di</strong>sgiunta dall’osservazione dei caratteri formali e tecnici<br />

della rappresentazione, stabilendo se ci si trova <strong>di</strong>nanzi a un foglio, un quadrante, una tavoletta o a una carta<br />

topografica speciale, acquisendo il valore dell’equi<strong>di</strong>stanza delle curve <strong>di</strong> livello, l’uso <strong>di</strong> sfumo e colori ed altri<br />

aspetti e<strong>di</strong>toriali e costruttivi.<br />

Entrando nei contenuti della carta, conviene partire dagli aspetti morfologici del paesaggio, cercando <strong>di</strong><br />

misurare a occhio la superficie occupata da montagne e quella occupata da colline e pianure (una misurazione<br />

precisa può farsi col sistema dei quadratini o utilizzando un planimetro), onde comprendere l’altitu<strong>di</strong>ne me<strong>di</strong>a<br />

e la <strong>di</strong>stribuzione nello spazio <strong>di</strong> queste varie forme del terreno (singoli rilievi isolati, pochi rilievi uniformi a<br />

catena o dorsale, loro pendenza variabile a seconda dei versanti o della <strong>di</strong>slocazione dei vari blocchi, presenza<br />

<strong>di</strong> vette eminenti o parti cacuminali arrotondate o ad altopiano, altre caratteristiche <strong>di</strong> dettaglio, come doline,<br />

circhi glaciali, ecc.). Si vedrà che l’orografia si combina in<strong>di</strong>ssolubilmente con le zone piane (alluvionali,<br />

penepianate, <strong>di</strong> emersione, bonificate o meno in tempi recenti), in un reciproco con<strong>di</strong>zionamento che può dare<br />

origine a valli allungate o conche <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa forma e più o meno lontane dal mare. Anche la vegetazione naturale,<br />

più o meno presente, si può spiegare con l’esposizione dei versanti (quelli esposti a nord hanno in genere<br />

una più ricca copertura forestale rispetto ai versanti opposti) e soprattutto con le vicende storiche del territorio<br />

(<strong>di</strong>sboscamento secolare, rimboschimento, ecc.).<br />

Per i rilievi prossimi al mare si noteranno forme particolari: promontori, scalini degradanti verso la costa,<br />

cioè terrazze marine, isolette formate dai detriti strappati dalle acque ai fianchi dei rilievi, foci a delta o a<br />

estuario (queste ultime, non presenti in Italia, si associano in genere a installazioni portuali), e via <strong>di</strong>cendo.<br />

Siamo così spontaneamente introdotti nei fatti idrografici, che si connettono alle forme e alla natura del terreno<br />

(i corsi dei fiumi si <strong>di</strong>rezionano lungo le valli che hanno scavate, il <strong>di</strong>segno morfologico è l’altra faccia dello<br />

scavo <strong>di</strong> affluenti o subaffluenti rientranti nel bacino del corso principale).<br />

Forme, <strong>di</strong>stribuzione e pendenze dei rilievi si comprendono meglio se rapportate all’andamento dei corsi<br />

d’acqua, che possono essere perpen<strong>di</strong>colarmente o ra<strong>di</strong>almente contrapposti quando <strong>di</strong>scendono da uno<br />

spartiacque centrale, possono scorrere parallelamente alla <strong>di</strong>rezione delle dorsali, possono cerchiarle anularmente<br />

e così via. Perfino la natura del terreno può dedursi dalle forme <strong>di</strong> erosione o dalla presenza <strong>di</strong>ffusa o assenza <strong>di</strong><br />

eventuali sorgenti, il che denota rispettivamente la permeabilità della roccia o la sua impermeabilità, cui spesso<br />

si associa la presenza <strong>di</strong> frane e smottamenti dei versanti, riconoscibili o dai simboli cartografici (nella zona <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stacco dai versanti e/o nella zona <strong>di</strong> accumulo più a valle) o da particolari toponimi. Anche le – o i – conoi<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> deiezione sono forme particolari <strong>di</strong> accumulo <strong>di</strong> detriti nei punti <strong>di</strong> passaggio tra il monte e il piano, quin<strong>di</strong><br />

sono il risultato del rapporto terra/acque, e possono avere notevoli ripercussioni antropiche nella presenza <strong>di</strong><br />

se<strong>di</strong> e nello sfruttamento agricolo. Forti pendenze sono state in certi casi sfruttate per l’impianto <strong>di</strong> centrali<br />

idroelettriche, visibili per il simbolo delle costruzioni e delle condotte forzate. Altre volte i fiumi, in presenza <strong>di</strong><br />

terreni permeabili come il calcare, possono scomparire in inghiottitoi sotterranei e riapparire più a valle, come<br />

accade al Timavo e al nostro Bussento.<br />

L’idrografia continentale si manifesta anche sotto forma <strong>di</strong> ghiacciai e più spesso <strong>di</strong> laghi, <strong>di</strong> cui si può in<br />

tavoletta osservare il perimetro e la sua forma <strong>di</strong> costa, la profon<strong>di</strong>tà, eventuali utilizzazioni economiche (pesca,<br />

idroelettricità) o turistico-sportivo-ricreative, oltre naturalmente alla sua tipologia (<strong>di</strong> scavo glaciale,<br />

intermorenico, craterico, retrodunale costiero, artificiale per sbarramento, ecc.).<br />

Si è già accennato alla vegetazione naturale e ai fattori naturali e antropici della sua eventuale densità o<br />

rarefazione. Da essa bisognerà tener <strong>di</strong>stinte le coltivazioni, che sono frutto dell’intervento umano, ma <strong>di</strong> entrambe<br />

sarà utile osservare la <strong>di</strong>stribuzione planimetrica e altimetrica, in relazione alla presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>more<br />

stabili, <strong>di</strong> centri abitati, <strong>di</strong> strutture e infrastrutture legate anche ad opere <strong>di</strong> bonifica e <strong>di</strong> riforma agraria,<br />

insomma a un complesso <strong>di</strong> fattori storici, che possono aver favorito o inibito certi tipi colturali. Le varie specie<br />

vegetali (endemiche o coltivate) in<strong>di</strong>cate nella <strong>di</strong>dascalia <strong>di</strong> una tavoletta non esauriscono certo tutta la complessa<br />

e innovativa gamma presente negli attuali quadri colturali e vegetazionali (si pensi all’agricoltura in<br />

serra, a quella biologica, ai prodotti geneticamente mo<strong>di</strong>ficati), per i quali bisognerebbe far ricorso a carte<br />

tematiche (della utilizzazione del suolo, ad esempio). Tuttavia, una idea del tipo <strong>di</strong> agricoltura o <strong>di</strong> altre attività<br />

primarie (come l’allevamento, desumibile da se<strong>di</strong> temporanee collegate da tratturi, dalle zone a pascolo o a<br />

prato, a seconda del tipo brado o stanziale o interme<strong>di</strong>o o transumante) si ricava dall’osservazione dei simboli<br />

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