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Scarica l'estratto - Università degli Studi di Salerno

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Fig. 115. Esempio <strong>di</strong> Carta tematica.<br />

Fonte: Massimi, 1994, p. 237<br />

Anche la lettura della carta tematica richiede un’attenta osservazione della legenda, con in più la necessaria e<br />

approfon<strong>di</strong>ta conoscenza del tema illustrato, giacché l’utilizzo dei segni grafici spesso abbinato ai colori è molto<br />

più articolato e <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile interpretazione che nei <strong>di</strong>agrammi o nei cartogrammi (ad esempio la lettura e l’interpretazione<br />

<strong>di</strong> un foglio geologico richiedono una buona conoscenza delle <strong>di</strong>scipline <strong>di</strong> scienza della Terra).<br />

d. Lettura delle carte topografiche negli aspetti tecnici<br />

La lettura <strong>di</strong> una carta topografica presuppone, più ancora che in altri casi, una conoscenza approfon<strong>di</strong>ta<br />

della geografia generale, con particolare riguardo alla morfologia, e uno stu<strong>di</strong>o preventivo del già citato e mai<br />

troppo lodato Atlante dei tipi geografici del Marinelli che, sebbene datato, consente ancora <strong>di</strong> associare abbastanza<br />

bene al fenomeno la sua rappresentazione cartografica. La lettura tipica si effettua ancora oggi sulle<br />

tavolette I.G.M. alla scala 1:25.000 (vecchia levata), preferibilmente nell’e<strong>di</strong>zione a tre colori che risale, per le<br />

parti prodotte, alla seconda metà <strong>degli</strong> anni ‘50. Le altre e<strong>di</strong>zioni coeve, o <strong>di</strong> poco anteriori, presentano <strong>di</strong>fficoltà<br />

maggiori o minori a seconda che siano state realizzate ad un solo colore (maggiori <strong>di</strong>fficoltà nell’identificazione<br />

dei fenomeni) o a cinque colori (migliore resa per la copertura vegetale e il reticolo viario).<br />

Le tavolette si compongono in ogni caso <strong>di</strong> due parti: la cornice, comune a tutte, che contiene i dati identificativi<br />

e la legenda; il <strong>di</strong>segno propriamente detto, <strong>di</strong>verso ovviamente da tavoletta a tavoletta, che è la parte da<br />

leggere e interpretare. Ponendoci una tavoletta davanti, ed esaminando innanzi tutto la cornice, osserviamo in<br />

alto a sinistra un quadrato <strong>di</strong>viso in 16 parti (se non è presente un tratto <strong>di</strong> costa), una delle quali è annerita.<br />

Quest’ultima rappresenta la porzione occupata dalla tavoletta nell’ambito del foglio, in<strong>di</strong>cato “in chiaro” imme<strong>di</strong>atamente<br />

al lato. Sull’estremo opposto sono riportati il quadrante e l’orientamento geografico in esso<br />

occupato dalla tavoletta. In chiaro al centro è in<strong>di</strong>cato un toponimo che è generalmente il fenomeno fisico o<br />

antropico più importante rappresentato. Per identificare facilmente una tavoletta bisognerà perciò enunciare il<br />

numero del foglio, seguito da quello del quadrante e dell’orientamento geografico ed infine il titolo 57 .<br />

57 Come si vedrà meglio più avanti, nell’e<strong>di</strong>zione moderna delle carte al 25.000 prodotte dall’I.G.M. il sistema <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>visione in<br />

se<strong>di</strong>cesimi del foglio è scomparso, lo stesso termine “tavoletta” non è più usato a vantaggio <strong>di</strong> “sezione” (quattro nel foglio al 50.000)<br />

e la numerazione, progressiva da nord a sud e da ovest ad est, è quella dei 50.000.<br />

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