Lo straniero “xenos o barbaros” - Liceomachiavelli-Capponi.It
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Parte quarta<br />
VI. Straniero come “barbaro” nell’opera di<br />
Tacito<br />
Tacito (1), vissuto in epoca imperiale sotto Nerva e Traiano, scrisse<br />
un’opera intitolata “Germania” in cui descrive usi e costumi dei popoli<br />
stranieri: Germani, Britanni,ed Ebrei.<br />
Tacito parlò dei barbari e delle guerre che i Romani fecero loro per<br />
garantire la pace.<br />
Poiché la Roma imperiale era corrotta, Tacito approfittò del suo interesse<br />
verso i barbari per parlare della differenza tra chi era barbaro e chi non lo<br />
era. Chi lo era, era primitivo, ma allo stesso tempo era un uomo semplice e<br />
non corrotto; chi invece non lo era, era però corrotto e incivile, senza il<br />
minimo rispetto per le regole; quindi, paradossalmente era considerato<br />
barbaro colui che aveva un comportamento zotico ed era facilmente<br />
corruttibile.<br />
Quando Tacito parla degli usi e costumi dei barbari, fa notare che essi<br />
avevano uno stile di vita onesto proprio per la loro incorruttibilità e purezza<br />
d’animo e perciò non potevano essere considerati barbari; ed era appunto<br />
nella barbarie di questi popoli che Roma identificava i suoi e ormai persi<br />
antichi valori.<br />
C’è un passo in cui Tacito confronta il mondo germano con quello romano,<br />
per quanto riguarda i matrimoni e i costumi delle donne:<br />
“ I matrimoni sono severamente regolati, e non vi è aspetto dei loro<br />
costumi che meriti maggior lode. Infatti, quasi soli fra i barbari,<br />
s’accontentano d’una moglie per ciascuno, eccettuati pochissimo, non<br />
per avidità sessuale, ma perché la nobiltà del loro sangue fa sì che molte<br />
famiglie ne ambiscano il connubio. Non la moglie al marito, ma questo<br />
alla moglie porta la dote(…). Vivono dunque ben difese nel loro pudore,<br />
non corrotte da attrattive di spettacoli né da eccitamento di conviti.<br />
Uomini e donne ignorano ugualmente le corrispondenze clandestine.<br />
Rarissimi, tra una gente cosi numerosa, gli adulteri dei quali si il castigo<br />
è immediato. Ne è esecutore il marito, che scaccia la donna di casa, nuda<br />
e recise le chiome, e sotto gli occhi dei parenti la insegue a sferzate per<br />
tutto il villaggio(…). Perché là i vizi non destano riso, e non si da il nome<br />
di moda al corrompere e all’essere corrotto(…).<br />
(1) Storico latino del I secolo d.c.<br />
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