Lo straniero “xenos o barbaros” - Liceomachiavelli-Capponi.It
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V. Straniero come “barbaro” nell’opera di<br />
Sallustio e di C. Nepote<br />
Sallustio(1) nella sua opera Bellum Iugurthinum parlò geograficamente di<br />
un popolo <strong>straniero</strong> che abitava la regione della Numidia.<br />
Egli parlò del territorio arido “ fertile di messi, buono per gli armenti, ma<br />
povero di alberi, degli abitanti,” una razza dal fisico robusto,agili, resistenti<br />
alla fatica”, sani e longevi se non “ vengono uccisi dalle armi e dalle<br />
fiere”(2)<br />
Sallustio narra del popolo africano tra realtà e leggenda. Il suo scopo non<br />
era quello di evidenziare la loro diversità. Sallustio non si preoccupa di ciò.<br />
La diversità non lo interessava, né lo preoccupava , né lo rendeva inquieto<br />
come era successo a Cesare.<br />
Egli semmai parlando di Giugurta(3) come di un principe ammirato e<br />
amato dal suo popolo era interessato a capire le ragioni per cui un principe<br />
così considerato potesse essersi trasformato in un uomo spietato che aveva<br />
imparato l’arte del corrompere proprio dalla nobilitas romana. Dunque,<br />
Sallustio volle smascherare la corruzione della nobiltà romana.<br />
Cosi scrive :<br />
[…]egli in effetti, adunava in sé coraggio nell’azione e accortezza<br />
dei propositi, il che è raro, poiché in genere queste due qualità<br />
degenerano: la prudenza in timore , l’audacia in temerità[…](4)<br />
(1) Storico latino del I secolo a.C.<br />
(2) GiovannaGarbarino,Opera1B,Paravia,2003,Sallustio,Bellum<br />
Iugurthinum cap. 17°pag. 475<br />
(3) Giugurta fu re della Numidia ,provincia romana.<br />
(4) op.cit,Sallustio, Bellum Iugurthinum, cap.7 pag. 476<br />
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