Museo civico di Storia naturale - Sistema museale della Valtellina

Con il contributo di
Le fotografie sono di ROBYTRAB
La fotografia di copertina e quelle a pagina
13 e 16 sono di Gianfranco Scieghi.
Progetto grafico e impaginazione
YOYOSTUDIO
Testi
GABRIELLA BIANCHI
Stampa
TIPOGRAFIA IGNIZIO
Provincia di Sondrio, novembre 2008
A cura del Servizio Cultura della Provincia di Sondrio
In copertina: adulto e piccolo di tasso

UN’OCCASIONE
PER CONOSCERE
L’AMBIENTE
NATURALE
DELLA PROVINCIA
DI SONDRIO
Valtellina e Valchiavenna: due valli al
centro delle Alpi, un Parco Nazionale
(Stelvio), un Parco Regionale (Orobie
Valtellinesi), sei Riserve Naturali (Paluaccio
di Oga, Pian Gembro, Bosco
dei Bordighi, Piramidi di Postalesio,
Pian di Spagna-Lago di Mezzola, Marmitte
dei Giganti), due Parchi sovracomunali
(Incisioni Rupestri di Grosio
e Bosca di Morbegno), quarantadue
siti della rete europea “Natura 2000”
e numerosi monumenti naturali.
Ecco tanti buoni motivi per visitare
il Museo civico di Storia naturale di
Morbegno che conserva nelle sue
collezioni rocce, minerali, piante e
animali di Valtellina e Valchiavenna e
li illustra nelle sue esposizioni.
Il museo è anche un punto di incontro
per naturalisti professionisti o
semplici appassionati, per famiglie,
studenti e insegnanti che vogliono
conoscere un patrimonio naturalistico
spesso sottostimato. Mostre
temporanee, corsi, conferenze, attività
didattiche hands-on, laboratori per
grandi e piccini, feste di compleanno,
sono solo alcune delle iniziative che
rendono vivo il museo e per le quali
crediamo valga la pena viverlo.

PIANO TERRA/ground floor/erdgeschoss/rez-de-chaussée
sezione di scienze della terra
sezione faunistica

Museo civico di storia naturale di Morbegno
PRIMO PIANO/first floor/ersten stock/PreMier etage

Situata al piano terreno,
questa sezione si articola
in tre sale nelle quali
ventiquattro vetrine guidano
il visitatore alla conoscenza
ed alla comprensione
degli aspetti morfologici e
geologici del territorio della
provincia di Sondrio.
LE ESPOSIZIONI
SEzIONE DI
SCIENzE DELLA TERRA

GEOGRAFIA E GEOLOGIA
Il percorso inizia con una panoramica
sulla geografia, la morfologia (la cui
complessa articolazione è illustrata
in un plastico) e la climatologia
della provincia di Sondrio. Una grande
vetrina ospita reperti di “fenomeni”
geologici, come le pieghe di una roccia
metamorfica, uno specchio di faglia, un
filone pegmatitico o dei “mud cracks”,
superfici fangose, seccate e fossilizzate.
Altre due vetrine illustrano le forme
del paesaggio, spiegandone le diverse
origini, glaciale o fluviale, con l’ausilio di
plastici. Per comprendere la formazione
delle Alpi, nella seconda sala è trat-
Museo civico di storia naturale di Morbegno
tata la struttura interna della Terra e la
tettonica delle placche. Ben evidenziata
è anche la faglia che attraversa la Valtellina,
denominata localmente “Linea
Insubrica”, ma parte del più esteso “Lineamento
Periadriatico”, geosutura tra
la zolla europea e quella africana, che,
scontrandosi, hanno determinato il sollevamento
della catena alpina. Carte e
sezioni geologiche mostrano inoltre la
complessità dell’edificio alpino nel suo
tratto centrale. Nelle ultime vetrine vengono
invece esposte nozioni generali
su rocce e minerali, anche attraverso
modelli di reticoli cristallini.

LE ROCCE, I MINERALI
E I FOSSILI
La provincia di Sondrio è particolarmente
ricca di minerali, se ne
contano circa 450 specie, più di
un decimo di quelle attualmente
conosciute al mondo.
In questa sala vengono mostrati
80 campioni di rocce e oltre 200 di
minerali della provincia, raggruppati
in base all’età di formazione o
di trasformazione, dai più recenti
ai più antichi.
I minerali sono esposti insieme
alle rocce in cui si formano. Possiamo
quindi osservare rocce e
minerali:
dei corPi intrusivi alPini
delle aureole di contatto
dei coMPlessi ofiolitici
di età PerMo-Mesozoica
dei corPi intrusivi ercinici
dei basaMenti cristallini
Tre vetrine ospitano, rispettivamente,
campioni di grandi dimensioni
di demantoide e di quarzo,
le pietre dure e le gemme della
provincia di Sondrio e i fossili, tra i
quali spicca un ramo di Cassinisia
orobica.

Museo civico di storia naturale di Morbegno
panoramica della sala dedicata alle rocce, ai minerali e ai fossili

La conifera
fossile della
Val Gerola
La Cassinisia orobica è una nuova
conifera fossile scoperta in Val Gerola
alla fine degli anni ‘70 del Novecento
e descritta nel 1996 da un gruppo di
paleobotanici olandesi ed italiani. Si
tratta di una pianta vissuta nel Permiano
medio-superiore (tra 260 e 240 milioni
di anni fa circa), forse lontana parente
delle attuali araucarie, ed estinta
ormai da diversi milioni di anni. Molto
interessante è il processo di fossilizzazione
iniziato probabilmente in
un lago nelle cui acque cadevano dei
rametti che si staccavano dalla pianta
e proseguito con una serie di eventi
casuali che hanno portato i frammenti
vegetali che emergevano dal fondale
fangoso a essere ricoperti da spesse
incrostazioni stromatolitiche (colonie
algali e calcite). In seguito, le cavità
lasciate libere dai tessuti vegetali
ormai decomposti venivano riempite
dal fango e, attraverso la diagenesi, si
trasformavano in roccia, conservando
all’interno delle stromatoliti fossilizzate
i modelli tridimensionali dei rami.

Museo civico di storia naturale di Morbegno
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un campione di Cassinisia orobica

Dopo una prima sala al
piano terra, dedicata a
pesci, anfibi e rettili, la
sezione faunistica continua
al secondo piano con le
vetrine degli uccelli, ampi
diorami e la recente sala
degli insetti.
LE ESPOSIZIONI
SEzIONE
FAUNISTICA

modello di marasso
Museo civico di storia naturale di Morbegno
I PESCI, GLI ANFIBI
E I RETTILI
Nella sala dei pesci, anfibi e rettili della
provincia di Sondrio la visita segue
due fili conduttori: il primo, evolutivo,
espone il lungo lavoro della selezione
naturale che ha portato alla comparsa
in tempi successivi delle numerose
specie appartenenti a queste tre classi
di vertebrati; il secondo, ecologico,
mostra le specie presenti in provincia
come tasselli di un complesso mosaico
ambientale. Modelli in resina sintetica
di tutte le specie di anfibi e rettili
autoctoni (salamandre, tritoni, rane,
rospi, lucertole e serpenti) sono inseriti
in piccole vetrine di ambientazione.
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GLI UCCELLI
Al secondo piano l’esposizione prosegue
con le vetrine dedicate agli uccelli,
dove sono esposti, in ordine sistematico,
esemplari di 81 specie, tra le più
caratteristiche delle circa 200 dell’avifauna
provinciale. Tale varietà è dovuta
alla presenza di diversi ambienti: zone
umide di fondovalle e laghi, giardini e
frutteti, campi coltivati e pareti rocciose,
boschi di latifoglie e foreste di conifere,
cespuglieti e praterie alpine... Semplici
didascalie e numerosi disegni forniscono
al visitatore informazioni sugli aspetti più
interessanti della biologia e del comportamento
di questi animali. Si avrà modo
così di comprendere il significato del vasto
assortimento di becchi nelle diverse
specie di limicoli, una strategia evolutiva
che ha permesso loro di differenziare la
dieta riducendo la competizione alimentare;
oppure di scoprire gli adattamenti
dei picidi alla vita arboricola; o ancora di
conoscere la distribuzione altitudinale
di alcune specie ornitiche della provincia
di Sondrio. Sullo stesso piano si trovano
anche le grandi vetrine degli ambienti
naturali in cui gli uccelli e i mammiferi più
rappresentativi della particolarmente ricca
fauna locale sono esposti nei loro habitat:
il fondovalle, il bosco, l’alta montagna.

IL BOSCO
In questo diorama possiamo osservare
gli esemplari di francolino di
monte e gallo cedrone, due galliformi
forestali, e comprendere la loro
differente strategia riproduttiva. Nel
primo caso, i due sessi, occupandosi
entrambi della cova e dell’allevamento
della prole, presentano una livrea
simile, molto mimetica; diversamente,
il maschio di cedrone può sfoggiare
una piumaggio molto appariscente, in
quanto è solo la femmina a prendersi
cura delle covate.
La civetta capogrosso, un rapace
notturno riconoscibile dalla forma
Museo civico di storia naturale di Morbegno
tondeggiante del capo e dagli ampi
dischi facciali, è legata alla presenza
del picchio nero, il più grosso picide
europeo, del quale sfrutta le cavità
nido. Tra i piccoli mammiferi del bosco
troviamo l’arvicola rossastra, il ghiro,
lo scoiattolo e il più raro quercino: tutti
potenziali prede della martora. È possibile
osservare anche il capriolo, ungulato
che frequenta le aree boschive.
Una parete, sempre al primo piano del
museo, ospita le corna e i palchi dei
bovidi (stambecco e camoscio) e dei
cervidi (cervo e capriolo) autoctoni,
illustrandone le differenze.
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il diorama che rappresenta l’alta montagna

L’ALTA MONTAGNA
Nella fascia superiore dei boschi
di conifere e negli arbusteti contorti
vivono il gallo forcello, che in
primavera si esibisce in caratteristiche
parate nelle arene di canto, e il
merlo dal collare, uccello migratore
che trascorre l’inverno nelle zone
montuose del nord Africa. Questi
stessi habitat, insieme alla prateria
alpina, sono frequentati anche dalla
lepre bianca e dall’ermellino, abile
predatore che si nutre in particolare
di arvicole delle nevi. Legati agli
ambienti rupicoli sono il picchio muraiolo
che ricerca insetti tra le fes-
Museo civico di storia naturale di Morbegno
sure della roccia e l’aquila reale che
nidifica sulle pareti verticali e caccia
le marmotte nelle praterie alpine.
Specializzato nella vita d’alta quota
è un piccolo passeriforme: il fringuello
alpino. Tra i grandi mammiferi
il camoscio è largamente diffuso,
mentre lo stambecco sta ricolonizzando
le aree dalle quali si era
estinto, grazie a diverse operazioni
di reintroduzioni operate a partire
dagli anni ’70 del Novecento. Spontaneamente,
anche se lentamente, il
lupo sta ritornando dall’Appennino e
dalle Alpi occidentali.
1

IL FONDOVALLE
Il diorama dedicato al fondovalle è il
più grande e ospita un elevato numero
di animali, dall’ubiquitaria volpe alla
rarissima puzzola, rappresentante
della famiglia dei mustelidi assieme
a faina, donnola e tasso. L’imponente
gufo reale nidifica nelle forre e caccia
nel fondovalle prede anche molto
grosse, come la lepre comune. Particolarmente
ricca e varia è l’avifauna
della Riserva Naturale “Pian di Spagna
- Lago di Mezzola”, zona umida di
fondovalle, importante punto di sosta
per molti uccelli migratori tra i quali la
pavoncella, il chiurlo, il piro piro pic-
colo, il beccaccino e il corriere piccolo.
In inverno le acque del lago accolgono
popolazioni di anatre che dal nord
Europa arrivano per svernare, tra cui
quelle di germano reale, moretta e
moriglione. Anche l’airone cenerino
è più abbondate in inverno, ma da
qualche anno si riproduce in Valtellina.
Facilmente avvistabili i gabbiani
comuni e le gavine, tuttavia l’uccello
più appariscente resta il cigno reale.
D’estate l’aria si riempie del monotono
canto della cannaiola, mentre il martin
pescatore, con la sua coloratissima
livrea, è presente tutto l’anno.

Museo civico di storia naturale di Morbegno
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la vetrina di ambientazione del fondovalle

una pernice bianca in abito invernale
GLI ADATTAMENTI DEGLI ANIMALI ALPINI
Due piccoli diorami sono posti ai lati di
quello dedicato al fondovalle. Il primo
illustra la singolare capacità di alcuni
uccelli e mammiferi che popolano l’arco
alpino di assumere colorazioni sensibilmente
diverse con il variare delle stagioni,
come accade per la pernice bianca, la
lepre bianca, l’ermellino e, con frequenza
assai minore, per la donnola. Il fenomeno,
noto come dimorfismo stagionale o
cromatico, si realizza attraverso la periodica
sostituzione (muta) delle penne,
delle piume e dei peli, condizionata dal
variare del fotoperiodo, cioè delle ore di
luce giornaliere, e in minor misura dal
variare della temperatura atmosferica.

due animali della notte: l’allocco e il riccio
Museo civico di storia naturale di Morbegno
LA NOTTE
IN CAMPAGNA
Nel secondo diorama sono esposti
uccelli e mammiferi, attivi prevalentemente
durante le ore notturne, che
normalmente frequentano le stalle, i
fienili, le case e gli ambienti circostanti.
Tra questi l’allocco, uno dei rapaci
notturni più diffusi in provincia di
Sondrio. Assai legati alla presenza di
insediamenti umani sono il ratto nero
e il topolino delle case, mentre il riccio
si muove lentamente ai margini dei
boschi e dei prati alla ricerca di insetti.
Particolarmente minacciati sono
invece i pipistrelli qui rappresentati dall’orecchione
e dal pipistrello nano.
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L’ultima orsa
Di notevole interesse storico è il
cranio di una femmina di orso bruno,
abbattuta in alta Val Gerola. Era il 4
luglio 1887, quando, nel corso di una
battuta di caccia al camoscio, Giovanni
Gualteroni di Morbegno, allora proprietario
dell’edificio oggi sede del museo,
e Giovanni Battista Acquistapace di
Gerola uccisero una femmina di orso,
sorpresa con il suo cucciolo sui pascoli
in località Foppe di Pescegallo, a circa
1870 m di quota, più o meno nella zona
dove oggi si trovano gli impianti sciistici.
Da quella data, in Val Gerola e nelle
vallate vicine non furono più avvistate
femmine con cuccioli: l’orso bruno era
ancora presente con qualche esemplare,
ma ormai non si riproduceva più
e da lì a pochi anni sarebbe definitivamente
scomparso. Il racconto originale
della battuta di caccia, scritto dallo
stesso Gualteroni e pubblicato sulla
“Tribuna Sportiva”, dimostra come ai
tempi fosse diversa la sensibilità nei
confronti di questa specie, ritenuta
molto pericolosa e di conseguenza da
eliminare. Solo di recente, a seguito del
progetto di reintroduzione “Life Ursus”,
promosso dal Parco Naturale Adamello-Brenta,
l’orso è riapparso in più
occasioni in provincia di Sondrio.

Museo civico di storia naturale di Morbegno
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il cranio della Diat femmina luptat, cor d’orso augait uccisa lum in dipsustrud Val Gerola

GLI INSETTI
Con 12 vetrine, 5 pannelli a muro e
una stazione multimediale interattiva,
la sala dedicata agli insetti è l’ultima
allestita. Il percorso espositivo, inaugurato
nel 2005, racconta, attraverso
110 disegni, 16 grafici, 240 fotografie,
16 modelli tridimensionali e più di 320
esemplari di insetti, la lunga storia evolutiva
di questi artropodi, l’enorme importanza
ecologica, la loro straordinaria
diversità, le caratteristiche anatomiche
e comportamentali, il loro rapporto con
l’uomo, facendo sempre riferimento
agli insetti della provincia di Sondrio.
La postazione multimediale permette
di ascoltare i segnali sonori di alcuni
insetti e di vedere un prato fiorito come
appare attraverso i loro occhi composti.
Dalla lettura dei testi è possibile scoprire
anche tante curiosità, ad esempio
che l’insetto più piccolo, una vespa
parassita del Costa Rica, misura solo
0,138 mm, mentre quello più lungo, un
insetto stecco della Malesia, supera il
mezzo metro; o che la frequenza del
battito d’ali in alcuni ditteri raggiunge i
1000 movimenti al secondo; fino a stupirsi
che una pulce può saltare 33 cm
in lungo e 20 in alto (come se un uomo
saltasse 127 m in lungo e 85 in alto).

Museo civico di storia naturale di Morbegno
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alcuni esemplari esposti nella sala

Il museo raccoglie,
conserva e studia materiali
naturalistici della provincia
di Sondrio: rocce e minerali,
fossili, piante essiccate,
insetti e altri invertebrati,
anfibi, rettili, uccelli e
mammiferi.
LE COLLEzIONI
E LA RICERCA

I MINERALI
La collezione è costituita da ben
1500 campioni, raccolti in provincia
di Sondrio e appartenenti a oltre 200
differenti specie mineralogiche. Tra
questi si distinguono per importanza
il cristallo utilizzato per la descrizione
della arrojadite (già sigismundite),
un minerale scoperto in Valchiavenna
e descritto da ricercatori italiani nel
1996, e alcuni rari minerali della Val
Masino e della Valmalenco.
I FOSSILI
A dare particolare valore a questa
modesta collezione sono gli impor-
Museo civico di storia naturale di Morbegno
tanti campioni di Cassinisia orobica,
la conifera vissuta circa 240 milioni
di anni fa, rinvenuti casualmente
sul versante valtellinese delle Alpi
Orobie in alta Val Gerola, utilizzati da
un gruppo di paleontologi olandesi ed
italiani per descrivere nel 1996 questa
nuova specie fossile, non ancora
rinvenuta, fino ad oggi, in altre parti
del mondo.
L’ERBARIO
Costituito da oltre 3000 fogli, è
l’unico erbario di proprietà pubblica
conservato in provincia di Sondrio
ad essere ancora costantemente
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incrementato attraverso la raccolta
e la preparazione di piante esclusivamente
di Valtellina e Valchiavenna.
Tra le diverse specie, anche le due
endemiche Viola comollia e Sanguisorba
dodecandra.
GLI INSETTI
È senza dubbio la più grande collezione
del museo, con oltre 50000 esemplari
raccolti in provincia di Sondrio. Gli
ordini di insetti più rappresentati sono
i coleotteri, gli emitteri eterotteri e i
lepidotteri. Di particolare valore storico
e scientifico è la Collezione Gusmeroli,
costituita da oltre 2000 farfalle.
GLI ANFIBI, I RETTILI, GLI UCCELLI E
I MAMMIFERI
Nelle collezioni sono presenti più di
60 esemplari di anfibi e 120 di rettili,
conservati in alcool, quasi 1000 di
uccelli e oltre 1150 di mammiferi, alcuni
dei quali montati, ossia aventi la
posa dell’animale vivo, e altri in pelle;
particolarmente ricca è la collezione
di micromammiferi (insettivori e
roditori), in gran parte conservati in
alcool.
LA RICERCA SCIENTIFICA
Nei musei di Storia naturale le
collezioni sono da sempre stretta-

mente legate alla ricerca scientifica.
Al museo di Morbegno la ricerca,
svolta spesso in collaborazione con
università e istituti scientifici, è finalizzata
alla conoscenza degli aspetti
naturalistici della provincia di Sondrio
attraverso censimenti floristici e faunistici
o mediante studi biogeografici
ed ecologici.
Tra gli altri, sono stati oggetto di
studio i pipistrelli, le popolazioni di
micromammiferi, diverse famiglie
di coleotteri e le praterie aride della
bassa Valtellina. Vengono promosse
anche campagne di raccolta di
insetti e piante, effettuate in modo
Museo civico di storia naturale di Morbegno
da non arrecare danni al patrimonio
naturale e nel pieno rispetto delle
norme vigenti. Il materiale viene poi
conservato nelle collezioni del museo
e studiato da esperti che giungono a
volte alla descrizione di nuove specie,
come nel caso della Cassinisia orobica
e dell’insetto Byrrhus (Pseudobyrrhus)
focarilei.
Dal 2008, a cadenza biennale, il
museo organizza un workshop sulle
ricerche naturalistiche in provincia
di Sondrio per mettere in contatto i
ricercatori con il fine di scambiarsi
conoscenze e divulgare i risultati
degli studi.
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LA PROMOzIONE CULTURALE
Non da ultimo, il museo ha l’importante
compito di diffondere la cultura
naturalistica. Per questo allestisce
mostre temporanee, organizza corsi
e conferenze, partecipa ad eventi
speciali. Gli operatori dell’Associazione
Didattica Museale propongono alle
scuole un’ampia gamma di servizi
didattici, basati sul metodo hands-on
(visite guidate, laboratori, escursioni
sul territorio), guidano grandi e piccini
alla scoperta delle diverse sfaccettature
del mondo naturale con le attività
di “Al museo in famiglia” e organizzano
feste di compleanno per avvicinare
i ragazzi alla conoscenza delle scienze
naturali attraverso attività ludicodidattiche
(per informazioni Francesca
Mogavero cell. 348 6990689). Il
museo possiede una biblioteca con
oltre 1000 monografie e 250 periodici
(il cui catalogo è consultabile nel
sito www.provincia.so.it) e dal 1990
pubblica “Il Naturalista Valtellinese”,
rivista scientifica annuale. Al museo
è attivo anche il gruppo floristico G.F.
Massara che si prefigge di divulgare la
conoscenza della flora locale e di raccogliere
dati per l’atlante corologico
delle piante vascolari della provincia
di Sondrio.

il Museo civico di storia naturale di
Morbegno è stato istituito nel 1974
grazie all’impegno di un collezionista
locale, giacomo Perego (1922-
2008), e all’interesse del comune.
dal 1986 al 2007, sotto la direzione
del dr. fabio Penati, è diventato il più
grande museo naturalistico della
provincia di sondrio ed uno dei più
importanti della lombardia, riconosciuto
dalla regione come “raccolta
Museale”. tutte le sue attività sono
rivolte all’incremento ed alla diffusione
della conoscenza degli aspetti
naturalistici del territorio provinciale.
dal 1983 il museo ha sede nel settecentesco
palazzo gualteroni che sorge
sulla sponda sinistra del torrente
bitto, nel centro storico della città di
Morbegno.

DOVE
via Cortivacci, 2 - 23017 Morbegno
t. e f. +39 0342 612451
museo.morbegno@provincia.so.it
www.morbegno.it/museo
http://siticulturali.provincia.so.it
ORARI
martedì, giovedì, sabato, domenica
e festivi infrasettimanali dalle 14.30 alle 17.30
Apertura fuori orario per scuole e gruppi organizzati
su prenotazione telefonica
Il museo è chiuso:
1° gennaio, Pasqua, 1° maggio, 29 giugno,
15 agosto e 25 dicembre.
INGRESSO GRATUITO
Per essere informati sulle iniziative promosse dal museo è possibile iscriversi alle news letter www.morbegno.it/museo