I Geositi della Provincia di Sondrio - Regione Lombardia
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tive profonde, evidenziate da contropendenze e trincee, non<br />
rare soprattutto nella me<strong>di</strong>a e alta Valtellina, in Val Bregaglia<br />
e Val S. Giacomo.<br />
II sistema idrografico <strong>della</strong> provincia <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong> è con<strong>di</strong>zionato<br />
dalla presenza <strong>di</strong> due gran<strong>di</strong> bacini, quello dell'Adda (Valtellina)<br />
e quello <strong>della</strong> Mera (Valchiavenna), entrambi confluenti<br />
nell'alto Lario; fanno eccezione i piccoli bacini dello<br />
Spöl (nel Livignasco), tributario dell'Inn, e quello <strong>della</strong> Val <strong>di</strong><br />
Lei (Madesimo), tributario del Reno. L'Adda ha un bacino <strong>di</strong><br />
2646 km 2 , la Mera <strong>di</strong> 762 km 2 .<br />
L'escavazione fluviale delle valli principali ha seguito in parte<br />
lineamenti strutturali ben precisi; da Tirano all'alto Lario,<br />
la Valtellina segue, nella sua porzione inferiore, l'importante<br />
Linea Insubrica, orientato Est-Ovest, mentre la Valchiavenna<br />
mostra un allineamento circa NO-SE, guidato da strutture recenti<br />
con la medesima <strong>di</strong>rezione. Le valli laterali, tra cui si segnalano<br />
la Val Masino, la Valmalenco e la Val Grosina, e l'alta<br />
Valtellina, in cui l'attività dei ghiacciai quaternari ha avuto<br />
maggior intensità, hanno una morfologia maggiormente complessa,<br />
non più guidata, se non marginalmente, dalle strutture<br />
del substrato roccioso, ma fortemente con<strong>di</strong>zionata dall'erosione<br />
glaciale e in seguito fluviale; fanno eccezione alcune<br />
vallate minori orientate in <strong>di</strong>rezione Est-Ovest oppure in <strong>di</strong>rezione<br />
NO-SE, cui si legano i maggiori sistemi <strong>di</strong> fratture <strong>della</strong><br />
regione. Più lineare è la situazione del versante orobico, in cui<br />
le valli, e quin<strong>di</strong> l'idrografia, presentano <strong>di</strong> norma un’orientazione<br />
perpen<strong>di</strong>colare al fondovalle valtellinese.<br />
II mo<strong>della</strong>mento glaciale è ben evidente in tutto il territorio<br />
provinciale; circhi e terrazzi glaciali, rocce montonate, con-<br />
che e soglie glaciali, valli sospese, superfici <strong>di</strong> esarazione e<br />
valli dalla caratteristica forma ad U, testimoniano l'importante<br />
azione erosiva dei ghiacciai. I resti del passaggio dei ghiacciai<br />
durante le loro fasi <strong>di</strong> espansione, come il loro ultimo progressivo<br />
ritiro, sono riconoscibili nei depositi e nei cordoni<br />
morenici, <strong>di</strong> varia età, nei depositi dei <strong>di</strong>versi terrazzi <strong>di</strong> erosione<br />
glaciale, posti a vari livelli sui versanti, e nei massi erratici,<br />
talora giganteschi, che compaiono in numerose località.<br />
Estesi sono anche i depositi fluvio-glaciali, generati dal<br />
trascinamento da parte delle acque delle gran<strong>di</strong> quantità <strong>di</strong><br />
detrito generate dall'azione glaciale. Nelle porzioni inferiori<br />
delle valli, salvo alcune soglie glaciali, non <strong>di</strong> rado profondamente<br />
incise, la morfologia glaciale è in gran parte mascherata<br />
dalla successiva azione erosiva delle acque superficiali. Attualmente<br />
restano in tutta la provincia circa 170 ghiacciai,<br />
situati soprattutto sui versanti rivolti a Nord, comunque in<br />
fase <strong>di</strong> forte ritiro. Al <strong>di</strong> sotto o presso questi ghiacciai, non<br />
<strong>di</strong> rado compaiono depositi detritici <strong>di</strong> forma allungata, attraversati<br />
da varie ondulazioni parallele al pen<strong>di</strong>o: sono i cosiddetti<br />
rock glaciers. Si tratta <strong>di</strong> detriti parzialmente o totalmente<br />
cementati da ghiaccio, che subiscono lenti movimenti<br />
<strong>di</strong> scivolamento a valle che a loro volta generano la particolare<br />
struttura ondulata. Anche la attività delle valanghe crea<br />
forme evidenti, come accumuli a forma <strong>di</strong> cono, alla base dei<br />
canaloni, in cui si sovrappongono spesso anche l'azione <strong>della</strong><br />
gravità o delle acque.<br />
Attualmente l'erosione torrentizia è preponderante in quasi<br />
tutta la provincia; essa ha interessato e spesso reinciso le<br />
precedenti morfologie glaciali. Nelle soglie glaciali i torrenti<br />
si sono aperti la strada incidendo spesso profonde forre, non<br />
<strong>di</strong> rado guidate dai sistemi <strong>di</strong> frattura del substrato roccioso.<br />
Nelle parti basse delle valli invece la <strong>di</strong>stribuzione dei corsi<br />
d'acqua è per lo più legata alla struttura tettonica del substrato;<br />
in alcuni casi si notano brusche deviazioni dell'asta torrentizia<br />
e si notano anche paleoalvei oramai inutilizzati dalle acque;<br />
questi fenomeni sono legati all'attività tettonica recente<br />
(movimenti neotettonici) e, talora, allo sviluppo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> frane.<br />
Meno comuni sono i casi <strong>di</strong> cattura fluviale, in genere legati<br />
anch'essi a movimenti neotettonici, come lungo il fiume<br />
Serio o l'alto corso <strong>della</strong> Mera (o Maira).<br />
L'azione delle acque, localmente piuttosto intensa, provoca<br />
erosioni sia <strong>di</strong> sponda che <strong>di</strong> fondo, che possono intaccare<br />
in misura considerevole i versanti, innescando franamenti o<br />
mobilizzazioni <strong>di</strong> zone interessate da deformazioni gravitative<br />
profonde o <strong>di</strong> paleofrane; non rari sono anche i fenomeni<br />
<strong>di</strong> erosione accelerata, che intaccano i depositi <strong>di</strong> versante o<br />
glaciali, oppure le zone dove il substrato roccioso è fortemente<br />
cataclasato. Per molte valli minori, che scendono fino alle<br />
quota del fondovalle, la morfologia è quin<strong>di</strong> oramai mutata da<br />
una forma “a U”, tipica dell'erosione glaciale, ad un profilo “a<br />
V”, dovuto all'incisione dei torrenti; al loro sbocco sul fondovalle<br />
si sono formati ampi conoi<strong>di</strong> alluvionali, come quelli<br />
che si notano sui fondovalle <strong>della</strong> Valtellina e <strong>della</strong> Valle <strong>della</strong><br />
Mera, che sono testimoni <strong>di</strong> questa evoluzione morfologica,<br />
talora molto rapida. La <strong>di</strong>versa resistenza all'erosione del<br />
substrato e le <strong>di</strong>fferenti modalità <strong>di</strong> trascinamento a valle del<br />
materiale eroso, fanno sì che spesso a piccole e profonde valli<br />
corrispondano estesi conoi<strong>di</strong> (ad esempio a Ponte in Valtellina),<br />
mentre a valli più ampie e "ramificate" corrispondono conoi<strong>di</strong><br />
spesso solo accennati (Val Grosina, etc.).<br />
I fondovalle sono occupati da imponenti quantità <strong>di</strong> materiale<br />
alluvionale, con ampi terrazzi e piane alluvionali ben sviluppate;<br />
fino ad alcuni decenni fa, l'Adda e la Mera <strong>di</strong>segnavano<br />
ampi meandri entro questi depositi e presentavano ancora intatte<br />
le loro aree <strong>di</strong> esondazione, poi in gran parte cancellate<br />
dai lavori <strong>di</strong> regimazione fluviale.<br />
Lo sfruttamento delle acque per la produzione <strong>di</strong> energia elettrica,<br />
con la costruzione <strong>di</strong> numerosi bacini artificiali, ha spesso<br />
causato importanti variazioni nella portata <strong>di</strong> numerosi torrenti<br />
e fiumi; assieme alla regimazione dei fiumi, gli interventi<br />
dell'uomo sulle acque hanno portato talora a brusche variazioni<br />
nella profon<strong>di</strong>tà degli acquiferi e a problemi <strong>di</strong> stabilità dei<br />
terreni sovrastanti.<br />
Geologia<br />
La struttura geologica <strong>della</strong> provincia <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong> è strettamente<br />
legata agli eventi che hanno portato alla formazione <strong>della</strong><br />
catena alpina. Le Alpi hanno una lunga storia, iniziata circa<br />
280 milioni <strong>di</strong> anni fa, quando il grande continente <strong>della</strong> Pangea<br />
(che raggruppava l'Europa, l'Africa e le Americhe) iniziò la<br />
Tipico esempio <strong>di</strong> valle<br />
“a U”, la Val <strong>di</strong> Mello.<br />
Un conoide<br />
intensamente<br />
urbanizzato, quello<br />
<strong>della</strong> valle del Bitto su<br />
cui sorge Morbegno.<br />
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<strong>Geositi</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong> 9