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I Geositi della Provincia di Sondrio - Regione Lombardia

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44<br />

Ghiacciaio<br />

deiForni<br />

Motivo <strong>di</strong> interesse<br />

scientifico primario:<br />

geomorfologico<br />

Motivi secondari:<br />

geografico<br />

naturalistico<br />

Livello <strong>di</strong> interesse<br />

Accessibilità<br />

Valore estetico<br />

Rischio <strong>di</strong> compromissione<br />

Altri vincoli che insistono<br />

nell’area:<br />

Parco Nazionale dello<br />

Stelvio (SIC-ZPS)<br />

Abbadessa F. (1955) - Rilievi e indagini sul Ghiacciaio<br />

dei Forni. Bollettino del comitato glaciologico<br />

italiano, serie II, 6.<br />

Cassinis R. & Carabelli E. (1954) - Misure sismiche<br />

<strong>di</strong> spessore del Ghiacciaio dei Forni. Bollettino del<br />

comitato glaciologico italiano, serie II, 11.<br />

Catasta G. & Smiraglia C. (1991) - Le valli dei Forni<br />

e <strong>di</strong> Cedec. Ricerche geomorfologiche. Quaderni<br />

del Parco Nazionale dello Stelvio, 8.<br />

Cola G. (2003) - Variazioni <strong>della</strong> lingua del Ghiacciaio<br />

dei Forni (Ortles-Cevedale, Italia) nel ventennio<br />

1981-2002. Terra glacialis, 6.<br />

Stoppani A. (1876) - Il bel paese. Conversazioni<br />

sulle bellezze naturali. La geologia e la geografia<br />

fisica d’Italia. Agnelli.<br />

E’ uno dei pochissimi ghiacciai vallivi a<br />

bacini composti delle alpi italiane (già<br />

definito <strong>di</strong> tipo himalayano) ed è il più<br />

vasto <strong>di</strong> questa tipologia sul versante<br />

meri<strong>di</strong>onale delle Alpi. E’ caratterizzato<br />

da tre bacini <strong>di</strong> accumulo o <strong>di</strong> alimentazione.<br />

La lunga cresta che li delimita<br />

costituisce gran parte del classico<br />

e frequentato itinerario alpinistico noto<br />

come “traversata delle 13 cime”, dove<br />

spiccano vette come il San Matteo e il<br />

Tresero. Dai tre bacini <strong>di</strong> alimentazione<br />

si protendono altrettante lingue che,<br />

dopo una ripida <strong>di</strong>scesa con imponenti<br />

seraccate, confluiscono verso 2700<br />

m formando un ampio pianoro. Da questo<br />

si origina una lingua unitaria che,<br />

con una lunghezza <strong>di</strong> circa 1 km, scende<br />

verso Nord, segnata dagli evidenti nastri<br />

scuri delle morene me<strong>di</strong>ane, sicuramente<br />

le più imponenti <strong>di</strong> tutti i ghiacciai<br />

italiani. La fronte attuale si arresta al <strong>di</strong><br />

sopra del salto roccioso ben visibile dal<br />

vicino Rifugio Branca. La zona frontale<br />

rappresenta un’area estremamente <strong>di</strong>namica<br />

dal punto <strong>di</strong> vista geomorfologico.<br />

La sua evoluzione è rapida ed in fase <strong>di</strong><br />

accelerazione. Negli ultimi anni, in particolare<br />

a partire dal 2003, la fronte si è<br />

ridotta <strong>di</strong> spessore e <strong>di</strong> lunghezza, si è<br />

ricoperta <strong>di</strong> detrito, si sono formati crepacci<br />

circolari che, collassando, hanno<br />

dato origine a laghi <strong>di</strong> contatto glaciale,<br />

sono emerse finestre rocciose che si<br />

sono ampliate e hanno isolato lembi <strong>di</strong><br />

ghiacciaio. Anche le colate <strong>di</strong> collegamento<br />

con i bacini superiori si sono ridotte.<br />

E’ ipotizzabile che nell’arco <strong>di</strong> pochi<br />

decenni la lingua sarà separata dai<br />

bacini <strong>di</strong> accumulo e si formeranno tre<br />

ghiacciai <strong>di</strong> circo isolati. Tutta la zona<br />

<strong>della</strong> fronte rappresenta uno dei migliori<br />

esempi <strong>di</strong> tutte le Alpi <strong>di</strong> transizione<br />

da un sistema glaciale a un sistema<br />

paraglaciale, caratterizzato da un intenso<br />

rimaneggiamento dei detriti glaciali<br />

da parte delle acque <strong>di</strong> fusione. Nelle<br />

aree circostanti la lingua si in<strong>di</strong>viduano<br />

i sistemi morenici deposti dalle fasi<br />

<strong>di</strong> espansione precedenti, in particolare<br />

quella del 1965-1985 con ben evidenti<br />

nuclei <strong>di</strong> ghiaccio, che originano fenomeni<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesto tipo colate <strong>di</strong> fango e<br />

colate detritiche, sovrastata dall’impo-<br />

nente morena laterale, spesso affilata,<br />

<strong>della</strong> piccola età glaciale con forme <strong>di</strong><br />

erosione pseudocalanchive. Sul fondovalle<br />

sono evidenti anche lembi delle<br />

morene deposte durante gli anni 20 del<br />

XX secolo. Diffuse sono anche le forme<br />

<strong>di</strong> erosione, come le rocce montonate.<br />

La bibliografia, sin dai tempi <strong>di</strong> Stoppani,<br />

lo considera uno dei ghiacciai più<br />

A sinistra: seraccata<br />

sul Ghiacciaio dei Forni<br />

che chiude a valle il<br />

bacino superiore del<br />

ghiacciaio. A sinistra il<br />

Palon de la Mare.<br />

A destra: un’escursione<br />

del XIX secolo<br />

In basso: il Ghiacciaio<br />

dei Forni visto dal<br />

Monte Confinale<br />

In basso a sinistra: la<br />

lingua del ghiacciaio<br />

132 <strong>Geositi</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong> <strong>Geositi</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong> 133<br />

Valfurva<br />

rappresentativi delle Alpi non solo italiane.<br />

In questi ultimi anni la frequentazione<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> tutta Europa ne<br />

ha fatto un sito <strong>di</strong> notevole interesse<br />

scientifico dove osservare le evidenze<br />

morfologiche fra le più chiare <strong>della</strong> deglaciazione<br />

in atto con i suoi vari processi<br />

(glaciali, torrentizi, gravitativi,<br />

periglaciali).

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