I Geositi della Provincia di Sondrio - Regione Lombardia
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33<br />
Madonna<br />
<strong>di</strong>Tirano<br />
Motivo <strong>di</strong> interesse<br />
scientifico primario:<br />
petrografico<br />
Motivi secondari:<br />
paesistico<br />
Livello <strong>di</strong> interesse<br />
Accessibilità<br />
Valore estetico<br />
Boscacci A. (1993) - Tirano e il suo santuario.<br />
Bormetti F. & Casciaro R. (2000) - Il Santuario <strong>di</strong><br />
Tirano nella Valtellina del ‘500, Silvana ed.<br />
Garbellini G. (1995) - Il santuario <strong>della</strong> Madonna<br />
<strong>di</strong> Tirano in: Storia e arte in Valtellina, V, Nel segno<br />
del Rinascimento, ed. Poletti.<br />
Garbellini G. (2004) - La Madonna <strong>di</strong> Tirano.<br />
Cinquecento anni <strong>di</strong> devozione e storia. Notiziario<br />
<strong>della</strong> Banca Popolare <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong>, 96.<br />
Garbellini G. (2005) - Il portale maggiore, capolavoro<br />
d’arte ma non solo. Bollettino <strong>della</strong> <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />
Como - Santuario <strong>della</strong> Madonna <strong>di</strong> Tirano, 1.<br />
<strong>Regione</strong> Lombar<strong>di</strong>a (2001) - Santuario <strong>della</strong> Madonna<br />
<strong>di</strong> Tirano - Schedatura S.I.R.Be.C. - Carta<br />
del rischio.<br />
Nel luogo in cui la Madonna apparve al<br />
beato Mario degli Homodei il 29 settembre<br />
1504 venne costruita una cappella<br />
che si rivelò subito del tutto inadeguata<br />
a contenere il numero <strong>di</strong> persone<br />
che arrivavano a Tirano richiamate dalla<br />
notizia <strong>di</strong> quell’evento miracoloso.<br />
Il 25 marzo del 1505 si pose la prima<br />
pietra presso il Ponte <strong>della</strong> Folla sul Torrente<br />
Poschiavino per la costruzione <strong>di</strong><br />
una nuova chiesa. Una piccola iscrizione,<br />
datata 21 marzo 1506, collocata sulla<br />
porta d’accesso del lato sud dell’attuale<br />
Santuario, testimonia come i lavori<br />
vennero effettuati con molta celerità.<br />
L’e<strong>di</strong>ficio, caratterizzato da una pianta a<br />
tre navate, con abside semicircolare, era<br />
già terminato nel 1513 e venne consacrato<br />
nel 1528. Nei due secoli successivi<br />
subì alcune mo<strong>di</strong>fiche e completamenti<br />
e fu terminato nel 1703. Della torre<br />
campanaria, che ha una tipologia tipicamente<br />
romanico lombarda, non si conosce<br />
l’anno <strong>di</strong> e<strong>di</strong>ficazione. Si sa che<br />
venne completata nel 1578, ad eccezione<br />
del cupolino, la cui costruzione è del<br />
1641 ad opera <strong>di</strong> Pietro Marni <strong>di</strong> Bormio.<br />
La cupola ed il sottostante tiburio<br />
vennero progettati ed eseguiti sotto<br />
la <strong>di</strong>rezione dell’ingegner Pompeo Bianchi<br />
<strong>di</strong> Moltrasio tra il 1580 ed il 1584.<br />
La facciata, articolata da due cornicioni<br />
e da quattro lesene, è caratterizzata da<br />
un frontone <strong>di</strong> stile veneziano (1676) e<br />
arricchita dal portale e da finestre marmoree.<br />
E’ in marmo bianco locale estratto<br />
da una cava esistente nei pressi <strong>della</strong><br />
frazione <strong>di</strong> Cologna, in località “Pomo”<br />
(“El Pum”), adoperato anche nella costruzione<br />
<strong>di</strong> altre parti del santuario.<br />
Venne iniziata nel 1529 e richiese alcuni<br />
anni <strong>di</strong> lavoro: sull’architrave - un<br />
blocco <strong>di</strong> serpentino - troviamo infatti<br />
la data 1534. Il cantiere relativo alla<br />
cupola ed il sottostante tiburio venne<br />
attivato, come detto, nel 1580, con<br />
provviste <strong>di</strong> materiale e<strong>di</strong>le, soprattutto<br />
pietre e marmo estratto dalle cave locali,<br />
forse quella <strong>di</strong> Pomo o quella <strong>di</strong> Val<strong>di</strong>chiosa<br />
o <strong>di</strong> Grania, quest’ultima in Val<br />
Malgina nel territorio <strong>di</strong> Teglio, menzionate<br />
a proposito del completamento del<br />
campanile. I marmi per le <strong>di</strong>verse statue,<br />
sempre <strong>della</strong> Val Malgina, erano im-<br />
barcati a Colico per essere lavorati a<br />
Como. Il Santuario, a croce latina, è <strong>di</strong>viso<br />
al suo interno, in senso longitu<strong>di</strong>nale,<br />
da tre navate per una lunghezza<br />
<strong>di</strong> poco più <strong>di</strong> 20 m ed una larghezza<br />
<strong>di</strong> circa 14 m. L’altare dell’Apparizione è<br />
sulla sinistra entrando dalla porta principale.<br />
L’organo è un’opera gigantesca<br />
appoggiata su otto colonne <strong>di</strong> marmo<br />
rosso <strong>di</strong> Arzo nel Canton Ticino. La grande<br />
cassa in legno fu realizzata dall’artista<br />
bresciano Giuseppe Bulgarini tra il<br />
1608 ed il 1617. La parte più pregevole<br />
dell’organo, i tre pannelli del parapetto,<br />
venne eseguita, nel 1638, dal milanese<br />
G.B. Salmoiraghi. L’altare maggiore<br />
venne realizzato con marmi neri <strong>di</strong> Varenna<br />
intarsiati con altri marmi policromi<br />
nel 1748 da un artigiano <strong>di</strong> Clivio,<br />
G.B. Galli, al quale si devono non solo le<br />
balaustre del medesimo altare, ma anche<br />
quelle dell’altare dell’Apparizione.<br />
In sacrestia si trova un piccolo bassorilievo<br />
in marmo, nel quale è raffigurata<br />
la Vergine col Bambino, tra S. Pietro e S.<br />
Paolo ed una Pietà, opera pregevolissima<br />
del 1519, <strong>di</strong> Alessandro Della Scala.<br />
Il pavimento in marmo bianco, nero e<br />
rosso fu forse realizzato da Gregorio Solari<br />
e Stefano Carioli, artigiani ticinesi,<br />
nella seconda metà del Seicento ma alcune<br />
fonti lasciano supporre sia <strong>di</strong> epoca<br />
anteriore. E infine, nel 1904, in occasione<br />
dei 400 anni dall’Apparizione <strong>della</strong><br />
Madonna, la <strong>di</strong>tta Beltrami <strong>di</strong> Milano<br />
eseguì le vetrate policrome che adornano<br />
la chiesa. Il santuario è stato completamente<br />
rimesso a nuovo nel 1967<br />
con ra<strong>di</strong>cali lavori <strong>di</strong> restauro. Il restauro<br />
del campanile, nel 1979, ha portato<br />
alla luce un apparato decorativo bicromatico<br />
lavorato a graffito; nell’occasione<br />
è stato ricostruito anche il parapetto<br />
del terrazzino con l’impiego <strong>di</strong> marmo<br />
bianco proveniente da Lasa in Val Venosta,<br />
che <strong>di</strong>mostrò <strong>di</strong> avere le stesse<br />
caratteristiche <strong>di</strong> quello delle cave locali<br />
che non si erano potute riattivare.<br />
Durante la campagna <strong>di</strong> restauri del<br />
1996 è stato eseguito il rifacimento<br />
<strong>della</strong> copertura in pietra naturale. Nel<br />
1998 è stata restaurata la controfacciata<br />
e l’esterno in occasione del Giubileo<br />
del 2000.<br />
A sinistra: la facciata <strong>della</strong><br />
Basilica <strong>di</strong> Madonna <strong>di</strong><br />
Tirano è in marmo bianco<br />
locale, estratto da una<br />
cava esistente nei pressi<br />
<strong>della</strong> frazione <strong>di</strong> Cologna,<br />
in località “Pomo” (El Pum)<br />
In alto a destra: cave <strong>di</strong><br />
calcare nero a Varenna<br />
(Lecco)<br />
In basso a destra:<br />
particolare<br />
dell’apparizione <strong>della</strong><br />
Vergine al beato Mario<br />
Homodei, il 29 settembre<br />
del 1504<br />
Pagina a fianco: emissione<br />
commemorativa <strong>di</strong> Poste<br />
Italiane per il V Centenario<br />
dell’apparizione <strong>della</strong><br />
Madonna a Tirano, 2004<br />
104 <strong>Geositi</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong> <strong>Geositi</strong> <strong>della</strong> <strong>Provincia</strong> <strong>di</strong> <strong>Sondrio</strong> 105<br />
Tirano