I Geositi della Provincia di Sondrio - Regione Lombardia
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20 Torre <strong>di</strong> Santa Maria<br />
Torbiera<br />
dell’ Alpe Palù<br />
Motivo <strong>di</strong> interesse<br />
scientifico primario:<br />
naturalistico<br />
Motivi secondari:<br />
geomorfologico<br />
paesistico<br />
Livello <strong>di</strong> interesse<br />
Accessibilità<br />
Valore estetico<br />
Rischio <strong>di</strong> compromissione<br />
Aceti, A.A. (2007) – La variabilità climatica<br />
nell’Olocene: stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> torbiere e <strong>di</strong> ambienti <strong>di</strong> alta<br />
quota nelle Alpi italiane. Tesi <strong>di</strong> Dottorato, Univ. <strong>di</strong><br />
Milano, 150.<br />
ERSAF & <strong>Regione</strong> Lombar<strong>di</strong>a (2004) - Carta dei<br />
suoli <strong>della</strong> Lombar<strong>di</strong>a in scala 1:250.000<br />
United States Department of Agriculture (1998)<br />
- Soil taxonomy. http://soils.usda.gov/technical/<br />
classification/taxonomy/<br />
Le torbiere d’alta quota rivestono uno<br />
straor<strong>di</strong>nario valore scientifico in quanto<br />
custo<strong>di</strong>scono una registrazione millenaria<br />
<strong>di</strong> evoluzione naturale e vicissitu<strong>di</strong>ni<br />
socio-economiche, nonché una<br />
notevole importanza pratica in quanto<br />
la loro capacità <strong>di</strong> assorbimento dei<br />
deflussi idrici limita il rischio <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssesti<br />
conseguenti ad eventi meteoclimatici<br />
estremi. Nonostante ciò, pochi altri<br />
ambienti naturali sono stati altrettanto<br />
deturpati, vuoi per l’opportunità <strong>di</strong> ricavarne<br />
combustibili a basso ren<strong>di</strong>mento<br />
e – più recentemente – terra da giar<strong>di</strong>naggio,<br />
vuoi nell’intento <strong>di</strong> estendere<br />
gli appezzamenti coltivabili tramite bonifiche<br />
(Aceti, 2007).<br />
Il sito <strong>della</strong> torbiera dell’Alpe Palù si trova<br />
sopra il Rifugio Bosio, all’Alpe Airale,<br />
nel Comune <strong>di</strong> Torre <strong>di</strong> S. Maria. Lo<br />
si può raggiungere dalla località Ciappanico,<br />
su un sentiero che raggiunge<br />
l’Alpe Piasci e prosegue sul lato destro<br />
idrografico <strong>della</strong> Val Torreggio, fino alla<br />
bellissima piana che ospita il rifugio.<br />
Si può anche optare <strong>di</strong> salire, seguendo<br />
il sentiero che costituisce la prima tappa<br />
dell’Alta Via <strong>della</strong> Valmalenco, dalla<br />
località Musci (m 1000 circa), sulla strada<br />
sterrata che da Torre sale all’Alpe <strong>di</strong><br />
Arcoglio (seguire l’in<strong>di</strong>cazione “ai rifugi”),<br />
a Pra’ Fedugno e <strong>di</strong> qui, in breve,<br />
all’Alpe Piasci, proseguendo per l’itinerario<br />
sopra descritto.<br />
Si può anche seguire la strada (nel primo<br />
tratto asfaltata, poi sterrata) sopra citata,<br />
che però è chiusa al traffico per le<br />
persone non autorizzate. Anch’essa conduce<br />
all’Alpe Piasci e quin<strong>di</strong> al Rifugio<br />
Cometti (m 1780), dal quale si sale alla<br />
Bosio in un’ora e mezza circa. Una terza<br />
ed interessante variante è quella che<br />
prevede <strong>di</strong> staccarsi da tale strada prima<br />
<strong>di</strong> raggiungere l’Alpe Piasci, salendo fino<br />
all’Alpe <strong>di</strong> Arcoglio e da qui raggiungere<br />
il rifugio in un’ora circa. Il rifugio è,<br />
infine, raggiungibile anche da Chiesa in<br />
Valmalenco, percorrendo il sentiero per<br />
l’Alpe Lago (ore 3.00): si sale verso Primolo<br />
ma, prima <strong>di</strong> raggiungere la riden-<br />
te frazione, ci si stacca, seguendo le<br />
in<strong>di</strong>cazioni, dalla strada asfaltata, percorrendo<br />
una comoda sterrata (chiusa<br />
però al traffico per i non autorizzati),<br />
oppure un bel sentiero che sale nel bosco;<br />
in entrambi i casi si raggiunge l’Alpe<br />
Lago <strong>di</strong> Chiesa (un dolce pianoro anticamente<br />
occupato da un lago), la si<br />
oltrepassa sul lato destro per poi proseguire<br />
verso Sud-Ovest, fino al bivio per<br />
l’Alpe Mastabia, dove il sentiero piega<br />
decisamente verso ovest, proseguendo,<br />
in lieve pendenza, fino all’Alpe <strong>di</strong> Airale,<br />
dove, superato un ponte posato recentemente<br />
dai cacciatori, si attraversa<br />
il Torreggio per raggiungere in breve<br />
il rifugio.<br />
La foto, in mezzo a destra, realizzata sul<br />
sito, mostra una sezione pedologica verticale<br />
(profilo) realizzata in una torbiera<br />
d’alta quota che può essere presa ad<br />
esempio del patrimonio pedologico presente<br />
in ambienti simili <strong>della</strong> <strong>Regione</strong><br />
Lombar<strong>di</strong>a e del contesto alpino in generale.<br />
La sezione mostra un suolo costituito<br />
in prevalenza da materiali organici<br />
(torba), classificato come hydric<br />
histosol secondo il sistema tassonomico<br />
americano (USDA, 1998). Per definizione,<br />
un istosuolo presenta almeno 40<br />
cm <strong>di</strong> spessore, negli 80 cm sommitali,<br />
In alto: tipici fiori da<br />
torbiera (Eriophorum<br />
scheuchzeri) spesso<br />
associati a muschi <strong>di</strong><br />
sfagno.<br />
A destra: sezione<br />
pedologica verticale<br />
(profilo) realizzata in una<br />
torbiera d’alta quota.<br />
A sinistra: la Torbiera<br />
dell’Alpe Palù.<br />
<strong>di</strong> componenti organici. Questi presentano<br />
un contenuto <strong>di</strong> carbonio organico<br />
(in peso) pari al 12-18%, a seconda del<br />
contenuto <strong>di</strong> argilla presente nel suolo.<br />
Il suolo costituisce l’elemento fondamentale<br />
del sistema torbiera con rischio<br />
d’interramento presente per fattori<br />
naturali, potenzialmente amplificato<br />
dall’intervento antropico e legato anche<br />
alle variazioni climatiche.<br />
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