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Giai.pdf - Liceo Norberto Rosa

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Direzione Istruzione,<br />

Formazione Professionale<br />

e Lavoro<br />

Ministero<br />

dell’Istruzione, dell’Università<br />

e della Ricerca<br />

CORSO IFTS<br />

TECNICO SUPERIORE<br />

IN SICUREZZA E QUALITÀ NELLE SCIENZE DELLA VITA<br />

1) IMPRESA / ENTE<br />

CORSISTA<br />

GIAI MATTEO<br />

RELAZIONE ESPERIENZA STAGE<br />

2) SETTORE / AMBITO DI COLLOCAZIONE IN TIROCINIO FORMATIVO<br />

3) TIPO / TIPI DI ATTIVITA’<br />

4) SVILUPPO E APPLICAZIONE DELLE COMPETENZE<br />

a. TRASVERSALI<br />

b. TECNICO – BIOTECNOLOGICO<br />

c. TECNICO SU SISTEMI SICUREZZA - QUALITA’ – AMBIENTE<br />

d. TECNICO - ORGANIZZATIVO<br />

5) CONCLUSIONI


Il tirocinio formativo di duecentoquaranta ore previsto all’interno del piano di studi del<br />

corso IFTS denominato “Tecnico superiore in qualità e sicurezza delle scienze della vita”,<br />

è stato svolto presso l’IPLA di Torino di Corso Casale 476, su un ameno altipiano alle<br />

pendici della collina di Superga.<br />

L’IPLA, la cui sigla sta per “Istituto Piante da Legno e Ambiente”, è una Società per azioni<br />

a totale capitale pubblico, che nei confronti della Regione Piemonte, azionista di<br />

maggioranza, accanto al Comune di Torino e alla Regione Autonoma Valle d’Aosta,<br />

ricopre il ruolo di struttura tecnica di riferimento per lo sviluppo di azioni innovative e per il<br />

supporto alle politiche nel campo forestale, ambientale e in quello delle risorse<br />

energetiche.<br />

L’IPLA svolge attività di gestione, di ricerca applicata e di sperimentazione; essendo una<br />

struttura ad elevata e diversificata specializzazione, rappresenta uno strumento tecnico<br />

scientifico a supporto delle politiche di tutela, pianificazione, sviluppo e valorizzazione del<br />

patrimonio ambientale e naturalistico, in particolare in ambito forestale, e del razionale<br />

utilizzo delle risorse primarie.<br />

L’ esperienza di stage si è svolta in due periodi: il primo periodo, di due settimane, dal 20<br />

al 31 luglio 2009 ed il secondo dal 26 ottobre al 27 novembre 2009; la mia collocazione<br />

all’interno dell’azienda è stata nel settore dedicato alle zanzare.<br />

Questo settore si occupa della lotta biologica alle zanzare all’interno del territorio regionale<br />

attraverso numerosi progetti attivi nelle zone maggiormente colpite da questo fenomeno<br />

che hanno richiesto l’aiuto dell’ente regionale per affrontare, con l’obiettivo di eliminare<br />

almeno in parte, questa problematica; in alcune zone gli interventi sono mirati a<br />

combattere la zanzara tigre, un insetto proveniente dalle zone tropicali. La sua diffusione<br />

sul territorio piemontese è a macchia di leopardo ed è concentrata maggiormente in<br />

alcune zone dell’astigiano, dell’alessandrino e nel pinerolese; questo tipo di zanzara è<br />

oggetto di un monitoraggio più accurato rispetto alle altre per evitare che si abbia una<br />

diffusione maggiore di quella attuale in quanto, se presente in quantità maggiori, potrebbe<br />

provocare delle epidemie di influenza talvolta con conseguenze gravi, come avvenne nel<br />

2007 in Emilia Romagna.<br />

La gestione del progetto, inizialmente in mano all’ente regionale, da tre anni a questa<br />

parte è stata affidata interamente all’IPLA; questi progetti vengono finanziati per il 50 % dai<br />

comuni coinvolti, mentre il restante 50% è espresso sottoforma di un contributo stanziato<br />

direttamente dalla Regione Piemonte.<br />

Nelle prime due settimane di stage, considerato che erano nel corso della stagione estiva,<br />

periodo in cui c’è la maggiore prolificazione di zanzare, ho avuto l’opportunità di assistere<br />

all’azione sul campo della lotta alle zanzare ed ho trascorso due giorni a Pinerolo,<br />

accompagnando il tecnico IPLA che si occupa della disinfestazione e del monitoraggio di<br />

quell’area; il primo giorno mi sono recato a Pinerolo di mercoledì, in concomitanza allo<br />

svolgimento del mercato settimanale, dove abbiamo compiuto un’opera di informazione e<br />

divulgazione sul problema della zanzara tigre, particolarmente diffuso in città.<br />

È stato messo a disposizione dal comune un gazebo sistemato presso uno degli accessi<br />

al mercato dove abbiamo esposto dei cartelloni per attirare l’attenzione delle persone; a<br />

coloro che si recavano per chiedere chiarimenti veniva sottoposto un questionario per<br />

poterci rendere conto del livello di informazione generale rispetto al problema.<br />

Dopo la compilazione del questionario controllavamo le risposte e davamo spiegazioni più<br />

dettagliate nei punti in cui si trovavano delle inesattezze; nel complesso la mattinata è<br />

stata proficua, in quanto abbiamo riscontrato interesse e partecipazione da parte della<br />

popolazione e abbiamo rilevato una buona preparazione sull’argomento, frutto di<br />

un’informazione esaustiva ed efficace attuata in precedenza dall’ente comunale.


Nella seconda giornata abbiamo compiuto un giro nella città compiendo un’azione porta a<br />

porta, nella quale si chiedeva alle persone di poter effettuare un sopralluogo all’interno del<br />

proprio orto o giardino per individuare eventuali focolai e trattarli con i prodotti specifici, e<br />

indicando come sistemare le attrezzature in modo corretto per evitare la formazione di<br />

ristagni d’acqua, luogo ideale per le zanzare tigri dove deporre le uova.<br />

Oltre ai controlli delle proprietà private abbiamo anche effettuato una verifica dei tombini<br />

delle strade cittadine e trattato quelli infestati, nel caso di ritrovamento di larve in fase di<br />

sviluppo.<br />

Infine ho visto la composizione e il posizionamento di alcune delle oltre 30 ovitrappole<br />

poste all’interno del territorio comunale; queste sono composte da un barattolo di plastica,<br />

in genere nero, nel quale viene immessa dell’acqua e al suo interno è immersa una listella<br />

di masonite, sulla quale vengono deposte le uova.<br />

Ogni settimana vengono sostituite le listelle di masonite e immerse delle nuove; le listelle<br />

raccolte vengono portate in laboratorio dove, con l’utilizzo di un microscopio, si osservano<br />

e si conta il numero di uova deposte sulla sua superficie.<br />

Questo lavoro viene svolto per monitorare l’andamento della popolazione e poter<br />

determinare la quantità di interventi da effettuare, incrementandola nel caso ci sia un<br />

aumento della presenza di uova; non ho partecipato alla sostituzione delle listelle ma ho<br />

avuto modo di procedere in laboratorio al conteggio su alcune di esse prelevate in quelle<br />

settimane.<br />

Oltre all’azione sul campo della lotta osservata e svolta a Pinerolo, ho avuto la possibilità<br />

di recarmi una giornata con il responsabile del settore ed una collaboratrice a Veruno, nel<br />

novarese, per effettuare un controllo sul lavoro svolto e da svolgere dal responsabile<br />

tecnico scientifico di quella zona e per valutare l’ipotesi di affiancare, in futuro, un secondo<br />

tecnico nel caso si fosse riscontrata una mole di lavoro troppo elevata per una sola<br />

persona.<br />

Abbiamo controllato alcune camere di risaia ed in alcune altre zone a rischio da lui<br />

monitorate; abbiamo anche provato sul campo la validità di un tipo di strumento per la<br />

distribuzione del prodotto per la disinfestazione in una camera di risaia.<br />

Al termine del sopralluogo si è fatta avanti l’ipotesi di proporre per l’anno prossimo<br />

l’affiancamento di un secondo tecnico, constatata l’elevata superficie di monitoraggio e di<br />

azione, troppo alta per un solo tecnico.<br />

Per quanto riguarda i giorni in cui sono stato in azienda ho svolto delle attività nell’ufficio<br />

della lotta alle zanzare; per prima cosa mi è stata l’intera documentazione di un progetto di<br />

lotta del 2008 che ho avuto modo di leggere in modo da entrare nell’ottica della situazione<br />

e farmi un’idea generale della serie di passaggi e delle procedure che contraddistinguono<br />

un progetto.<br />

Un progetto è composto da un piano di fattibilità redatto dagli enti (in genere i Comuni ma<br />

anche le Province o le Comunità Montane e Collinari), nel quale si richiede la<br />

collaborazione alle regione e all’IPLA per la lotta alle zanzare; in seguito l’IPLA scrive un<br />

parere tecnico-consuntivo, nel quale fornisce un’indicazione sui tempi di azione, sulla<br />

quantità di materiale da acquistare per le disinfestazioni, sulle modalità di intervento e sul<br />

numero di tecnici utili per la realizzazione del tutto.<br />

Questo parere verrà utilizzato dal Responsabile Tecnico Scientifico (RTS), cioè il tecnico<br />

incaricato per quel progetto, al fine di coordinare tutte le operazioni durante lo svolgimento<br />

dell’attività; al termine delle operazioni l’RTS stila una relazione finale nella quale riporta le<br />

ore di lavoro effettive, i soldi spesi e i tipi di interventi effettuati.<br />

Terminata la lettura del progetto, mi hanno illustrato il funzionamento del documentale<br />

dell’IPLA, una rete interna all’azienda, nel quale sono contenuti tutti i file di lavoro salvati e<br />

immessi dai diversi settori resi cosi da essere visibili e consultabili da tutti i dipendenti e


collaboratori; ho così poi utilizzato il documentale per immettere dei file di alcuni progetti di<br />

lotta nella sezione dedicata alle zanzare.<br />

Ho ancora utilizzato il documentale per immettere altri file non riferiti alle zanzare ma<br />

inerenti al suolo e alla difesa del territorio, in quanto una delle impiegate in questo ufficio si<br />

occupa anche di altri argomenti oltre al progetto di lotta; mi sono stati forniti una serie di<br />

documenti cartacei che ho scannerizzato e salvato sul computer come <strong>pdf</strong> per<br />

successivamente trasferirli al documentale.<br />

Sempre con l’utilizzo del computer ho verificato che i dati riportati sui documenti preliminari<br />

e sulle bozze corrispondessero ai dati scritti sui documenti finali e ufficiali, nati dalla<br />

rielaborazione di quelli precedenti; ho controllato i costi delle operazioni, le ore di lavoro<br />

effettuate dai tecnici e dagli operai, le quantità di prodotto utilizzate e il numero di interventi<br />

di disinfestazione effettuati.<br />

Le attività effettuate col cartaceo hanno riguardato la sistemazione dei vari documenti<br />

all’interno delle cartelle in modo che i fogli fossero ordinati in ordine di data, dal più recente<br />

al più vecchio, e raggruppati ognuno all’interno della cartella del progetto a cui<br />

appartengono; ho anche verificato, come già svolto al computer, l’esattezza di alcuni dati<br />

numerici.<br />

Infine ho assistito e partecipato a due esperimenti, svolti dall’ufficio in collaborazione con<br />

un tecnico di laboratorio; il primo consisteva in uno studio per capire il grado di nocività di<br />

alcuni prodotti utilizzati per i trattamenti in risaia osservando gli effetti su alcuni esemplari<br />

di animali tipici di quell’ambiente.<br />

Utilizzando due vasche riempite d’acqua ho immesso alcune specie di animali prelevati da<br />

un ambiente tipico di risaia in entrambe e in una sola di queste ho messo il prodotto<br />

utilizzato per le zanzare; dopo alcuni giorni abbiamo verificato che il prodotto è stato<br />

mortale per alcuni di questi animali e che non è quindi molto adatto in quel tipo di<br />

ambiente.<br />

Il secondo esperimento aveva come scopo quello di determinare, attraverso l’utilizzo di sei<br />

vasche contenenti delle miscele diverse di erbe e di alcuni liquidi, quale fosse più attrattiva<br />

per le zanzare; ogni 24 ore, per alcuni giorni, ho effettuato un controllo di queste vasche<br />

poste nel cortile dell’azienda prelevando le zanzare che galleggiavano sulla superficie di<br />

queste miscele per poter cosi verificare quale vasca attraeva più zanzare.<br />

Nella seconda parte di stage non ho più effettuato uscite sul territorio in quanto con l’arrivo<br />

della stagione autunnale e la scomparsa delle zanzare si è concluso il lavoro di<br />

monitoraggio da parte dei tecnici; in questo periodo il lavoro principale in ufficio riguarda la<br />

stesura della relazione finale da parte del tecnico che ha agito sul campo nella quale<br />

riporta tutte le attività da lui svolte, i prodotti utilizzati con le relative quantità ed un calcolo<br />

totale delle spese di progetto; in questo ambito ho inserito in un file i risultati di un<br />

questionario proposto alle classi quarte e quinte delle scuole elementari del comune di<br />

Pinerolo sulla zanzara tigre.<br />

Questo lavoro di rendicontazione viene svolto da tutti gli altri tecnici, spesso non<br />

dipendenti dell’IPLA ma persone esterne incaricate da essa che agiscono sul territorio<br />

regionale.<br />

La relazione finale dei tecnici viene confrontata con il progetto di fattibilità redatto dall’IPLA<br />

precedentemente, nel quale fornisce un parere tecnico sulle modalità e sulla gestione del<br />

progetto richiesto dai Comuni interessati; questo confronto permette di evidenziare se il<br />

parere dato dall’azienda sia stato rispettato o ci siano state delle modifiche causati da<br />

diversi fattori.<br />

Dopo aver visto degli esempi inerenti gli anni scorsi ho fatto il confronto di alcuni progetti<br />

svoltisi nel 2008; inoltre su altri progetti ho effettuato i calcoli della spesa totale effettuata


sommando i compensi per i tecnici di campo e per le ditte specializzate che hanno<br />

effettuato i trattamenti, le spese per l’acquisto dei prodotti e per la divulgazione e la<br />

pubblicità fatta sul problema della lotta alle zanzare.<br />

Per la parte non inerente alle zanzare mi è stata data la bozza di un libro in elaborazione<br />

redatto da alcuni dipendenti dell’azienda che operano nei boschi della Regione; sulla<br />

bozza cartacea c’erano delle correzioni che ho dovuto riportare e correggere su di un file<br />

salvato sul computer.<br />

In questo secondo periodo ho trascorso alcuni giorni nel laboratorio dell’azienda, posto<br />

nell’edificio comprendente i settori “suolo”, “faunistica” e “difesa del territorio”.<br />

Nel corso di tre giorni ho aiutato un collaboratore che si è recato in alcune risaie, dove la<br />

coltivazione non viene effettuata nelle modalità consuete, per prelevare dei campioni di<br />

sub-strato e verificare che questo non abbia arrecato danni alla popolazione animale e<br />

vegetale che risiede in quel particolare habitat.<br />

I campioni, formati da terra e acqua, sono stati filtrati con dei particolari setacci per<br />

frazionare il più possibile i componenti in modo da poter prelevare, successivamente, tutti i<br />

tipi di insetti presenti; questi sono stati messi all’interno di provette contenenti alcool per<br />

conservarli e poter poi effettuare la loro identificazione.<br />

Terminata questa attività ho svolto delle mansioni con la responsabile del laboratorio<br />

dell’IPLA che si occupa in particolare dei suoli, ne studia le diverse composizioni,<br />

determinando numerose sue caratteristiche, che variano a seconda del tipo di suolo.<br />

La prima esperienza in laboratorio è consistita nell’effettuare la misurazione del ph di<br />

alcuni campioni di suolo; questi vegono versati in un piccolo barattolo di plastica nel quale<br />

viene aggiunta dell’acqua deionizzata.<br />

La misurazione avviene tramite l’utilizzo di uno strumento chiamato piaccametro: per<br />

prima cosa bisogna effettuare la taratura dello strumento che avviene tramite l’immersione<br />

di un sensore, collegato allo strumento, in liquidi con ph definito e si verifica la corretta<br />

misurazione da parte dello strumento; fatto ciò si può procedere con gli altri rilevamenti:<br />

all’interno del barattolo viene immerso il sensore che rileva il ph della soluzione e lo<br />

visualizza su un display; quando la misurazione da parte dello strumento è terminata viene<br />

emesso un segnale sonoro e si riportano i dati in una tabella.<br />

Successivamente abbiamo iniziato la procedura per determinare la granulometria di sei<br />

campioni di suolo diversi: come primo passaggio viene utilizzato un filtro che divide i<br />

sedimenti con una granulometria maggiore di 0,5 mm dagli altri più fini; questi più fini,<br />

sabbie, limo ed argilla vengono separati in un secondo momento.<br />

I sedimenti fini avanzati dalla filtrazione ed ancora da determinare in termini di dimensioni<br />

vengono immessi in un tubo di vetro assieme a dell’acqua: questo tubo all’estremità<br />

inferiore è dotato di un rubinetto che viene utilizzato per prelevare i sedimenti che si sono<br />

separati per effetto della forza di gravità; questi prelevamenti vengono effettuati<br />

rispettando dei tempi stabiliti riportati in una tabella che dipendono dalla temperatura<br />

dell’ambiente circostante: minore è la temperatura minore è il tempo in cui si verifica la<br />

separazione.<br />

Questi campioni ottenuti vengono fatti essiccare per almeno 12 ore a 105 °C per eliminare<br />

l’acqua presente e pesare la quantità di prodotto ottenuto.<br />

Effettuata l’essiccazione e la pesatura riportando i dati nei registri appositi, abbiamo<br />

rilevato la quantità di fosforo presente in questi campioni di suolo: abbiamo aggiunto una<br />

soluzione già preparata ai sedimenti la quale, facendo riscaldare il tutto, fa reagire le altre<br />

sostanze e le elimina sotto forma di vapore lasciando solo l’azoto presente che si può a<br />

questo punto quantificare.<br />

Durante lo stage ho avuto modo di applicare le competenze che ho acquisito sia durante il<br />

corso IFTS che nel percorso di studi effettuato gli anni precedenti; nelle mansioni svolte in


ufficio ho utilizzato molto le mie competenze al computer, utilizzando diversi suoi<br />

programmi come word, excel, access, power point.<br />

Sono state utili le competenze tecnico-organizzative nella gestione dei lavori e per il<br />

corretto svolgimento di essi nei tempi indicati.<br />

In laboratorio le competenze tecniche in generale e su sicurezza, qualità e ambiente<br />

hanno permesso di muovermi con disinvoltura al suo interno: come esempi posso riportare<br />

l’utilizzo nei momenti opportuni di indumenti e oggetti di protezione quali mascherine,<br />

occhiali protettivi, camici, guanti; il corretto utilizzo delle attrezzature di laboratorio quali<br />

vortex, centrifughe, bilance, becher, pipette; la corretta sistemazione e pulizia all’interno<br />

del laboratorio grazie alla conoscenza degli specifici contenitori adibiti allo smaltimento dei<br />

rifiuti.<br />

Le competenze tecnico-biotecnologiche sono state utilizzate in entrambe le situazioni: in<br />

laboratorio, per il corretto svolgimento degli esperimenti; in ufficio, per la comprensione<br />

delle parti teoriche relative ai metodi di lotta alle zanzare e dei prodotti associati utilizzati.<br />

L’esperienza di stage è da considerarsi nel complesso positiva; nello svolgimento delle<br />

attività di laboratorio non ho riscontrato particolari difficoltà di esecuzione grazie alle<br />

nozioni di carattere scientifico apprese durante il corso; nozioni che hanno anche<br />

agevolato la comprensione di alcuni passaggi più tecnici osservati durante lo svolgimento<br />

di alcuni esperimenti da parte del tecnico di laboratorio.<br />

Nelle attività in ufficio, oltre alle conoscenze in campo scientifico, ho utilizzato le mie<br />

capacità sulla sicurezza, qualità e sistemi di gestione dell’azienda.<br />

In ambito più generale ritengo che lo stage sia stato un’ottima opportunità per conoscere e<br />

prendere confidenza con l’ambiente lavorativo, in questo caso grazie anche alla<br />

disponibilità e all’accoglienza dimostrata dal tutor a cui ero affidato e dai suoi colleghi e<br />

collaboratori; anche gli orari concordati sono risultati efficaci per rendere meno gravosi e<br />

pesanti gli spostamenti con i mezzi pubblici ed i treni effettuati giornalmente per recarsi e<br />

allontanarsi dall’azienda.

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