Il controllo fitosanitario dell'olivo da mensa e da olio in Sicilia

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Agrofarmaci revocati in olivicoltura - Anno 2007 Il controllo fitosanitario dell’olivo da mensa e da olio in Sicilia Principio attivo Periodo di utilizzazione Azinfos metile Carbaryl Fenitrotion Malation Triclorfon DECRETO 08/01/2007 (GU n. 15 del 19/01/2007) Revoca a partire dal 01/01/2007. Commercializzazione ed utilizzo scorte fino al 31/12/2007 DECRETO 26/06/2007 (GU n. 163 del 16/07/2007) Revoca a partire dal 21/11/2007. Commercializzazione ed utilizzo scorte fino al 21/11/2008 DECRETO 28/06/2007 (GU n. 165 del 18/07/2007) Revoca a partire dal 25/11/2007. Commercializzazione ed utilizzo scorte fino al 25/11/2008 DECRETO 28/06/2007 (GU n. 165 del 18/07/2007) Revoca a partire dal 06/12/2007. Commercializzazione ed utilizzo scorte fino al 06/12/2008 DECRETO 28/06/2007 (GU n. 165 del 18/07/2007) Revoca a partire dal 21/11/2007. Commercializzazione ed utilizzo scorte fino al 21/11/2008 La normativa sugli agrofarmaci fissa gli intervalli di sicurezza (tempi di carenza) e i residui massimi ammessi (RMA) sulle olive ed anche sull’olio. L’entità del residuo presente nelle olive e nell’olio dipende, esclusivamente, dal rispetto scrupoloso dei tempi di carenza o intervallo di sicurezza (riportato sempre in etichetta) di ogni singolo agrofarmaco (numero di giorni che devono passare tra l’ultimo trattamento e la raccolta delle olive). Mentre il tempo di rientro è quello che deve trascorrere dopo il trattamento per ritornare nell’appezzamento trattato (di solito è di almeno 48 ore se non indicato diversamente in etichetta). La maggior parte dei principi attivi ha un periodo di persistenza (intervallo di tempo dopo il quale l’efficacia o azione dell’agrofarmaco si dimezza) compresa tra 1 e 2 settimane. L’efficacia dei fitofarmaci può essere ridotta o annullata pagina 21
Fig. 4b Preparazione della miscela pagina 22 del tutto rispetto alle condizioni normali, quando nella preparazione della soluzione insorge l’idrolisi alcalina che è una reazione chimica di degradazione. Infatti un valore di pH dell’acqua elevato (alcalino) causa l’idrolisi alcalina; la combinazione di un’acqua con queste caratteristiche ed alcuni agrofarmaci provoca la rottura dei legami chimici con formazione di uno o più nuovi prodotti. Alcuni insetticidi utilizzati in olivicoltura come i fosforganici (Clorpirifos, Dimetoato, Azinfos metile, Fenitrotion, Triclorfon, Fosmet ed il Malation), i carbammati (Carbaryl) e i piretroidi (Deltametrina, ecc.) sono stati classificati come i gruppi di prodotti maggiormente soggetti all’idrolisi alcalina. La velocità di degradazione e direttamente proporzionale al pH della soluzione ed al tempo di permanenza in ambiente basico. In generale, si può affermare che nella maggior parte dei casi (esclusa la poltiglia bordolese), nella preparazione della miscela dei fitofarmaci è preferibile utilizzare acqua leggermente acidificata, con valori di pH compresi tra 5,5-6,0. Anche i preparati contenenti Bacillus thuringiensis necessitano di una soluzione leggermente acida. Di solito in molti ambienti agricoli siciliani, l’acqua utilizzata è alcalina (pH superiori a 7,5-8), pertanto è buona norma misurare il pH e correggerlo prima dell’aggiunta dell’agrofarmaco. Per la misurazione si può utilizzare un misuratore di pH (piaccametro digitale) o facendo esaminare l’acqua dai Servizi di consulenza agricola. In caso si riscontri un pH elevato (alcalino) si può ricorrere a dei prodotti acidificanti che esistono in commercio, per esaltare l’efficacia dell’agrofarmaco. Questi prodotti devono essere aggiunti all’acqua del serbatoio prima che venga aggiunto qualsiasi antiparassitario. Le perdite dovute all’idrolisi alcalina dipendono da diversi fattori, in particolare: • dal grado di alcalinità dell’acqua; • dalla suscettibilità del fitofarmaco all’alcalinità;
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