Il controllo fitosanitario dell'olivo da mensa e da olio in Sicilia
Il controllo fitosanitario dell'olivo da mensa e da olio in Sicilia Il controllo fitosanitario dell'olivo da mensa e da olio in Sicilia
Il controllo fitosanitario dell’olivo da mensa e da olio in Sicilia L’uso dei prodotti chimici di sintesi, la cosiddetta “rivoluzione verde”, ha rappresentato un approccio innovativo ai temi della produzione agricola che, attraverso l’accoppiamento di varietà ad alto potenziale genetico e di sufficienti input (fertilizzanti, acqua ed altri prodotti agrochimici), ha consentito un incremento rilevante delle produzioni agricole in gran parte del mondo. Tale processo di innovazione iniziò in Messico nel 1944 ad opera del Premio Nobel per la pace e scienziato statunitense Norman Borlaug e della Rockfeller Foundation con l’obiettivo di ridurre le aree a rischio di carestia. Oggi è diffusa in particolare in America, Europa, Oceania, Asia e Sudafrica. Dopo le sperimentazioni degli anni ‘40, le tecnologie furono esportate all’estero, trovando applicazione in tutto il mondo. La crescita dei rendimenti era tale da consentire all’agricoltura di tener testa alla crescita della popolazione e dopo il 1950 la produzione pro capite aumentò ogni anno. La diffusione della chimica di sintesi in agricoltura non si è in ogni caso rivelata esente da problematiche (in prevalenza ambientali) e allo stato urge una sua revisione che sappia fare tesoro dei successi e al contempo riduca i livelli di inquinamento ambientale ad essa spesso correlati. Oggi, almeno nelle aree più sviluppate del mondo, tra cui l’Europa, l’agricoltura punta principalmente al miglioramento della produzione e quindi al controllo delle avversità anche in l’olivicoltura. Una domanda maggiormente attenta all’aspetto esteriore del prodotto, all’eccellenza organolettica, al valore nutrizionale degli alimenti e alla loro salubrità non sempre si coniuga con le esigenze di chi produce, sempre più costretto a ridurre i costi e garantire produzioni di alta qualità. L’agricoltura non può perciò prescindere dal controllo fitosanitario delle avversità biotiche dell’olivo, ma per farlo è necessario un approccio tecnico-scientifico adeguato alle problematiche della filiera e alle caratteristiche della domanda, quindi al mercato. I Servizi allo Sviluppo dell’Assessorato Agricoltura e Foreste della Regione Siciliana hanno accompagnato da oltre venti anni il processo di innovazione sul controllo fitosa- pagina 211
pagina 212 nitario dell’agricoltura regionale. Gli uffici territoriali, attraverso il trasferimento delle conoscenze scientifiche sul tema della lotta, prima, e della difesa, poi, hanno affiancato le aziende in questo processo evolutivo che ha visto cambiare il concetto di controllo antiparassitario. L’attività di divulgazione e assistenza tecnica ha consentito di razionalizzare gli interventi chimici e di implementare sistemi di monitoraggio e previsione delle infestazioni fitofaghe e delle fitopatologie. Una migliore conoscenza della dinamica ambientale, della caratteristiche dei fitofarmaci, della valutazione del rischio, della stima dell’esposizione degli organismi non bersaglio e dei metodi di mitigazione della contaminazione da fitofarmaci, oggetto del volume, contribuirà a produrre olive da mensa e oli extra vergine di oliva di alta qualità e ad evitare qualunque rischio per la salute del consumatore. Il capitolo sul controllo integrato, assieme a quelli sul corretto uso dei fitofarmaci, sulle metodologie di monitoraggio, sui sistemi di cattura massale e confusione sessuale e, più segnatamente, sui metodi di controllo biologico rappresentano ausili fondamentali per lo sviluppo del settore e la crescita dell’operatore. La particolare veste grafica, ricca di illustrazioni, assieme ai dati territoriali di rilevamento, talora capillari, rende più funzionali e affidabili le metodologie di controllo esposte. L’attenta e aggiornata descrizione del ciclo dei parassiti dell’olivo, anche minori, fa di quest’opera un valido strumento a disposizione degli operatori agricoli nella permanente competizione delle aziende sul mercato globale.
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<strong>Il</strong> <strong>controllo</strong> <strong>fitosanitario</strong> dell’olivo <strong>da</strong> <strong>mensa</strong> e <strong>da</strong> <strong>olio</strong> <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong><br />
L’uso dei prodotti chimici di s<strong>in</strong>tesi, la cosiddetta “rivoluzione<br />
verde”, ha rappresentato un approccio <strong>in</strong>novativo ai<br />
temi della produzione agricola che, attraverso l’accoppiamento<br />
di varietà ad alto potenziale genetico e di sufficienti<br />
<strong>in</strong>put (fertilizzanti, acqua ed altri prodotti agrochimici),<br />
ha consentito un <strong>in</strong>cremento rilevante delle produzioni<br />
agricole <strong>in</strong> gran parte del mondo. Tale processo di <strong>in</strong>novazione<br />
<strong>in</strong>iziò <strong>in</strong> Messico nel 1944 ad opera del Premio Nobel<br />
per la pace e scienziato statunitense Norman Borlaug<br />
e della Rockfeller Foun<strong>da</strong>tion con l’obiettivo di ridurre le<br />
aree a rischio di carestia. Oggi è diffusa <strong>in</strong> particolare <strong>in</strong><br />
America, Europa, Oceania, Asia e Su<strong>da</strong>frica.<br />
Dopo le sperimentazioni degli anni ‘40, le tecnologie furono<br />
esportate all’estero, trovando applicazione <strong>in</strong> tutto il<br />
mondo. La crescita dei rendimenti era tale <strong>da</strong> consentire<br />
all’agricoltura di tener testa alla crescita della popolazione<br />
e dopo il 1950 la produzione pro capite aumentò ogni<br />
anno.<br />
La diffusione della chimica di s<strong>in</strong>tesi <strong>in</strong> agricoltura non si<br />
è <strong>in</strong> ogni caso rivelata esente <strong>da</strong> problematiche (<strong>in</strong> prevalenza<br />
ambientali) e allo stato urge una sua revisione che<br />
sappia fare tesoro dei successi e al contempo riduca i livelli<br />
di <strong>in</strong>qu<strong>in</strong>amento ambientale ad essa spesso correlati.<br />
Oggi, almeno nelle aree più sviluppate del mondo, tra cui<br />
l’Europa, l’agricoltura punta pr<strong>in</strong>cipalmente al miglioramento<br />
della produzione e qu<strong>in</strong>di al <strong>controllo</strong> delle avversità<br />
anche <strong>in</strong> l’olivicoltura.<br />
Una doman<strong>da</strong> maggiormente attenta all’aspetto esteriore<br />
del prodotto, all’eccellenza organolettica, al valore nutrizionale<br />
degli alimenti e alla loro salubrità non sempre si<br />
coniuga con le esigenze di chi produce, sempre più costretto<br />
a ridurre i costi e garantire produzioni di alta qualità.<br />
L’agricoltura non può perciò presc<strong>in</strong>dere <strong>da</strong>l <strong>controllo</strong> <strong>fitosanitario</strong><br />
delle avversità biotiche dell’olivo, ma per farlo<br />
è necessario un approccio tecnico-scientifico adeguato<br />
alle problematiche della filiera e alle caratteristiche della<br />
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