Il controllo fitosanitario dell'olivo da mensa e da olio in Sicilia

Fig. 170
Giovane pianta di olivo
di Nocellare del Belice
con infezioni di Verticilliosi
sulle branche
pagina 142
certarsi dello stato sanitario del terreno, nonché quello
delle giovani piante acquistate dal vivaio o lasciando il
terreno incolto o coltivato con graminacee ed evitando la
coltivazione di ortive suscettibili.
Infatti si è potuto osservare che negli oliveti condotti in
irriguo, in cui erano stati coltivati precedentemente delle
Solanacee (pomodoro e patata), spesso presentavano
piante colpite da questa malattia (fig. 170).
Per questo motivo, è sempre consigliabile evitare la consociazione
con colture ortive suscettibili (pomodoro,
melanzana, peperone e patata), e nel caso in cui si riscontrano
delle piante infette, conviene subito asportare le
branche colpite fino all’inserzione del tronco e bruciare
tempestivamente i rami. Naturalmente, si dovrà avere
la massima cura nel disinfettare, con Ipoclorito di sodio
(candeggina), tutti gli attrezzi di lavoro adoperati, i quali
possono essere veicolo d’infezione per altre piante sane.
La difesa chimica, generalmente, non è attuabile in quanto
non si conoscono fitofarmaci autorizzati sull’olivo in
grado di bloccare la malattia.
Una attività sperimentale ha riguardato la somministrazione
di agrofarmaci direttamente per via xilematica con
la tecnica dell’iniezione al tronco. Fatta eccezione per
il principio attivo Dodina, in genere sono stati saggiati
principi attivi non autorizzati sull’olivo.
Tra i principi attivi sottoposti a verifica quello che ha fatto
riscontrare i migliori risultati è stato il fungicida sistemico
Etil fosfito di allumino o Fosetyl-Al e secondariamente
quello con la Dodina, utilizzati con iniezioni al tronco e
poi provati anche con irrorazioni alla chioma ad alta concentrazione
di principio attivo, nella fase di pre-fioritura
o post allegagione (Fodale e Mulè, 1999).