Il controllo fitosanitario dell'olivo da mensa e da olio in Sicilia
Il controllo fitosanitario dell'olivo da mensa e da olio in Sicilia
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Fig. 146<br />
Colonie (micelio) del fungo<br />
Occhio di pavone nella<br />
foglia di olivo<br />
Fig. 147<br />
Rami conidiofori con corpi<br />
fruttiferi del fungo Occhio<br />
di pavone che escono <strong>da</strong>lla<br />
cuticola della foglia di olivo<br />
(illustrazioni tratte <strong>da</strong>:<br />
Le avversità delle piante<br />
agrarie - REDA)<br />
pag<strong>in</strong>a 128<br />
semplici, unicellulari, a forma di fiasco o globosi (corpi<br />
fruttiferi) e di colore bruno chiaro (fig. 147).<br />
Biologia ed epidemiologia<br />
La biologia del fungo è fortemente condizionata <strong>da</strong>lla<br />
temperatura, <strong>da</strong>ll’umidità e <strong>da</strong>lla pioggia. Le condizioni<br />
favorevoli allo sviluppo del patogeno sono il verificarsi di<br />
24-48 ore di pioggia (Saad e Masri, 1978) e una temperatura<br />
compresa fra i 5 e i 25°C con un optimum a 20°C.<br />
Lo sviluppo del fungo è favorito <strong>da</strong>lla bagnatura delle<br />
foglie per parecchie ore (Graniti e La Viola, 1981) e <strong>da</strong><br />
temperature superiori ai 5°C.<br />
<strong>Il</strong> parassita generalmente presenta nell’anno due cicli<br />
d’<strong>in</strong>fezione, uno primaverile e l’altro autunnale. La dist<strong>in</strong>zione<br />
è netta durante l’estate, mentre non lo è per quello<br />
autunnale, <strong>in</strong> quanto <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong> a seguito delle temperature<br />
miti che si verificano <strong>in</strong> <strong>in</strong>verno come ad esempio l’anno<br />
2006/2007 dove il fungo è rimasto vitale <strong>da</strong>lle prime <strong>in</strong>fezioni<br />
autunnali f<strong>in</strong>o alla primavera <strong>in</strong>oltrata.<br />
<strong>Il</strong> fungo <strong>in</strong>fetta gli organi della pianta attraverso una penetrazione<br />
attiva dei tessuti attuata <strong>da</strong>i conidi germ<strong>in</strong>ati; i<br />
propaguli una volta entrati nei tessuti dell’ospite, formano<br />
colonie circolari che si <strong>in</strong>sediano a livello sottocuticolare<br />
(Graniti e La Viola, 1981).<br />
Si riproduce tramite i conidi che si portano alla superficie<br />
dell’organo colpito e si disperdono con le piogge che<br />
è il pr<strong>in</strong>cipale fattore di diffusione dell’<strong>in</strong>oculo, m<strong>in</strong>ore è<br />
l’importanza della dispersione anemofila (vento) anche se<br />
recentemente è stato dimostrata la possibilità di dissem<strong>in</strong>azione<br />
anemofile dei conidi (f<strong>in</strong>o a 5 metri), soprattutto <strong>in</strong><br />
presenza di umidità relativa elevata (Lops et al., 1993 e Frisullo<br />
et. al., 1993), mentre un ruolo attivo potrebbe essere<br />
svolto <strong>da</strong> <strong>in</strong>setti vettori (De marzio et. al., 1993). <strong>Il</strong> fungo ha<br />
un periodo d’<strong>in</strong>cubazione piuttosto variabile (<strong>da</strong> 15 giorni a<br />
diversi mesi), cosicché la malattia si può manifestare anche<br />
dopo parecchio tempo <strong>da</strong>ll’<strong>in</strong>fezione. <strong>Il</strong> fungo si mantiene<br />
attivo tutto l’anno, ma può avere periodi di quiescenza al<br />
verificarsi di temperature elevate e scarsa umidità relativa<br />
dell’aria (estate) o forti abbassamenti termici (<strong>in</strong>verno).