Il controllo fitosanitario dell'olivo da mensa e da olio in Sicilia

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03.06.2013 Views

Cecidomia suggiscorza dell’olivo Resseliella oleisuga (Targ. Tozzetti) Il controllo fitosanitario dell’olivo da mensa e da olio in Sicilia Questo insetto è presente in tutti i paesi olivicoli mediterranei; attacca principalmente l’olivo, ma può svilupparsi anche su altre Oleaceae. Morfologia L’adulto è molto piccolo misura appena 2-3 mm di lunghezza, di colore nero provvisto di ali trasparenti e le antenne moniliformi; i segmenti addominali sono di colore arancione nelle femmine e di colore grigio nei maschi (fig. 133). L’uovo di forma ellittica trasparente è molto piccolo, riuniti in gruppi di 10-30 uova, allineate parallelamente, non attaccate assieme. La larva è lunga 3 mm circa, di colore giallo arancione; trasparente subito dopo la schiusura che poi diventa di colore arancione in prossimità della trasformazione in pupa (fig. 134). La pupa di colore giallo ambrato arancione è lunga 1,5 -2 millimetri. etologia dell’insetto Presenta da due a tre generazioni l’anno che si svolgono a spese dell’olivo da maggio ad ottobre, così che per tutta la buona stagione si ha la presenza continua e contemporanea di tutti gli stadi dell’insetto. Sverna come larva matura, mentre i primi adulti compaiono in primavera. Le femmine depongono 100 uova ciascuna, che infilano con il lungo ovopositore nelle fessure della corteccia dei giovani rami; le uova schiudono dopo 3-4 giorni e le larve penetrano sotto la corteccia scavando delle gallerie nel cambio (fig. 135). Inizialmente le larve rimangono vicine e vivono come in- Fig. 133 Adulto di Cecidomia suggiscorza dell’olivo ClASSIFICAZIoNe SCIeNtIFICA: Ordine: DIPTERA Sottordine NEMATOCERA Famiglia: CECIDOMYIIDAE Genere: RESSELIELLA Specie: R. oleisuga (Targ. Tozzetti) Nome: Cecidomia suggiscorza dell’olivo pagina 121

Fig. 134 Larve di Cecidomia Fig. 135 Gallerie nel cambio scavate dalle larve di Cecidomia Fig. 136 Danni da Cecidomia su piante di olivo pagina 122 setti xilofagi, attraversando tre stadi di sviluppo, quando sono mature si lasciano cadere a terra impupandosi, dove rimangono fino al raggiungimento dello stadio adulto. danni I danni di solito sono trascurabili, nelle piante adulte, e sono a carico dei giovani rametti, in quanto il parassita si insedia al di sotto della corteccia e forma delle depressioni giallastre dove si verifica un grave deperimento dei rami attaccati, con disseccamento della porzione di rametto sovrastante (fig. 136). In certe annate vi possono essere delle gravi infestazioni che possono ridurre la produzione dell’olivo. I danni maggiori si manifestano soprattutto su impianti giovani su fusto e rami, che presentano ferite da varie cause. Intorno al punto della deposizione si sviluppa una necrosi localizzata della corteccia. In primavera ed estate si possono riconoscere esternamente i danni sotto forma di depressioni, screpolature e modificazioni di colore della corteccia, che ingiallisce o arrossisce. Le parti soprastanti le zone attaccate possono disseccarsi del tutto o in parte, in questo modo è compromesso l’accrescimento. I tessuti così alterati vengono spesso attaccati da altri parassiti. Controllo fitosanitario Si segnalano dei nemici naturali del moscerino suggiscorza: un Eupelmide (Eupelmus hartigi Forst.), due Platigastridi ed un acaro del genere Pyemotes, che preda le larve in accrescimento. La difesa da questo Cecidomide si basa fondamentalmente su criteri preventivi tesi a ridurre la cause predisponenti le ferite. L’insetto può essere facilmente controllato durante le operazioni di potatura con il taglio dei rametti infestati e la successiva distruzione col fuoco. Non è consigliabile il controllo chimico larvicida a causa della profondità delle larve nel tessuto dell’ospite, mentre può essere condotto col principio attivo Dimetoato contro gli adulti, negli impianti giovani.

Fig. 134<br />

Larve di Cecidomia<br />

Fig. 135<br />

Gallerie nel cambio scavate<br />

<strong>da</strong>lle larve di Cecidomia<br />

Fig. 136<br />

Danni <strong>da</strong> Cecidomia su<br />

piante di olivo<br />

pag<strong>in</strong>a 122<br />

setti xilofagi, attraversando tre stadi di sviluppo, quando<br />

sono mature si lasciano cadere a terra impupandosi, dove<br />

rimangono f<strong>in</strong>o al raggiungimento dello stadio adulto.<br />

<strong>da</strong>nni<br />

I <strong>da</strong>nni di solito sono trascurabili, nelle piante adulte, e<br />

sono a carico dei giovani rametti, <strong>in</strong> quanto il parassita si<br />

<strong>in</strong>sedia al di sotto della corteccia e forma delle depressioni<br />

giallastre dove si verifica un grave deperimento dei rami<br />

attaccati, con disseccamento della porzione di rametto sovrastante<br />

(fig. 136).<br />

In certe annate vi possono essere delle gravi <strong>in</strong>festazioni che<br />

possono ridurre la produzione dell’olivo.<br />

I <strong>da</strong>nni maggiori si manifestano soprattutto su impianti<br />

giovani su fusto e rami, che presentano ferite <strong>da</strong> varie<br />

cause. Intorno al punto della deposizione si sviluppa una<br />

necrosi localizzata della corteccia. In primavera ed estate<br />

si possono riconoscere esternamente i <strong>da</strong>nni sotto forma<br />

di depressioni, screpolature e modificazioni di colore della<br />

corteccia, che <strong>in</strong>giallisce o arrossisce. Le parti soprastanti<br />

le zone attaccate possono disseccarsi del tutto o <strong>in</strong> parte,<br />

<strong>in</strong> questo modo è compromesso l’accrescimento. I tessuti<br />

così alterati vengono spesso attaccati <strong>da</strong> altri parassiti.<br />

Controllo <strong>fitosanitario</strong><br />

Si segnalano dei nemici naturali del moscer<strong>in</strong>o suggiscorza:<br />

un Eupelmide (Eupelmus hartigi Forst.), due<br />

Platigastridi ed un acaro del genere Pyemotes, che pre<strong>da</strong> le<br />

larve <strong>in</strong> accrescimento. La difesa <strong>da</strong> questo Cecidomide si<br />

basa fon<strong>da</strong>mentalmente su criteri preventivi tesi a ridurre<br />

la cause predisponenti le ferite. L’<strong>in</strong>setto può essere facilmente<br />

controllato durante le operazioni di potatura con<br />

il taglio dei rametti <strong>in</strong>festati e la successiva distruzione col<br />

fuoco. Non è consigliabile il <strong>controllo</strong> chimico larvici<strong>da</strong><br />

a causa della profondità delle larve nel tessuto dell’ospite,<br />

mentre può essere condotto col pr<strong>in</strong>cipio attivo Dimetoato<br />

contro gli adulti, negli impianti giovani.

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