Il controllo fitosanitario dell'olivo da mensa e da olio in Sicilia
Il controllo fitosanitario dell'olivo da mensa e da olio in Sicilia
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<strong>Il</strong> <strong>controllo</strong> <strong>fitosanitario</strong> dell’olivo <strong>da</strong> <strong>mensa</strong> e <strong>da</strong> <strong>olio</strong> <strong>in</strong> <strong>Sicilia</strong><br />
to della corteccia detti “covacci di alimentazione” ove si<br />
nutrono della l<strong>in</strong>fa e del legno. Poi lasciano la galleria per<br />
accoppiarsi portandosi poi sui rami di 2-3 o più anni con<br />
corteccia liscia generalmente tagliati, rotti o deperiti ove<br />
scavano gallerie di riproduzione nutrendosi del legno e<br />
sp<strong>in</strong>gendo all’esterno dei fori di penetrazione la rosura<br />
<strong>in</strong>sieme agli escrementi, formando sulla corteccia stessa<br />
dei “cirri” giallastri talvolta penduli, ben visibili, che <strong>da</strong>l<br />
mese di maggio rivelano la presenza dell’<strong>in</strong>setto (fig. 124).<br />
Dalle uova, deposte <strong>da</strong>lle femm<strong>in</strong>e entro queste gallerie<br />
(f<strong>in</strong>o a 100 per femm<strong>in</strong>a adulta), nascono delle larve xilofaghe<br />
(<strong>da</strong> 50 ad 80), che scavano altre gallerie parallele<br />
al senso della branca e perpendicolari alle precedenti, <strong>in</strong><br />
40-45 giorni divengono mature e qu<strong>in</strong>di, <strong>da</strong> metà maggio<br />
a metà giugno, si trasformano <strong>in</strong> n<strong>in</strong>fe e poi <strong>in</strong> adulti<br />
che escono all’aperto forando la corteccia. In annate con<br />
an<strong>da</strong>mento stagionale favorevole, si hanno 3 generazioni<br />
con gli adulti che sfarfallano <strong>in</strong> maggio/giugno, agosto/<br />
settembre ed ottobre/novembre (fig. 125).<br />
<strong>da</strong>nni<br />
I <strong>da</strong>nni maggiori sono provocati <strong>da</strong>gli adulti, che con le<br />
numerose escavazioni provocano la morte dei rametti fruttiferi<br />
di un anno, con conseguenti perdite di produzione<br />
(f<strong>in</strong>o al 60%), mentre sulle piante fortemente deperite o<br />
nelle piant<strong>in</strong>e appena trapiantate <strong>in</strong> campo, il loro attacco<br />
può provocare la morte della stessa pianta, ma si può dire<br />
che <strong>da</strong>nno il colpo di grazia ad una pianta già <strong>in</strong> cattive<br />
condizioni.<br />
<strong>Il</strong> Fleotribo attacca di preferenza il legno debilitato e con<br />
il flusso l<strong>in</strong>fatico ridotto. I tronchi, le branche e i rami<br />
fruttiferi <strong>in</strong>deboliti, o che hanno subito <strong>da</strong>nni per eventi<br />
climatici avversi (gelo, grand<strong>in</strong>e, siccità prolungata ecc.),<br />
rappresentano le parti della pianta più appetite <strong>da</strong>l parassita.<br />
Le parti attaccate vengono ulteriormente <strong>in</strong>debolite per<br />
l’attività trofica delle numerose larve che si sviluppano sotto<br />
la corteccia. <strong>Il</strong> reticolo di gallerie prodotto nel legno costituisce<br />
anche un ottimo ricovero per il Tripide dell’olivo.<br />
<strong>Il</strong> Fleotribo può provocare <strong>da</strong>nni anche sugli olivi <strong>in</strong><br />
Fig. 122<br />
Schema del ciclo biologico<br />
del Fleotribo<br />
Fig. 123<br />
Adulto di Fleotribo dentro<br />
un rametto di olivo<br />
Fig. 124<br />
Tipiche rosure giallastre<br />
provocate <strong>da</strong>ll’attacco di<br />
Fleotribo<br />
pag<strong>in</strong>a 115