Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

estig.ipbeja.pt
from estig.ipbeja.pt More from this publisher
03.06.2013 Views

LIBERTà E CoNTRoLLo gIuRIDICo NELLo SPazIo gLoBaLE normativa nella differenza politica, molarizzata poi in identità ideologica sino a compromettere le differenze della democrazia nell’identità del modello globale. L’attuale commistione tra promesse di differenza (desideri) e identità virtual-finanziaria globale è più identitaria dell’identità degli Stati nazione e tanto flessibile da non lasciar riconoscere le proprie regole. Questa commistione disegna una cronologia dell’asinteticità degli stessi termini propriamente teoretico-giuridici quali identità del fine comune e differenza dei bisogni. La nuova razionalità è un giuoco di saperi che non si sanno, di progetti improgettabili in preda alla dromocrazia della sperimentazione, alla ricerca delle più labili funzionalità. Riassuntivamente, la dromocrazia ha sostituito la democrazia così come la democrazia aveva sostituito i princìpi giuridici che erano alla base dell’eguaglianza e del consenso. Il nesso tra dromocrazia e democrazia, ovvero tra la tensione economica del sociale e il principio politico dello Stato può chiarire la crisi attuale del concetto di sovranità. Lo Stato moderno nasce di fatto con la rivoluzione francese come momento storico fondamentale per la determinazione della sovranità. Lo Stato moderno nasce concettualmente all’inizio del XIX secolo con la filosofia del diritto di Hegel. Questa invenzione moderna incontra oggi la sua crisi più radicale. Si tratta della crisi dello Stato nazionale retto dal principio di sovranità, fondato sulla costituzione come fonte sostanzialmente immutabile dei diritti. I vari Stati che hanno la propria determinazione esclusiva su base costituzionale sono così tra loro essenzialmente distinti. Ma, altresì, i diritti costituzionali determinano sistemi normativi differenziati, talvolta assolutamente differenziati, tra gli Stati. Ciò è concettualmente all’origine della giustificazione della guerra come radicalizzazione dell’incomunicabilità tra gli Stati nazione. Alla strutturale incomunicabilità tra gli Stati si è aggiunta una progressiva comunicazione tra società civili (informazione) che da un lato mettono in crisi il principio di sovranità e dall’altro tessono rapporti transnazionali istituendo un mercato allargato, ossia una dromocrazia degli interessi. 97

98 CaRLo MENghI Alla politica statuale si sostituiscono progressivamente la dromocrazia transnazionale degli interessi economici, le dinamiche e i processi delle società civili. Alla prima riduzione giuridica – nata nel secondo dopoguerra come reazione alla forza antagonistica dei diritti e dei princìpi di sovranità – si associa in modo evolutivo la nuova degiuridicizzazione economica o dromocraticamente finanziaria. Nella prospettiva dell’integrazione transnazionale sono fondamentalmente in discussione il concetto stesso di sovranità e la legittimazione di quel presupposto. Da questa osservazione nasce l’esigenza di ripensare o, meglio, fondare un diritto pubblico transnazionale come diritto essenzialmente sociale, compito tutt’altro che semplice che richiede – come meglio si vedrà più avanti – il superamento della logica della non-contraddizione o dell’identità in un rapporto tra dromocrazia e democrazia giuridica, in un processo di contraddizione compatibile tra enunciati di differenza e dispositivi di identità o di normalizzazione. Infatti, non si dà globalizzazione realisticamente possibile se non a partire dal superamento del principio dello Stato. Ma in che misura le istanze sociali della globalizzazione preparano questi diritti di differenza come effettive politiche di compatibilità? La nuova volontà globale deve essere volontà di certezza e la certezza deve soprattutto apparire per farsi riconoscere e imporre le sue strategie. La volontà di apparenza è strutturalmente legata alla sperimentazione che tende a realizzare il massimo grado di certezza. In questo circolo funzionale, il concetto di globalizzazione è il medesimo del concetto di universale apparizione nella indiscussa e indiscutibile verità della sperimentazione tecnicoscientifica, dove la scientificità è «potente» se è tecnicamente certa e rappresentativamente pervasiva. Allora, il sapere scientifico diventa il concetto stesso della rappresentazione che non può ammettere dubbi, o bisogni diversi dal suo desiderio, giacchè questi introdurrebbero meccanismi di debolezza (distanza) all’interno dello stesso processo. Questa concezione della rappresentazione tecnocratica è per sua struttura essenzialmente amorale in quanto non può contem-

LIBERTà E CoNTRoLLo gIuRIDICo NELLo SPazIo gLoBaLE<br />

normativa nella differenza <strong>politica</strong>, molarizzata poi in identità<br />

ideologica sino a compromettere le differenze <strong>della</strong> democrazia<br />

nell’identità del modello globale.<br />

L’attuale commistione tra promesse di differenza (desideri) e<br />

identità virtual-finanziaria globale è più identitaria dell’identità<br />

degli Stati nazione e tanto flessibile da non lasciar riconoscere le<br />

proprie regole. Questa commistione disegna una cronologia dell’asinteticità<br />

degli stessi termini propriamente teoretico-giuridici<br />

quali identità del fine comune e differenza dei bisogni.<br />

La nuova razionalità è un giuoco di saperi che non si sanno, di<br />

progetti improgettabili in preda alla dromocrazia <strong>della</strong> sperimentazione,<br />

alla ricerca delle più labili funzionalità.<br />

Riassuntivamente, la dromocrazia ha sostituito la democrazia<br />

così come la democrazia aveva sostituito i princìpi giuridici che<br />

erano alla base dell’eguaglianza e del consenso.<br />

Il nesso tra dromocrazia e democrazia, ovvero tra la tensione<br />

economica del <strong>sociale</strong> e il principio politico dello Stato può chiarire<br />

la crisi attuale del concetto di sovranità.<br />

Lo Stato moderno nasce di fatto con la rivoluzione francese<br />

come momento storico fondamentale per la determinazione <strong>della</strong><br />

sovranità. Lo Stato moderno nasce concettualmente all’inizio del<br />

XIX secolo con la filosofia del diritto di Hegel. Questa invenzione<br />

moderna incontra oggi la sua crisi più radicale. Si tratta <strong>della</strong><br />

crisi dello Stato nazionale retto dal principio di sovranità, fondato<br />

sulla costituzione come fonte sostanzialmente immutabile dei<br />

diritti. I vari Stati che hanno la propria determinazione esclusiva<br />

su base costituzionale sono così tra loro essenzialmente distinti.<br />

Ma, altresì, i diritti costituzionali determinano sistemi normativi<br />

differenziati, talvolta assolutamente differenziati, tra gli Stati. Ciò<br />

è concettualmente all’origine <strong>della</strong> giustificazione <strong>della</strong> guerra<br />

come radicalizzazione dell’incomunicabilità tra gli Stati nazione.<br />

Alla strutturale incomunicabilità tra gli Stati si è aggiunta una<br />

progressiva comunicazione tra società civili (informazione) che<br />

da un lato mettono in crisi il principio di sovranità e dall’altro<br />

tessono rapporti transnazionali istituendo un mercato allargato,<br />

ossia una dromocrazia degli interessi.<br />

97

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!