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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

ci sono intere materie che hanno cambiato l’organizzazione delle<br />

fonti; penso, tanto per fare un esempio tra i molti, alla materia<br />

relativa al diritto d’autore, che è una materia legata ad Internet; è<br />

una materia tipica <strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong> e <strong>della</strong> quale nessun avvocato,<br />

cioè nessun pratico del diritto, può dire una parola senza<br />

avere presente non solo la nostra legislazione, ma la nostra legislazione<br />

inserita all’interno di un corpo legislativo ugualmente<br />

artificiale, ugualmente positivo che però è interstatuale.<br />

Francesco Viola<br />

Volevo semplicemente cercare di capire meglio questo richiamo<br />

all’artificialità, all’esigenza di artificialità, che ha fatto il professor<br />

Irti che in fondo non è condiviso dalla relazione di Cacciari,<br />

se artificialità vuol dire qualcosa di consapevolmente istituito,<br />

qualcosa che è legato ad una dimensione volontaria. Ora, da questo<br />

punto di vista, esiste un’artificialità giuridica che non sia <strong>politica</strong>?<br />

Esiste un’artificialità del diritto che non poggi sulla <strong>politica</strong>?<br />

Questo mi resta oscuro; se cioè la vera artificialità è quella <strong>politica</strong>,<br />

nel momento in cui crolla la sovranità, crolla, secondo me,<br />

l’artificialità <strong>politica</strong> e conseguentemente anche quella giuridica.<br />

Vorrei fare questa domanda: è possibile concepire un’artificialità<br />

giuridica che non si debba in fondo ridurre ad una dimensione<br />

<strong>politica</strong>? Nella relazione di Cacciari, che è in fondo una<br />

relazione più <strong>politica</strong>, la proposta di questo concetto di impero<br />

non poggia sull’artificialità, pur essendo una proposta <strong>politica</strong>,<br />

perché in fondo mira a ricostruire una fidelitas, una dimensione<br />

di affidamento fra le nationes che, ovviamente, non può esser un<br />

prodotto artificiale, ma è un prodotto che deve avere una certa<br />

spontaneità; non può essere governato, perché, nella misura in<br />

cui è governato, è, per così dire, imposto; quindi, io direi che oggi<br />

noi assistiamo ad una crisi anche dell’artificialità.<br />

Possiamo chiederci se assistiamo ad una crisi di una certa forma<br />

di artificialità e se dobbiamo sostituire ad essa un’altra forma<br />

di artificialità; ma c’è anche da chiedersi se il concetto stesso di

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