Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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03.06.2013 Views

Simona Carlotta Sagnotti DIBaTTITo Molto brevemente, una domanda ed anche una riflessione; il problema legato alla globalizzazione è il bisogno di datare il termine globalizzazione, cioè, cosa intendiamo per globalizzazione. Mi veniva da pensare che la globalizzazione, probabilmente, ha un’origine precedente rispetto a quella in cui la si data solitamente ed è un fenomeno non legato esclusivamente a Internet o a problemi telematici. Il problema della globalizzazione, per esempio, si riflette anche nelle tematiche del nucleare, che sono più antiche rispetto a Internet, oppure nella minaccia della guerra chimica, della guerra batteriologica, che peraltro è ancora attuale. Queste tematiche precedono in qualche modo il problema di Internet, pur essendo, ugualmente, legate alla globalizzazione, nel senso che non hanno dei confini ben precisi. Dico ciò riflettendo sulla relazione del professor Irti, il quale, secondo me, più che a ragione individua nella risposta normativa interstatuale la risoluzione dei problemi legati alla globalizzazione. Anche dalla relazione del professor Cacciari il problema della globalizzazione è quello dei confini del territorio e dello spazio. Sicuramente mi sembra corretta la risposta del professor Irti, ma vorrei solo aggiungere una breve considerazione. Mi sembra che la storia si sia già mossa in questo senso; se noi retrodatiamo in qualche modo il fenomeno della globalizzazione, dobbiamo chiederci a che cosa abbiamo assistito in quest’ultimo quarantennio. Forse all’incremento della normazione interstatuale? Faccio già poco la filosofa, non voglio far molto la giurista; però credo, anche rispetto all’intervento della professoressa Ferrarese, che forse anche in questi arbitrati il diritto entri, come legge scritta, come norma artificiale ed entra nella forma del diritto interstatuale. È interessante, a questo proposito, vedere come, per esempio, i manuali di diritto positivo, quelli che troviamo nelle nostre facoltà, sono in qualche modo cambiati; i famosi capitoli sulle fonti sono cambiati e dove prima noi trovavamo soltanto o principalmente gli articoli della nostra Costituzione, dei nostri codici, oggi invece troviamo ampiamente citata la normativa interstatuale, quella comunitaria ed altre. Ovviamente, 79

80 DIBaTTITo ci sono intere materie che hanno cambiato l’organizzazione delle fonti; penso, tanto per fare un esempio tra i molti, alla materia relativa al diritto d’autore, che è una materia legata ad Internet; è una materia tipica della globalizzazione e della quale nessun avvocato, cioè nessun pratico del diritto, può dire una parola senza avere presente non solo la nostra legislazione, ma la nostra legislazione inserita all’interno di un corpo legislativo ugualmente artificiale, ugualmente positivo che però è interstatuale. Francesco Viola Volevo semplicemente cercare di capire meglio questo richiamo all’artificialità, all’esigenza di artificialità, che ha fatto il professor Irti che in fondo non è condiviso dalla relazione di Cacciari, se artificialità vuol dire qualcosa di consapevolmente istituito, qualcosa che è legato ad una dimensione volontaria. Ora, da questo punto di vista, esiste un’artificialità giuridica che non sia politica? Esiste un’artificialità del diritto che non poggi sulla politica? Questo mi resta oscuro; se cioè la vera artificialità è quella politica, nel momento in cui crolla la sovranità, crolla, secondo me, l’artificialità politica e conseguentemente anche quella giuridica. Vorrei fare questa domanda: è possibile concepire un’artificialità giuridica che non si debba in fondo ridurre ad una dimensione politica? Nella relazione di Cacciari, che è in fondo una relazione più politica, la proposta di questo concetto di impero non poggia sull’artificialità, pur essendo una proposta politica, perché in fondo mira a ricostruire una fidelitas, una dimensione di affidamento fra le nationes che, ovviamente, non può esser un prodotto artificiale, ma è un prodotto che deve avere una certa spontaneità; non può essere governato, perché, nella misura in cui è governato, è, per così dire, imposto; quindi, io direi che oggi noi assistiamo ad una crisi anche dell’artificialità. Possiamo chiederci se assistiamo ad una crisi di una certa forma di artificialità e se dobbiamo sostituire ad essa un’altra forma di artificialità; ma c’è anche da chiedersi se il concetto stesso di

Simona Carlotta Sagnotti<br />

DIBaTTITo<br />

Molto brevemente, una domanda ed anche una riflessione; il<br />

problema legato alla <strong>globalizzazione</strong> è il bisogno di datare il termine<br />

<strong>globalizzazione</strong>, cioè, cosa intendiamo per <strong>globalizzazione</strong>.<br />

Mi veniva da pensare che la <strong>globalizzazione</strong>, probabilmente, ha<br />

un’origine precedente rispetto a quella in cui la si data solitamente<br />

ed è un fenomeno non legato esclusivamente a Internet o a problemi<br />

telematici. Il problema <strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong>, per esempio,<br />

si riflette anche nelle tematiche del nucleare, che sono più antiche<br />

rispetto a Internet, oppure nella minaccia <strong>della</strong> guerra chimica,<br />

<strong>della</strong> guerra batteriologica, che peraltro è ancora attuale. Queste<br />

tematiche precedono in qualche modo il problema di Internet,<br />

pur essendo, ugualmente, legate alla <strong>globalizzazione</strong>, nel senso<br />

che non hanno dei confini ben precisi. Dico ciò riflettendo sulla<br />

relazione del professor Irti, il quale, secondo me, più che a ragione<br />

individua nella risposta normativa interstatuale la risoluzione<br />

dei problemi legati alla <strong>globalizzazione</strong>. Anche dalla relazione del<br />

professor Cacciari il problema <strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong> è quello dei<br />

confini del territorio e dello spazio. Sicuramente mi sembra corretta<br />

la risposta del professor Irti, ma vorrei solo aggiungere una<br />

breve considerazione. Mi sembra che la storia si sia già mossa<br />

in questo senso; se noi retrodatiamo in qualche modo il fenomeno<br />

<strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong>, dobbiamo chiederci a che cosa abbiamo<br />

assistito in quest’ultimo quarantennio. Forse all’incremento <strong>della</strong><br />

normazione interstatuale? Faccio già poco la filosofa, non voglio<br />

far molto la giurista; però credo, anche rispetto all’intervento <strong>della</strong><br />

professoressa Ferrarese, che forse anche in questi arbitrati il diritto<br />

entri, come legge scritta, come norma artificiale ed entra nella<br />

forma del diritto interstatuale. È interessante, a questo proposito,<br />

vedere come, per esempio, i manuali di diritto positivo, quelli che<br />

troviamo nelle nostre facoltà, sono in qualche modo cambiati; i<br />

famosi capitoli sulle fonti sono cambiati e dove prima noi trovavamo<br />

soltanto o principalmente gli articoli <strong>della</strong> nostra Costituzione,<br />

dei nostri codici, oggi invece troviamo ampiamente citata la<br />

normativa interstatuale, quella comunitaria ed altre. Ovviamente,<br />

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