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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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NaTaLINo IRTI<br />

filosofi e giuristi farsi incontro gli uni agli altri: i primi domandando<br />

ai secondi quali forme e criteri abbiano apprestati per la<br />

nuova epoca, i secondi ai primi, di riscoprire insieme il contenuto<br />

originario di taluni concetti, o di piegarli e adattarli alla situazione<br />

sopraggiunta.<br />

E proprio questo accade nei nostri anni: i fenomeni globali<br />

costringono i giuristi a ripensare il problema dello spazio. Il capitolo<br />

sull’«efficacia <strong>della</strong> legge nello spazio», vecchia e stanca<br />

pagina di libri istituzionali, si ridesta e rianima. Il concetto giuridico<br />

di spazio si ripiega nella propria essenza, si ri trova come<br />

autentica categoria filosofica. Donde nasce la necessità dell’incontro<br />

e del dialogo: non è proprio un caso che, nel medesimo giro<br />

di tempo (sul lo scorcio del 2000), i due relatori introduttivi di<br />

questo convegno abbiano meditato, con assoluta indipendenza e<br />

reciproca inconsapevolezza, il filosofo sulla categoria del confine,<br />

il giurista sul rapporto tra norma e luoghi.<br />

2. Forma spaziale del diritto<br />

È appena da ricordare che il diritto ha, e non può non avere,<br />

una forma spaziale. La quale si manifesta in duplice profilo: da un<br />

lato, perché la norma ha sempre bisogno di un àmbito applicativo,<br />

è norma di questo o di quello spazio; dall’altro, perché la norma<br />

prescrive al destinatario di tenere una certa condotta in un dato<br />

luogo. C’è, per così dire, un «dove» applicativo <strong>della</strong> norma e un<br />

«dove» esecutivo dell’obbligo derivante dalla norma. Il grande Savigny<br />

discorreva, nel volume ottavo del Sistema, di «sede» dei rapporti<br />

giuridici, e così enunciava il criterio direttivo dell’indagine:<br />

«Per ogni rapporto giuridico cercare la sfera del diritto, al quale,<br />

per la sua parti colare natura, appartiene o è sottoposto». Che è<br />

formula ineguagliabile per chiarezza e sobrietà linguistica.<br />

Qui preme soltanto di cogliere l’intrinseca e originaria spazialità<br />

del di ritto, la necessità di determinazioni topografiche così<br />

per il vigore come per l’osservanza delle norme. Si direbbe kantianamente<br />

che lo spazio è una forma a priori, in cui il diritto

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