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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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L’EPoCa DELLa gLoBaLIzzazIoNE<br />

rapporto tra classi e ceti, delle società europee. L’idea dell’Islam<br />

come culto dell’astrattissimo Uno, assolutamente negativo rispetto<br />

al particolare, che assorbe e annulla in sé ogni individualità, è<br />

un’idea filosofica occidentale, costruita sulla base di puri pregiudizi<br />

(anche se da tale idea non derivano necessariamente valutazioni<br />

negative <strong>della</strong> civiltà islamica; si pensi alle parole di Hegel: «Mai<br />

l’entusiasmo ha prodotto opere più grandi»).<br />

Noi scontiamo secoli di incomprensione dovuti essenzialmente<br />

a reciproca ignoranza, che scambi e rapporti commerciali non<br />

bastano certo a sanare. E Dio sa quanto tale ignoranza possa<br />

avere drammatiche ripercussioni nell’azione <strong>politica</strong> e diplomatica<br />

più concreta. La storia <strong>della</strong> diplomazia americana dell’ultimo<br />

mezzo secolo è lì a testimoniarlo. Essa si è basata infatti essenzialmente<br />

sul seguente principio: il Nemico assoluto è il comunismo<br />

sovietico, Nemico irriducibile, non «convertibile», mentre ogni<br />

altra posizione (ivi compresi, non c’è bisogno di dirlo, dittatori di<br />

ogni specie, efferati fascisti, ecc.) era concepita come o tollerabile<br />

o, alla fine, integrabile.<br />

Così appunto le società islamiche venivano trattate: come società<br />

che alla fine sarebbero risultate governabili da leadership<br />

del tutto occidentalizzate o, comunque, con metodi prettamente<br />

occidentali, facilmente convincibili alla difesa dei nostri interessi.<br />

Alla faccia di chi ritiene un ornamento superfluo teologia e filosofia,<br />

siamo qui di fronte ad un clamoroso errore teologico-filosofico,<br />

che ha probabilmente portato fuori strada la <strong>politica</strong> estera<br />

americana fino alla fine <strong>della</strong> guerra fredda e oltre! Qui l’Europa<br />

avrebbe dovuto manifestare la propria presenza, avrebbe dovuto<br />

esprimere una memoria storica che ha invece probabilmente<br />

del tutto smarrita: da un lato, ricordare il carattere integralmente<br />

europeo-occidentale (altro che asiatico!) del comunismo reale;<br />

dall’altro, richiamare gli Stati Uniti ad un’analisi delle società<br />

islamiche, delle sfide che in esse si manifestavano, delle posizioni<br />

contrapposte che si andavano esprimendo, dell’urgenza, insomma,<br />

di abbandonare la visione suicida di un Islam «tutto uno» e<br />

tutto destinato all’integrazione subordinata nelle strategie e negli<br />

interessi dell’Occidente.<br />

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