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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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TavoLa RoToNDa. SCENaRI fuTuRI DELLa gLoBaLIzzazIoNE<br />

terzo mondo, il terzo mondo si sente umiliato e offeso; nonostante,<br />

direbbe l’Occidente, noi questo petrolio lo paghiamo e anche<br />

bene. Il problema è che l’Occidente lo paga a pochi e che è vero<br />

che la crescita è di natura endogena, cioè che la mancata crescita<br />

di quei paesi è di natura endogena; detto altrimenti, è colpa loro;<br />

ma l’Occidente tiene in piedi ‘paesi amici’ spesso fraudolenti, incapaci<br />

e ha spesso, se non sempre, preferito un alleato imbelle<br />

e debole, piuttosto che un locale forte e non disposto a trattare<br />

facilmente. Questo è un punto che quei paesi evidentemente non<br />

ci perdonano. Secondo me, gli organismi internazionali si dovrebbero<br />

muovere con un altro mandato, con un mandato molto<br />

più esteso di quello che hanno oggi sostanzialmente. Oggi, nel<br />

migliore dei casi, questi organismi sono chiamati a difendere gli<br />

interessi dei paesi che rappresentano, invece, a mio avviso, dovrebbero<br />

muoversi con un mandato globale. Risolvere i problemi<br />

globali vuol dire pensare globalmente, agire globalmente. Questo<br />

è un punto di grande importanza che si evince proprio dai documenti<br />

degli organismi internazionali appena interpretati.<br />

Il terzo punto è la rinascita dell’identità, che corrisponde a<br />

quella <strong>della</strong> religione, <strong>della</strong> nazione. Ovviamente questo è un<br />

tema estremamente complesso. Volendo metterla in ‘filosofese’,<br />

che è una via di uscita più facile quando non si vogliono discutere<br />

i problemi che sono complicati, direi che da questo punto di<br />

vista l’impianto kantiano e di molte teorie nella giustizia fallisce<br />

e fallisce per una doppia serie di ragioni, facili da chiarire anche<br />

in poche parole. Mentre quando si parla di libertà ed eguaglianza<br />

le teorie politiche normative catturano l’evento fondamentale di<br />

questi concetti e lo ripropongono in versioni, sia pure differenti<br />

l’una dall’altra; quando si parla di identità, e in generale di qualità<br />

ascrittive, le teorie normative non funzionano più. Che io sia<br />

napoletano è un fatto <strong>della</strong> vita, ma certamente non è normativamente<br />

comprensibile in maniera semplice. Quindi tutte le questioni<br />

identitarie mal si lasciano catturare dalle normative, per<br />

ragioni intrinsecamente metodologiche; direi che fuoriescono.<br />

Allora, il problema è trovare una teoria normativa che consenta<br />

alle questioni di identità di essere ricompresse nel paradigma<br />

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