Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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03.06.2013 Views

Sebastiano Maffettone TavoLa RoToNDa. SCENaRI fuTuRI DELLa gLoBaLIzzazIoNE Non è facile continuare il discorso precedente. Me la caverò cominciando con maggiore sobrietà e ringraziando, perché lo merita, sia il Rettore di questa splendida Università, sia la Società Italiana di Filosofia Giuridica e Politica che mi ha dato l’onore di invitarmi a questa tavola rotonda. Grande onore, ma anche compito ingrato; dieci minuti per parlare degli scenari della globalizzazione, effettivamente non è facile. Se fossi in televisione e dovessi dirlo in cinque secondi direi: grandi, enormi sfide da parte del mondo; piccole, piccolissime risposte da parte dei politici. In questo vedo anche un nostro compito quello di fornire, più sobriamente che mai, qualche risposta più idonea alla sfida. Una risposta che, a mio avviso, si basa su poche certezze e su qualche tentativo di adoperare la fantasia teorica e l’immaginazione dei nostri modelli intellettuali. In questo, ovviamente, sarò piuttosto occidentale, sarò occidentale per mancanza di alternative, nel senso che sono un occidentale; questo non vuol dire non ascoltare gli altri, naturalmente da parte mia. Allora distinguerò brevemente tre livelli di analisi, per fare una proposta teorica finale. Primo: le sfide. Le sfide le conoscete tutti, non c’è tempo né bisogno, forse, di intrattenersi su di esse. Il degrado ambientale dovuto sia all’eccesso di consumi di una parte del mondo, sia al tentativo di dumping da parte di quell’altra. Secondo: la fame, la miseria e le malattie che, come diceva prima Lombardi Vallauri, sono ovunque, anche se sono ovviamente concentrati maggiormente in alcune parti del mondo. Tre: la guerra, e qui c’è poco da commentare, siamo in un periodo in cui si parla continuamente di guerra e la guerra è tra di noi. Un’indagine delle Nazioni Unite di due anni fa ha individuato due problemi come i più sentiti da parte dei cittadini del mondo (l’indagine era statistica, ma ha intervistato 60.000 persone, quindi era abbastanza esaustiva). Il primo problema resta quello classico dei diritti da tutelare. Le violazioni dei diritti sono ubique, pervasive, forti e ancora oggi 411

412 TavoLa RoToNDa. SCENaRI fuTuRI DELLa gLoBaLIzzazIoNE rappresentano –secondo questa indagine statistica- il primo obiettivo di emancipazione dell’umanità. Secondo problema; la stabilità sociale e politica, e anche qui c’è poco bisogno di commentare. Quello che fanno gli organismi internazionali è poco idoneo a risolvere questo tipo di problemi. Washington, Seattle, Genova ci hanno fatto vedere l’esistenza di almeno due narrative: una degli organismi internazionali, da una parte, e una del caos dall’altra. Nel confronto fra queste due narrative si deve trovare qualche elemento di equilibrio, qualche punto di contatto. Il terzo punto, che era meno indicato dalle indagini statistiche, con cui ho cominciato, ma che a mio avviso è talmente evidente – e che dunque vale la pena di menzionarlo tra i problemi chiave –, è quello della riemergenza, ammesso che ci sia stato un periodo in cui non emergessero, della religiosità, della nazione, della tribù, della patria. Ora, a fronte di questi problemi, propongo tre concetti per l’analisi. Il primo è il concetto di libertà, che ovviamente corrisponde alle violazioni dei diritti e al problema dei diritti che esamino in termini di libera ragione pubblica e che vi risparmio perché se ne è parlato molto in questo convegno. Il secondo è quello dell’eguaglianza. Cofi Annan, sottolineando i pregi della globalizzazione, ha giustamente anche accentuato il tema del rischio implicito in essa e il primo rischio è quello della forbice della disuguaglianza. Da questo punto di vista credo che una distinzione sia fondamentale: distinguere tra cause dell’ineguaglianza e responsabilità dell’ineguaglianza. Credo che quasi tutti noi siamo convinti che la teoria dell’imperialismo di Lenin sia falsa e che il mondo ricco, per farla breve, non è la causa della povertà del mondo povero. Questo non vuol dire però che il mondo ricco non abbia responsabilità e siccome l’eguaglianza è molto connessa alla stabilità, avere responsabilità in questo, vuol dire avere responsabilità per l’ineguaglianza. Vi dò solo un dato per essere breve: il 90% delle missioni terroristiche sono finanziate da paesi che hanno il 75% del petrolio del mondo. Questo secondo me è un dato molto significativo perché vuol dire che laddove c’è ricchezza distribuita dall’Occidente per comprare prodotti del

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TavoLa RoToNDa. SCENaRI fuTuRI DELLa gLoBaLIzzazIoNE<br />

rappresentano –secondo questa indagine statistica- il primo obiettivo<br />

di emancipazione dell’umanità. Secondo problema; la stabilità<br />

<strong>sociale</strong> e <strong>politica</strong>, e anche qui c’è poco bisogno di commentare.<br />

Quello che fanno gli organismi internazionali è poco idoneo a<br />

risolvere questo tipo di problemi. Washington, Seattle, Genova ci<br />

hanno fatto vedere l’esistenza di almeno due narrative: una degli<br />

organismi internazionali, da una parte, e una del caos dall’altra.<br />

Nel confronto fra queste due narrative si deve trovare qualche<br />

elemento di equilibrio, qualche punto di contatto.<br />

Il terzo punto, che era meno indicato dalle indagini statistiche,<br />

con cui ho cominciato, ma che a mio avviso è talmente evidente<br />

– e che dunque vale la pena di menzionarlo tra i problemi<br />

chiave –, è quello <strong>della</strong> riemergenza, ammesso che ci sia stato un<br />

periodo in cui non emergessero, <strong>della</strong> religiosità, <strong>della</strong> nazione,<br />

<strong>della</strong> tribù, <strong>della</strong> patria.<br />

Ora, a fronte di questi problemi, propongo tre concetti per<br />

l’analisi. Il primo è il concetto di libertà, che ovviamente corrisponde<br />

alle violazioni dei diritti e al problema dei diritti che<br />

esamino in termini di libera ragione pubblica e che vi risparmio<br />

perché se ne è parlato molto in questo convegno.<br />

Il secondo è quello dell’eguaglianza. Cofi Annan, sottolineando<br />

i pregi <strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong>, ha giustamente anche accentuato<br />

il tema del rischio implicito in essa e il primo rischio è quello <strong>della</strong><br />

forbice <strong>della</strong> disuguaglianza. Da questo punto di vista credo che<br />

una distinzione sia fondamentale: distinguere tra cause dell’ineguaglianza<br />

e responsabilità dell’ineguaglianza. Credo che quasi<br />

tutti noi siamo convinti che la teoria dell’imperialismo di Lenin<br />

sia falsa e che il mondo ricco, per farla breve, non è la causa <strong>della</strong><br />

povertà del mondo povero. Questo non vuol dire però che il mondo<br />

ricco non abbia responsabilità e siccome l’eguaglianza è molto<br />

connessa alla stabilità, avere responsabilità in questo, vuol dire<br />

avere responsabilità per l’ineguaglianza. Vi dò solo un dato per<br />

essere breve: il 90% delle missioni terroristiche sono finanziate da<br />

paesi che hanno il 75% del petrolio del mondo. Questo secondo<br />

me è un dato molto significativo perché vuol dire che laddove<br />

c’è ricchezza distribuita dall’Occidente per comprare prodotti del

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