03.06.2013 Views

Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

384<br />

DIBaTTITo<br />

tersoggettività tra soggetti parlanti. Anche Francesco De Sanctis<br />

ha usato più volte un’aggettivazione che riguarda l’uomo come<br />

parlante; ma che vuol dire che l’uomo è parlante? L’uomo è parlante<br />

perché prende la parola; mi pare che anche La Torre abbia<br />

detto così. Ma prendere la parola in modo più profondo, forse<br />

con qualche domanda che si misura con i classici, vuol dire prendere<br />

la parola dall’altro. L’uomo senza l’altro non prende mai<br />

la parola, non accede neppure al linguaggio. Prendere la parola<br />

significa dunque prendere la parola dall’altro e qui si presenta la<br />

genesi fenomenologica del diritto. È inevitabile per me ricordare<br />

che Fichte dice che il diritto è condizione dell’autocoscienza,<br />

perché soltanto nella relazione giuridica di riconoscimento si può<br />

dire ora tra soggetti parlanti, soltanto così prendendo la parola<br />

dall’altro e destinandola all’altro si può accedere all’autocoscienza.<br />

È il tema che Antonio Punzi ha trattato con rigore nella sua<br />

monografia destinata a Fichte. Dunque si può prendere la parola<br />

perché il riconoscimento come relazione giuridica garantisce il<br />

poter prendere la parola dall’altro. Ma tutto questo che interessa<br />

alla <strong>globalizzazione</strong>? Interessa perché se è vero, è verissimo che il<br />

diritto primo è il diritto a prendere la parola, nel modo in cui l’ho<br />

chiarito. Ma nella <strong>globalizzazione</strong> che c’è di tutto ciò? C’è che il<br />

linguaggio si trasforma, non rende possibile la relazione con l’altro<br />

come parlante; il linguaggio diventa il linguaggio con alterità<br />

tecnoinformatiche che non consentono di prendere la parola, ma<br />

consentono di avere una parola copia, una parola numerica, una<br />

parola esecutiva. Per usare le espressioni certamente assai efficaci<br />

di Lacan, l’uomo perde la capacità, il diritto primo ad avere una<br />

parola situata nell’ordine del simbolico. La <strong>globalizzazione</strong> tende<br />

a cancellare la dimensione del simbolico; mi è accaduto in questi<br />

giorni più volte di parlarne fuori dalla discussione formale con<br />

Giulio Chiodi. La <strong>globalizzazione</strong> tende a cancellare il simbolico;<br />

garantisce quindi poco il prendere la parola; la confina nell’avere<br />

una parola copia, una parola esecutiva. E allora ecco la domanda<br />

che lascio a entrambi: il diritto può avere un compito oggi? Qual<br />

è questo compito che può avere nel garantire la parola piena, nel<br />

non costringere ad una parola esecutiva che è quella del linguag-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!