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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

accompagna l’elaborazione teorica dei diritti fondamentali nella<br />

modernità, così come lo è quella che presiede alla loro progressiva<br />

costituzionalizzazione. Anzi, il costituzionalismo occidentale,<br />

dalla seconda guerra mondiale in poi, tende a sottrarre i diritti<br />

dell’uomo alla disponibilità del potere legislativo, ma anche a<br />

quella del potere costituente; essi sono tenuti a riconoscere tali<br />

diritti il cui fondamento prescinderebbe dalla volontà di entrambi,<br />

acquisendo, per il diritto positivo, una dimensione di norme<br />

o principi metalegali vincolanti per l’interprete ai diversi livelli<br />

dello Stufenbau.<br />

Ma <strong>globalizzazione</strong> non significa universalizzazione, come<br />

Pio Marconi ieri ha sottolineato in vari modi. Anzi, si potrebbe<br />

piuttosto dire che il significato di <strong>globalizzazione</strong> è compresenza<br />

delle diversità. La direzione <strong>della</strong> <strong>globalizzazione</strong> non è ad unum,<br />

bensì è verso l’in-differenza. La vera discontinuità, a mio avviso,<br />

tra la modernità e la <strong>globalizzazione</strong>, è che mentre la modernità<br />

esibisce fin dall’inizio la sua magnifica arroganza universalistica,<br />

la <strong>globalizzazione</strong>, prima e dopo l’11 settembre, incrementa il<br />

presente come tempo reale. Molto bella l’immagine aristotelica<br />

che ha usato La Torre, e lascia vedere, tra le maglie <strong>della</strong> rete, lo<br />

sfondamento dei tradizionali spazi politici e giuridici. L’ordine<br />

randomico <strong>della</strong> rete sembra affidato a poteri le cui logiche, nel<br />

tramonto degli Stati, anche dove ripropongono il modello contrattualistico,<br />

attraversano e svuotano la persona, oserei dire la<br />

smascherano, esponendone come compiutamente disponibile,<br />

l’originaria indigenza di essenza.<br />

Concludendo, la <strong>globalizzazione</strong> non è globalista e ciò non<br />

soltanto perché, come è stato affermato, esalta il locale ed i localismi,<br />

ma soprattutto perché è in grado di cancellare dalla iper<strong>realtà</strong><br />

del globo virtuale tutti coloro che non sono in grado di<br />

far parte <strong>della</strong> virtualità, affondando in un mondo sprovvisto di<br />

acustica, di divisibilità, di memoria. L’età dei diritti è stata resa<br />

possibile nei limiti che Bobbio lucidamente ricordava, solo perché<br />

la buona volontà degli uomini si è articolata negli istituti giuridici<br />

<strong>della</strong> modernità. Istituti che possono essere visti dalla parte dello<br />

Stato o da quella del cittadino; ma le due prospettive, nel bene e

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