Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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03.06.2013 Views

I DIRITTI uMaNI NELLa gLoBaLIzzazIoNE 365 ne, il quale può articolarsi tanto come diritto al libero accesso all’informazione, quanto come diritto al libero accesso ai mezzi d’informazione, inteso quest’ultimo come diritto sia alla fruizione, sia alla produzione-comunicazione d’informazione. Del resto ciò discende dalla centralità che il dialogo, il discorso ha nel costituirsi della situazione morale; il dare la parola all’altro ascrive in capo a questo un intenso diritto di libertà di espressione e questo nel discorso non può essere prerogativa di uno solo o di pochi. Di qui, come sottolineava Guido Calogero, l’esigenza della parità nella suddivisone del bene rappresentato dal diritto di parola. Non c’è libertà alcuna, può anche dirsi, se non vi è anche la libertà di constatare che la libertà sussiste. La rivendicazione di un uguale diritto all’informazione, nell’attuale status quo di monopolio capitalistico dei mezzi d’informazione, specialmente di quelli televisivi, non può però non avere il sapore amaro della beffa, oppure quello agrodolce dell’utopia. Tuttavia, se non si vuole che nella globalizzazione l’unità di tempo e di spazio, ora offerta all’azione umana, possa configurarsi, stabilizzarsi come colonizzazione di culture minoritarie, ovvero come alienazione di masse e individui omologati e inebetiti da messaggi pubblicitari e manipolativi, che fa pervenire loro il grande fratello, ora senza i baffoni di Stalin, ma col sorriso e l’abbronzatura da piazzista post-moderno, se non si vuole ciò è necessario che si metta in moto un serio processo di costituzionalizzazione dei mezzi d’informazione e innanzitutto dei mass media. La sfera pubblica di cui si alimenta la democrazia, in assenza di una tale costituzionalizzazione, finisce per essere svilita e corrompersi e farsi simile al cortile nel quale l’imbonitore e il demagogo di turno, vendono le loro cianfrusaglie e comprano voti ed anime. I mezzi d’informazione, dunque, devono essere sottratti all’arbitrio dei potentati capitalistici, ai monopoli privati e, in gran parte, anche al gioco ed al giogo del mercato, per risultare, invece, integrati entro una sfera pubblica degna di questo nome, nella quale il diritto di informare sia assicurato a tutti e sia egualmente distribuito. Come si è visto sopra, nella situazione normativa il primo diritto umano è il diritto di parola, il diritto che l’altro ha di frap-

366 MaSSIMo La ToRRE porre un limite argomentativo e giustificativo alla nostra potenza. Il primo test di moralità è dunque quello della giustificabilità della condotta in questione, dinnanzi all’espressione di un’opinione. Del pari, nella situazione di globalizzazione, il primo diritto umano pare essere proprio quello che dà contenuto specifico al diritto basico di parola della situazione morale. Si tratta della facoltà di ricevere, trasmettere notizie, opinioni, nei circuiti informativi che costituiscono, propriamente, la dimensione e la sfera della società globale; altrimenti globalizzazione significherà inevitabilmente potere, forza e menzogna degli uni, dei pochissimi, sottomissione, debolezza e ignoranza degli altri, dei moltissimi. Solo i pochissimi e i ricchissimi saranno veramente padroni delle coordinate che producono l’unità di tempo e di spazio in cui consiste e di cui si alimenta la globalizzazione, e saranno loro, e solo loro, a determinare contenuti, criteri, metraggi e sondaggi d’informazione e d’opinione. A quel punto ogni discettazione, qualsivoglia convegno sui diritti umani, non saranno nient’altro che, e miseramente, chiacchiere.

I DIRITTI uMaNI NELLa gLoBaLIzzazIoNE<br />

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ne, il quale può articolarsi tanto come diritto al libero accesso<br />

all’informazione, quanto come diritto al libero accesso ai mezzi<br />

d’informazione, inteso quest’ultimo come diritto sia alla fruizione,<br />

sia alla produzione-comunicazione d’informazione. Del resto<br />

ciò discende dalla centralità che il dialogo, il discorso ha nel costituirsi<br />

<strong>della</strong> situazione morale; il dare la parola all’altro ascrive<br />

in capo a questo un intenso diritto di libertà di espressione e<br />

questo nel discorso non può essere prerogativa di uno solo o di<br />

pochi. Di qui, come sottolineava Guido Calogero, l’esigenza <strong>della</strong><br />

parità nella suddivisone del bene rappresentato dal diritto di<br />

parola. Non c’è libertà alcuna, può anche dirsi, se non vi è anche<br />

la libertà di constatare che la libertà sussiste. La rivendicazione<br />

di un uguale diritto all’informazione, nell’attuale status quo di<br />

monopolio capitalistico dei mezzi d’informazione, specialmente<br />

di quelli televisivi, non può però non avere il sapore amaro <strong>della</strong><br />

beffa, oppure quello agrodolce dell’utopia. Tuttavia, se non si<br />

vuole che nella <strong>globalizzazione</strong> l’unità di tempo e di spazio, ora<br />

offerta all’azione umana, possa configurarsi, stabilizzarsi come<br />

colonizzazione di culture minoritarie, ovvero come alienazione di<br />

masse e individui omologati e inebetiti da messaggi pubblicitari<br />

e manipolativi, che fa pervenire loro il grande fratello, ora senza<br />

i baffoni di Stalin, ma col sorriso e l’abbronzatura da piazzista<br />

post-moderno, se non si vuole ciò è necessario che si metta in<br />

moto un serio processo di costituzionalizzazione dei mezzi d’informazione<br />

e innanzitutto dei mass media. La sfera pubblica di<br />

cui si alimenta la democrazia, in assenza di una tale costituzionalizzazione,<br />

finisce per essere svilita e corrompersi e farsi simile al<br />

cortile nel quale l’imbonitore e il demagogo di turno, vendono le<br />

loro cianfrusaglie e comprano voti ed anime. I mezzi d’informazione,<br />

dunque, devono essere sottratti all’arbitrio dei potentati<br />

capitalistici, ai monopoli privati e, in gran parte, anche al gioco<br />

ed al giogo del mercato, per risultare, invece, integrati entro una<br />

sfera pubblica degna di questo nome, nella quale il diritto di informare<br />

sia assicurato a tutti e sia egualmente distribuito.<br />

Come si è visto sopra, nella situazione normativa il primo diritto<br />

umano è il diritto di parola, il diritto che l’altro ha di frap-

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