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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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MaSSIMo La ToRRE<br />

dei cambiamenti avvenuti a partire dalla seconda metà del secolo<br />

scorso, essenzialmente un diritto di Stati, non di individui, il<br />

quale, come tale, ha un permanente imbarazzo a riconoscere la<br />

nozione, la posizione di diritti individuali; per non parlare poi del<br />

fatto che la ragione di Stato, talvolta chiamata anche interesse<br />

nazionale, non sembra espulsa pienamente dal recinto del diritto<br />

internazionale, rendendolo un ambito di regole dal carattere<br />

più prudenziale che deontologico. Anzi, oggi, scorgiamo indizi<br />

di una rinnovata virulenza <strong>della</strong> dottrina realistica delle relazioni<br />

internazionali, che ora sembra addirittura mirare ad una sorta<br />

di estinzione o superamento del diritto internazionale, sostituito,<br />

quindi, proprio dal criterio dell’interesse nazionale: quello dello<br />

Stato più forte, ovviamente.<br />

Vi è altresì un ulteriore grave problema: la nozione di diritti<br />

umani, in assenza del circolo virtuoso che si instaura tra diritti e<br />

democrazia, solo all’interno di un concreto effettivo ordine politico,<br />

può dare adito a pratiche di implementazione, che trascurando<br />

il momento essenziale <strong>della</strong> sua operazionalizzazione, mediante il<br />

criterio dell’autogoverno, conducono a politiche imperialistiche,<br />

ovvero ad un atteggiamento platonista di qualche ente, governo<br />

o Stato, che si ritiene deputato a proteggere i diritti umani sulla<br />

testa dei titolari degli stessi.<br />

I diritti umani, come si è visto sopra, appartengono alla situazione<br />

morale, la quale, tra l’altro, è l’unica condizione di autonomia<br />

dei soggetti che intraprendono, tra loro, un discorso o si<br />

impegnano a sentirsi gli uni agli altri. La situazione <strong>politica</strong> è necessaria<br />

per ovviare alle situazioni intrinseche alla situazione morale;<br />

in questa i criteri di condotta risultano ancora troppo vaghi,<br />

soffrono di una elevata indeterminatezza cognitiva e sono troppo<br />

deboli, giacché mancano di forza motivazionale, rinviando, come<br />

fanno in ultima istanza, alla decisione soggettiva, alla coscienza;<br />

soffrono pertanto di indeterminatezza pratica o volitiva. La situazione<br />

<strong>politica</strong> si impone, dunque, come necessaria, mirando ad<br />

una istituzionalizzazione dei principi morali; tuttavia, essa non<br />

può tradire il contenuto essenziale <strong>della</strong> situazione morale, contenuto<br />

che è dato da due proprietà: la discorsività e l’autonomia. La

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