Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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03.06.2013 Views

I DIRITTI uMaNI NELLa gLoBaLIzzazIoNE 357 pretese verso di me, innanzitutto quella di dirmi dove risiede il limite alla mia azione. È però ovviamente una restrizione delle mie possibilità di scelta, che ora debbono tener conto della reazione e dell’interesse altrui, giacché esse urtano o possono urtare contro il giudizio altrui e provocarne il lamento, la lamentela, l’indignazione, infine la pretesa dell’altro. La situazione normativa intersoggettiva nella quale ci inoltriamo, allorché accettiamo di sentire l’altro, se retta dal principio dell’imparzialità, ed a ciò riconduce il riconoscimento del limite, si trasforma in situazione morale, nel punto di vista morale. Questo, poi, se vuole essere pienamente articolato, deve concepirsi e strutturarsi in via di principio come situazione discorsiva. Non ho diritto a tutto ciò che posso, voglio o desidero, ma solo a ciò che garantisce la mia posizione di interlocutore nel discorso con l’altro e da quanto poi da ciò può discendere per via argomentativa. La norma fondamentale della situazione morale non è data, dunque, da un diritto soggettivo, ma da un obbligo, quello di dare la parola all’altro. Sembra doversi escludere allora che la morale, la situazione morale, trovi il suo fondamento originario in diritti piuttosto che in obblighi. Nei termini di una dottrina delle virtù, in questa prospettiva, la virtù centrale, principale, non è la saggezza o la prudenza e nemmeno la giustizia, bensì la temperanza, l’autocontrollo, vale a dire la capacità di darsi un limite. Resta dunque acquisito, mi pare, un criterio deontologico sicuro, offerto dall’ingresso nella situazione normativa intersoggettiva, dettata da ragioni inerenti alla fenomenologia dell’azione umana. Tale situazione normativa intersoggettiva, il rivolgersi all’altro per ottenere da questo un’informazione concludente sui limiti a cui sottoporre la nostra condotta, si fa situazione discorsiva, giacché, come si è detto, per ottenere quelle informazioni, bisogna dare la parola all’altro e così impegnarci in un dialogo o discorso con questo. Orbene in tale situazione, nella discussione con gli altri, si applicano le regole del discorso pratico generale, in particolare quelle che sono state dette le regole di ragione. Queste, come è noto, sono le seguenti. Primo: ogni parlante deve poter giustificare ciò che afferma. Secondo: chiunque è in grado di parlare, può prendere

358 MaSSIMo La ToRRE parte al discorso, problematizzando qualunque affermazione ed esprimendo i propri desideri, bisogni e opinioni. Terzo: nessun parlante può esser ostacolato nei propri diritti sanciti nei primi due punti. Tali regole possono essere riformulate come diritti basici della situazione discorsiva; si può qui parlare di posizione originaria discorsiva che può rendersi anche con la situazione fenomenologica della agency, ovvero della capacità d’agire. Là dove si tratti di giungere a norme valide obbligatorie anche per gli altri, nel senso di norme che non solo investono i loro interessi, ma di norme più o meno stabili come fondamento di un vivere comune e costitutive di una sfera collettiva e pubblica d’azione, devo pormi in una situazione normativa, rispetto agli altri, tale che possa essere tendenzialmente accettabile a tutti. Ciò è il risultato della ed è richiesto dalla posizione normativa di autonomia che si dà nella posizione discorsiva, come articolazione della capacità d’agire. Il principio di autonomia, afferma che si deve obbedire solo a quella norma sociale alla quale si abbia potuto dare il proprio assenso, o meglio, a quella norma alla cui emanazione si sia potuto direttamente contribuire. La situazione nella quale ci si pone a deliberare su norme positive e vincolanti istituzionalmente è la situazione normativa impersonale o politica. Al fine di istaurare e proceduralizzare la situazione comune politica, c’è bisogno, oltre che di discutere e di deliberare, di stabilire una posizione originaria precedente alla, o indipendente dalla concreta posizione politico-sociale, in cui ci si possa trovare in quel certo contesto sociale e politico effettivo. Tale posizione originaria serve a trasportare la posizione di autonomia nel contesto collettivo; infatti, può plausibilmente ritenersi che il soggetto darà il suo assenso solo a norme che non ledano i suoi interessi, in questo senso la situazione di autonomia si riconnette ad una prospettiva di imparzialità della deliberazione. Allora, ciò che si richiede è di poter simulare una situazione di imparzialità tale, che mi permetta di giungere all’elaborazione di principi di giustizia destinati a reggere l’ordinamento politico-giuridico positivo ed a servire da base alle deliberazioni effettive che sfociano nella costituzione, nella determinazione, nello sviluppo normativo positivo di tale

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MaSSIMo La ToRRE<br />

parte al discorso, problematizzando qualunque affermazione ed<br />

esprimendo i propri desideri, bisogni e opinioni. Terzo: nessun<br />

parlante può esser ostacolato nei propri diritti sanciti nei primi<br />

due punti. Tali regole possono essere riformulate come diritti<br />

basici <strong>della</strong> situazione discorsiva; si può qui parlare di posizione<br />

originaria discorsiva che può rendersi anche con la situazione<br />

fenomenologica <strong>della</strong> agency, ovvero <strong>della</strong> capacità d’agire. Là<br />

dove si tratti di giungere a norme valide obbligatorie anche per gli<br />

altri, nel senso di norme che non solo investono i loro interessi,<br />

ma di norme più o meno stabili come fondamento di un vivere<br />

comune e costitutive di una sfera collettiva e pubblica d’azione,<br />

devo pormi in una situazione normativa, rispetto agli altri, tale<br />

che possa essere tendenzialmente accettabile a tutti. Ciò è il risultato<br />

<strong>della</strong> ed è richiesto dalla posizione normativa di autonomia<br />

che si dà nella posizione discorsiva, come articolazione <strong>della</strong> capacità<br />

d’agire. Il principio di autonomia, afferma che si deve obbedire<br />

solo a quella norma <strong>sociale</strong> alla quale si abbia potuto dare<br />

il proprio assenso, o meglio, a quella norma alla cui emanazione<br />

si sia potuto direttamente contribuire. La situazione nella quale<br />

ci si pone a deliberare su norme positive e vincolanti istituzionalmente<br />

è la situazione normativa impersonale o <strong>politica</strong>. Al fine<br />

di istaurare e proceduralizzare la situazione comune <strong>politica</strong>, c’è<br />

bisogno, oltre che di discutere e di deliberare, di stabilire una posizione<br />

originaria precedente alla, o indipendente dalla concreta<br />

posizione politico-<strong>sociale</strong>, in cui ci si possa trovare in quel certo<br />

contesto <strong>sociale</strong> e politico effettivo. Tale posizione originaria serve<br />

a trasportare la posizione di autonomia nel contesto collettivo;<br />

infatti, può plausibilmente ritenersi che il soggetto darà il suo<br />

assenso solo a norme che non ledano i suoi interessi, in questo<br />

senso la situazione di autonomia si riconnette ad una prospettiva<br />

di imparzialità <strong>della</strong> deliberazione. Allora, ciò che si richiede è di<br />

poter simulare una situazione di imparzialità tale, che mi permetta<br />

di giungere all’elaborazione di principi di giustizia destinati a<br />

reggere l’ordinamento politico-giuridico positivo ed a servire da<br />

base alle deliberazioni effettive che sfociano nella costituzione,<br />

nella determinazione, nello sviluppo normativo positivo di tale

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