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Diritto, politica e realtà sociale nell'epoca della globalizzazione

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DIBaTTITo<br />

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lare, nel matrimonio, poiché karis effettivamente rende possibile<br />

il matrimonio. Il fascino, che a volte viene simboleggiato anche<br />

da una coppa di vino, condivisa dai due sposi, rende possibile la<br />

creazione <strong>della</strong> relazione <strong>sociale</strong>. Ecco, quindi, che il fascino e la<br />

leggiadria sono puramente strumentali alla relazione <strong>sociale</strong>. Lo<br />

stesso karis è strumentale in questo senso. La Settima Olimpica<br />

di Pindaro propone il senso di karis che incarna il fascino al fine<br />

del matrimonio.<br />

Vengo a Fracanzani, che ringrazio per la consueta amicizia<br />

e sintonia. Il suo dubbio è quello che ha chiunque utilizza un<br />

concetto hegeliano. Evidentemente quello che ho indicato come<br />

concetto di universale che privilegio è solamente una stazione del<br />

percorso hegeliano; già il professor Romano ricordava i due sensi<br />

del sistema dei bisogni, nei quali effettivamente c’è la tragedia<br />

dell’etico; pertanto, se ci fermiamo a quello che ho delineato e<br />

simboleggiato con le Grazie, si potrebbe perdere la civitas, la possibilità<br />

di riconoscersi in un’unità superiore, oltre a quella dei<br />

bisogni. Ma noi non perdiamo la civitas; piuttosto, hegelianamente,<br />

guadagnamo le condizioni <strong>della</strong> civitas, perché il sistema<br />

dell’eticità, il sistema dei bisogni che le Grazie simboleggiano, è<br />

proprio, dialetticamente, la condizione necessaria per acquisire<br />

la civitas. Non avviene il contrario, quindi lungi da me proporre<br />

una posizione universalistica di cittadinanza, universale e astratta,<br />

mentre invece propongo una cittadinanza che ha nell’etica, nel<br />

sistema dei bisogni, il necessario medio.<br />

Giulio M. Chiodi<br />

Condivido con Lombardi Vallauri l’idea che Seneca si rende abbastanza<br />

conto del significato delle Grazie. Credo che l’esperienza<br />

romana <strong>della</strong> giustizia sia legata allo jus; lo jus viene prima <strong>della</strong><br />

justitia, che significa porre, istituire lo jus. Ora nella mentalità<br />

romana, di fronte ai conflitti, c’era un modo di risolverli senza<br />

scendere all’atto di violenza degli uni con gli altri. In questo, non<br />

c’era un’idea superiore di giustizia, nasce tutto dall’esperienza e

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